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S. Maria dell'Isola.
Intorno a
Giulio Antonio d'Acquaviva si è venuta accumulando una
sorta di venerazione, cui ha contribuito in gran parte la
sua morte eroica, avvenuta nel 1481 in un'imboscata
tesagli dai Turchi. Sposò Caterina Del Balzo Orsini, si
aggiudicò l'ambito titolo d'Aragona e alla sua morte
entrò di diritto nella martirologia cristiana. Famoso per il suo "spirito guerriero", Giulio Antonio non lo è meno per il suo zelo religioso e la sua devozione, che lo indussero a fondare chiese e cappelle nelle terre da lui governate. Strana contraddizione, questa, che caratterizza un po' tutti i re, conti, duchi e baroni di questo periodo, divisi tra una concezione del potere ancora sostanzialmente medioevale, basata sull'esercizio della violenza e uno zelo religioso tanto sincero da suscitare oggi la nostra sorpresa. Alla figura leggendaria di Giulio Antonio Acquaviva d'Aragona sono strettamente legate le vicende della chiesa e del monastero di S. Maria dell'Isola, situati a circa un chilometro e mezzo da Conversano, sulla strada che conduce a Rutigliano: senz'altro una delle testimonianze monumentali più note in terra di Bari. Così come si presenta attualmente il complesso di S. Maria dell'Isola risulta frutto di una lunga stratificazione costruttiva che abbraccia un arco cronologico compreso tra il 1462 e i giorni nostri. |
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Le
strutture più rilevanti dell'insediamento sono: la
chiesa a due navate, simmetriche di cui la destra coperta
da cupole e da volte a crociera e la sinistra, aggiunta
successivamente e in più tempi, da una volta a crociera
e da altre semplici; il piccolo chiostro arretrato verso
sud-est rispetto alla chiesa a non contigua ad essa,
retto da colonnine binate con capitelli di una plastica rude ed
essenziale. |
Adiacente al lato sud della chiesa vi è poi un chiostro più ampio, di misura rinascimentale anche se vi è adottato un lessico ancora tardo gotico, con lunette affrescate nella prima metà del '600, raffiguranti Le storie di Giuseppe.Notevole la presenza, in corrispondenza della navata sud della chiesa, a circa otto metri di profondità, di una cripta naturale successivamente allargata, decorata con affreschi di varia epoca, di cui il più antico collocabile tra la fine del dodicesimo e primi del tredicesimo secolo. |
Proprio alla scoperta della grotta, avvenuta verso la metà del
quindicesimo secolo per ispirazione di una fanciulla di
Conversano ispirata da celesti visioni, le fonti più antiche
collegano la costruzione del cenobio, che fu fatto costruire da
Giulio Antonio Acquaviva. E' certo che al 1462 risale la
costruzione di una prima chiesa, monoaulata e coperta da cupole
in asse, cui faceva riscontro il piccolo chiostro, eretto poco
dopo, quando la chiesa fu affidata ai Padri Minori Osservanti.
Proprio in seguito all'insediamento della comunità monastica
francescana, forse per esigenza di spazio, ma senza dubbio anche
per una vera e propria scelta di gusto, la chiesa subì un
ampliamento, che comportò l'aggiunta di una campata coperta da
volta a crociera, aperta all'esterno da un piccolo portale
archiacuto, e, ad est, di un coro e di un abside a spicchi, tutto
nel più rigoroso "lessico" francescano.
Successivamente (1530) alla chiesa primitiva a navata unica, fu
addossata sul lato nord una seconda navata, rimasta però
interrotta alla prima campata. Non sappiamo che cosa abbia
provocato l'interruzione: non è difficile però immaginare che
terremoti, epidemie di peste (ve ne fu una proprio nel 1530), e
infine le conseguenze della guerra franco- spagnola abbiano
potuto raffrenare lo zelo edificatorio.
Ma già dal 1481 si era dato inizio alla costruzione del chiostro
grande, che ripete in scala monumentale e con lievi varianti
quello annesso alla chiesa della Chinisa di Bitonto, città
anch'essa facente parte del feudo degli Acquaviva.
Più tardi, nei primi due decenni del '600, si riprese la
costruzione della navata interrotta. La chiesa fu consacrata nel
1618, alla presenza di Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona.
Tra il '600 e il '700 furono costruiti i bellissimi altari lignei
ed ebbe termine un vasto intervento nel monastero che comportò
tra l'altro l'erezione di una sequenza di vani abitabili al di
sopra della navata sinistra. L'opera più nota presente nella
chiesa è il mausoleo di Giulio Antonio cquaviva, vera e propria
tomba. Già datato al 1481, il mausoleo è stato recentemente
spostato al 1523-24, sulla base del testamento del figlio di
Giulio Antonio.
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