O.E.A.

Il Presidente del mio paese
si chiama oggi come oggi Colonnello Fidel Sancez Hernandez.
Ma il Generale Somoza, Presidente del Nicaragua
è anche lui Presidente del mio paese,
e il Generale Stroessner, Presidente del Paraguay,
è anche lui un po’ Presidente del mio paese,
anche se meno
del Presidente dell’Honduras, ossia
il Generale Lopez Arellano, e più del
Presidente di Haiti Monsieur Duvalier.
E il Presidente degli Stati Uniti
è più Presidente del mio paese
che il Presidente del mio paese,
quello che, come ho detto, oggi come oggi,
si chiama Colonnello Fidel Sanchez Hernandez.

(Roque Dalton;
Nato nel 1935 a San Salvador, visse a Cuba. E’ stato perseguitato e più volte imprigionato per la sua azione politica. Fu ucciso dai guerriglieri, in un episodio confuso, nel 1975).

EPITAFFIO PER LA TOMBA DI ADOLFO BAEZ BONE

Ti uccisero e non ci dissero dove il tuo corpo è sepolto,
ma da allora tutto il territorio nazionale è tuo sepolcro,
o piuttosto: in ogni palmo del territorio nazionale
dove non c’è il tuo corpo
ti sei resuscitato.
Credettero di ammazzarti con un ordine di fucilazione!
Credettero di averti seppellito.
E quel che facevano era interrare un seme.

(anonimo)

POESIA

Giovedì passato nell’atmosfera amichevole
della tua conversazione. Sulla tovaglia,
i dolci piatti, il coltello all’erta,
la voglia di mangiare.
La voglia pure di parlare un poco,
di tutto, di qualunque cosa, di niente.
Di piangere tagliando la cipolla
e di ridere giusto nel cucchiaio.
Le tue mani esperte, tiepide di verdura,
ed il grembiule che sempre si rovina
Proprio lì, però che rabbia!
Di nuovo hanno aumentato il pane, eh? Che problema!
Che problema, moglie mia, che problema,
toccare l’aria di questo giovedì pulito!
Guardarsi il petto scandalo di vita!
Sentire nel tuo ventre il figlio come cresce!
E il resto, lo aggiusteremo a poco a poco.

(Juan Gelman, nato a Buenos Aires nel 1930, giornalista e scrittore).

UN GIOVANE MORTO

Non ferisce il cuore del fucile
un giovane morto,
nè fa soffrire le ombre del nulla.
Ma per le sue ferite un po' di ognuno
di noi è fuggito, per non ritornare.
La solitudine dell’eroe è il suo maggiore
martirio.
Fategli compagnia.

(anonimo)

SIA COME SIA

Svanisco con la mia stupida sincerità.
Solo ciò che è stupido naviga nell’universo.
E’ qualcosa di stupido creare un mondo dal nulla
solo per riempirlo di fiori
alberi e animali;
tutte cose perfettamente sciocche
e senza senso.
così pure sono i pianeti che girano
come pazzi
intorno al loro astro-sole,
insieme alle stupide comete
che vagano lanciando luci.
tutto ciò che dio creò è stupido
e manca di senso.
io amo dio.
si impiccano quelli che vogliono dare
un senso a ciò che non ce l’ha.
il senso di tutto ciò
è che non ce l’ha.
questo è la perfezione.
solo a dio poteva venire in mente
d’inventare l’inutile, che è sublime.
“perchè è grande sembra sciocco”
lao-tsè

(Cecilia Vicunanata a Santiago nel 1948. Ancora studentessa, divenne uno dei personaggi letterari più noti del suo Paese)

IL NOTTE

Ecco arrivare il notte
colui che ha le stelle nelle unghie,
con passo furioso e cani tra le gambe
alzando le braccia come un fulmine
aprendo i cedri
buttandosi i rami addosso
molto lontano.
Entra come se fosse un uomo a cavallo
e passa per l’androne
scrollandosi di dosso il temporale.
E smonta e comincia ad indagare
e ricorda e allunga gli occhi.
Guarda i paesi che sono
gli uni sui declivi
e gli altri acquattati nei burroni
ed entra nelle case
a vedere come stanno le donne
e spazza le chiese attraverso le sacrestie
e i campanili
spaventando quando pesta per le scale.
E si siede sulle pietre
indagando senza pace.

(Ramon Palomares nato a Escuque nel 1935. Vive a Caracas, dove lavora come giornalista).

INDOVINELLO

Due morti:
uno, alla vista di tutti
nel cuore di nessuno.
L’altro, alla vista di nessuno
nel cuore di tutti.

(Fernando Gordillo nato in Nicaragua nel 1940. Costretto fin da piccolo sulla sedia a rotelle, muore di malattia nel 1967).

POESIA

Oscuro è il tempo e lievi
i sorrisi dei giorni.
Il giorno assume il suo pallore
da infante: la sua allegria si
esprime nelle notti
Dell’amore e la vendetta.
E’ l’ora dei morti,
lì dove sorgono i pallidi
volti dei bambini consumati
dal vento.
Lungo è il cammino ed oscuri
i sorrisi dei giorni.
 ( Le tombe conservano i loro
vecchi timori, gli uomini
i loro vecchi scritti
ed i bambini nascono
con nuovi rancori sulle labbra).
E lì dove il giorno si offre
 (oscuro giubilo di erbe cadute)
apro gli occhi alla luce dell’amore
e delle tue labbra.

(Javier Heraud nato a Lima nel 1942. Diventato guerrigliero, morì nel 1963 in uno scontro con la polizia peruviana).

SULLA STRADA DELLA MORTE

Sulla strada della Morte
mia madre s'imbatté
in una banchisa enorme.
Fece per parlare, era già tardi.
Una enorme banchisa di bambagia.
Ci guardò mio fratello e me
poi pianse.
Le dicemmo - bugia davvero assurda -
che intendevamo bene.
Ebbe allora quel sorriso leggiadro
che ha ogni giovinetta,
che era proprio lei,
tanta grazia in quel sorriso,
un sorriso quasi furbo.
Poi fu presa nell'Opaco.

(Henry Michaux trad. di Mario Luzi in "La cordigliera delle Ande" Einaudi)

TRAMONTO ALL'ORTO BOTANICO

di velate pigrizie
le nebbie
allungano deboli cortine
sui religiosi orli
del granito
cala / poco prima
fra luci radenti
il gioco del fuoco
e la vita sfredda
s’acquieta
e consuma.

(Anna Maria Ercilli)

LA STIRPE

Accolgo in me la bellezza del mare
e te saluto,
onda maestosa unica ed assordante
in un ampio respiro d'amore e di rispetto.
T’accolgo e ne faccio parte.
Non era scritto ch’io fossi
dell’umano volgo rappresentante.
Vengo da una stirpe antica,
dispersa,
che attraversava il mondo in coraggio e lealtà.
E salutava il mattino
comprendendo nel suo occhio la luce
della vita rinascente.
Sotto me, seduta di fronte al mare,
fino al centro della terra è il mio dominio.
Attraverso le molecole pensanti del creato,
io mi espando e mi ritraggo,
mai sazia, mai sconfitta.

(Anna Borghi)

ELEGANTE SINFONIA

Aria di bosco
aria di foresta
eco di voce
lontana.
Dolorosa
dolcezza
oltrepassa
il tempo

(Anna Panigada)

ATLANTIDE

Il continente scomparso
giace
realtà ancora da vivere
sommerso
da giorni troppo uguali
laggiù
amazzoni
selvagge e sapienti
cavalcano
la violenza della passione
laggiù
brillano sguardi
più accecanti del sole
lampade perpetue
occhi divini a contemplare
le profondità dell’anima.

(Maria Grazia Intra)

SENZA TITOLO

Ho passeggiato a lungo
nei porti e nei sospiri.
Vi ho trovato solo pietre
e pochi fiori gialli.
Un giallo spento
senza gelosie.

(Ivana Boara)

SENZA TITOLO

Lasciare la corsa del tempo
è questo morire
cercar con la quiete ritorno
agli atomi senza
dolore. Da pietra subire
i colpi del mondo
che sempre si cambia di nuovo
scherzando col caso
e ignora la vita nel gioco.
Perché non seguire
nel nulla la foglia che cade.
Che cosa mi impone
la forza non chiesta dell’odio.
S’io amo la morte
non chiama lei pure ciascuno
che voglia o non voglia.
La morte accompagna la vita
come ombra la luce.

 (Oretta Dalle Ore)