Poesie dal Web

CANTI DAL MARE

di Davide Vago


Cremona, settembre 2001

Ho voluto qui raccogliere una serie di poesie dedicate, in maniera più o meno esplicita, al mare.
La raccolta è divisa in quattro sezioni che corrispondono al ciclo delle stagioni; tale ciclo lega i temi delle poesie le une alle altre e stabilisce quindi una sorte di filo conduttore tra i testi poetici della raccolta.
Il tema del mare si lega strettamente a quello di una ricerca, di un desiderio sognato, sofferto e ricercato.
Tale desiderio comporta una mancanza, un'assenza: assenza di una persona, di una Musa, a volte, o di una parte di noi stessi. La ricerca comprende dunque anche il tema del valore della poesia e dell'identità personale, ma tutti questi argomenti che si ripresentano in varie forme sono legati dal canto del mare che accompagna i versi, come una musica di pianoforte in sottofondo.
Nelle mie poesie mi rivolgo comunemente ad un destinatario, a volte non facilmente identificabile, che serve soprattutto a far emergere sensazioni, sentimenti e pensieri dall'animo e a renderli espliciti. Inutile ricordare che il dialogo spesso avviene davanti al mare.
E, di conseguenza, davanti a se stessi.


ED ECCO IL MARE

Fuga
di monti,
alberi,
case.

Ed ecco il mare.

AUTUNNO

Un sole polveroso
sulla terra marrone.

Il cielo è ancora chiaro,
ma rapida bisbiglia la sera.


DISGELO DEL CUORE

Monotonie
di castelli di sabbia
che crollano al mare di novembre,
e lunghe ore passate
solo
a cercare di volare

Ma non amavi la solitudine?

È già sera
e il tramonto suona accordi spezzati
che all'orizzonte si perdono,
il fruscio del vento
soffia su questa vita,
la trafigge con una spada senza volto
e l'abbandona nel fango,
ricordi perduti, lontani.


ASSENZA

Dove sei
stasera?

Piove forte,
e dal lampione tremante
il sonno sembra non arrivare mai

poi ci stupiamo
di sorridere ancora,
facendo disegni lontani
con le dita,
sui vetri appannati
del cuore.

IN CERCA DI TE

Ho cercato te,
Angelo Blu

E dove sono
le tue ali?

Fermi gli stecchi nudi
nella notte,
un'auto lontano
cercherà calore e illusioni

e noi,
qui,
in equilibrio fra sole
e pioggia,
ci guardiamo nelle tasche
piene delle solite carte.

INNO

- Cos'è la vita?-
mi hai chiesto oggi

Il sole,
i colori,
le nubi e
la pioggia,
la coperta che ti scalda d'inverno
e il vento che ti porta lontano,
la barca che ondeggia nel porto
-pace solitaria del mare-
su un pianoforte di
malinconica dolcezza.


ORME SULLA SABBIA

Una sera
come tante,
la tv,
un bicchiere d'acqua

poi fermarsi
ad ascoltare la Terra,
il Tempo

a volte il mare
ti porta lungo spiagge
che mai avresti pensato,
ed è inutile
la vecchia cartina che avevi
con te

lasciati guidare dall'anima
per ogni passo
che farai.


ANIMA CELTICA

Vorrei
che tu mi passassi
una mano sulla guancia,
e poi ridendo
sciogliessi l'umido
delle tue labbra
sul mio collo,
arruffandomi i capelli

il violino suona
per noi,
anima celtica,
ci fa volare su un altopiano
verde per sognare
il mare,
il mare,

fra veli leggeri
e profumi di birra,
i venti sussurrano pace
per i cuori ancora palpitanti.


INVERNO

Esistere ancora
lungo il sogno,
stringendosi il maglione
al collo.

RIPETITIVITÀ

Il ricordo ci strugge.

Come le onde del mare
ritorna,
inesorabile.

E a noi non resta
che il sapore
profondo
sibilante
del bacio non più
dato.

LE ALI DEL MARE

Portiamo dentro
le onde del mare,
battiti di piano
e chitarra
che ci fanno volare,
ali grandi sulla città
fredda d'inverno

là, sull'acqua,
ogni desiderio ritorna;
di notte,
lo ritroviamo
tra lacrime cadute,
illuminato
dal faro ruotante
come le nostre auto

missione impossibile o quasi
giungere ad un miliardo
di anni luce da qui, nel cuore
di Ognuno
tanto lontano.


CIONDOLO ESTIVO

Avere negli occhi
solo blu
di cielo e mare piatto

scavare tra la sabbia
con le dita
e lì sotto
trovare la storia,
un ciondolo d'estate
nascosto

chissà perché
qui,
tra le tasche di
pesanti, milanesi cappotti.

RITORNO A CASA

Luci delle
vetrine di città,
e il rosso e il caldo
artificiali
che fanno pensare
a casa

al mare

un acuto
dentro,
armonia di pianoforte
per cercare le stelle,
la luna dove
il nostro veliero Infinito
possa naufragare
infine sereno.


SOGNO

Chiudere gli occhi

Profumo di caffè
lontano dalle solite agende
si spande
su un fiordo del nord,
quando arriva il temporale

Lì ti ho incontrato, anima di violino

E inizia il viaggio
(in me)

il mare,
il mare di dicembre
sulla spiaggia vuota
e il cielo latte
per cercare stelle di cartone,
falò di nostalgia
e treni per il nonsodove

improvviso sogno,
incontrare Te
seduta sullo scoglio

Musa mia,
vorrei sentire il profumo
della tua pelle,
perdermi con le labbra
nel solco della tua schiena,
nei tuoi occhi di acuto vivo,
nelle tue mani su di me

sei Tu la vita,
più vera
perché dentro di me,
perché danzi sulla scia
della luna.

NINNA NANNA

Ninna nanna,
dormi sotto la luna,
lì ti cullerà il suono del mare
e il silenzio del vento
passerà dentro di te

questo è Poesia

E domani sorgerà il sole.


PRIMAVERA

Smeraldo
di pastello che colora
ombre e luci
che rapide corrono sul treno.

L'attesa del blu
porta brividi
che si aprono
come magliette stese
al sole.

INATTESA SENSAZIONE

In pesante
noia
mortale
trascorro il pomeriggio

ecco che,
improvvisa,
ritorna
la sensazione
perduta:
la pelle fresca d'acqua,
il respiro dei cavalli bradi
su un'alba di montagna,
il calore di una mano
che scorre come dita di seta

è solo un attimo,
e mi perdo nella
carezza di balsamo lucente,
nel profumo del chiaroscuro piovoso,
nel respiro del mare
lungo un salire
di lune acerbe.


SEDUTO SU UN PRATO

Seduto su un prato
accarezzare l' erba
sentendo questo fremito
che brucia dentro

per fuggire, sognare
(cadono ancora le stelle?)
per rinascere diventare Iride
tuffarsi nel blu
lontano da qui

sciabordio di gabbiani,
profumo libertà.

ANIMA

Quando sei stanca
e vuoi chiudere col mondo

Pensa a me

Prendi la matita
un vecchio quaderno
e il foglio è il mare

lì sta tutta te stessa
lì i tuoi disordini da rifare
lì i tuoi pensieri,
dolci quando viene sera,

spettinata anima mia.


ALLE MARCHE

Dolci colline
e castelli abbarbicati
fra verde di vigneti
e giallo e rosso di paesi
...
ombre di faggio
dove riposare,
dondolare sull'altalena
del cuore,
correre
per la vista del mare.

RESPIRO

Battiti sulla tastiera
salgono
ora forti,
ora lievi,
mentre ondeggiano le tende,
lente,
non viste

si muove la stanza:
rumore di sedia
e l'abbaglio del sole,
del mare sognato;

respira,
respira:
la salsedine è qui,
s'insinua fra la pace delle scale
bianche e nere,
mi accarezza la schiena
con un brivido scordato.


BREZZA MARINA

Ti ho sognato
sulla voce monotona
di un professore,

mare

se chiudo gli occhi,
ti sento
penetrare le fibre
della mia pelle

tu sei
sempre lì

quando tempestoso
i tuoi occhi di cielo nero
riflettono il mio cuore,
quando placido
accarezzi timido
le mie orme incerte
sulla sabbia

poi, a riva,
sentire col cuore
il battito della terra,

indefinibile colore,
annega i miei pensieri,
le mie paure,
porta lontano
col vento
questi sogni
di armonia dell'essere,
dipingili fra le tue onde
come la musica
di un ineffabile
attimo dell'anima.


SOGNANDO L'ESTATE

Risvegli pigri
di un'alba leggera
che scivola nell'ombra
del sole che sorge.

Le onde
iniziano il canto.


ESTATE

È l'azzurro
delle chitarre scordate
per cantare il lungo viaggio
che ancora ci attende,
fra i sussurri di nuove creature.


DO YOU NEED SOMEBODY?

Sì, ho bisogno di te,
mare,
per cavalcare
finalmente nudo
le vele bianche dell'orizzonte,
per stupirmi delle formiche
operose
nella sabbia,
per innamorarmi ancora
come l'ulivo
che ti cerca,
in bilico tra orizzonte
e terra.


NON SI È MAI SOLI

Donaci una strada
nel cielo
per parlare in auto
verso il Mare,

Angel,

anche da solo
non ho paura,
perché ti vedo immenso
nella meraviglia della vita,
nello stupore di fronte
alla vecchia,
nuova
alba.

MEZZOGIORNO D'ESTATE

Salvia e pomodoro nell'aria
fra il profumo dei libri
antichi della mansarda

fuori la luce a picco
taglia i colori,
fa tacere, stanche,
le cicale

poi una carezza dolce
come quel profumo Mediterraneo
quando ci addormentiamo,
stanchi di sale,
nel buio del meriggio.

METAMORFOSI

Il caldo ci assale
come la luce.

Incerti nell'abbaglio
del mezzogiorno,
attendiamo il miracolo
della rinascita.

Gettarsi nell'acqua
per chiudere gli occhi:
all'orizzonte, una nave
lancia il suo fischio.

L'attesa pare infinita,
ma le onde che ci bagnano il cuore
ci dicono d'improvviso la verità:
è in noi
la marea che cambia.

Protesi come mani
gli ulivi ci ammiccano d'intesa.


TELLARO (OMAGGIO A MONTALE)

Aria di salsedine
e sole che scotta
sulla pelle ancora chiara

sono davanti a Te,
Mare

gli schizzi dei tuoi scogli
ponti per l'infinito
per questo corpo pesante
che nell'acqua, suo elemento,
vuole tornare,
trasformarsi in qualcosa
di ricco e strano

ecco che,
novello Glauco,
diventa alga,
acqua e luce,
riva e sale,
onda e sabbia

ristorati,
ci sdraiamo
fra le cicale che cigolano,
e il tempo si ferma:

è il mio Infinito
che si perde in Te,
Mare

arroventate sulle
terrazze, le agavi
scambiano con noi
bisbigli d'eternità.