IL CORO
Tutti in piedi, attenti ad interrogare nello spartito i segni, nel Donato i movimenti Il dito nocchiero ad indicare La voce, maestra e padrona, ad intonare Polmoni gonfi, le corde tese, un cenno è Il suono nell'aria fugge, ad incontrare altri suoni, altra gente Suoni gravi,acuti, ottave, crome come la brezza leggera al far della sera, a dare respiro, compagnia ad anime stanche in un tempo senza armonia, figlio dell'isteria voci e note, flussi d'onde e di maree, lampi di suoni, a dare pace, a ristorare lo spirito nel suo grigio ed esistenziale trafficare Un gorgoglio di sol, mi, re in quelle bocche a ricamar Te Deum, ad alleviar le spine e i suoi dolori Il coro: ora negro, ora antico, canta la speranza a chi, ancora, nasce nella paglia, ed intona, tra tendoni e colonnati, l'aurea magia tra le note e le sue onde, ride e plaude, tra la gente, l'Americo