Un sacco di soldi che va

Polizze vita

Cominciamo con alcune definizioni:
- il premio è la somma che l'assicurato (cioè voi) paga alla compagnia di assicurazione come compenso per il rischio che questa si assume;
- il caricamento è la percentuale del premio che la compagnia di assicurazione trattiene per sé (per far fronte alle proprie spese di gestione, personale ecc.) detraendolo dal totale pagato. Pertanto se il premio è di lire 2 milioni ed il caricamento di 100.000 lire, il premio netto - che verrà investito a vostro favore - è di 1.900.000 lire.
- la retrocessione è la percentuale del rendimento ottenuto dall'investimento del premio netto che viene riconosciuta (cioè retrocessa) a vostro favore (il valore della retrocessione è normalmente contenuto tra l'80 ed il 90%).

L'operazione funziona così: la compagnia di assicurazione riceve certe somme dall'assicurato (i premi), parte di tali somme vengono investite (dedotto il caricamento e le tasse) per il periodo di durata della polizza. Alla scadenza della polizza, l'importo dei premi netti più la quota retrocessa degli interessi maturati saranno pagati al beneficiario. L'ammontare di tali interessi sarà determinato dal livello dei tassi ai quali la compagnia potrà investire: in sostanza dipenderà dai tassi di mercato durante gli anni di esistenza della polizza. Il capitale finale da pagare al beneficiario, di solito può essere trasformato in una rendita vitalizia.

Tale tipo di polizza è detta anche polizza risparmio perché è più simile ad un investimento finanziario che ad una polizza in senso tradizionale. E' proprio questo il tipo di operazione che viene valutata da Consulente Finanziario (un esempio viene mostrato sotto).

Trattamento fiscale
Purtroppo questo tipo di operazione viene notevolmente complicata dal fisco. In particolare, l'1/1/2001 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 47 del 18/2/2000 che stabilisce un "nuovo regime fiscale" per le polizze assicurative. Resta comunque in vigore il "vecchio regime fiscale" per le polizze stipulate entro il 31/12/2000. Data la rilevanza del trattamento fiscale ai fini della convenienza di tali operazioni, riassumiamo qui di seguito i termini principali dei due "regimi".

Vecchio regime fiscale
- per quanto riguarda il premio: per un importo annuo fino a 2.500.000 è consentita una detrazione d'imposta, attualmente del 19%, se la durata della polizza è di almeno 5 anni. Viene però applicata un'imposta del 2,5% sul premio. In pratica, per un premio di 2.500.000 lire (se il premio è maggiore la parte eccedente non dà benefici fiscali) si possono detrarre dall'imposta sul reddito (IRPEF) 475.000 lire, e di conseguenza l'onere del premio è ridotto a 2.025.000. Per effetto dell'imposta del 2,5% sul premio, l'importo ricevuto dall'assicurazione è di lire 2.439.000 (61.000 lire sono l'imposta).
- per quanto riguarda il capitale finale (quello che la compagnia di assicurazione pagherà all'assicurato alla scadenza della polizza): viene sottoposto ad una tassazione del 12,5% quella parte che eccede il totale dei premi pagati (premi lordi). Per cui, se la mia polizza prevedeva un premio annuo di lire 2.500.000 per 10 anni ed il capitale finale è di 29.000.000, il fisco applicherà la tassa del 12,5% su 4.000.000 (29 milioni di capitale meno i 25 milioni di premi pagati). Se si decide di trasformare tale capitale in una rendita vitalizia, questa è soggetta all'imposta sul reddito (IRPEF) limitatamente al 60% del suo valore. Se infine, il capitale viene pagato "in caso morte" (cioè il beneficiario della polizza è deceduto durante il periodo di copertura del rischio - mentre si stavano pagando i premi) il capitale è esente da tasse.

Esempio
Vediamo ora un esempio concreto di polizza risparmio in situazione di "vecchio regime": mi viene proposta una polizza vita con durata 10 anni, premio annuo di 2.500.000 lire da pagarsi ogni 6 mesi, caricamento del 7% (compresa la tassa del 2,5%) e retrocessione dell'85%. Il contratto avrebbe inizio dall'1/6/1999 ed ipotizzo, per l'arco dei prossimi 10 anni, un tasso di interesse medio del 5%.

L'operazione va impostata con Consulente Finanziario come indicato nella seguente immagine:

Calcolo per Polizza vita

Risulta che il tasso effettivo - tenuto conto di tutto, anche dei rimborsi fiscali - è del 6,0798%, superiore pertanto al tasso di mercato ipotizzato (5%). Il ricavo netto (cioè dedotte le imposte previste in "caso vita") alla scadenza è di oltre 29 milioni di lire, naturalmente sulla base delle condizioni ipotizzate.

E' altrettanto semplice calcolare il rendimento effettivo per premi superiori ai 2.500.000 lire, oppure calcolare il ricavo netto alla scadenza in caso di premi indicizzati, indicando la percentuale di indicizzazione.

Nuovo regime fiscale
E' più complicato del precedente. Per iniziare, si distinguono 3 casi:
Caso 1) polizza "Previdenza":
polizza che consente l'incasso del capitale e/o rendita solo al raggiungimento dell'età pensionabile.
- premio: è interamente deducibile dal reddito fiscalmente imponibile se il premio annuo è contenuto entro 10 milioni e se non supera il 12% del reddito annuo imponibile (pertanto l'aliquota fiscale di cui si beneficia dipende ora dal livello del proprio reddito, mentre col vecchio regime era fissata al 19%). E' inoltre eliminata l'imposta del 2,5%;
- rendimenti generati dai premi investiti: tassati, anno per anno, all'11% (aliquota ridotta rispetto a quella "normale" del 12,5%);
- capitale finale: premesso che almeno il 50% deve essere trasformato in rendita vitalizia, abbiamo due casi: A) la parte di capitale incassato è uguale o inferiore ad un terzo del totale: allora tale ammontare, al netto dei rendimenti finanziari (già tassati all'11%) e degli eventuali premi non dedotti dal reddito, è sottoposto a tassazione separata (aliquota media degli ultimi 5 anni); B): la parte di capitale incassato è compresa tra un terzo ed il 50% del totale: in tal caso la parte incassata è interamente sottoposta a tassazione separata. La rendita vitalizia è invece divisa in 3 parti: 1) la parte corrispondente ai premi dedotti è soggetta all'imposta sul reddito (IRPEF); 2) la parte corrispondente ai premi non dedotti ed agli interessi è esente da tassa; 3) il rendimento generato dal capitale sottostante durante il periodo di erogazione della rendita, è tassato al 12,5%.
Caso 2) polizza "Protezione":
polizza per il caso morte o invalidità permanente di almeno il 5%. Vale il "vecchio regime fiscale".
Caso 3) polizza "Risparmio":
in sostanza tutte le altre (quelle miste sono sottoposte ai tre sistemi in proporzione alla loro composizione).
- premio: nessuna rilevanza fiscale (né agevolazioni né imposizioni);
- capitale finale: la differenza tra la somma dei premi pagati ed il capitale finale è tassata al 12,5%, applicando inoltre al capitale imponibile l'equalizzatore fiscale (si tratta di un coefficiente che modifica la base imponibile in modo che il prelievo risulti lo stesso che sarebbe stato se fosse stato applicato anno per anno, come invece avviene nel Caso 1 "Previdenza"). Se trasformato in rendita, questa è interamente soggetta all'imposta sul reddito (IRPEF).

Utilizzo di Consulente Finanziario con il "nuovo regime fiscale"
Pur considerata la complessità della situazione, si può ottenere con Consulente Finanziario una buona approssimazione del ricavo finale atteso riempiendo le caselle della scheda "Aspetto fiscale" come segue:
- Tassa sul ricavo finale: tenendo conto che il programma considera la tassa applicata sulla differenza tra il ricavo totale ed i premi pagati, l'aliquota fiscale va elevata al 15% per il caso 1 "Previdenza" (aliquota finale all'incirca equivalente all'applicazione dell'11% anno per anno), posta a zero per il caso 2 e a 12,5% per il caso 3;
- Deducibilità fiscale (relativa ai premi): qui l'aliquota dipende dalla situazione individuale nel caso 1 (sarà più alta in presenza di reddito maggiore), è 19% nel caso 2 e zero nel caso 3; - Data rimborso IRPEF: nulla cambia;
- Premio massimo deducibile: 10 milioni (o il 12% del reddito imponibile se tale valore è inferiore a 10 milioni) nel caso 1, 2.500.000 nel caso 2 e zero nel caso 3.

Rendite vitalizie
Per quanto riguarda la trasformazione del ricavo finale in rendita vitalizia, ciò comporta l'introduzione di ulteriori variabili, come l'età del beneficiario, il sesso, lo stato di salute, ecc. che intervengono sul calcolo con i coefficienti delle tavole attuariali (tra l'altro soggette a cambiamenti), per cui una previsione su una possibile rendita annua risulterebbe piuttosto aleatoria.

Un sacco di soldi che viene

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