Naufraga del tempo
Non ci sono
che io
qui
ad invocare la clemenza di un minuto
un
minuscolo insignificante, inerme attimo
che
infranga questo muro di voci senza voce
che
allontani da me l’insopprimibile meta
Prima
che anche l’ultimo granello di sabbia
scivoli
tra le mie dita
e come
naufraga del tempo
superstite
di un pianeta ormai estinto
possa
io errare dall’aurora al crepuscolo
immemore
di ciò che è stato
E sarò
solo Me stessa, oltre ogni sentire
creatura
effimera assetata di conoscere
Essenza
intrinseca a Madre Natura
zolla
friabile che si sgretola fra le dita
zampillo
d’acqua, e cristallo di neve
notte
insonne e oscuro risveglio
e fiamme,
e fuoco: l’ardente mio giaciglio
E come
naufraga dello spazio
afferrerò
la forza dell’ovattato silenzio
supplicherò
il canto degli angeli
dimenticherò
il mio involucro mortale
e prima
che il supremo attimo
rapisca
ogni farfalla dal mio pensare
abbraccerò
l’universo che continuerà ad esistere.
Stefania Del
Bene
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