Le consonanti nella tecnica vocale

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Lo studio della pronuncia è uno degli elementi fondamentali della vocalità. Oggi ci occupiamo di analizzare la natura fisica della formazione muscolare delle consonanti .

In primo luogo abbiamo le occlusive pi –k che hanno bisogno di un particolare lavoro di "snellimento" per farle scorrere il più possibile.

Dopo le spiranti s-sc-f, che sono in certo modo, quelle "più pericolose" per la salute vocale, giacchè disperdono il fiato, impedendo una perfetta chiusura delle corde.

Poi le nasali m-n-gn, cioè le consonanti che aiutano di più all’impostazione "di testa". Possono avere un suono non troppo gradevole se sono poco sostenute, però nel lavoro raramente si ingolano.

Le palatali l-v vanno lavorate con grande cura; generalmente è ottimo accostare alla l la t che fa da complemento alle difficoltà di entrambe.

La d ha bisogno di uno spazio supplementare da dare con l’idea di proiettare in fuori, va bene lavorata insieme alla b.

E per finire le spiranti–occlusive z-j-r, che vanno lavorate insieme alla p che può così bilanciare la tendenza al "soffio".

Ricordate che la buona pronuncia nella Scuola Romana di Canto, era condizione essenziale per una emissione corretta.

La poca articolazione, si può permettere solo in fase di studio, al fine di correggere la cattiva abitudine di spingere con la pronuncia.

E’ importante studiare prima sempre la frase con il "recitar-cantando",per meglio capire la dizione ed il significato, farla quindi nostra in un contesto quotidiano per liberarla da ogni tentazione retorica, quella retorica innaturale che è alla base delle interpretazioni di maniera, nemica costante della vera interpretazione artistica.

La Maestra (R.R)