Il disegno "per spazi negativi"

 

 Quando dieci anni fa, in un corso base di disegno, scoprii questo nuovo modo di percepire la realtà che ci circonda, mi si aprì tutto un mondo completamente inesplorato di cose “mai viste” e scoprii anche, che non sapevo fare quello che avevo sempre fatto o creduto di saper fare bene: disegnare.

Oltre a questo, ho capito e visto con i miei occhi, che “chiunque”,  assolutamente chiunque, sia disposto a “dare spazio” alla sua parte creativa e a porsi di fronte ad un foglio vuoto con la mente “di un bambino” può imparare a disegnare.

Non diventare un De Chirico o un Michelangelo, per quello ci vuole una “scintilla” in più, ma un discreto disegnatore, si.

Prima di arrivare a “relegare” la parte razionale di noi, quella parte che con tanto “zelo” i nostri insegnanti, genitori e quant’altri, si sono fatti carico di far emergere a scapito della creatività, ci e’ voluto un po’……per molti e’ più difficile che per altri, ma alla fine……la soddisfazione e’ grandissima.

Il disegno per spazi negativi , più che una tecnica, e' un modo di percepire la realtà che coinvolge l'emisfero destro del cervello (la  nostra parte creativa) a scapito della parte sinistra (la parte razionale).

Si tratta infatti di disegnare, non l'oggetto che  vediamo, ma lo spazio "senza forma razionale" che la circonda.

In questo modo disegneremo, per esempio, la nostra mano con molti piu' particolari di come ce la farebbe vedere la parte sinistra del cervello che, riconoscendola come un oggetto "gia' noto", non ci permette di disegnarla liberi da schemi predefiniti.

Questo modo di disegnare e' molto diffuso nei bambini, prima che gli schemi mentali, che purtroppo gli vengono inculcati anche da noi adulti,  facciano scomparire questa capacità di vedere la realtà: per loro "il dentro e il fuori" e' come un tutt'uno.

L'esempio più calzante di uno spazio negativo (senz'altro ricordiamo tutti  i cartoni di Silvestro e Titti o Paperino) e' l'impronta che lascia Gatto Silvestro quando fugge e sbatte contro una porta chiusa passando dall'altra parte.

 Quello che rimane della porta e' lo spazio negativo e il bordo della forma e' sia il bordo dello spazio negativo ma e' anche il bordo della forma positiva di Silvestro (da:  "Disegnare con la parte destra del cervello" di Betty Edwards)

 Mi rendo conto che spiegare tutte le tappe per arrivare a questo modo di disegnare sarebbe veramente troppo arduo e soprattutto troppo lungo, quindi per chi volesse approfondire questo argomento e far riaffiorare quella capacità che, anche se non allo stesso modo, abbiamo tutti di disegnare, c'e' un libro bellissimo  che insieme alla mia bravissima insegnante e' stata la mia guida,

  "Disegnare con la parte destra del cervello" di Betty Edwards

(editore Longanesi).

 

 

 

 HOME