Corpo
presente: una scelta di vita
“Vivere
senza confini” per i media pubblicitari corrisponde alle telefonie Tim.
Il cellulare di Gezim squillava spesso anche qui da noi, a Crema, ma era
per proseguire una traiettoria imprendibile alle proiezioni virtuali dell’occidente
tecnologico. L’apolide albanese gentile e barbuto con la sua semplice
valigia é arrivato alla stazione di Crema nella sua interminabile interrogazione
esistenziale di uomo e poeta.
Gezim, una volta sceso dal treno e fermatosi ad ammirare il tappeto vivido
del fogliame del Ginko Bilobab, un poco chiedeva e dopo un breve silenzio
assertivo, cambiava orizzonte al pensiero, ma senza quei salti blobbizzati
e saccenti ai quali nel bene e nel male siamo abituati.
I suoi frammenti hanno la memoria contemporanea di una indefessa messa
in gioco di se stesso e insieme si armonizzano con la sua cultura enciclopedica,
non labile, poiché esperenziale. Hajdari ama la traducibilità multiculturale
della poesia e a questa tradizione si ricollega, scegliendo di scrivere
nella lingua del paese che lo ospita.
Nell’intenso incontro serale alla Camera del Lavoro (lo scorso 18 novembre)
si é dischiusa una vita che nella sua individuazione interiore é divenuta
collettiva ed esemplare, poiché liberatasi dalla politica, ne ha raggiunto
l’essenza del dire in poesia. E’ la voce di un uomo libero con il cuore
pensante.
(Alberto
Mori)
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