Eolie

Eolie

Rizzo Donatella1, Falcone Sara2, Consolo Cora3, Russo Simona4

10 Luglio 2000

Abstract

Le Eolie, culla di civiltà , fulcro di miti e leggende, hanno ricoperto fin dall'antichità  un ruolo centrale per gli scambi commerciali e culturali, ambita meta di pirati e di turisti.

Le Eolie oggi vantano un vasto bagaglio culturale di anni di dominazioni, scambi e illustri personaggi che le hanno fatto omaggio donando ai posteri ricchi versi, è  il caso di A.Dumas, l'Arciduca Luigi D'Austria, gli storici antichi, nonchè   i critici odierni.

Allorquando il turista giunge alle Eolie viene letteralmente rapito dall'armonia delle luci e dei colori dal blu al verde con innumerevoli sfumature; la cordialità  della gente eoliana rende più  accogliente i luoghi e più  appetibili i sapori.

I sapori, gli aromi della cucina eoliana rapiscono anche i palati più  raffinati e quelli più  restii; capperi, malvasia, pesce, olive sono alla base dei piatti eoliani.

E allora siete pronti per tuffarvi insieme a noi in questo paradiso terrestre?!!

1  ISOLE EOLIE

1.1  Cenni storici

Le isole Eolie furono popolate dagli inizi del IV millennio a.C. da genti provenienti dalla Sicilia, spinte dall'enorme risorsa economica offerta dall'ossidiana eruttata dal vulcano di Monte Pelato.

L'ossidiana, tagliente vetro vulcanico di colore nero, era ricercata quando non si era diffusa la lavorazione dei metalli e costituì la base della prosperità  di cui le isole godettero per almeno due millenni.

Dopo alcuni secoli di decadenza le isole Eolie ebbero un risveglio economico e civile nell'età  del bronzo a partire dal XVIII sec. a.C.

Questo risveglio è  dovuto ai contatti che si vennero a stabilire con i principati della Grecia micenea i quali esplorarono i mari occidentali.

Le isole vennero frequentate da genti micenee di stirpe eolica radicate a Metaponto. Da queste genti eoliche le isole trassero il nome che ancora conservano. Ad esse si riportano le leggende del mitico re Eolo, signore dei venti.

Nel corso del XIII sec. a.C. nelle isole si insediarono, provenienti dalle coste della Campania, genti ausonie con le quali si connette la leggenda del re Liparo, da cui trasse nome la città . Spopolate alla fine del X sec. a.C. le isole restarono per alcuni secoli deserte.

Nella L Olimpiade (580-576 a.C.) Lipari venne colonizzata da un gruppo di Greci di stirpe dorica, di Cnido e di Rodi; i nuovi coloni si trovarono nella necessità  di difendersi dalle incursioni degli Etruschi. Dovettero allestire una potente flotta con la quale riportarono grandi vittorie assicurandosi la supremazia sul mare. Col bottino eressero, nel Santuario di Apollo, a Delfi, splendidi monumenti votivi.

Nel 427 a.C. , durante la prima spedizione ateniese in Sicilia, sotto Lache, i liparesi strinsero alleanza con i siracusani. Subirono attacchi da parte della flotta ateniese e reggina, ma senza gravi conseguenze.

Nella spedizione cartaginese del 408-406 Lipari fu di nuovo in relazioni amichevoli con Siracusa. Venne perciò  attaccata dal generale cartaginese Imilcone; partiti i Cartaginesi, Lipari tornò  nel pieno godimento della sua indipendenza.

Durante la dominazione di Dionisio il Vecchio, Lipari rimase a fianco di Siracusa e di Tindari. Nel 304 l'isola venne aggredita da Agatocle; successivamente Lipari cadde sotto il giogo cartaginese con lo scoppio della prima guerra punica.

Per i suoi eccellenti porti e per la sua posizione di alto valore strategico, l'Arcipelago divenne una delle migliori stazioni navali cartaginesi.

Nel 262 il console romano Cornelio Scipione, illudendosi di potersi impadronire di Lipari, venne bloccato e catturato da Annibale.

Nel 258 Atilio Calatino cingeva Lipari di assedio.

Nel 257 le acque delle Eolie furono teatro d'una accanita battaglia tra la flotta cartaginese e quella romana: Lipari fu conquistata dai Romani nel 252 a.C. Rasa al suolo perse con l'indipendenza la prosperità  economica. Iniziò  per essa un periodo di grave decadenza.

Continuò  a trarre vantaggi economici notevoli dall'industria dell'allume che si estraeva nell'isola di Vulcano e del quale Lipari aveva nel mondo antico il monopolio.

Frequentate erano le acque termali di Vulcano e di Lipari.

Le isole Eolie ebbero una grande importanza strategica durante la guerra civile fra Ottaviano, padrone dell'Italia, e Sesto Pompeo, padrone della Sicilia. Lipari, fortificata da Sesto Pompeo, fu conquistata nel 36 a.C. da Agrippa, ammiraglio di Ottaviano, che fece dell'isola di Vulcano la base della sua flotta per le operazioni che precedettero la battaglia navale di Milazzo e per il successivo sbarco in Sicilia.

Lipari subì nuove devastazioni e nuovi disastri.

Non abbiamo notizie relative a Lipari per tutta l'età  imperiale romana(I-IV sec. d.C.). In età  cristiana (forse dal IV secolo) Lipari fu sede vescovile e almeno fin dal VI secolo erano venerate nella sua cattedrale le reliquie dell'apostolo S. Bartolomeo, giunte miracolosamente dall'Armenia. Nei secoli dell'alto medioevo Lipari fu meta di pellegrinaggi. Intorno alle isole Eolie fiorisce nell'alto medioevo messe di tradizioni.

Il cratere di Vulcano veniva considerato come la bocca dell'inferno, in cui bruciavano le anime dei peccatori. Altre leggende fioriscono intorno al santo vescovo Agatone e all'eremita S.Calogero che liberava l'isola dai diavoli e faceva sgorgare le acque salutari.

Nell'alto medioevo si ebbe un improvviso risveglio dell'attività  vulcanica nell'isola di Lipari. Nell' 839 Lipari fu aggredita e distrutta da un'incursione di Musulmani, che massacrarono e deportarono in sciavitù  la popolazione e profanarono le reliquie di S.Bartolomeo.

Lipari rimase per alcuni secoli quasi totalmente deserta, fino alla riconquista della Sicilia da parte dei Normanni, che nel 1083 installarono a Lipari l'abate Ambrogio con un nucleo di monaci benedettini. Intorno al monastero tornò  a formarsi un nucleo urbano.

Nel 1131 fu ricostituita la sede vescovile di Lipari unita a quella di Patti. Roberto I re di Napoli, nel 1340, si impadronì di Lipari. Nel 1544 la città  fu saccheggiata dal feroce corsaro Ariadeno Barbarossa, che portò  via gli abitanti come schiavi. Lipari venne successivamente riedificata e ripopolata da Carlo V e da allora seguì  le sorti della Sicilia e del reame di Napoli.

1.2  Informazioni generali

L' arcipelago Eoliano è formato da sette isole disseminate, su un arco di 90 km di mare, lungo la costa nord occidentale della Sicilia, nel mar Mediterraneo. L' arcipelago comprende vari isolotti e sette isole maggiori: Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Panarea, Alicudi e Filicudi. Le Eolie rappresentano la parte emersa di alcuni vulcani di origine geologicamente recente. Questa origine è testimoniata da persistenti fenomeni vulcanici, da sorgenti di acqua calda sottomarine, dalle fumarole di Lipari e Panarea, le bocche perennemente attive di Stromboli ed i fanghi termali , di grande effetto terapeutico.

Le più vecchie sono Alicudi e Filicudi, che hanno circa un milione di anni. Le più giovani sono quelle più attive vulcanicamente: Vulcano e Stromboli. Felicemente situate da un punto di vista geografico, le Lipari godono del clima mite e temperato tipicamente mediterraneo. Le isole sono prevalentemente rocciose o sabbiose, con coste alte e scoscese, una stentata vegetazione di arbusti (eriche, ginestre), fichi d' india, olivi; il clima è molto mite ma le precipitazioni sono molto scarse e le sorgenti quasi nulle, sicchè l' acqua potabile, un tempo raccolta in apposite cisterne, è oggi essenzialmente portata via mare dalla Sicilia.

La fauna ricca di specie in via di estinzione: falco, l' uccello delle tempeste e l' ormai estinta foca monaca di Filicudi.

Il turismo è divenuto, grazie anche ai rapidi collegamenti con aliscafi e battelli, la principale risorsa delle isole, oggi mete balneari anche molto affollate (in particolare Lipari, Panarea e Salina; più appartate rimangono Alicudi e Filicudi, famosa quest' ultima anche per la suggestiva grotta del Bue Marino), che sono assai frequentate da chi pratica la pesca subacquea. Un ruolo molto più modesto hanno ormai le tradizionali attività, come la viticoltura, l' estrazione e lavorazione della pietra pomice, la pesca, la raccolta dei capperi.

2  LIPARI

2.1  Cenni storici

La città  di Lipari nel 1610 sorgeva su un piccolo promontorio roccioso, circondata da una robusta catena di mura costruite tra il 1544 e il 1554. La maggior parte della popolazione abitava entro la cinta di fortificazione; non pochi però  abitavano fuori le mura o in zone distanti e ciò  era osteggiato dalle autorità  Spagnole che consideravano il castello al sicuro dalle scorrerie dei pirati. Quando il castello divenne saturo di case e popolazione il vescovo concesse tra il 1608 e il 1611 all'università  aree edificabili nei pressi della città  murata, aree gravate di un censo annuo. Dentro le città  vi erano le chiese più  importanti, il municipio, il palazzo vescovile e la caserma. Comandata, Sant'Andrea, Terranova e Verdesca erano i quartieri in cui la città  era divisa e i primi due erano quelli più  ricchi di case e di gente. Poche erano le case comode e dignitose, tante erano costituite da un vano o da due, quasi tutte erano isolate per la necessità  di raccogliere l'acqua piovana e a parte qualcuna erano assenti i servizi igienici. La poca disponibilità   d'acqua per irrigare condizionò  fortemente l'agricoltura Eoliana del primo Seicento.

2.2  Informazioni generali

Lipari è la maggiore delle eolie e ha una popolazione di circa 9000 abitanti. L' isola presenta un aspro suolo di origine vulcanica, di tufo, ossidiana e pomice, ed è caratterizzata da coste dirupate, fronteggiate da faraglioni. Il centro principale è la cittadina Lipari situata in una insenatura della costa sud-orientale. Agricoltura (vite, ortaggi, frutta), estrazione della pietra pomice e soprattutto turismo sono le risorse economiche dell' isola.

Itinerari subacquei  
   La Pietra Del Bagno  

La pietra del bagno è un grande scoglio, situato a poche decine di metri dalla costa occidentale di Lipari , che si affaccia sul lato meridionale di Salina; un punto facile da trovare, che offre immersioni divertenti ai subacquei di ogni livello di esperienza. Le rocce dello scoglio scendono direttamente fino ad una profondità che varia tra i 25 e i 30 metri e poi proseguono, con una spettacolare franata di massi, fino a quote superiori ai 40 metri. Giunti al lato meridionale della Pietra del Bagno ci si trova in un tratto tra i più interessanti per i fotosub: su un fondale di una ventina di metri si innalzano dei giganteschi massi coloratissimi, invasi dalla luce del sole che penetra con facilità nell' acqua limpidissima.


   Punta Castagna   Punta Castagna si trova in quel tratto di costa di Lipari caratterizzato dalle cave di pomice. A profondità circa di 10 metri, e oltrepassato il giardino di sedimento bianchissimo, lo spettacolo appare impressionante. Ci si trova sospesi su di un baratro senza fine che si perde nel blu più intenso; il contrasto col biancore della polvere vulcanica che ricopre ogni cosa è violento. La morfologia del fondale è estremamente varia: si nuota sul fondo di valli dalle pareti altissime; si sorvolano picchi acuminati; si costeggiano pareti a strapiombo. Per quanto a fondo si può decidere di scendere si avrà sempre il blu intenso sotto le pinne e non si vedrà mai la fine di questa voragine. Occorrerà fare molta attenzione: il fondale è sempre uguale, a 30 come a 60 metri: la stessa atmosfera ovattata, lo stesso colore cupo dell' acqua. Dalla grande ancora si scende dunque lungo uno dei tanti canaloni paralleli e ci si dirige verso sinistra. La quota ideale è quella dei 40 metri: non eccessivamente profonda ma già ricchissima di ventagli di Paramuricee e di fittissimi banchi di Anthias. Un po' più in alto si trova una spaccatura verticale ricca di gamberi.



Escursioni via terra Una delle prime cose da fare, appena giunti a Lipari , è il giro dell' isola, per apprezzarne la sua grandezza e urbanizzazione. A circa 4 km da Lipari si incontra Canneto, situata in una insenatura delimitata a sud est dal Monte Pilato. Da Canneto, percorrendo la strada che conduce alla chiesetta di Pirrera, si raggiungono Forgia Vecchia, le Rocche Rosse e il Campo Bianco, famose per le colate di ossidiana le prime due e per le distese di pomice l' ultima. Proseguendo lungo la strada che porta ad Acquacalda si giunge a Porticello, sovrastata da giacimenti di pomice bianca. Superato il promontorio di Punta Castagna, si incontra Acquacalda dove vi è una spiaggia sovrastata dalle cave di pomice. Da qui inizia la salita verso la montagna fino al paese di Quattropani, situato su un promontorio proprio di fronte all' isola di Salina. Continuando si erge, su un altopiano coltivato a vigneti, il borgo di Pianoconte con le sue bianche case coloniche. A circa un quarto d' ora da Pianoconte, si trovano le Terme di S. Calogero, edificate nel 1867 e note sin dall' antichità per le loro virtù terapeutiche; lo attestano la presenza di una grotta sudatoria romana, che risale a circa 3.500 anni fa, e il ````Tholos" di civiltà Micenea, riportato alla luce durante i lavori di restauro del 1984/85. Ritornando sulla strada principale si giunge al suggestivo Belvedere di Quattrocchi. Da qui si ammirano le pittoresche insenature dalle coste alte, l' incantevole panorama dei Faraglioni e lo sfondo dell' isola di Vulcano. Nuovamente di ritorno sulla strada principale, proseguendo per Lipari, una deviazione interessante è il sentiero che si inerpica tra i vigneti del Monte Guardia. In cima al monte si trova l' osservatorio geofisico internazionale.


   Trekking   Chi ama la natura può fare grandi esperienze nell' arcipelago eoliano. In queste isole, infatti, sono presenti rarità di paesaggio del regno vegetale e animale. L' osservatore attento può cogliere fenomeni come quello che consente alle piante di sopravvivere in climi estremi, senz' acqua e con troppa luce e troppo calore. Caratteristica è la vegetazione mediterranea, costituita in prevalenza da oleandri, mirti, eriche, ginestre e querce a foglia spinosa oltre che arbusti aromatici e timo. Il paesaggio vegetale è caratterizzato da colture di oliveti e vigneti che costituiscono il rivestimento vegetale delle isole prevalentemente nelle zone più elevate dei rilievi. Il trekking permette al visitatore di cogliere una immagine più completa di questo affascinante arcipelago e del suo patrimonio naturalistico. Esistono stradelle e mulattiere che venivano utilizzate dai numerosissimi lavoratori della pomice per raggiungere le cave, l' arrivo del turismo e l' abbandono, delle coltivazioni hanno favorito la caduta in disuso di gran parte di questi sentieri facendoli scomparire sotto la fitta vegetazione; oggi tutti i sentieri sono agevolmente praticabili grazie alla cooperativa Il Sentiero.

Escursioni via mare   Di notevole interesse turistico è il giro in barca attorno a Lipari , da cui è possibile ammirare paesaggi lavorati da millenni e fondali meravigliosi. L' una dopo l'altra si succedono profonde grotte, splendide spiagge, alte coste, ampie baie e selvagge rupi. Si parte in genere da Marina Corta e ci si dirige a Canneto, superando infine il promontorio del Monte Rosa. Oltrepassando il centro abitato si può ammirare la distesa bianca dei giacimenti di pomice, con i caratteristici pontili che si allungano sul mare (utilizzati per i trasporti della pomice sulle navi da carico). La Spiaggia Bianca, una delle più belle di Lipari, è chiamata così per il colore del fondale marino, dovuto ai sedimenti di pomice depositatisi in mare nel corso degli anni. La continua variazione delle situazioni geologiche si concreta a Punta Castagna, formata dall' ossidiana divenuta un promontorio: questo è uno degli angoli più suggestivi del periplo costiero. Doppiata Punta Castagna appare Acquacalda. Dopo il canale che separa Lipari da Salina compare Inzolfato, un tratto dalla composizione geolitica stratificata, di natura solforosa. Poco più avanti si incontrano gli scogli delle Torricelle, Punta del Palmeto e Pietra del Bagno. Superate la Punta delle Fontanelle e quella delle Grotticelle, si affaccia la spiaggetta di Valle Muria. Subito dopo gli scogli delle Formiche, di fronte a Vulcano, passando sotto l' arco roccioso di Punta del Perciato, si scorgono i solitari Faraglioni di Pietra Menalda e Pietra Lunga, a guardia del canale che separa Lipari da Vulcano. Poco prima di Punta Crepazza appare una spiaggia suggestiva, denominata Praia di Vinci. Le pittoresche insenature si susseguono l' un l' altra fino alla rocca di Lipari, giungendo infine al porto di Marina Corta.

3  VULCANO

3.1  Cenni storici

Vulcano veniva chiamata dai greci `` ``l'isola di fuoco" dove gli Dei fabbricavano le armi degli eroi. In tempi più  recenti, il Campis riferiva che dall'isola si ricavavano notevoli quantità  di legname, di allume e di zolfo. Lo sfruttamento minerario, iniziato nel periodo dei romani, continuò  fino all'epoca dei Borboni. Dopo la caduta di questa dinastia, nel 1860, la parte settentrionale dell'isola fu acquistata dal britannico Stevenson, che vi costruì una villa, riattivò  le miniere e piantò  i primi vigneti. Fece costruire una mulattiera che si spingeva dentro la voragine del cratere, dove vennero fabbricati ricoveri in muratura per gli operai. Nel 1888, l'ultima eruzione del vulcano convinse Stevenson ad andarsene e a vendere tutto. Gli abitanti delle zone di Gelso e Piano, contadini e pastori, furono gli ultimi rimasti e i soli a formare la popolazione dell'isola. L'avvio di una rudimentale agricoltura, sopratutto basata sulla vite, riattivò  l'interesse per la bellissima isola, che è  oggi una delle mete preferite dai turisti nell'arcipelago eoliano.

Escursioni via terra   Vulcanello è una penisoletta alta 123 metri e sorta in seguito ad un' eruzione vulcanica sottomarina. Su questo promontorio la vegetazione è varia e, nella parte nord, si trova la Valle dei Mostri, che prende il nome dalle particolari forme della roccia lavica situata in mezzo alla sabbia nera, modellata nel tempo dagli agenti atmosferici. Sabbie nere, la spiaggia più frequentata dell' isola, si trova nel porto naturale di Ponente ed è caratteristica per la finissima sabbia nera di origine vulcanica. Con una passeggiata di circa 2 Km, si raggiunge la contrada di Lentia, posta nella parte nord occidentale dell' isola, dalla quale si possono ammirare l' Etna e le isole dell' arcipelago. Dall' inizio della strada che porta al piano si diparte un sentiero che si arrampica fino ai bordi del cratere. Vulcano Piano si trova nella parte alta dell' isola, a circa 7 Km dal Porto di Levante. Percorrendo un sentiero in direzione nord, si raggiunge Capo Grillo dal quale, nelle giornate limpide, si ammirano le isole vicine, la chiesa dei S. Angeli custodi, costruita negli anni trenta, e le ````Grotte Ferlazzo" dove da oltre dieci anni si celebra il presepe vivente. Infine, seguendo la strada che dal piano raggiunge il versante sud dell' isola, si arriva al piccolo borgo di Gelso, caratteristico per il suo faro e per la spiaggia.


   Trekking   ALLA FOSSA DELLA FUCINA: La fucina degli Dei si raggiunge abbastanza agevolmente. Una volta arrivati sulla cima del vulcano, si è sopraffatti dall' odore acre dei gas sulfurei; numerose, infatti, sono le fumarole e le zolfatare. Il paesaggio, come lunare, presenta ancora le tracce delle ultime eruzioni vulcaniche. Lungo la discesa si consiglia la sosta alla pozza dei fanghi.



Escursioni via mare Si inizia il giro partendo dal Porto di Levante, caratteristico per le sue fumarole e per le sorgenti termali. Facendo rotta in direzione nord-ovest si aggira la penisoletta di Vulcanello; superato il canale che separa Lipari da Vulcano e continuando a costeggiare l'isola verso sud, si raggiunge la Grotta del Cavallo, al cui interno il riverbero dei raggi solari crea fantastici giochi di luce e di colori. Proseguendo nell' itinerario, si giunge al faro, in località Gelso, e si prosegue facendo ritorno al porto di Levante.

Itinerari subacquei  
   La Franata dell' Arcipelago   Si inizia la discesa nel tratto di costa che divide due alberghi costruiti sulla costa. Il fondale scende molto gradualmente per diverse decine di metri, formando un ampio pianoro tra i 3 e i 10 metri, coperto da un' alternanza di piccoli scogli e ampie chiazze di posidonia. Spostandosi allora verso Lipari, si segue una direzione perpendicolare alla costa, fino ad individuare l' inizio di una discesa piuttosto ripida. I primi metri, tra i 10 e i 20, sono caratterizzati dalla presenza di una franata di piccoli sassi. Superato questo tratto, fino ad attestarsi tra i 35 e i 45 metri di profondità, le dimensioni dei massi che compongono la franata aumentando decisamente rendendo il fondale molto più spettacolare.


   La Parete della Sirenetta   Scendere lungo le pendici di un cono vulcanico attivo non è una esperienza che capita tutti i giorni. Il punto d' inizio è il porto di Vulcano: costeggiando l' isola per diverse centinaia di metri, ad un certo punto appare un grande scoglio, sormontando dalla statua di una sirena che emerge a poca distanza dalla costa. Ci si trova su una piattaforma rocciosa che cede improvvisamente il posto ad una vertiginosa parete; a pochi metri dal ciglio, il fondale inizia a degradare rapidamente. I possenti bastioni di lava nera cadono decisi verso la sabbia che a sua volta prosegue verso gli abissi, seguendo una pendenza elevatissima: ad una quindicina di metri di profondità vale la pena di fare tutto il giro dello scoglio della Sirenetta, caratterizzato da grandi massi appoggiati sul fondo. In alcuni tratti la sabbia è giallo-rossastra; si notano anche emissioni gassose e acqua calda che risale dal fondale. Seguendo il limite tra le rocce della costa e l' inizio del pianoforo, si notano alcune cavità.


   Capo Grosso   Capo Grosso è una bizzarra struttura rocciosa che si allunga verso il mare aperto come se fosse una fortificazione costruita per ostacolare le onde provenienti da sud. La parete è infatti assolutamente verticale in ogni suo punto e non presenta mai tratti pianeggianti sui quali trovare un appoggio. La discesa verso i fondali più alti è repentina. La cosa più suggestiva di questa immersione è una specie di rampa incisa nella roccia della parete completamente coperta di Astroides.


   Lo scoglio Quaglietto   La cala che si apre tra Capo Testa Grossa e lo Scoglio del Quaglietto è di sicuro una delle più belle di tutto l' arcipelago. Si scoprono delle bellissime piscine naturali dall' acqua cristallina del colore dello smeraldo: il luogo è noto come il "bagno delle Vergini". Alla fine della cala si apre un' ampia grotta, in cui è possibile entrare con la barca, chiamata Grotta del Cavallo. Al centro della spelonca, poggiata sul fondo sabbioso, si erge una statua raffigurante una Madonna, posata su un Circolo Subacqueo. Alla fine della cavità si incontra un fittissimo branco di gamberi rossi.


   Capo Testa Grossa   Osservando Capo Testa Grossa dal mare, noteremo che si tratta di una propaggine massiccia che termina con una parete piuttosto allungata, che scende nel mare con un andamento nord-sud. Da qui si scende in acqua nella cala a nord del capo, in prossimità delle rocce. All' interno della cala, infatti, la roccia cade a picco formando una parete verticale molto concrezionata dove si trovano bellissime colonie di spugne. A livello della punta vera e propria ci si troverà in un ambiente davvero suggestivo: la parete scende in acqua verticalmente ma è molto articolata. Le rocce sono frastagliate in picchi, canali e rientranze. Questa imponente morfologia continua per diversi metri, fino a profondità piuttosto elevate, superiori ai 50 metri.

4  SALINA

4.1  Cenni storici

Dopo Lipari è  la seconda isola in fatto di estensione: circa 27 Kmq di superfice. È  invece la più  alta per le vette dei monti ````Fossa delle Felci" e ````Monte dei Porri", vulcani ormai spenti da tempo. È  la seconda isola più  popolata dell'arcipelago con i suoi 2300 abitanti. Dal punto di vista storico anche Salina è  stata protagonista nella evoluzione del neolitico eoliano. Nelle vicende dell'isola si alternano periodi di completo abbandono e altri di forte sviluppo.

Alcuni ritrovamenti presso S.Marina parlano di un notevole insediamento, formatosi attorno al IV secolo a.C., sviluppatosi in età  ellenistica e poi ancor più  nella tarda età  imperiale romana. Lo sviluppo continuò  fino all'età  bizantina e medioevale. Attorno al VII secolo d.C. Salina fu una delle Eolie più  abitate perchè  i vulcani di Lipari erano in piena attività . Le invasioni arabe la resero deserta finchè , attorno al XVII secolo, popolazioni e attività   conobbero nuovi splendori. Lo sviluppo dell'isola è  anche dovuto all'abbondanza d'acqua e quindi di vegetazione.

Escursioni via terra   Una rete stradale collega i tre comuni e l' interno dell' isola, consentendo itinerari suggestivi per i panorami offerti dalla natura. A sud di S. Marina si incontra il laghetto salato di Lingua (oggi poco più che uno stagno separato dal mare da un sottile terrapieno), utilizzato come salina fino a qualche anno fa. Partendo da Lingua si può raggiungere Monte Fossa delle Felci, un vecchio vulcano spento dalla cui cima si gode uno splendido panorama sull' arcipelago. Da S. Marina verso nord, seguendo la strada che costeggia il mare, si attraversa Capo Faro fino al grazioso centro di Malfa. Dopo la frazione di Malfa, la strada principale si dirama in due direzioni. La prima porta al paesino marinaro di Pollara, dove si trova la spiaggia più bella dell' isola scenario del film Il postino di M. Troisi. Qui si fa il bagno in una cornice di roccia, la cui struttura è l' interno di un semicerchio del cratere. La seconda diramazione prosegue poi fino alla frazione di Valdichiesa dove è possibile ammirare il santuario della Madonna del Terzito, costruito nel'600. Dalla strada che congiunge Leni a Malfa si snoda un sentiero che conduce al Monte dei Porri, circondato dai pioppi, castani e felci. Proseguendo sulla strada principale, si raggiunge infine la pittoresca Rinella; in origine era un piccolo gruppo di casette allineate lungo la spiaggia, ora è uno dei più frequentati centri turistici dell' isola.


   Trekking   ALLA FOSSA DELLE FELCI. Salina , l' isola più verde di tutto l' arcipelago, è il luogo ideale per gli amanti di questa disciplina e della tranquillità; ````Fossa delle Felci" è la cima più alta di tutto l' arcipelago nonchè riserva naturale. Partendo da Valdichiesa o da S. Marina Salina è possibile effettuare l' escursione al monte, dal quale si può ammirare un meraviglioso panorama con la vista dell' intero arcipelago, delle coste siciliane e, in lontananza, dell' Etna.

Esursioni via mare   Il giro dell' isola in barca permette di ammirare, oltre alla trasparenza del mare, le incantevoli pareti rocciose lavorate dalla forza della natura, le ridenti spiaggette e i centri abitati, dalle tipiche casette bianche, adagiati lungo il mare o a mezza costa. Iniziando da Santa Marina il giro dell' isola in barca e puntando verso nord, anche Salina rivela la sua natura vulcanica attraverso le rocce selvagge dello scoglio di Capo Faro e di Torricella. Partendo da qui, si costeggiano gli impressionanti ma suggestivi valloni terminali dei picchi vulcanici. Continuando, si giunge alla Punta del Perciato, che è infatti un grande arco creato nel promontorio dalla forza del mare. Lasciato alle spalle il Perciato, si raggiunge il faraglione di Pollara, ricco di grotte. Poco oltre, si doppia l' estremità ovest di Salina e si continua fino a Rinella. Infine si incontra Punta Lingua, che è la punta più vicina all' isola di Lipari; completando il giro, si rientra poi a S. Marina. Il mare circostante l' isola è ricco di fauna ittica. La pesca di `` ``cicirella", sauri, acciughe, sardine, occhiate e ope è abbondante; quella del pesce spada viene praticata con ottimi risultati.

Itinerari subacquei  
   La secca di Pollara   Doppiando la Punta del Perciato si entra nella spettacolare baia di Pollara, all' interno di un antico cratere, oggi in parte crollato. La secca si trova ad alcune centinaia di metri. Al largo dello scoglio che emerge al centro della cala vi sono massi giganteschi e imponenti, alti più di 10 metri e vicinissimi tra loro, fino a formare una struttura rocciosa continua e molto estesa: picchi, valli, sentieri sabbiosi alla base delle pareti, simili a torrenti che scorrono in un canyon. Tra le imponenti rocce del fondo si trovano bellissime attinie, estese colonie di spugne gialle dagli osculi prominenti e belle pareti rocciose, arricchite dalle ramificazioni delle gorgonie gialle. Gli anfratti rocciosi sono molto ricchi di Gronchi e Murene.


   La secca del Capo   Si tratta di una zona rocciosa che sale verso la superficie, circondata da fondali di diverse centinaia di metri di profondità. I riferimenti che i pescatori usano per trovare il punto sono tre: il Faraglione di Pollara deve apparire nel buco di Punta Perciato; il Monte Rosa deve essere tutt' uno con Punta Castagna, mentre lo Scoglio della Nave deve ````fare canalicchio" con Panarea, ossia formare una ````V" senza essere completamente distaccato dalle pendici dell' isola. Si deve scendere in acqua programmando una profondità massima tra i quaranta e i quarantacinque metri. Da qui si avrà una spettacolare visione della secca, completamente avvolta da una nuvola di guarracini neri che contrastano violentemente con il biancore della roccia e l' azzurro del mare. Il fondale è costituito da grandi massi, ricchissimi di pesce di tana. Quello che qui cambia rispetto alle altre zone è la probabilità di fare incontri sensazionali con pesci fuori dal comune, specialmente per quanto riguarda le specie pelagiche.

5  STROMBOLI

5.1  Cenni storici

La più  lontana e la più  orientale delle Eolie, Stromboli dista circa 22 miglia da Lipari. L'isola è  un vulcano che emerge dal mare; la parte emersa, in attività  persistente almeno da 2000 anni, si è  formata principalmente durante due cicli di attività . Un ciclo antico, costituito da eruzioni di materiale solido e da colate di lava, che ha formato tutta la parte orientale dell'isola; un ciclo più  recente, costituito da colate laviche, che ha formato tutta la metà  occidentale dell'isola. L'attuale attività  viene considerata come facente parte del ciclo recente. La zona craterica è  formata da tre coni attivi, la cui attività  vulcanica è  prevalentemente a carattere esplosivo.

Stromboli è  l'unico vulcano in Europa e uno dei pochi al mondo in attività  eruttiva permanente. è  per questo che l'isola è  stata definita, sin dall'antichità  classica, ````faro del Tirreno". Stromboli venne abitata fino all'età  del bronzo. Nel 1975, è  stata scoperta una necropoli greca con tombe della fine del IV e dei primi decenni del III sec. a.C.

L'attività  economica era basata sull'agricoltura e il suo porto era meta di sosta delle navi mercantili che attraversavano il Tirreno. Il calo demografico dell'isola si ebbe nel 1930, quando una fortissima eruzione ed uno spaventoso maremoto convinsero moltissimi isolani ad emigrare. Negli anni ``50 cominciò  a svilupparsi l'attività  turistica e molte delle case in stile eoliano, abbandonate ai tempi dell'eruzione del'30, una volta ristrutturate sono diventate meta di vacanze.

5.2  Informazioni generali

È la più settentrionale delle isole e conta una popolazione di circa 400 abitanti. L' isola, a nord della quale si leva ripidissimo lo scoglio di Strombolicchio, è costituita da un edificio vulcanico, che tocca i 926 m, e presenta varie bocche eruttive, perennemente attive, con spettacolari eruzioni di lapilli e materiali incandescenti, che precipitano lungo la ripida parete chiamata Sciara del Fuoco. L' apparato vulcanico costituisce un cosiddetto strato-vulcano o vulcano misto, in cui cioè rocce derivate da colate laviche si alternano a strati di materiali piroclastici. Si spinge sotto il mare per mille metri circa: furono infatti sottomarine le prime manifestazioni eruttive, risalenti all' era cenozoica o terziaria. Alte e dirupate sono le coste, con esigue spiagge. La popolazione vive nei centri di Ginostra e di Stromboli, e le attività economiche tradizionali sono la pesca, la viticoltura e la raccolta dei capperi, nonchè, in crescente misura, il turismo. Scavi archeologici hanno portato alla luce resti di una necropoli greca.

Escursioni via Terra   Partendo dal molo di Scari ci si può dedicare ad una prima perlustrazione delle stradine e dei vicoli di S. Bartolo, patrono dell' isola. Di fronte allo scalo di Ficogrande, a circa un miglio dalla costa, si erge maestoso (dalla forma di un castello medioevale) l' isolotto di Strombolicchio. Quanto appare è il resto di un piccolo cono di un' eruzione laterale.


   Trekking   Di interesse naturalistico è la scalata al cratere. Tre le ore di marcia per giungere ad alta quota, potendo così assistere alle esplosioni da zone vicine. È opportuno effettuare l' escursione con guide autorizzate.

Escursioni via mare   Partendo da Scari, giungendo allo specchio d'acqua antistante Punta Labronzo si può ammirare la ````Sciara del Fuoco": pittoresca esplosione di lapilli e colate di lava incandescente. Proseguendo si giunge al piccolo borgo di Ginostra, paradiso incontaminato, fra il verde della macchia mediterranea ed il blu del mare.


   La Sciara del Fuoco   Muro di roccia, che sprofonda negli abissi più profondi, a fondali inaccessibili ai subacquei, puntando verso l'antistante Fossa del Tirreno (profonda oltre tremila metri).


   La Dorsale della Sciara   Si tratta di un'imponente dorsale con due picchi: il primo a 35 metri, il secondo a 20. Raggiunti i 35 metri, si apre un precipizio, che si perde in un abisso nero. Sulle rocce del fondo si scopre una grande quantità di stelle pentagono.


   La Secca di Scirocco   Si tratta di un'imponente montagna circondata da una quantità di grandi massi ricchissimi di pesce e dalle morfologie spettacolari, tutti i suoi versanti sono ricoperti di gorgonie rosse.

6  FILICUDI

6.1  Cenni storici

Filicudi insieme ad Alicudi è  geologicamente la più  vecchia delle Eolie.

I ritrovamenti testimoniano che l'isola fu abitata in tempi molto remoti. L'età  greca ha lasciato poche tracce di abitato e di ceramiche. Sono stati ritrovati frammenti di ceramiche attestanti rapporti commerciali con l'Egeo. La storia di Filicudi segue quella delle altre isole: invasioni, resistenze, sconfitte e vittorie, dominazioni e incursioni piratesche.

Escursioni via terra  
   Trekking   Dalla Fossa delle Felci, la cui vetta è raggiungibile da Valle Chiesa, si può ammirare uno stupendo panorama sull'arcipelago.


   Escursioni via mare  

Le coste di Filicudi presentano bellezze non comuni: valli strette, scogliere dirupate, profonde grotte. Di grande effetto è la visita alla Grotta del Bue Marino al cui interno i giochi di luce e il rumore del mare sembrano imitare il muggito del bue. Poco lontano si erge lo Scoglio della Canna amato dai subacquei per la pesca del corallo, delle spugne e delle aragoste. A Nord si ammira la spettacolare Punta di Zucco Grande, con i suoi dieci strati di lava.

7  ALICUDI

7.1  Cenni storici

È l'isola più  occidentale dell'arcipelago. Anche Alicudi, come le altre isole Eolie, deve aver subito sprofondamenti; ne sono prova le ripidi pareti scoscese e gli enormi massi crollati in mare.

La sua storia passata si sostanzia nelle tracce di un abitato del XVII-XVI secolo a.C. Altre tracce della medesima epoca esistono sulla sommità  dell'isola. Ciò  lascia intendere che la modesta agricoltura e la pesca furono i fondamenti dell'economia della comunità  preistorica. Frammenti ceramici di età  romana si trovano sparsi sulla costa orientale dell'isola. L'isola ebbe parte al commercio dell'ossidiana. Anche Alicudi subì  incursioni barbariche.

Escursioni via terra   La parte occidentale dell' isola è composta da pendii disabitati. Da Alicudi è possibile effettuare l' ascensione al Monte Filo dell' Arpa. Dalla chiesa di S. Bartolo si segue fino alla cima da dove si ammira uno stupendo panorama. Il viaggio nella storia dell' isola conduce in contrada Piano Fucile e al fortino naturale Timpone delle Femmine.

Escursioni via mare   Circumnavigando l' isola, scoscesi pendii ricoperti da cespugli di erica si alternano a minuscole spiaggette. Appaiono i cosiddetti ````perciati" e grotte scavate dagli elementi naturali come quelle dell' Acqua e del Grottazzo. Tipico esempio della natura geologica sono i ````fili" , colonne di lava modulate dall' erosione e dagli sprofondamenti della roccia lavica antichissima.

Agli appassionati di pesca subacquea consigliamo qualche immersione nelle vicinanze dello Scoglio della Jalera.

8  PANAREA

8.1  Cenni storici

Panarea è  l'isola più  piccola dell'arcipelago eoliano. Gli studiosi ritengono che Panarea, gli scogli e gli isolotti che la circondano siano i resti di un antichissimo vulcano sottomarino, sommerso in parte dalle acque nei periodi interglaciali. Nella parte attualmente emersa è  possibile riconoscere un unico strato vulcano sui cui fianchi si sono impiantati numerosi centri eruttivi secondari. Del vulcano originale rimane solo la parte orientale perchè  quella occidentale ha subito diversi sprofondamenti, che hanno ridotto di molto la primitiva superfice dell'isola. L'apparato vulcanico complessivo si deve ritenere il più  antico rispetto agli altri apparati delle Eolie.

Essa fu abitata fin dal III millennio a.C., grazie alla sua posizione particolarmente felice e alla natura verdeggiante. Ventitrè  capanne ovali indicano una comunità  organizzata. Si è  ritrovata della ceramica micenea proveniente dall'Egeo, a dimostrazione dei rapporti commerciali esistenti allora. Presso la punta di Capo Milazzese è  stato riportato alla luce un villaggio preistorico dell'età  del bronzo (risalente ad un periodo che va dal XV al XII sec. a.C.). Dal punto di vista archeologico è  interessante anche Basiluzzo, dove sono state rinvenute importante testimonianze edilizie di epoca romana. Fu abitata stabilmente fino al periodo romano; poi la comunità  subì i rovesci della storia eoliana con le conseguenti distruzioni. Dal V al VI sec. d.C., la pirateria arabo-turca impedì l'ulteriore sviluppo dell'isola, che rimase quasi disabitata. Attorno alla fine del'600, gli abitanti stabili producevano grano, legumi e frutta che commerciavano anche a Lipari. A causa delle incursioni barbariche rimase sempre con pochi abitanti.

Escursioni via terra   Il piccolo promontorio di Capo Milazzese è situato in località Cala Junco. Dalla contrada Castello si può raggiungere il Timpone del Corvo, la vetta più alta dell' isola. Partendo da S. Pietro verso nord si giunge a Ditella nota per le sue innocue fumarole. Vicino a S. Pietro c'è una benefica sorgente termale di acqua calda.

Escursioni via mare   Fra le tappe più importanti c'è quella nella esclusiva Baia di Cala Junco, estrema punta meridionale di Panarea . Effettuato il giro dell' isola ci si può dirigere verso gli isolotti, verso le antiche vestigia romane di Basiluzzo e di Spinazzola. Lisca Bianca, con piccole fumarole sottomarine, Bottaro, Lisca Bianca e Dattilo dalla forma piramidale. A nord di Dattilo affiorano i cinque Panarelli e le Formiche le cui acquee sono meta dei sub.

Itinerari subacquei  
   Lo Scoglio di ````Petra Nave"   Lo scoglio di ````Petra Nave" si tratta di una parte in rilievo dello scosceso fondale che circonda Panarea . La meta dell' immersione è una enorme montagna di massi che, dalla profondità massima di 33 metri, sale fino a 11 sulla sua sommità per una estensione davvero notevole.


   Il relitto di Lisca Bianca   Trovare il relitto del mercantile inglese affondato è piuttosto facile: da Panarea si deve far rotta verso lo scoglio di Lisca Bianca e attraversare il canale tra questo e il vicinissimo scoglio del Bottaro. Avanti, oltre la spiaggia, la costa dell'isolotto cambia bruscamente direzione; è al largo di questo versante che tra i 30 ed i 40 metri giace la carcassa della nave inglese. Il relitto si trova a 25 metri di profondità.

9  GEOLOGIA DELLE ISOLE EOLIE

Le isole Eolie sono isole vulcaniche attive nel Tirreno meridionale. Fra esse vanno considerate vulcani attivi Stromboli, Lipari e Vulcano (con la sua penisoletta Vulcanello).

L'attività  di Stromboli consiste in esplosioni quasi continue a bassissima energia, con lancio di scorie magmatiche da una delle bocche eruttive che si trovano all'interno del cratere.

L'ultima eruzione di Vulcano ha avuto luogo circa un secolo fa (1894).

L'ultima eruzione di Lipari ha avuto luogo in epoca romana (dal punto di vista della vita di un vulcano, il tempo trascorso da allora è  molto breve e comunque non sufficiente a far considerare estinta l'attività  vulcanica sull'isola di Lipari).

Durante il Mesozoico la Sicilia Orientale è  stata sede di uno sporadico vulcanismo basico-alcalino distensivo seguito da un periodo di stasi.

Durante l'era Quaternaria si possono riconoscere due tipi di vulcanismo contemporanei:

  1. il vulcanismo basaltico distensivo (Etna, Iblei, Ustica, Canale di Sicilia).

  2. il vulcanismo di convergenza tra le placche (Isole Eolie).

Le Isole Eolie fanno parte di un sistema arco-fossa-bacino marginale che è  il risultato della collisione tra le placche convergenti Africana ed Euroasiatica.

L'arco metamorfico è  rappresentato dall'arco cristallino Calabro-Peloritano.

Le isole Eolie rappresentano il fronte vulcanico mentre il bacino marginale di retroarco è  dato dal piano abissale del Tirreno. La crosta è  continentale da entrambi i lati del contatto delle placche mentre è  di natura oceanica sotto la zona abissale del Tirreno.

Il vulcanismo delle Isole Eolie è  di età  recente (all'incirca 1 milione di anni) e si possono distinguere due fasi.

Durante la prima fase si formano le isole di Alicudi, Filicudi, Panarea, parzialmente, Salina e Lipari.

Dopo un periodo di stasi nel Pleistocene superiore si ha una seconda fase con il completamento di Lipari e Salina e la nascita di Vulcano e Stromboli. Il vulcanismo eoliano è  caratterizzato da una evoluzione nella composizione dei prodotti emessi.

9.1  GEOLOGIA DELL'ISOLA DI LIPARI

Sull'isola di Lipari possono essere distinti quattro periodi di attività  vulcanica, compresi tra il Tirreniano I e l'Età  Romanica. Le vulcaniti affioranti rappresentano una tipica associazione calco-alcalina, con termini di composizione variabile da quarzo-andesiti a rioliti alcaline. Tra le serie esaminate possono essere distinti in tre diversi gruppi di rocce, ciascuno dei quali prende probabilmente origine da differenti sorgenti magmatiche e/o ha subito processi differenti di evoluzione magmatica.

Le vulcaniti calco-alcaline dell'arcipelago Eoliano mostrano caratteri petrolchimici simili a quelli delle tipiche ````andesiti" di margine continentale e differiscono peraltro sostanzialmente dalle associazioni di arco insulare. I dati sismici e petrolchimici non sono favorevoli nel mettere in relazione le isole Eolie con un sistema di tipo arco insulare.

9.2  GEOLOGIA DELL'ISOLA DI VULCANO

Vulcano è  l'unica isola dell'arco Eoliano che, assieme all'isola di Stromboli, presenta attività  vulcanica attuale. Il Vulcanismo dell'isola ha avuto inizio durante il Pleistocene Superiore, dando luogo alla formazione dello strato-vulcano centrale di ````Vulcano primordiale". Il primo ciclo di attività  si concludeva con il collasso della Caldera del Piano, parzialmente colmata dai prodotti di un'intensa attività  infracalderica.

La formazione degli ammassi lavici riolitici ed alcali-riolitici che costituiscono i M.ti Lentia aveva luogo successivamente, verso la fine Pleistocene. La formazione della caldera che ospita il cono attivo della Fossa di Vulcano, è  da attribuirsi all'inizio dell'Olocene. L'evoluzione magmatologica della Fossa è  caratterizzata dalla successione tefriti a leucide-trachiti potassiche; termini riolitici si rinvengono tra i prodotti di età  storica. Ad un'attività  vulcanica di attività  storica (183 a.C.-1550 d.C.) è  da attribuire la formazione della penisola di Vulcanello, costituita da tefriti a leucite e trachiti potassiche, in una sequenza evolutiva simile a quella della Fossa. Sulla base delle evidenze petrochimiche viene suggerita un'origine profonda dei magmi primari di Vulcano, che si sarebbero prodotti per fusione parziale del mantello, al di sopra della zona di subduzione, con probabili apporti da parte dello `` ``slab" subdotto.

L'attività  eruttiva di Vulcano rappresenta uno stadio tardivo nella dinamica dell'arco Eoliano e come tale differisce chiaramente da quella che ha prodotto la serie calco-alcaline delle isole più  antiche. La sismicità  attuale, con profondità  focali comprese tra 200 e 350 km nell'area dell'arco, presenta una significativa correlazione con il carattere potassico dei vulcani attivi di quest'area.

10  MANIFESTAZIONI TERMALI

L'arcipelago Eoliano è  centro di attrazione, non solo per la varietà  delle sue bellezze naturali, ma anche per le sue acque termali di alto valore terapeutico. Tali manifestazioni postvulcaniche si riscontrano a Vulcano, a Lipari e a Panarea.

Finora le acque e i fanghi, sfruttati con sistemi primordiali, hanno dato sempre ottimi risultati. Oltre che nelle affezioni delle articolazioni, le acque e i fanghi di Vulcano riescono molto efficaci nelle nevralgie e nevriti, nelle affezioni vasali, nelle flebiti e ulcere varicose, nelle malattie dell'apparato genitale femminile e nelle affezioni dermatologiche.

Per Vulcano, trattandosi di fanghi vulcanici naturali ad alto contenuto di radon e anche di acque termali il criterio della scelta dal punto di vista dell'attività  curativa può  considerarsi esclusivo.

Le acque termali di S.Calogero, famose anche durante l'impero di Roma, sono state esaltate in ogni epoca.

Si tratta di acque salso-solfato-bicarbonato-sodiche-ipertermali.

10.1  FANGHI DI VULCANO

La ````Pozza" termale situata a pochi passi dal Porto nell'isola di Vulcano è  alimentata, ininterrottamente, da innumerevoli bolle dalle quali fuoriescono vapori solfurei, acqua salmastra e fango argilloso ad altissimo contenuto di zolfo. Queste sono le tre componenti fondamentali del bagno e chiariscono, come sia praticamente impossibile lo sviluppo di eventuali forme patogene.

Seguendo le ultime indicazioni sulle cure termali, che vogliono che tutte le stazioni abbiano una loro specializzazione, per evitare errori fatti in passato quando ad alcune venivano attribuite qualità  miracolose per molte affezioni, la sorgente termale di Vulcano può  essere senza dubbio utile a tre grandi gruppi di patologie:

  1. -AFFEZIONI ARTICOLARI
  2. -AFFEZIONI DERMATOLOGICHE
  3. -AFFEZIONI DELLE VIE AEREE

11  ARCHEOLOGIA

Gli scavi stratigrafici, eseguiti in varie isole (soprattutto a Lipari) e ampiamente illustrati nel Museo Archeologico Eoliano situato nel castello di Lipari, hanno fornito un quadro della successione di diverse civiltà , dal Neolitico alla colonizzazione greca. L'altura del castello costituisce l'acropoli di Lipari greca, di cui rimangono resti delle fortificazioni, non anteriori al IV secolo a.C., e di edifici di età  ellenistica e romana. Gli scavi delle necropoli attestano la notevole ricchezza di Lipari soprattutto nella seconda metà  del sec.IV a.C. con vasi figuranti italioti e una vasta serie di terrecotte di argomento teatrale (figurine di attori, maschere tragiche e comiche,ecc.). In età  romana, dopo una certa prosperità  sotto Augusto, Lipari non ebbe importanza particolare e scarsissime sono le testimonianze artistiche dei secoli successivi.

L'Acropoli di Lipari si è  rivelata, ai recenti scavi, dal 1950 in poi, come un immenso archivio nel quale sono conservati, in regolare sovrapposizione stratigrafica, le testimonianze di tutte le civiltà  che si sono succedute nelle isole attraverso il neolitico e l'età  dei metalli, fino alla piena età  storica.

La serie stratigrafica liparese costituisce oggi uno dei cardini su cui s'impernia la ricostruzione della preistoria di tutti i paesi bagnati da questo Mare.

La zona archeologica si estende a Ovest della strada principale che porta alla Cattedrale ed è  divisa in due parti dalla strada che dà  accesso alle chiese dell'Immacolata e dell'Addolorata. Sotto il livello delle case ellenistiche e romane si estendono gli strati dell'età  ausonica, con più  ordini di capanno sovrapposte.

Nella grande trincea a Sud, l'Ausonio II (prima età  del ferro) è  rappresentato solo da un breve tratto superstite del muro perimetrale di una capanna, di cui è  stato trovato anche all'interno il focolare.

Nell'area a Nord, a questo periodo corrispondono resti di due distinte capanne sovrapposte. Delle costruzioni di questa età  resta poco a causa delle loro scarse profondità . Ancor minori sono i resti edilizi riferibili al sottostante strato Ausonio I (tarda età  del bronzo) 1250-1150 a.C. Cospicui resti si hanno invece del villaggio della media età  del bronzo (civiltà  del Milazzese, 1400-1270 a.C.).

A questa età  appartiene un gruppo di capanne ovali assai ravvicinate fra loro. Si tratta di capanne con muro perimetrale costruito con pietrame a secco e che dobbiamo supporre coperte con tetti di frasche e di stoppie, forse rivestite con un impasto di argilla e paglia o alghe marine.

Le capanne della media età  del bronzo si sovrappongono a più  antiche capanne, di identica forma, appartenenti alla prima età  del bronzo.

Il deposito archeologico scende per altri quattro o cinque metri al di sotto del suolo delle capanne della prima età  del bronzo.

Nella zona settentrionale dello scavo sono molto più  cospicui che nella meridionale i resti dell'Ausonio II rappresentato da una grandiosa capanna rettangolare a spigoli arrotondati.

Sotto il suolo l'approfondimento degli scavi ha messo in luce resti di altre capanne più  antiche della media e della prima età  del bronzo, culture del Milazzese e di Capo Graziano. Interessante è   la struttura di questa grande capanna la cui ossatura portante era in legname. Restano gli incavi dei pali nella muratura della parete che aveva funzionato di solo tamponamento. A Nord della grande capanna e dei suoi annessi che si sviluppano allo stesso livello sono due grandi capanne dell'Ausonio I di cui quella in primo piano è  di forma perfettamente circolare e forse coperta a volta come un trullo, ed è  preceduta verso Nord da un andito di ingresso fiancheggiato da un muro rettilineo.

L'altra, dietro ad essa è  di forma più  ovale, più  allungata.

È  chiarissima la sovrapposizione di resti di cinque diverse età , Ellenistico, Ausonio II, Ausonio I, Milazzese e Capo Graziano.

Nella zona a Nord del secondo Cardo si ha una interessante capanna dell'Ausonio I di insolita forma rettangolare e sul pendio di fronte resti molto mutili di capanne della media e della prima età  del bronzo.

12  MUSEO

Sezione I. Antico palazzo dei vescovi, adiacente alla Cattedrale, costruzione del XVII secolo. Materiali degli scavi dell'Acropoli di Lipari.

  1. SALA I- Vi sono esposti i materiali delle due più  antiche fasi del Neolitico Eoliano.
  2. SALA II-Materiali della terza e della quarta fase del Neolitico Eoliano.
  3. SALA III-Materiali della quarta fase del Neolitico Eoliano.
  4. SALA IV-Eneolitico Eoliano.
  5. SALA V-Tardo Eneolitico.
  6. SALA VI-Prima età  del bronzo: Cultura di Capo Graziano; media età  del bronzo: Cultura del Milazzese. Ceramiche locali, importazioni egee.

    Piano inferiore.

  7. SALA VII-Tarda età  del bronzo. Prima fase della cultura Ausonia (1250-1150 a.C.)
  8. SALA VIII-Età  del bronzo finale -Seconda fase della cultura Ausonia (1150-850 a.C.).
  9. SALA IX-fine del secondo periodo della civiltà  Ausonia (fine IX secolo a.C.). Il villaggio dell'Ausonio II subì una distruzione violenta. Le capanne incendiate (evidenti nello scavo le tracce del fuoco) crollarono seppellendo tutte le masserizie che contenevano. Si ha l'impressione che dopo questa distruzione il villaggio non sia stato più  ricostruito.
  10. SALA X-Testimonianze della civiltà  greca e romana nell'area urbana di Lipari. Dalla sala X, una parete della quale è  costituita dai resti dell'antico palazzo normanno costruito con blocchi greci riadoperati, si scende nel sottostante giardino, ove sono altri resti dello stesso palazzo e si visita:
  11. SALA XI-Padiglione epigrafico (vi sono raccolti cippi e steli iscritte dalle tombe della necropoli di Lipari dal V sec. a.C. all'età  romana).

Di fronte al palazzo vescovile è  la SEZIONE II (sale XII-XV). Materiali archeologici delle isole di Panarea, Filicudi, Alicudi, Salina, Stromboli.

Si passa poi ad altro edificio a Nord della Cattedrale e troviamo: la SEZIONE III con le necropoli protostoriche e classiche di Lipari, la SEZIONE IV con la preistoria e la protostoria di Milazzo, la SEZIONE V con l'archeologia marina.

In basso a sinistra:

  1. SALE XVI e XVII-Materiali archeologici di Milazzo.
  2. SALA XVI (in fondo)-Necropoli della media età  del bronzo rinvenuta in contrada Sottocastello (XIV-XIII sec. a.C.).La necropoli è  stata ricostruita esattamente come è  stata trovata negli scavi del maggio 1952. Solo alcune delle tombe sui margini sono state alquanto ravvicinate al gruppo principale.
  3. SALA XVII-Necropoli protovillanoviana (XII-XI secolo a.C.) e necropoli protogreca (716-580 circa a.C.) scoperte intorno alla piazza Roma e alla via XX Settembre. In basso a destra:

  4. SALA XVIII-Vi è  stata ricostruita fedelmente la necropoli degli inizi dell'Ausonio II trovata a Lipari negli scavi della Piazzetta Monfalcone, nel centro della città  moderna, nel 1953.
  5. SALA XIX-Vi sono esposti i principali tipi di sarcofagi, di vasi cinerari, di grandi vasi contenenti il corredo funerario, cippi e steli della grande necropoli greca e romana di Lipari.

PIANO SUPERIORE:

Sale XX-XXV-Necropoli greca e romana di Lipari nella contrada Diana. Gli scavi della necropoli greca e romana di Lipari esplorando circa 2500 tombe, hanno portato al Museo Eoliano una cospicua serie di opere d'arte, soprattutto ceramiche e terrecotte figurate. Le prime tombe sono di poco posteriori alla fondazione della colonia greca (580 a.C.).

Le tombe che hanno corredi più  ricchi sono quelle del IV secolo a.C.. Alla prima metà  di questo secolo appartiene un cratere con rappresentazione di un episodio dell'Odissea. Ulisse, giunto nel paese dei Ciconi, riceve da Maron, sacerdote di Apollo, l'otre di vino, che servirà  a ubriacare il ciclope Polifemo.

Nella seconda metà  del IV secolo, fiorisce a Lipari una scuola ceramica locale. Caratteristica di questa scuola è  il largo impiego della policromia, che per le favorevoli condizioni del terreno, è  sovente molto bene conservata. Nella Lipari della metà  del IV secolo a.C. fiorisce anche una vivace coroplastica che trae i suoi argomenti preferiti dal teatro contemporaneo. Ne è  testimonianza una cospicua serie di modellini fittili di maschere teatrali di questa età .

Nella SALA XXIV è  esposto il frutto degli scavi eseguiti in un piccolo santuario dedicato a Demetra e Kore scavato in contrada Diana.

Nella SALA XXV è  ricostruito al vero un gruppo di tombe della necropoli. Con la sua ceramica policroma e la sua coroplastica Lipari si rivela nel IV sec. a.C. uno dei centri d'arte più  vivaci e individuali della Grecia d'Occidente e in certo qual modo più  vicino spiritualmente all'Italia meridionale che alla Sicilia.

Ritornando al piano terreno, prima di uscire si visiti la SALA XXVI-Sala dell'archeologia marina. Vi sono esposti i materiali provenienti dalle ricerche subacquee eseguite nell'ultimo trentennio nell'arcipelago eoliano. Di eccezionale interesse sono le ceramiche preistoriche dello stile di Capo Graziano I (XVII-XVI sec. a.C.) recuperate nella baia di Lipari. Di poco più  recente è  un frammento di anfora a staffa di età  micenea (XVI-XV sec.a.C.).Anfore da relitti IV sec. a.C. del capo Graziano di Filicudi e del IV sec. a.C. delle Formiche di Panarea.

Grande complesso di anfore e di ceramiche a vernice nera(IV-III sec. a.C.) dal carico di una nave naufragata presso il Capo Graziano di Filicudi.

Grande complesso di anfore e di ceramiche a vernice nera (Campana A) che costituivano il carico di una nave oneraria naufragata presso la secca di Lipari (metà  III sec.a.C.).

Grande complesso di anfore e ceramiche a vernice nera (Campana B) dal carico di una nave oneraria naufragata presso il Capo Graziano di Filicudi (metà  III a.C.).

Anfore di età  imperiale romana da altro relitto presso Filicudi.

Cannoni bronzei di un vascello della fine del XVII o inizi del XVIII secolo il cui relitto si è  sovrapposto a quelli delle navi greche di Filicudi.

Nel parco circostante al Museo sono stati ricostruiti i diversi tipi di sepolcri dal V e IV sec. a.C. trovati nella necropoli della contrada Diana.

La SEZIONE GEOLOGICO-VULCANOLOGICA del Museo Eoliano illustra attraverso grafici, plastici e didascalie la storia geologica delle isole Eolie e i vari episodi attraverso i quali esse hanno assunto il loro aspetto attuale.

13  Gastronomia

La caratteristica della gastronomia eoliana è  data dai sapori forti, dall'uso delle erbe e piante aromatiche prodotte da quella natura strana e selvaggia.

Se all'interno si mangia molta carne, particolarmente quella di coniglio, e ottimi formaggi, ricotte e pecorino, sulla costa, il re della tavola è  naturalmente il pesce. C'è , comunque, un denominatore comune: il cappero che viene usato volentieri per insaporire (se mai ce ne fosse bisogno) moltissimi piatti. Cominciando dai ravioloni di cernia in salsa paesana o dal risotto nero con calamaretti, si passa ai secondi piatti di pesce: totanetti ````ammollicati", pauro all'acqua pazza, occhiate alla brace, con contorno di peperonata eoliana, caponata liparota e pizzette di melanzane. I dolci sono quelli tradizionali siculi, perciò , per distinguersi, un dessert eoliano deve essere un bel gelato di frutta accompagnato da Malvasia delle Lipari.

13.1  COSA GUSTARE

Nel cuore di Lipari rivivono gli odori e i sapori della tradizionale cucina eoliana.

References

[1]
G. Racheli, Eolie di vento e di fuoco, Mursia ed.
[2]
EstatEolie 2000 guida di orientamento alle Eolie, Studio immagine ed.
[3]
Guida della Sicilia
[4]
immagini liberamente tratte dal sito ````www.isoleolie.it

Contents

1  ISOLE EOLIE
    1.1  Cenni storici
    1.2  Informazioni generali
2  LIPARI
    2.1  Cenni storici
    2.2  Informazioni generali
3  VULCANO
    3.1  Cenni storici
4  SALINA
    4.1  Cenni storici
5  STROMBOLI
    5.1  Cenni storici
    5.2  Informazioni generali
6  FILICUDI
    6.1  Cenni storici
7  ALICUDI
    7.1  Cenni storici
8  PANAREA
    8.1  Cenni storici
9  GEOLOGIA DELLE ISOLE EOLIE
    9.1  GEOLOGIA DELL'ISOLA DI LIPARI
    9.2  GEOLOGIA DELL'ISOLA DI VULCANO
10  MANIFESTAZIONI TERMALI
    10.1  FANGHI DI VULCANO
11  ARCHEOLOGIA
12  MUSEO
13  Gastronomia
    13.1  COSA GUSTARE

Index (showing section)

acque termali, 10-0
Alicudi, 7-0
     escursioni via terra, 7-1
Archeologia, 11-0
Arcipelago Eoliano
     manifestazioni termali, 10-0

fanghi, 10-1
Filicudi, 6-0
     cenni storici, 6-1
     escursioni via mare, 6-1

Gastronomia, 13-0
Geologia dell'Isola di Lipari, 9-1
Geologia Isole Eolie, 9-0

ISOLE EOLIE, 1-0
Isole Eolie
     informazioni generali, 1-2, 9-0

Lipari
     cenni storici, 2-1
     escursioni via mare, 2-2
     escursioni via terra, 2-2
     gastronomia, 13-1
     informazioni generali, 2-2
     itinerari subacquei, 2-2
     Punta Castagna, 2-2

Museo, 12-0

Panarea, 8-0
     cenni storici, 8-1
     escursioni via mare, 8-1
     itinerari subacquei, 8-1

Salina, 4-0, 4-1
     trekking, 4-1
Stromboli, 5-0
     cenni storici, 5-1

Vulcano, 3-0, 3-1
     cenni storici, 3-1
     escursioni via terra, 3-1
     Geologia, 9-2


Footnotes:

1Ringrazio per la pazienza Sara

2Ringrazio per la simpatia Donatella

3Ringrazio Simona per il materiale fornito

4Ringrazio le colleghe ed i docenti che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto


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On 11 Jul 2000, 17:12.