Recensioni

Vertigini: la Fantapoesia di Puccio Chiesa

C’è un corpo virtuale che si pensa libero e molteplice . Ci sono versi di fiamme caleidoscopiche  pronti ad ardere  nel mondo fantastico per seguirlo nei suoi sorvoli. Intanto, Puccio Chiesa si beve il suo Campari nel  Santo Graal  della  fiction  ed  inizia  ad ascoltare e visionare  le  sue  “vertigini” di fresca ubriacatura poetica.
Lo  soccorrerà  oracolarmente   nell’intento  la regina del disordine  Acarnesi, musa onireide  lisergica.
Partendo dalla straniazione  sorvegliata stilisticamente   delle   liriche   attraverso  l’ironia  delle affabulazioni  fiabesche,  il  libro  di  Puccio Chiesa  diviene   un  girovagare   degli  occhi  alla ricerca di “Dirigibili di nostalgia”, degustando “Maccheroni per Dante ”, per fumarsi poi “Una sigaretta allo zenit”.
Il  mondo poetico  di  questo  giovane   viandante di fine  millennio si potrebbe  narrare  attraverso le  continue  epifanie  che  il suo linguaggio poetico crea con il mondo fiabesco. La mimesi che  ne  nasce  sospinge  in una dimensione  dove  comete e zanzare ,  in  virtù  della comune ispirazione, si uniscono in  volo e accade  che  cieli  trasfigurati  si  restituiscano ad allucinazioni fragranti.
La  poesia  di  Puccio  Chiesa  brilla  in  schegge sparse   di  prospettive   divenute   “un  vapore   di carne   bagnata”.  Il  corpo  ha  abdicato  per  una scrittura che  la deriva del secolo trasporta nelle fantasmagorie  del mondo in un gioco di simulacri, i  quali  per  la  finzione   poetica  di  Chiesa sono vere  guide  spirituali.
Esse ,  convocate   dall’autore   a  consulto  per  il personale e  grottesco vaticinio, lo consacrarono all’assurdo  perché  “quando piove un triste evadere  di sogni é l’allegria a bagnarsi”.
La  “Fantapoesia”,  proprio  così  la  ribattezza l’autore ,  appoggiandosi  su  una  ininterrotta reverie, svola  fino  all  “Ultimo canto del  cavaliere   errante ”,  dove   in  identificazione   comico-aulica  con  Don  Chisciotte ,  l’addio  sembra definitivo,  ma  c’è  ancora  uno  spazio estremo dell’immaginazione  per “Un ultimo blues per la mezzanotte   dell’anima  della  stazione ”,  dove “sfioreremo il terzo senso in suoni di fuoco”......
Quello  che   talvolta  appare  ingenuo  al  lettore disincantato  nella  sfrenatezza  della  creatività fantastica di Chiesa  e forse  un po’ dissimulato, non smentisce  l’autenticità della sua intraprendenza libertaria. Quest’ultima unitamente  ai tinniti dei campanellini che  Puccio porta nei sandali, può sospingere e risvegliare  la coscienza fluttuante , nel bel mezzo del cammino di un sogno incantato.

(Alberto Mori)

Note:

Puccio  Chiesa  è  nato  a Crema,  il  22  ottobre 1976.  Attualmente   è iscritto  al  Dams  di Bologna.  Nel  1996  ha fondato  con  amici  “Il Collettivo  del  Bradipo”, che  si occupa oltre che  di poesia, di musica, teatro, arti  figurative ,  cinema e intrattenimento.
Il  libro  di  poesia “Vertigini”  è edito  dalla casa editrice Libroitaliano,  nella  collana  Nuova  poesia  contemporanea.  E’ in  vendita a 25.000 lire .