La canzone
del lupo
Nasce, così
la nuova canzone, grazie al gioco e all'incanto,
di un lupo solitario. Sempre fermo, nel giardino,
della villa comunale, rammenta a tutti, come un posto,
senza dinamica, può diventare, a volte, divino.
Lo declino:
lupo - lupis , in fiabesco, latino,
beve sempre acqua, poco vino, anche poco caffè,
mangia gelati, tanti! Ascolta la radio, non ha il codino,
poiché è calvo. È saggio, infatti, quasi mai, perde
le staffe.
Provo tristezza!
E tanta pena. Vagabondo e martire,
non ha nessuno, a questo mondo, che i suoi discorsi, comprende,
ci somigliamo molto, noi due, tranne per l'età e il trasparire,
del suo accento nordico. Quando! Lo insultano: lupo - lupis, non si offende.
Da questo
momento, ti battezzo, uomo forte,
infatti, non ti arrendi mai, alla sorte,
anche in questo, siamo differenti. Olè! Mio solitario,
che come me, giri la città a vuoto, senza una meta e senza un orario.
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