Recensioni

Corpo presente: la poesia di Gezim Hajdari

L’obliquità intensa dello sguardo di Hajdari che in tralice fissa un punto spaziale diverso, scivolato esternamente all’inquadratura dell’immagine di copertina del libro, già sostanzia con il suo sembiante visivo, ”Corpo presente”, plaquette che sigilla con le stimmate di un crudo realismo poetico, il discorso dell’esule e dell’uomo lontano dal proprio paese d’origine. Il poeta offre in maniera sacrificale la sua anima di viandante, per testimoniare il proprio annichilimento esistenziale e renderlo un segno in grado di riversare attraverso il filtro della poesia, il dolore di un popolo. Soprattutto per questo motivo, le figurazioni del suo linguaggio, sono scabre e scarne: il sasso che assorbe la sua voce e la rende solidale con la materia inorganica e da qui con la natura delle cose umane. L’ombra, la parte di sé uccisa in un altro paese, che è riproposta come doppio e ammanta di dolorosa assenza le parole incise nel vuoto. Il destino individuale del poeta Hajdari attraversa la notte con la speranza orfica della rinascita, arrivando durante questo viaggio di spietata individuazione al completo nascondimento di sé in un corpo che ha perso il nome, precipitando in una anomia e in una afasia, che è l’estrema consapevolezza di un freddo abbandono.
“Anche i fuochi da dove venivamo non ci consegnano ai nuovi fuochi dei quali abbiamo ancora bisogno”. L’apolide Gezim fa viaggiare se stesso nella poesia, di fronte allo sradicamento della storia individuale e collettiva: puntualmente nel corso dei secoli, quando la poesia diventa margine assoluto, si arricchisce grazie alla sua stessa capacità negativa che fa affiorare la cecità del mondo di fronte all’instancabile ricerca dell’interiorità e del senso dell’essere. Già nel breve viaggio da Milano a Crema, compiuto insieme ad Hajdari e altri suoi due compagni scrittori Albanesi, io stesso ed Angelo Noce sentivamo intrecciarsi animatamente la fonetica Albanese nel sedile posteriore e percepivamo d’acchito l’energia inesausta di chi è senza dove ed in ogni luogo traccia una presenza essenziale e funzionale ad un cammino interrotto, ad un andare esemplare, per chi voglia rendere l’accoglienza un senso umanamente condivisibile. ”Corpo Presente” sa spezzare questo pane in poesia e umanità, in un altrove che si avvicina e si allontana per trovare la luce: ”Sto nel chiarore del giorno, cerco di riunire e separare qualcosa da me stesso e poi cammino e mi perdo e nel perdermi rompo la mia rinascita”. Il poeta “più triste dei balcani nella carne e nel sangue” comprende che con la cancellazione e la desertificazione del sé, un nuovo senso del tragico può ridefinire e rinvigorire l’occidente, virtualmente chiuso nella sua autocontemplazione tecnologica, la quale, una volta arsa la sua sete globale, realizza la sua sparizione. ”Diteci quel che sapete della neve e del fuoco. Il presente spazio non basta per respirare il tempo”. In questo tempo si scorge l’ansia metafisica della poesia che si fa carne per sublimare con il corpo il presente e, una volta esaurita la dicibilità delle scritture, si restituisce al silenzio della vita cosmica.

(Alberto Mori)

Note:
Gezim Hajdari nel 1990 ha pubblicato Antologia della pioggia (N. Frasheri Tirana); nel 1993 Ombra di carne (Dismisuratesti Frosinone); nel 1995 Sassicontrovento (Laboratorio delle Arti Milano); nel 1996 Erbamara (Dimensio Lushnje); nel 1998 Pietre al confine (Antologia di poesie scelte, ed. Associazione Culturale “E - senza” Metrica”, Comune di Ancona; nel 1999 Corpo presente (Shtepia Botuese Dritero Tirana). Le antologie di cui fa parte sono :Antologia balcanica Cittadini della poesia presentata da Matvejeviç e Loi, curata da M. Lecomte e F. Stella edito da Loggia de' Lanzi, Firenze 1998 ; Alì e altre storie, edito da RAI-ERI, una antologia che comprende opere di poeti e scrittori di spicco delle migrazioni in Europa, Roma 1998; Poesia dell’esilio (nel mondo) editore Arlem e promosso dalla Casa dei Diritti Sociali, Roma 1998; L’Europa e l’”altra” Europa - Le grandi voci della poesia dell’Est e del-l’Ovest - a Roma per l’Europa della Cultura, curata da F.Bettini, Campidoglio 6 giugno 1997; L’Europa dei poeti, curata da E. Raimondi e D. Rondoni, Centro di Poesia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Bologna, 27-28 Aprile 1998.
Ha partecipato a numerose altre antologie in Albania e Italia: Nel cammino della poesia, N. Frasheri Tirana 1985; Le voci dell’arcobaleno 1995; Mosaici d’inchiostro 1996; Memorie in valigia 1997; Destini sospesi di volti in cammino 1998 - tutte e quattro pubblicate da Fara Editore do Rimini; Leggersi insieme, 5° Reading di poesia contemporanea a cura Centro Studi Alto Molise ed. Trace Pescara, 1995. Nel 1996 ha vinto il primo Premio per la poesia al concorso per poeti e scrittori migranti EkseTra di Rimini e nel 1997 il Premio Montale per la Poesia inedita. E’ inserito nell’antologia pubblicata da Schewiller (Mi) per i vincitori del premio Montale del 1997.