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La concisione dello haiku: prova d'arte e interpretazione di vita

“La bella luna
lasciata dal ladro
alla finestra”

(Daigu’ Ryokan)

Haiku : breve componimento poetico tradizionale giapponese, che in lingua originale ha un ritmo di cinque, sette, cinque sillabe per un totale sillabico di diciassette, scritte in tre righe. L’origine storica è riconducibile al sedicesimo secolo, quando in Giappone divenne popolare lo haikaj, poema composto da più poeti. Il poeta “maestro”, introduceva il tema che rigidamente manteneva lo schema e il ritmo di cinque, sette, cinque sillabe. Il primo sommo autore di haiku è stato Matsuo Basho:

“E’ primavera
Sottili veli di nebbia celano
anche la montagna senza nome”

Scrivere di haiku significa affrontare un genere poetico sviluppatosi in una cultura a noi lontana, in una lingua non flessiva, che si esprime con una scrittura ideografica e non alfabetica come le lingue occidentali. Un giapponese difficilmente riesce a capire e apprezzare uno haiku solo sentendolo leggere: deve vedere gli ideogrammi, assimilarli attraverso gli occhi, interpretare le pause (ma in lingua ) che tanta importanza hanno nell’arte giapponese, soprattutto, nella espressione letteraria e musicale. L’ideogramma, quindi, come effetto visivo oltre che fonico. La scrittrice Carla Vasio ha curato per la casa editrice Empiria, la traduzione in italiano di cento haiku, selezionati dalla poetessa Momoko Kuroda tra i duemilacinquecento scritti negli ultimi dieci anni. L’ideogramma, come effetto visivo oltre che fonico. L’antologia si intitola “Un albero un'era”. La raccolta inizia con haiku riferiti all’Autunno, perché la precedente, terminava con l’estate. Lo Haiku era ed è rigidamente ancorato alla presenza di un kigo, termine convenzionale che definisce un preciso riferimento a una delle quattro stagioni. La presenza della stagione nel verso, ha la funzione di mantenere un legame con il quotidiano, con la vita di chi scrive o della comunità, con la Natura.

“Brezze primaverili -
Tra le verdi pianticelle d’orzo,
cristallino è il suono delle acque”

(Mokudo)

Carla Vasio ha lavorato a Tokyo in equipe con due curatori giapponesi. Dall’armonia e dalla conoscenza nate dalla stretta collaborazione, è stato possibile raggiungere una qualità della traduzione aderente alla realtà poetica della poetessa Kuroda. Il giapponese contiene la scrittura ideografica di provenienza cinese Kanji, e i due sistemi locali di valenza alfabetica hiragana e katakana. Da qui l’enorme difficoltà nell’interpretare e conseguentemente tradurre un testo giapponese.

“Peonia al gelo
la mattina seguente
la sua scomparsa”

Carla Vasio, nella nota sulla traduzione che introduce la raccolta “Un albero un’era”, scrive : “Nella scrittura ideografica esiste un carattere visivo, e un rapporto reciproco fra i segni. La funzione è eminentemente poetica e suggerisce al lettore immagini, piuttosto che significati letterali, creando testi in cui il non detto spesso è più forte del detto. In una scrittura alfabetica, come l’italiano, le parole scritte sono legate non a una immagine bensì a una pronuncia attraverso cui veicolano il loro significato, che quindi viene percepito dal lettore in modo differente”. Il semiologo Roland Barthes attribuisce allo haiku un doppio mito: l’uno, classico, che fa della concisione una prova d’arte; l’altro tipicamente romantico, che riconosce all’improvvisazione un primato di verità. In occidente si è portati ad abbinare il pensiero religioso-filosofico Zen allo haiku. Tali legami soprattutto nello haiku moderno e contemporaneo, sono ben poco annodati.

La spiritualità vissuta anche come grande attenzione verso ciò che ci circonda, consente al poeta occidentale di esprimersi attraverso questo genere poetico, culturalmente e geograficamente lontanissimo. Grande attenzione soprattutto verso la natura , che ci sollecita con i suoi colori, con i suoi odori, che ci chiama con svariati suoni sino a farci udire la sua voce misteriosa.

“Vento di Autunno
allo sguardo
tutto è haiku”

(Takahama Kyoshi)

Lo haiku come tutte le espressioni artistiche, esige coerenza, sino a divenire un modo di interpretare la vita.

(Sergio Vaiani)

Bibliografia:

Edizioni La Vita Felice - "Poesie di Ryokan"
Domino a Vallardi - "Haiku antichi e moderni"
Superclassici Rizzoli - "Novità haiku"
La Fenice Ugo Guanda Editore - "Cento haiku"