Gita a Lucca e Torre del Lago

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La prima è stata la "Bohème". Mi piacque, riuscii a seguire la storia, ero riuscita a seguire anche la musica quasi per l'intera opera, nonostante fossi una bambina di 8 o 9 anni. Fu lì che conobbi Puccini. Sapevo a grandi linee la storia della sua vita, sapevo del suo male, delle sue donne, delle sue opere… ma non avevo mai visto i luoghi dove amava comporre. Poi l'emozione è diventata realtà quando sono entrata nella sua casa a Lucca. Una bella e calda casa toscana, la sala di famiglia, la cucina col grande camino e le pentole di rame attaccate al muro, il suo studio con lo scrittoio dove studiava da ragazzo e poi all'improvviso….il pianoforte Steinway a coda, nero, meraviglioso, con i lumini di cristallo: lì è nata Turandot, che non è stata mai terminata... Infine i suoi appunti: una serie di scritte sofferenti su fogli di bloc notes dove la commozione ti prende un po’ alla sprovvista: "Ore 8.00: 37e 5 ore 8.30 38.

La febbre non la dovrei avere" "…Un po’ di orzo…" "I ricordi mi fanno male, credo che il radio stia facendo effetto.." "Ah l'eucalipto, mio unico sollievo" "Speriamo di non farne un'altra (di operazione n.d.r.) sennò ci resto…"

"Elvira…(la moglie n.d.r.) povera donna… finita". Questa la sua ultima frase. Pensavo di aver visto tanto, poi sono andata a Torre del Lago. E lì ho avuto veramente la percezione della sua musica, lo stato d'animo tranquillo e malinconico del maestro che componeva solo di notte. Certo le cose sono cambiate, con un brivido ho notato la colata di cemento che sostituisce l'acqua davanti a quella portafinestra che lui lasciava sempre traperta, ho notato i "Ristorante BUTTERFLY" o "Fate il giro della palude con il meraviglioso battello PINKERTON"; tutti questi piccoli grandi obbrobri non tolgono nulla, credete, alla consapevolezza della grande ispirazione pucciniana, che da queste acque ,da questa casa, da questo luogo ha incastonato una per una le note delle sue opere. C'è il pianoforte Forster verticale, il ripiano di legno accanto al pianoforte per abbozzare le partiture, gli occhiali, le pasticche di magnesio lasciate lì (nulla è stato toccato),il suo impermeabile, i fucili, le foto e i ritratti, e soprattutto la sua modernità sconvolgente per un uomo nato nel 1858. Poi la parata delle cantanti, la sua ultima fiamma inglese ( in un volutamente anonimo carboncino)…

E ho visto lui: L'ho visto andare a mangiare dai vicini e l'ho visto conversare col sigaro in bocca (o in mano, mai senza!).

Si, mi sono persa nella sua vita e ho respirato profondamente quella stessa aria immutata ,ho vissuto quello spirito di artista che tutti noi sogniamo di avere… e la tristezza di saperlo morto in quella cappella è diventata gioia serena quando ho saputo "quella" cosa: Puccini è sepolto ad una altezza esattamente corrispondente alla altezza corrispondente alla tastiera del suo pianoforte della stanza accanto.

Se amate Puccini, andate a Lucca e a Torre del Lago.

Lo ringrazierete ancora.

G. P.