Tito Schipa

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Da qualche tempo a questa parte, negli scaffali dei negozi di musica specializzati, sono apparse due videocassette molto interessanti, che riproducono due films che Tito Schipa girò verso la fine degli anni '30:"Vivere" del 1937e "Chi è più felice di me" del 1938. Liberiamoci immediatamente delle trame ( se così si possono chiamare),troppo datate e mortalmente stucchevoli per essere degne di nota. In tutti e due i film , Tito Schipa fa la parte di un cantante lirico (ve lo aspettavate vero?) e in "Vivere" ha una figlia che, naturalmente, in appena 72 minuti di pellicola si trasforma da una ragazza che scoppia di salute e che gioca a tennis come Martina Highins (anzi come Lucia Valerio, in fondo siamo negli anni'30) in una malata in fin di vita che languente ascolta dalla radio la voce del padre!!!.

Però, incredibilmente, contro ogni logica di quegli anni ,la ragazza riesce a salvarsi!!!. In "Chi è più felice di me", Schipa riesce, in appena un'ora, a trasformarsi da playboy imbecille in una persona che prende atto delle sue responsabilità verso un figlio segreto che credeva morto!. Come vedete, trame da fazzoletto bianco ricamato inzuppato di "lagrime" con la g, che avranno sicuramente commosso un'ultracenteneria negli anni '30, ma che oggi fanno ridere anche i polli!!!!.

Inoltre Tito Schipa, come attore cinematografico, è decisamente penoso; troppo stereotipati i suoi movimenti , ed il suo timbro chiaro, artefatto dalla pessima riproduzione sonora, rende fastidiosissimi tutti i momenti recitati. Quindi due pellicole destinate solo ai suoi fans, anche a loro però, consiglio vivamente di guardarli con un cuscino e coperte a portata di mano: dormiranno così più comodi. Due film, infine talmente brutti ,che diventano comici loro malgrado e allora, direte voi, perché ne ho parlato? Perché dovremmo comprare queste due pellicole, se sono così noiose?! E' presto detto: Esse sono registrate in presa diretta ed in entrambe, Tito Schipa canta diverse canzoni e romanze d'opera, ecco allora che improvvisamente i film si accendono e diventano, ad intermittenza due autentici capolavori. Ogni persona che ama il canto ed il melodramma, anche solo alla lontana, dovrebbe guardare Schipa cantare, un'emissione esemplare tutta sul fiato ,ed una facilità di espressione davvero miracolosa, insomma un autentico gioiello da ammirare e prendere ad esempio!.

In "Vivere" il pezzo più ben fatto ,è per me ,"Il lamento di Federico" un'interpretazione nostalgica pura: guardate i suoi smorzando, senza nessuno sforzo; Tito Schipa canta con la stessa facilità, con cui noi, comuni mortali, parliamo. Molto libera ed estroversa ,è l'interpretazione dell'aria "Le violette"(da Pirro e Demetrio),un modo un po’ strano di avvicinarsi al canto antico(almeno per i canoni odierni),ma siamo sicuri che abbia lui torto e noi ragione?. Il finale della "Lucia" è bello quanto basta. In "Chi è più felice di me", il pezzo di maggior peso presentato è: "Come un bel dì di maggio", eseguito in modo a dir poco stupefacente! Quello che mi chiedo è come faccia Schipa quando canta ad essere misurato e moderno e quando recita ad essere così manierato e prolisso!: Come vedete quindi due film, sciocchi fino alla nausea, ma anche due capolavori di canto; pellicole che alternano manierismi e momenti di genio, grandi dormite di noi spettatori ma anche grande commozione, filmati che sono uno spaccato di un'epoca operistica ormai del tutto scomparsa, e che nonostante tutti i suoi difetti, non finisce mai di affascinare, di stupire, di far discutere e commuovere, ecco perché sono tracce così importanti. Si dovrà per concludere dare nota a quant'altro è in video in commercio attualmente del tenore, poco a dire il vero: Il nostro appare in due documentari sul canto in generale: "La Scala" e "Golden voices of the century" (dal prezzo di 60.000 circa).Nel primo documentario egli canta la serenata "Se il mio nome", nel secondo esegue "M'apparì" dalla Martha, entrambi i pezzi registrati in presa diretta nel 1929 e dal suono ottimo. Detto questo, non mi resta altro che salutarvi, dandovi appuntamento alle prossime chicche dell'opera.

A. L.

P.S. "Golden voices of the century" è un documentario molto pregevole e dal costo contenuto (50.000 circa),nel quale si fa una rapida sintesi del canto dai tempi di Caruso in poi, si possono vedere delle autentiche rarità, del tutto insperate: Luisa Tetrazzini che canta su un disco di Caruso, la Ponselle nella Carmen.