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Società Italiana di Medicina di Pronto Soccorso - Sezione Sarda

4° congresso regionale: IL PRONTO SOCCORSO IN SARDEGNA
"Realtà Operativa del Sistema di Emergenza sanitaria"
Aula dei Congressi Ospedale San Michele 6-7 ottobre 1995

Attività di un' Associazione di Volontari del Soccorso: esperienze di un triennio


Nieddu V.°, Massidda V.°, Golino P.*, Castello E.°

° Associazione Volontari del Soccorso " Croce Azzurra ", Cagliari
* USL 21- Servizio di Assistenza Medica Urgente, Cagliari

Introduzione

I Volontari del Soccorso (VdS) rappresentano numericamente nella nostra regione la più importante realtà di emergenza extraospedaliera.
Le Associazioni presenti nella provincia di Cagliari sono 54, per un totale di circa 120 ambulanze e 6.000 soci attivi.
Nel 1984 è stato stipulato un protocollo d' intesa con la Prefettura di Cagliari affinché dalle h. 22 alle h. 6 vi sia almeno un'ambulanza in servizio attivo per l'area metropolitana.
Dal 1990 la maggior parte delle Associazioni è coordinata negli interventi dalla Sala Radio della Protezione Civile della Provincia di Cagliari , e la disponibilità di almeno un' ambulanza sul territorio è stata estesa alle 24 h. tramite una sorta di autoregolamentazione delle Associazioni di Volontariato.
Con questo lavoro intendiamo dimostrare quale sia l' impegno che ciò comporta, analizzando la quantità e la qualità degli interventi svolti nel triennio 1992-1994 da un' Associazione di VdS che opera essenzialmente nell'area urbana.
L' Associazione che prenderemo in esame utilizza 4 ambulanze ed è composta da circa 150 soci attivi, fra cui una decina di medici che prestano la loro opera volontariamente ma saltuariamente.
All' interno della Associazione vengono svolti almeno annualmente corsi di formazione ed aggiornamento per i diversi ruoli (soccorritore di 1° e 2° livello, autista, operatore di sala radio)(1).

Materiali e metodi

Sono stati raccolti in maniera prospettica i dati relativi al triennio '92-'94, tramite schede standardizzate, in parte descrittive ed in parte a risposte fisse, compilate alla fine di ogni intervento dal soccorritore e/o dal medico, quando questi era presente.
E' stato considerato il numero totale di richieste urgenti e si è analizzata poi la percentuale di urgenze effettive (UR), di non-urgenze (NUR) e di non-interventi (NI-situazioni in cui il pz. non necessitava di trasporto in ambulanza, non veniva reperito o era già stato trasportato da altro mezzo , false chiamate).
Sono state inoltre esaminate le tipologie d' intervento per diagnosi presunta, oltre ai BLS praticati e al numero di decessi.

Risultati e discussione

Il primo dato degno di rilievo è l' incremento notevole delle richieste nel triennio in esame (Tab. 1). Si passa infatti dalle 971 del '92 alle 1664 del '94, con un incremento percentuale del 70%.


ANNO           RICHIESTE           NI

1992             971            117 (12%)
1993            1138            313 (27%)
1994            1664            519 (31%)


Il motivo di questa aumentata richiesta si può ricercare sia in una maggiore consapevolezza dell' utente sulle possibilità di reperimento di un mezzo di soccorso, sia nella maggior disponibilità in ore di servizio dell' Associazione in analisi, in particolare nelle fasce orarie in cui il bacino d' utenza risultava essere maggiormente scoperto.
Con l' aumento delle richieste si è avuto un contemporaneo incremento percentuale dei NI, determinato essenzialmente da :
1) Utenza culturalmente non preparata sulla necessità di allertamento di un mezzo di soccorso
2) Mancanza di figure istituzionalmente preposte ad effettuare una raccolta dati tecnicamente idonea, con supporti cartacei ed informatici adeguati (2)
3) Mancanza quasi assoluta di medical management.
Se si pensa che le NUR rappresentano poi circa il 30% degli interventi espletati, la percentuale di "overtriage" arriva al 54%, percentuale ben lontana da quelle realtà dove già opera il Dipartimento d' Emergenza (Tab. 2)(3).


ANNO          INTERVENTI          UR            NUR
              TERMINATI

1992            854               /               / 
1993            825            587 (71%)     238 (29%)
1994           1145            762 (67%)     383 (33%)


Passando ad esaminare le tipologie d' intervento, i dati mostrano una sostanziale costanza delle percentuali, se si esclude la categoria delle tossicodipendenze, costituite per la maggior parte da intossicazioni da oppiacei, "buchi sporchi" e crisi d' astinenza (Tab 3). Ciò potrebbe dipendere da variazioni nel mercato e nella distribuzione delle sostanze stupefacenti.


tipologia               1992       1993       1994    
       
TRAUMATOLOGICO          23.8%      25.0%      25.4%
N. D. D.                19.7%      18.5%      18.1%
CARDIOLOGICO            18.3%      18.1%      16.5%
TOSSICODIPENDENZA        9.0%       5.4%      11.4%
PSICHIATRICO             7.4%       7.8%       5.3%
CHIRURGICO               6.0%       6.2%       5.2%
BRONCOPOLMONARE          5.4%       5.3%       4.8%
NEUROLOGICO              4.9%       5.0%       5.0%
GASTROENETEROLOGICO      2.3%       3.9%       3.9%
ONCOLOGICO               2.1%       3.6%       2.5%
METABOLICO               0.9%       0.7%       1.0%
GINECOLOGICO             0.2%       0.5%       0.8%  


Le patologie più rappresentate sono sicuramente i traumi, per lo più della strada, in accordo con quanto riportato dalla maggior parte degli Autori.
In linea di massima riteniamo che i supporti tecnici delle ambulanze ( KED, collari cervicali, materasso a depressione, steccobende) siano adeguati al genere di intervento, mentre si potrebbe sicuramente organizzare un maggior numero di corsi di formazione specifica sui traumi, assolutamente carenti nella nostra regione.
La seconda voce riguarda gli interventi di "non determinata diagnosi", ovvero quelle situazioni in cui non è stato possibile formulare alcun sospetto diagnostico, per quanto approssimativo ; essi rappresentano circa il 20% del totale. Ciò è lo specchio fedele della scarsa medicalizzazione degli interventi, e potrebbe essere considerata come variabile di confronto se e quando verranno applicate in Sardegna le direttive sul Dipartimento d' Emergenza.
Le patologie cardiologiche rappresentano anch' esse quasi il 20% del totale.
Dal '93 al '94 vi è stato un incremento dei BLS eseguiti, che rappresentano circa il 4% degli interventi portati a termine, percentuale non certo trascurabile che pone l' accento, se ancora ce ne fosse bisogno, sulla necessità di un medico con formazione specifica in ambulanza.
Le ambulanze che operano nella provincia di Cagliari sono comunque quasi tutte sprovviste di monitor ECG, pulsiossimetro e defibrillatore, cosicché non sarebbe comunque possibile praticare un adeguato ALS (4).
Gli exitus rappresentano circa l' 1,2% del totale.
Un capitolo a sé merita il rapporto esistente fra VdS e Pronto Soccorso.
La durata media di un intervento è di 45 minuti, in parte influenzata dall' attesa nei Presidi Ospedalieri.
Ciò comporta una indisponibilità del mezzo di soccorso, fatto rilevante quando si effettuano turnazioni come unica ambulanza sul territorio.
A ciò si devono aggiungere le incomprensioni che spesso si creano fra soccorritori e personale medico e infermieristico, forse perché troppo spesso ci si dimentica del fine comune per cui si lavora(5).

Conclusioni

I dati esposti evidenziano in primis la necessità di protocolli d' intervento standardizzati, affinché le risorse umane e tecniche dei VdS, non certo trascurabili, possano essere utilizzate appieno per il raggiungimento di uno standard di qualità adeguato.
Sarà inoltre indispensabile, onde evitare l' overtriage, la presenza di un filtro medico nonché di mezzi di soccorso medicalizzati per l' ottimizzazione degli interventi.
Per ottenere tutto ciò bisogna prima di tutto acquisire, utenti e operatori, una "cultura dell' emergenza " che nella nostra realtà appare ancora scarsa e improvvisata.


Bibliografia

1) Baratelli M.et al.: "Corsi di formazione dei Volontari del Soccorso"
Atti congresso CFTS 6 Emergenza Sanitaria, 1995; 206-9

2) D.M. Sanità 15-5-1992: "Criteri e requisiti per la codificazione degli interventi di emergenza"
G.U. n° 76 del 31-3-92

3) Barioglio M. et al.: "Caratteristiche dei metodi di stima della gravità dell' intervento"
Atti congresso CFTS 6 Emergenza Sanitaria, 1995; 241

4) Laconi R. et al.: "L' Arresto Cardiaco in Pronto Soccorso: studio clinico ed epidemiologico relativo ad un quinquennio"
Atti 1° Congresso Nazionale FIUMPS: 1994; 509-13

5) Braida: "Le Centrali Operativa dell' emergenza sanitaria" ; pg. 32