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 Sagra delle "regne"

 a cura di Mario Rizzi  

     Minturno, con la sua costellazione di casa abbarbicate su un colle ameno e poste a terrazze sul glauco mar Tirreno, è un'amena località laziale dove nella seconda domenica di luglio si svolge la tradizionale e famosa sagra delle regne. La città medievale vive innanzi tutto d'estate, ed a luglio anche le tradizioni locali trovano, non a caso, il culmine quando sulla terrazza di Portanova si ripete il magico rito del ringraziamento alla Vergine delle Grazie, in segno propiziatorio per il raccolto del grano.

    La  Sagra delle Regne è una tradizione antichissima che ha mutuato le sue origini da antichi riti pagani  che si svolgevano non soltanto nella civiltà romana, ma presso tutti i popoli agricoli, i quali offrivano alle Divinità le primizie naturali della terra. Nell'antica Roma diverse erano le feste agrarie: le "Forticida" (15 aprile) in onore di Tellure; le "Cerealia" (19 aprile) in onore di Cerere; di "Parilia"  (21 aprile) in onore di Pale; le "Floralia" (28 aprile) in onore di Flora; la "Consualia" (21 agosto) in onore di Conso; le "Opiconsivia (25 agosto) in onore di Opi.  A tutte queste divinità venivano offerte le primizie vegetali ed animali. Anche  alla "Ninfa Marica" (Silva Marica), dea della vegetazione e dei boschi di Minturnae, venivano donate le primizie vegetali e quelle dei campi coltivati.

    Nell'attuale "Festa delle Regne" troviamo tracce del rito antico anche se per opera del Cristianesimo queste sagre hanno assunto forme più vivaci, più ricche e moderne.

    Il termine "Regne" proviene dal latino "Gremia" (fasci di spighe, covoni di grano, mazzetti di sarmenti), Nell'antica Roma si aveva il "Florifertum"" (l'offerta di spighe in fiore fatta nel sacrario, nella reggia e nelle abitazioni, cioè nel larario. Le "Regne", dunque, suggeriscono l'idea di sacri covoni di grano offerti alle divinità.

    Oggi le "Regne"  si offrono alla Madonna delle Grazie, per riconoscere, innanzi tutto, Dio come autore di un'annata abbondante e, in secondo luogo, per ringraziarLo dei Suoi doni attraverso il patrocinio della Madonna.

    La prima traccia della "Sagra delle Regne" risale al 1801. La festa s'interruppe nel 1942, durante il secondo conflitto mondiale, e fu ripristinata nel 1954 da alcuni volenterosi della Pro-Loco minturnese.

    Nel giorno 'clou' della festa si svolge la concelebrazione della  Messa col vescovo ed i preti di Minturno. Nel pomeriggio si snoda, per le vie del paese, la processione con la statua della Madonna delle Grazie e quella di San Francesco portati a spalla per le vie del centro storico. Dopo il ritiro  in chiesa della processione inizia la sfilata dei carri,  colmi di "Regne", trainati da bianchi buoi provenienti dalle varie contrade, che tendono a dare, alla "Sagra delle Regne", il senso sfarzoso e multicolore di come questa festa sia profondamente legata alla  civiltà ed alla storia di una delle città più antiche d'Italia: "Minturnae". Durante la sfilata c'è l'agonismo dei capi carresi, che gareggiano non soltanto per la gloria personale, ma per la soddisfazione della 'Patria Contrada' e il tifo dei rioni. Una città divisa in giocose fazioni, fanatiche sino all'isterismo, per il proprio 'Comune nel Comune', per la loro vita comunitaria, per se stessi.

    Molta attesa è anche la "vigliatura tello ranu" spettacolo superbo in cui  "gli mitituri" battono il grano con un correggiato, offrendo alla Vergine delle Grazie, ed agli astanti, chicchi di grano.

    Segue  la premiazione dei  carresi, l'esibizione, sul palco, dei gruppi folklorici minturnesi, italiani e stranieri.

    A notte inoltrata l'incendio  del castello baronale darà un senso di liberazione a questa vecchia acropoli svincolandola dal pesante fardello della sua storia millenaria; ma la storia è scritta nelle pietre del castello, nei basoli di corso Rotelli, piazza Mercato e dei vicoli. La storia è nelle mura delle chiese, è nell'antica "Minturnae" e quando dico storia intendo tradizione, fede, folklore, dialetto, poesia, arte, teatro, leggende popolari, delirio di folla per una città che nella storia ha la sua vita; che nel folklore ritrova i genuini valori di una civiltà troppo consumistica ed arrivista, che ha dimenticato il semplice, il puro e la fede.

    Dopo l'incendio del castello la folla felice e paga si riversa lentamente verso la piana dove sulla riva, che ha visto nel 1552 approdare il feroce corsaro Dragut, il tempo ha fatto nascere stabilimenti balneari,  modernamente attrezzati. E mentre nell'aria si perderanno, come per magia, le ultime note dei canti e degli stornelli, eseguiti dai gruppi folklorici delle "Pacchiane", il popolo si ripromette di ritornare il prossimo anno.                                                                                                            

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Mario RIZZI via Monte Ducale, 20
04026-MINTURNO (LT)
Tel: +39 (0) 771-65348 

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Sito redatto ed a cura di Miniello Gianpaolo

Ultimo aggiornamento: 03/11/01