Tematiche |
Note intorno alla poetica del “nulla”
Il problema è: con chi o con cosa desidera dialogare chi fa uso della
scrittura quando ciò che resta è un pensiero, depredato della sua ultima
definizione. Ammesso che il poeta possegga la propria scrittura, dovrà
comunque fare i conti con ciò che per lui è stato deciso da un dio o da
un’ideologia. Trovano posto dentro di lui i fantasmi comuni anche all’uomo
di scienza o allo scettico più incontentabile. Questi fantasmi, ricchi
di potere suggestionante, attraverseranno con lui i deserti della mente
e con lui designeranno i luoghi dove costruire i “ pieni “ della necessita’.
Cosi’ come occorre dare sempre un giudizio, alla stessa stregua è necessario
“ riempire “ un interrogativo con una o più risposte adeguate. La moneta
corrente, nella vita di tutti i giorni, è la rassicurazione reciproca
tra gli individui, riguardo al far bene il proprio dovere di “ non lasciare
vuoti in giro
“. Con questo non voglio dire che far ordine dia come risultato la soppressione
del “ vuoto “, ma, certamente, permette a molti uomini di circoscrivere
il vuoto rimanente e di tenerlo contemporaneamente sotto controllo. Affinché
sussista il controllo del vuoto occorre agire in aggiunta, mentre sottrarre
al preesistente diviene opera di sostituzione. L’autore depone elementi
nuovi sullo sfondo grigio ma, nella maggior parte dei casi, non è cosciente
della vera natura del suo atto. L’insieme del prodotto trattiene in sé
il tempo di occupazione dello spazio visivo, escludendo “ l'altro pensiero
“ che, nello stesso tempo, ha convissuto con l’autore, ma che nell’opera
non è visibile. Questo “ pensiero altro “ è uno degli aspetti del “ nulla“
il quale alla fine definisce e giustifica una non-opera, divenuta preda
di uno spazio e di un tempo qualsiasi. La scrittura, unica madre di tutte
le arti, stilo della mente, che si fa non-testo, non-quadro, non-performance,
non-musica, etc.., nella “ pienezza della sua assenza “, traduce ciò che
emerge per escludere ogni appartenenza. Sollevando
un velo si “ copre “ sempre qualcos’altro. (Ivan Ceruti) Da oltre vent'anni Ivan Ceruti alterna la ricerca nel campo della poesia lineare alla realizzazione di nere tracce grafico-pittoriche, di ispirazione magica. La sua produzione poetica è edita esclusivamente in ciclostilato a partire dalla metà degli anni '70. Ha fondato e diretto il laboratorio di scrittura poetica e teatro da camera "Il Trovante", mettendo in scena proprie drammaturgie. |