CONTRADDIZIONE
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Lattività principale dellassociazione "Contraddizione" è rappresentata, a partire dal 1987, dalla pubblicazione di un "bimestrale di marxismo" denominato "la Contraddizione" distribuito in proprio dall'associazione e stampato da TPS Top Print Service, 22 via Lollio, 00139 Roma. Attualmente la tiratura è di 600 copie.
La sottoscrizione annua (in qualità di soci aderenti dellassociazione) dà diritto a ricevere sei numeri della rivista per anno solare: 24, per linterno; 36, per lestero e per i sostenitori. Ovviamente, importi maggiori saranno graditi.
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In fondo a questa pagina si trova l'elenco (in ordine alfabetico per città) delle librerie in cui è attualmente reperibile la rivista.
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CONTRADDIZIONE
è unassociazione culturale marxista senza scopo di lucro, apartitica, nel rispetto dei princìpi costituzionali, così come recita la legge costituita in Roma il 25 giugno 1987, dove è stata registrata presso lufficio Atti pubblici il 6 luglio 1987, e autorizzata allesercizio delle proprie attività culturali dal tribunale di Roma il 15 luglio 1987 con n.424.
Lassociazione "Contraddizione" ha lo scopo [art.4 dello statuto] di promuovere lo studio e la ricerca scientifica sui fenomeni di massa della società contemporanea, attraverso: la promozione e realizzazione di studi, ricerche, indagini critiche sulle relazioni sociali e sulla cultura contemporanea; lorganizzazione, gestione, edizione, stampa e distribuzione di strumenti di informazione e comunicazione, quale che sia il supporto di riproduzione e di diffusione (pubblicazioni a stampa, periodiche e non, come riviste, libri, bollettini, ecc., materiali di qualsiasi supporto di registrazione audiovisiva, ecc.); lorganizzazione e realizzazione di convegni, congressi, seminari, corsi didattici sui problemi della società contemporanea e quantaltro ritenuto opportuno.
Lassociazione "Contraddizione" ha durata illimitata ed è costituita dai soci ordinari ai quali è demandato il compito di assumere le delibere assembleari necessarie. Le cariche sociali presidente e amministratore delegato sono determinate dallassemblea che affida loro lattuazione, di comune accordo, delle linee programmatiche delle attività stabilite. Lelezione alle cariche sociali ha durata fino alle dimissioni volontarie dalle stesse o a revoca da parte dellassemblea. Il patrimonio dellassociazione costituito esclusivamente dalle quote associative dei soci ordinari ed eventualmente da altri contributi provenienti da privati, enti o organizzazioni è impiegato per le spese necessarie per il funzionamento della stessa. Al momento lassociazione ha la sola sede principale, in Roma [codice fiscale 97053050585].
La rivista, con alcune prove precedenti, ha assunto la sua definitiva forma e periodicità bimestrale nel 1987. Tra i principali fondatori di essa cera Gianfranco Ciabatti, morto nel 1994, nel cui nome prosegue la pubblicazione puntuale della Contraddizione. Alla redazione hanno partecipato numerosi collaboratori, tra i quali attualmente vanno menzionati: Rita Bedon, Antonio Brillanti, Giulio V. Bruno, Andrea Catone, Salvatore d'Albergo, Maurizio Donato, Carla Filosa, Enzo Gamba, Nevio Gàmbula, Massimo Gattamelata, Vladimiro Giacchè, Cesare Giannoni, Lorenzo Neretti, Gianfranco Pala, Silvia Petreri, Paola Slaviero. Il direttore responsabile, a norma delle leggi sulla sostanziale limitazione della libertà di stampa, e quindi senza alcuna responsabilità diretta, se non puramente formale, sui contenuti della rivista, è Pio Baldelli. Tutto il materiale pubblicato, e ora messo in rete, è liberamente riproducibile: è ; richiesta soltanto la menzione della fonte.
Lassociazione "Contraddizione" ha promosso, con ladesione di altre strutture, anche uniniziativa culturale politica denominata "Comunismo In/formazione", per la quale sono stati organizzati alcuni convegni e incontri, e collabora con alcuni editori. Lassociazione "Contraddizione" aveva precedentemente edito, in prova e solo su cartaceo, anche pochi volumi (alcuni dei quali tuttora reperibili).
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dalla Presentazione, no.0, febbraio 1987
Contraddizioni della realtà
Osservando attentamente la realtà attuale, si scorge un periodo storico in cui lintera società attraversa una profonda fase di crisi e dopo-crisi. È una fase in cui, in modo altalenante e contraddittorio, si prepara il futuro. La ristrutturazione qualitativa in corso predispone le condizioni, e prepara gli antagonismi, dellassetto che è destinato a caratterizzare la società nellavvio del prossimo millennio.
Quella presente è unepoca di grande trasformazione sociale per il mondo intero, unepoca che già ora vede lo sviluppo della base materiale della società entrare in conflitto, a livelli ancor più elevati che nel passato, con la sua forma sociale. Questa grande trasformazione, che per altri è solo razionalizzazione e intensificazione del sistema capitalistico, per noi pone contraddittoriamente i temi della transizione a un modo di produzione socialista. Questi temi sono centrati sulla struttura del modo di produzione stesso, e sui rapporti di produzione, materiali e sociali, che linnervano. La comprensione di tale struttura e della dinamica corrispondente è così rivolta allindividuazione delle contraddizioni economiche e sociali che rendono possibile questa transizione.
Tali contraddizioni rappresentano una potenzialità, in quanto costituiscono "una massa di forme antitetiche dellunità sociale". Gli elementi di formazione della nuova società e gli elementi di rivoluzionamento della società vecchia si trovano già occultati nelle condizioni materiali di produzione e nella corrispondente forma di relazioni sviluppatesi nella società così comè.
La potenzialità della trasformazione sociale, però, non può essere astrattamente intesa e altrettanto astrattamente assolutizzata, fino al punto di impedirsi la comprensione del "processo rivoluzionario" in quanto processo storico, contraddittorio, ricco di complessità dialettica. Come tale esso richiede lesperimento di molte mediazioni, attraverso numerosi termini medi. Nel contribuire a questo studio, non ci soffermeremo solo sullanalisi critica delle grandi questioni economico-politiche. Tutti i luoghi in cui la prassi trasformatrice della realtà può operare saranno considerati. Nessuna tematica può essere esclusa a priori , neppure la riflessione teorica su tale prassi. Si cercheranno perciò, da un punto di vista di classe, le espressioni più consone alla totalità nella realtà sociale in trasformazione.
Questa totalità storica è dominata dalle diverse forme della crisi attraversata dal sistema imperialistico. Cercheremo di seguirle, sia nei concreti aspetti di dettaglio, sia con lausilio dellanalisi critica teorica. I fenomeni della sovraproduzione e della disoccupazione sembrano cronicizzati. La ristrutturazione tecnologica, conseguente alla rivoluzione industriale dellautomazione, non sembra venire a capo dei problemi posti dalla nuova organizzazione del lavoro sociale. Il dominio del lavoro morto sul lavoro vivo è sempre più storicamente miserabile. Lo sviluppo ineguale del mercato mondiale, e della divisione internazionale del lavoro che lo sostiene, evidenzia la dipendenza dallimperialismo dei paesi dominati (lindebitamento estero, al pari di quello interno, dei vari paesi, non ne è che laspetto più vistoso). In tali condizioni, tutti i sistemi "democratici" conoscono forti tendenze alla riorganizzazio ne corporativa della società e delle sue istituzioni. Lincombere delle forze di guerra si inscrive in questo quadro.
Diverse manifestazioni ed espressioni nei campi della cultura, della scienza, dellarte e del costume debbono essere attraversate dalla critica mossa dal nostro punto di vista di parte. Vogliamo analizzare la trasformazione dellepoca presente con i criteri del marxismo nella sua totalità e completezza nella misura in cui la realtà attuale è tuttora pienamente dominata dal modo di produzione capitalistico. che per essere efficaci non possono rifugiarsi nel dogmatismo, nella liofilizzazione del "pensiero di Marx", ma debbono adeguarli alle mutate condizioni storiche di esistenza del capitalismo. Al marxismo non occorre alcun eclettismo, né tradizionale né postmoderno. Su questa base critica vogliamo indicare quelli che riteniamo essere lineamenti fondamentali del marxismo, per noi irrinunciabili.
Primo. Per noi la base dellanalisi generale di tutto ciò che è espressione della forma storica del capitale risiede nella teoria del valore e del plusvalore.
Secondo. Le diverse determinazioni economiche, e le forme sociali corrispondenti, possono essere comprese solo con un profondo senso della storia. La continuità di alcune di tali forme e determinazioni è contraddittoriamente attraversata dai grandi salti di discontinuità epocale.
Terzo. Dallunità della base economica e delle forme storico-sociali emerge incessantemente unopposizione dialettica tra base materiale e forma sociale. È lantitesi dellunità sociale stessa, costituita da due poli opposti. Il processo pratico del loro movimento complessivo pone fine allapparenza della loro indifferenza reciproca, tanto simultaneamente nello spazio quanto successivamente nel tempo. Da tale reciproca azione contraddittoria sorge la loro dipendenza mediata. In questa mediazione, come sviluppo dei termini medi, risiede in sostanza il momento centrale della dialettica storico-materialistica, e della sua peculiare teoria della contraddizione.
La concezione che qui presentiamo non dà spazio alla moda "debole" della caduta delle certezze e alla pluralità dei "marxismi". Questi si sostituiscono al marxismo quando il sincretismo postmoderno ne travisa uno o più caratteri fondamentali. La tranquilla coesistenza dei molti "marxismi" è unidea che nasce come caricatura del "pluralismo" borghese. Tale idea si connette alla proliferazione di quelle ibridazioni, che noi intendiamo combattere, come forme di post-marxismo o neo-marxismo. Se di "crisi del marxismo" si può parlare, si deve riconoscere che in nome del marxismo e a sua insaputa sono state fatte passare troppo spesso analisi e concezioni fallimentari, che con esso avevano poco o nulla a che vedere. A partire dai lineamenti del marxismo esprimiamo una posizione di classe che è distinta da qualsiasi generica opposizione critica democratica. Il mar xismo, come punto di vista di parte, esprime tale posizione, e solo così esso integra la critica assoluta di tutte le proposizioni particolari della falsa raffigurazione della vita sociale data dal pensiero borghese.
Viceversa, vi sono tendenze che partono da letture superficiali e unilaterali del marxismo, che a noi sembrano assolutamente parziali e quindi inadeguate. Molte tendenze ipotizzano un capitalismo totalmente privo, al suo interno, di contraddizioni immanenti. Ne emergono atteggiamenti ideologici e volontaristici, incapaci di cogliere e sviluppare le contraddizioni del fronte avversario. La riduttività di simili posizioni, pur cresciute nel campo marxista, mostra la carenza di alcune determinazioni di grande rilevanza. Non tiene conto dei reali rapporti di forza tra le classi. Conseguentemente esalta in modo unilaterale e volontaristico ogni soggettività avanzata dal proletariato. Lanalisi delle condizioni oggettive e soggettive della fase e della tattica rivoluzionaria è ridotta a unenunciazione scolastica di pochi elementi fattuali. Questi sono privati di qualsiasi dialettica e si mostrano insufficienti per comprendere la realtà. Il processo storico teso a rendere dominante il modo di produzione socialistico non è questione che possa essere risolta con affermazioni di principio dedotte astrattamente dalla teoria marxista. Gli esperimenti post-rivoluzionari di realizzazione del socialismo mostrano caratteri loro propri, che si fondano su contraddizioni oggettive e su problemi di enorme difficoltà.
Analisi della contraddizione
Il marxismo, in quanto punto di vista di parte, pone precise discriminanti. Queste saranno fatte operare, appunto, sui contenuti dellanalisi. Siamo ben consapevoli che oggi non è facile rintracciare un atteggiamento nei riguardi dellortodossia maxrista quale quello che abbiamo delineato. In questo senso, lavvio non è semplice. Esso ci appare disseminato di contraddizioni reali, di determinazioni storiche che pesano per dirla con Marx "come un incubo sul cervello dei viventi". Ma, non coltivando lorrore per la dialettica, non ci spaventano né la presenza di tali contraddizioni, né la loro necessaria analisi. Questultima considerazione racchiude il senso sintetico della nostra proposta di marxismo: lanalisi della contraddizione. Unanalisi e una contraddizione che pervadono la nostra proposta per molti versi.
- La contraddizione è il reale processo di massa che caratterizza lintero funzionamento del sistema sociale del capitale. Il nostro punto di vista è fondato sullanalisi critica e sulla sviluppo pratico della contraddizione immanente che segna il capitale. Il capitale, come modo di produzione e "modo di vita", è la contraddizione stessa, è la contraddizione in processo. È contraddizione tra le classi. Ma è anche contraddizione entro la classe borghese dominante.
- Tuttavia contraddizione, per noi, vuol dire anche elemento, concetto, criterio di analisi. Essa segna costantemente la ricerca del divenire dialettico dei processi storici, delle mediazioni di questi, delle loro metamorfosi.
- Una contraddizione esiste anche nel dibattito politico e in quello teorico. Diverse posizioni in campo sicuramente ci sono. Spesso queste sono tra loro contraddittorie. Che ciò accada tra punti di vista diversi, quanto a collocazione di classe, è evidente. Tuttavia, un fenomeno di differenze interpretative e, in fondo di contraddizioni, emerge anche tra quanti cercano di richiamarsi a "un" marxismo che abbia i caratteri fin qui delineati.
- Contraddizione è anche il semplice "dire contro", il contro/in/formare le masse sui fatti e gli accadimenti. Vi sono molti fatti, quotidiani e ricorrenti, in un certo senso già di dominio pubblico, grazie allesuberante sistema dei mezzi di comunicazione di massa. Proprio questa sovraproduzione di una preoccupante massa di notizie insignificanti soffoca e svuota linformazione di ogni connotazione utile per la nostra parte e la nostra classe.
- Contraddizione è anche impugnare la negazione per dire quel che si può contro linformazione e la cultura dominante.
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"La contraddizione, esposta in termini generali, è questa: il capitale stesso è la contraddizione in processo". Queste parole di Marx furono scelte nel 1987 per connotare, fin dalla sua prima uscita, il carattere dellomonimo bimestrale di marxismo. Dopo la precedente esperienza, durata un anno, con la pubblicazione di un breve foglio mensile di contro/in/formazione, in forma di samizdat [intitolato NO - NumerO, e poi incorporato come rubrica di attualità nel bimestrale], e la prova con un no. 0 (per il primo semestre 1987), la Contraddizione esce da allora regolarmente e puntualmente ogni due mesi, ormai da molti anni. La rivista è sorta per iniziativa di un gruppo di comunisti senza etichette per ciò stesso con storie e provenienze diverse, uniti da una collocazione esterna allappartenenza e sclerosi degli "apparati", grandi e piccoli, vecchi e nuovi, e quindi per principio contrari a qualsiasi cristallizzazione ideologica fideistica del comunismo: uniti quindi piuttosto, per parafrasare Alice nel Paese delle Meraviglie, in una sorta di "non-redazione". Ossia, evitando la definizione di una qualsiasi precostituita "linea" redazionale, e tanto meno politica, la rivista ha inteso unicamente proporre come prassi di riferimento un programma teorico politico, in termini marxisti, di a nalisi critica della realtà e delle spiegazioni giustificative di essa.
Gli argomenti che si è cercato di dominare per dirla con Brecht e gli strumenti che si è cercato di elaborare, furono e sono intesi come indicazione per migliorare le conoscenze e i termini del dibattito da un punto di vista niente affatto imparziale, bensì di parte, quello delle classi lavoratrici. Il desiderio di contribuire a fornire indicazioni di lotta e di critica, per concorrere alla lotta sociale indirizzata verso la trasformazione dello stato di cose esistente, ha potuto solo in parte riversarsi nella necessità di agire, essendo data finora quasi solo la possibilità di pensare. Nondimeno, i fermenti dellepoca presente di grande trasformazione sociale, per il mondo intero, esprimono la base materiale di quelle contraddizioni che non sono solo razionalizzazione e intensificazione del modo di produzione capitalistico.
La comprensione teorica e la diffusione della spiegazione di tali contraddizioni si è dimostrata, e si dimostra ogni giorno di più, non solo utile e necessaria ma anche richiesta e sollecitata. Pur in un ambito ristretto, il contributo di analisi categoriale e critica, ha attraversato quasi tutta la sinistra rivoluzionaria, superando precedenti antiche preclusioni ideologiche. Anche consentendo di conservare differenze di analisi e interpretazioni, la scientificità dellanalisi marxista ha mostrato di essere in grado di eliminare oggettivamente tutte quelle distinzioni nella sinistra di classe che avevano la loro unica motivazione in una frusta logica di "appartenenza". In ciò, il modesto contributo dato dalla rivista ha in qualche modo preceduto i tempi, attuali, che si sono maturati con la normalizzazione dellanomalia italiana, il crollo dei muri e la cosiddetta fine dellideologia: gli eventi "simbolici" del 1989 (e dopo) e quelli reali (le guerre, le crisi e il loro perdurare), in siffatto contesto, non hanno perciò rappresentato alcuna sorpresa, ma anzi hanno dato una puntuale conferma delle analisi, svolte nella indifferenza se non deliberata emarginazione delle strutture sindacal-politiche della sinistra istituzionalizzata.
Quelle contraddizioni che costituiscono, ripetendo Marx, "una massa di forme antitetiche dellunità sociale", hanno perciò fornito e continuano a fornire il materiale vivo della riflessione critica. Nella misura in cui la realtà attuale è tuttora pienamente dominata dal modo di produzione capitalistico, su scala mondiale, lassunzione dei lineamenti fondamentali del marxismo, nella sua totalità e completezza, senza eclettismi falsamente pluralistici e raffazzonati sincretismi, è stata ritenuta dal collettivo redazionale come lunica via compiutamente rispondente alla necessità di possedere e maneggiare uno strumento adeguato al compito di spiegare criticamente tale realtà, in funzione del superamento di essa in un lungo "processo rivoluzionario".
Per tutti i motivi detti, la rivista si è sempre orientata verso la considerazione della forma storica del capitale come base dellanalisi generale condotta. La centralità del lavoro e della produzione, della loro stessa organizzazione e trasformazione, sociale e tecnica, nella formazione del valore e del plusvalore, quindi dello sfruttamento e delle forme della lotta di classe, come tratti caratteristici del modo di produzione capitalistico, rappresentano un riferimento costante della ricerca proposta e suggerita. Ciò è ritenuto fondamentale in vista delle metamorfosi della società contemporanea. Il carattere transnazionale dellimperialismo, le sue contraddizioni interne e trasversali rispetto alla tripolarità ancòra apparentemente prevalente, quindi la crisi che ormai dalla fine degli anni 1960 attanaglia il grande capitale alla ricerca di un sempre meno credibile nuovo ordine mondiale, continuano a costituire elementi portanti dellanalisi marxista che la rivista conduce.
La discontinuità epocale del tempo presente è momento di contraddizione rispetto alla continuità del dominio del capitale sul mercato mondiale: ciò indica la necessità di spostare lattenzione sulla transizione, intesa dunque con un senso dialettico di mediazione storica, come processo oggettivo lungo e tortuoso, periodicamente e provvisoriamente reversibile, anziché come mera gestione amministrativa di atti politici immediatamente e per lo più soggettivamente rivoluzionari. Losservazione attenta dellopposizione dialettica tra base materiale e forma sociale come poli del movimento di una medesima totalità reale, nel superamento di quella apparenza della loro "indifferenza reciproca" studiato da Marx caratterizza lintero impianto di ricerca condotto dalla rivista, nellintento di individuare dialetticamente le mediazioni [come sviluppo dei termini me di] che necessariamente si prospettano nella contraddizione, e perciò nellantagonismo di classe.
In particolare muovendo dalla tematica portante del neocorporativismo, quale carattere assunto dal potere imperialistico nel "nuovo ordine mondiale" sono stati trattati con grande attenzione i problemi dellimperialismo multinazionale europeo (a partire dalla cosiddetta "sfida del 1992" del mercato interno unico), coronati dal trattato di Maastricht che ne ha evidenziato oltremodo le profonde contraddizioni sia tra capitali e tra stati, sia sul terreno sociale e del lavoro. La crisi dellimperialismo Usa è stata poi osservata con dovizia di particolari, anche in relazione allespansione imperialistica transnazionale in America latina e nel resto del mondo. A partire dalle politiche degli organismi sovrastatuali varati a Bretton Woods nel secondo dopoguerra (Fmi, Bm, e poi Omc), si è seguito lo svolgimento delle contraddizioni che codeste politiche hanno portato: dal proliferare del "debito estero" allinvasio ne mondiale della pletora di capitale monetario nelle borse (con la cosiddetta "finanziarizzazione" internazionale delleconomia); dalla "globalizzazione" alla "nuova economia", entrambe così impropriamente denominate; dalla loro "necessaria" crisi economica alle crisi militari gestite dagli Usa e dalla "nuova" Nato, dal Golfo ai Balcani ed oltre.
Daltronde, la generale situazione di crisi del mercato mondiale è stata ripetutamente analizzata con specifico riferimento agli aspetti della riorganizzazione del lavoro e della rivoluzione industriale dellautomazione del controllo (ossia, tutto ciò che con una certa approssimazione giornalistica è andato sotto il nome di "modello giapponese" o "qualità totale"). In questo quadro, il prolungato disfacimento dellarea dellex Urss è stata collocata in un contesto analitico non semplicisticamente autoreferente; così come, per altri versi ma per le medesime ragioni, nel medesimo contesto generale è stata posta la riflessione sulla crisi dello "stato sociale" e sulle riforme istituzionali, non solo in Italia. Alcuni studi, perciò, sono stati centrati sullo studio delle fasi dellimperialismo italiano dal secondo dopoguerra nellàmbito di una riesposizione sistematica d elle cause e delle manifestazioni della lunga crisi mondiale che sempre la stessa, e non come "ricaduta" dopo false riprese continua ormai da lungo tempo.
Poi, praticamente tutti gli anni 1990 fino allinizio del XXI secolo dopo labbattimento del "muro di Berlino", con le guerre Usa-Nato nel Golfo Persico, ripetutamente nei Balcani e nellAsia centrale, con epicentro nellAfghanistan sono stati caratterizzati, e lo sono tuttora, da una ripresa che, non potendo essere economica, lo è di arroganza di dominio. Le enormi difficoltà in cui versa il capitale finanziario, ultima testimonianza delle quali sono i ricorrenti scoppi delle "bolle" speculative, fanno ragione delle pretese di ordinato sviluppo del capitalismo mondiale. Limperialismo transnazionale. guidato dal grande capitale a base Usa, ricorre sempre più alla sua violenza per imporre la propria egemonia armata sul mondo intero, di cui la "merce-guerra" è oggi la più compiuta espressione. I ripetuti elementi di dibattito squisitamente teorico non possono perciò che richiamare lattualità interpretativa delle categorie marxiste, le quali così accompagnano, come dabitudine, tutte le tematiche affrontate.
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LIBRERIE in cui è reperibile la Contraddizione
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