PATOLOGIA ANNESSIALE DA CAUSA ESOGENA

G. Cainelli, L. Restano, C. Gelmetti, E. Alessi

Istituto di Scienze Dermatologiche Università degli Studi di Milano, Clinica Dermatologica I e III,  IRCCS Ospedale Maggiore, Milano

 

Caso clinico: bambina di 6 anni giunta all’osservazione per la presenza al terzo prossimale della gamba sinistra, sulla faccia laterale, di numerose lesioni papulose cheratosiche di colorito rosso-roseo, forma emisferica e diametro da 2 a 5 millimetri circa, centrate da un punto biancastro. Le lesioni sembrano interessare i follicoli piliferi con raggruppamento a grappolo; alcuni elementi di natura sovrapponibile a quelli appena descritti si trovano singoli ed isolati a livello del terzo distale della stessa gamba. Manca sintomatologia soggettiva.

Le lesioni sono insorte nella sede di una lieve escoriazione che la bimba si  è procurata una settimana prima giocando in un parcheggio a superficie terrosa della Riviera Romagnola. I genitori riferiscono che il terreno viene abitualmente trattato dal proprietario con un “sale anti polvere” la cui natura chimica  non è stato possibile appurare. Come unico presidio terapeutico viene riferita l’applicazione di mupirocina topica una settimana dopo la comparsa delle manifestazioni. Le condizioni di salute generale della bambina sono buone e gli esami ematochimici di routine risultano nella norma ad eccezione di una leggera alterazione degli indici di flogosi. Anche gli esami microbiologici effettuati (colture per batteri, micobatteri e miceti) risultano negativi. L’esame istologico di un elemento rivela la presenza di uno zaffo epiteliale con cheratinizzazione centrale corrispondente ad un infundibolo pilifero. Attorno allo zaffo si ha la presenza di discreto infiltrato linfoistiocitario, scarsi detriti cellulari e qualche neutrofilo. Negativa è risultata la ricerca di cristalli birifrangenti in luce polarizzata. A 15 giorni dall’osservazione, senza effettuare alcuna terapia ad esclusione di spugnature con un blando antisettico, la paziente presenta netto miglioramento clinico con sostanziale risoluzione delle lesioni e persistenza solo di pochi elementi a superficie escoriata e taluni esiti pigmentari.

L’inquadramento diagnostico del caso risulta difficile. Patologie simil-acneiche sono segnalate dopo esposizione a idrocarburi aromatici polialogenati presenti in insetticidi, erbicidi, fungicidi e diversi prodotti di origine industriale, catrami, asfalto, olii e grassi minerali, sostanze arsenicate e fibre di vetro.

La nostra ipotesi è che il terreno o nel sale impiegato per trattare lo stesso fosse presente una di tali sostanze a noto effetto comedogenico, la cui natura è stato tuttavia impossibile determinare, che sia penetrata nella cute attraverso il trauma ed abbia contribuito alla patogenesi delle lesioni.