Biografie

Giorgio Caproni

Nasce a Livorno il 7 gennaio 1912 e muore il 22 gennaio 1990 .E' sepolto a Loco di Rovegno in Val Trebbia. La lapide porta inciso soltanto il nome. Fra le sue carte vengono ritrovati questi versi: "Lasciate senza nome, senza data, la pietra bianca/che un giorno mi coprirà/Col sole prenderà/(forse)il colore delle mie ossa/sarà, nella sua cornice nera/la mia faccia, vera". Chi volesse approfondire la poesia di Caproni può far riferimento all'opera completa edita da Mondadori nella collana dei Meridiani. La raccolta de "Il Conte di Kevenhuller" è stata scritta negli anni che vanno dal 1979 al 1989. "Questo libro, come dice Mengaldo nella prefazione, ci conferma la coesistenza costitutiva di Caproni: tra una forza centripeta, una continua fuga nell'in-sé...e una forza centrifuga dell'io che si perde nella nebbia e nel vuoto: la metafora ,che torna anche qui, del "confine" esprime forse il pericoloso crinale fra le due tendenze opposte...". Il nichilismo di Caproni si evidenzia nella presa di coscienza del fatto che la Parola è la Bestia che s'insinua nel mondo esteriore così come nel mondo interiore, essendo il subconscio (ciò che non conosciamo, ma che comunque agisce ) in ogni luogo, o, per meglio dire, nel non-luogo. La Parola è la Bestia che esprime e notifica al ricercatore autentico, in questo caso un poeta, il significato contrario di ogni cosa trovata per strada. Nel "Conte di Kevenhuller" Caproni teatralizza una vicenda di Paura e di Caccia ad una belva che non potrà mai avere una conclusione, proprio perché la Parola stessa troverà sempre mille volti e mille luoghi in cui rifugiarsi.