Delitto di Cogne
La mamma rivede per la prima volta il suo Samuele, colta da malore

(cronacaonline) - AOSTA, 8 febb 2002 - Dopo essere entrata nell'obitorio di Aosta la mamma di Samuele, Anna Maria Franzoni, è stata colta da malore.

La donna è stata subito caricata su un'ambulanza del 118 e, scortata da un'auto dei carabinieri, è stata trasportata all'ospedale di Aosta. Con lei in ambulanza c'è anche il marito Stefano Lorenzi.

Un grido di dolore e uno scoppio, improvviso, di singhiozzi: così la mamma del piccolo Samuele ha reagito alla vista del figlio straziato. È arrivata, accompagnata dal marito, a bordo di un' auto, all' obitorio del cimitero di Aosta.

«No, no, no, Samuele è mio». E ancora: «perchè, perchè...». Disperata mamma Anna Maria, non ha pace alla vista di quel corpicino senza vita. È vestita come sempre, in modo semplice, da quando la tragedia è piombata nella sua famiglia e si è portata via il suo bambino.

Pantaloni neri, giaccone, con un mazzo di fiori bianchi in mano, Anna Maria Franzoni, alterna momenti di silenzio a lunghi singhiozzi. «Samuele non andare via» dice al figlioletto, come se potesse ascoltarla, come se quelle parole, magicamente, riuscissero improvvisamente a restituirglielo. «Non andare via - gli dice - resta qui con me».

Intanto sono comparsi anche ad Aosta i cartelli che annunciano i funerali di Samuele fisati per domani, alle 14, a Cogne. La gente vi sosta davanti, legge, mormora, e riprende la propria strada. Molti raggiungono il cimitero della città dove la salma di Samuele è chiusa nella camera autoptica e lasciano un dono o un fiore.

Pantaloncini lunghi beige, una maglietta e un giubbotto in pile rosso sono gli abiti scelti da mamma Anna Maria e papà Stefano per l'ultimo viaggio del piccolo Samuele Lorenzi che domani sarà sepolto nel cimitero di Cogne, dopo i funerali. La mano pietosa di un addetto alle pompe funebri ha aggiunto accanto al corpicino martoriato un piccolo giocattolo.

La salma è stata composta questa mattina nella piccola bara bianca che si trova nell'obitorio del cimitero di Aosta, dove è proseguito il mesto pellegrinaggio di persone che hanno portato piccoli omaggi floreali, giochi e peluches.

Gli abiti per le esequie sono stati dati dai genitori a due carabinieri che li hanno poi consegnati al personale dell' agenzia di pompe funebri. Chi ha vestito per l'ultima volta Samuele gli ha messo accanto un giocattolino. La bara è stata richiusa ma comunque rimane a disposizione dei familiari nella cella frigorifera dell'obitorio di Aosta.

Samuele ha la testa bendata per coprire le ferite provocate da quei brutali, quanto violenti 17 colpi che mercoledì 30 gennaio lo hanno ucciso. Nel frattempo, nell' atrio dell' obitorio di Aosta continuano a giungere persone che portano un fiore, un messaggio o giocattoli. È il segno della commozione, dello sconcerto e della pietà che questa drammatica vicenda ha suscitato nell' opinione pubblica. Un bambino ha posato sul tavolo una piccola scavatrice nuova, ancora nella confezione con un bigliettino con scritto: «Per Samuele».


Delitto di Cogne

Il super psicologo a caccia dell'assassino di Samuele

COGNE, 7 FEBBRAIO 2002 - Il sostituto procuratore di Aosta, Stefania Cugge, e il professor Massimo Picozzi sono entrati alle 11,49 nella villetta di Montroz. Picozzi, considerato il massimo esperto in Italia del 'criminal profiling', è responsabile della sezione di psicologia investigativa e psicopatologie delle condotte criminali dell'Università di Parma. Dovrà stilare - mediante l'analisi della scena del delitto e studi clinici - il profilo psicologico e comportamentale dell'assassino del piccolo Samuele. Si è occupato degli ultimi più clamorosi casi che hanno coinvolto minorenni, ma non solo: la vicenda di Novi Ligure, ma anche le perizie sulle tre ragazze che hanno ucciso a Chiavenna suor Maria Laura Mainetti, sul giovane che a Sesto San Giovanni ha ucciso a scuola la fidanzata, sui due ragazzi accusati di avere assassinato una prostituta, sul ragazzo che a Mariano Comense uccise un bambino albanese. Ha partecipato inoltre alle indagini sul serial killer di Padova Michele Profeta, sul giovane di Busto Arsizio, accusato anche lui di essere un serial killer, ma di viados, sull'omicidio della ragazza di Viterbo.

Il sindaco di Cogne, Osvaldo Ruffier, ha proclamato il lutto cittadino per sabato, il giorno in cui alle 14 si svolgeranno i funerali del piccolo Samuele, ucciso mercoled' 30 genneaio. Alle 13,30 la salma arriverà nella piazza del Municipio di Cogne. Nella notte tra venerdì e sabato ci sarà una veglia funebre nella chiesetta di Sant'Orso. La famiglia Lorenzi ha chiesto di non portare fiori, ma di fare offerte alla Casa della Speranza delle Suore di San Giuseppe, dove vengono assistiti i bambini da zero a tre anni. Da domani a mezzogiorno la salma di Samuele sarà composta nella camera mortuaria del cimitero di Aosta

COGNE Al cimitero biglietti in segno di affetto

AOSTA, 7 FEBBRAIO 2002 - «Samuele non avere paura che sei in braccio al Signore». Il biglietto, scritto in stampatello, a grandi caratteri, è vergato dalla mano di un bambino. La gente di Aosta non ha dimenticato il piccolo Samuele Lorenzi.

Oggi, nella camera mortuaria del cimitero, sono arrivati tanti fiori, alcuni peluches, un orsacchiotto marrone e un piccolo dalmata, due trenini. Sono appoggiati su una panca di legno, nella stanza, dalla quale si accede alla cella frigorifera dove è ancora conservato il corpo di Samuele. Un altro biglietto è arrivato da Firenze con un mazzo di rose bianche. È rivolto alla famiglia Lorenzi e dice: «Vi siamo vicini. Samuele resterai sempre nel nostro cuore».
Una giovane donna di Aosta porta un altro orsacchiotto vestito da angioletto. Lo accompagna un breve scritto: «Alla tua giovane vita è stata privata la possibilità di conoscere anche le belle cose. Mi auguro che lassù, fra gli angeli, tu possa aver raggiunto serenità, felicità e l'amore per coloro che te lo hanno negato. Una mamma».

È il segno della partecipazione e della pietà di fronte a un delitto efferato che ha lasciato attonita non solo la comunità valdostana, ma anche tutto il Paese. Qualcuno si ferma a dire una preghiera, qualcuno chiede ai custodi se ci sono novità sull'omicidio. I genitori, chiusi nel loro dolore, non si sono visti, forse temono l'incontro con i giornalisti e i fotoreporter. Ieri, dopo il colloquio in Procura, sono tornati subito nel residence «Le cascate» di Lillaz, dove la famiglia vive dal giorno del delitto. Intorno a mezzogiorno, questa mattina, arriva il nonno, Mario Lorenzi: chiede informazioni al custode, poi si allontana.


Il giallo di Cogne

Caccia al killer di Samuele
Il Ris nella casa del delitto
Ancora interrogati i genitori

(cronacaonline) - AOSTA, 6 febbraio 2002 - Alle 13,10 Stefano Lorenzi e Anna Maria Franzoni, genitori del bimbo ucciso a Cogne, sono entrati in Procura di Aosta, nell'ufficio del sostituto procuratore Stefania Cugge. Dopo pochi minuti l'uomo è uscito, mentre la donna è rimasta da sola nell'ufficio del pm.

Il procuratore capo di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo, ha precisato che Anna Maria Franzoni, mamma di Samuele, è stata sentita "come persona informata sui fatti".

Intanto stamane sette uomini del Reparto investigativo scientifico di Parma - tra cui il tenente colonnello Luciano Garofano - sono entrati nella villetta della famiglia Lorenzi, in località Montroz di Cogne.


Con loro c' erano anche l' anatomopatologo Carlo Torre e il biologo Carlo Robino nominati consulenti dalla famiglia Lorenzi (come "parte offesa"). Prima di entrare tutti hanno indossato stivali di plastica bianchi. Gli uomini del Ris avevano con sè anche alcune valigette per montare un piccolo "laboratorio" mobile che serve per svolgere subito alcune analisi; altri reperti, invece, saranno prelevati e portati a Parma. Viste le avverse condizioni meteorologiche è probabile che i Ris si fermino a Cogne almeno 2-3 giorni.

Nel frattempo i carabinieri stanno continuando a raccogliere le testimonianze della gente del posto e degli amici della famiglia Lorenzi. I "colloqui" si svolgono nella caserma di Cogne e in altre caserme dell' alta Valle. Tutti sono sentiti come "persone informate sui fatti". Dalla notte scorsa, inoltre, nevica a Cogne, paese ancora sotto shock per la morte del piccolo Samuele. La precipitazione non è intensa ma costante. Finora sono caduti circa 25 centimetri di neve che hanno imbiancato il paesaggio. La strada regionale che porta a Cogne è percorribile ma solo con catene o pneumatici speciali.

L'avvocato Carlo Federico Grosso ha smentito le voci, circolate ad Aosta, relative a un suo imminente arrivo in Procura. Grosso ha confermato che ha intenzione di rientrare da Roma a Torino, ma per altre ragioni.
A proposito del colloquio in corso tra la madre del piccolo Samuele e il sostituto procuratore di Aosta, Stefania Cugge, l'avvocato ha osservato: "Anna Maria Franzoni viene ascoltata per relazionare sui fatti".

E poco dopo le 15,30 Anna Maria Franzoni ha lasciato la Procura di Aosta con il marito, Stefano Lorenzi, a bordo di un'auto dei carabinieri. È stata sentita per oltre due ore e mezza dal sostituto procuratore di Aosta, Stefania Cugge

"La posizione della signora Franzoni non è cambiata. È stata sentita come persona informata sui fatti". Lo ha dichiarato il sostituto procuratore di Aosta, Stefania Cugge, dopo aver sentito per due ore e mezzo la mamma del piccolo Samuele.

"Nell'inchiesta - ha detto - nulla è cambiato. Le indagini proseguono a tutto campo. Il marito non è stato sentito e comunque è una persona informata sui fatti. Si tratta di verbali di sommaria informazione". Per quanto riguarda il sopralluogo del Ris, in corso nella villetta di Cogne, Cugge ha detto: "non posso dare alcuna informazione in merito perchè tutto è coperto da segreto".

Ai giornalisti il sostituto procuratore ha ripetuto: "ho voluto solo chiarire con voi che la posizione della signora Lorenzi non è assolutamente cambiata. Non ci sono stati interrogatori, ma sono state ascoltate persone informate sui fatti".

"Continueremo a fare gli atti - ha concluso Stefania Cugge - che in ogni indagine vengono fatti. Gli accertamenti del Ris proseguiranno".


Delitto di Cogne

"La porta della casa era aperta, chiunque poteva entrare e uccidere"

(cronacaonline) - 5 febbraio 2002 - Il perito della procura, professor Francesco Viglino, ha effettuato oggi un nuovo breve esame, il terzo, sulla salma del piccolo Samuele. Viglino è rimasto poco meno di una decina di minuti nella cella frigorifera dell'obitorio del cimitero di Aosta. Sono stati quindi nuovamente riposti i sigilli dell'autorità giudiziaria sulla piccola bara bianca e all' ingresso della cella.

LA PORTA ERA APERTA La porta della villetta di Cogne era chiusa, ma non a chiave. È quanto risulta agli inquirenti che indagano sulla morte del bimbo di tre anni, Samuele Lorenzi, ucciso mercoledì mattina. Chiunque, quindi, sarebbe potuto entrare e dileguarsi mentre la madre era uscita di casa per portare l' altro figlio Davide allo scuolabus.

«Mi dispiace che qualcuno abbia potuto pensare che noi inseguiamo un'ipotesi di vendetta, anche perchè non abbiamo nessun elemento». È quanto ha detto il procuratore capo di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo, in un'intervista per «Verissimo», che sarà messa in onda nel pomeriggio di oggi da Canale 5, a proposito delle indagini sulla morte del piccolo Samuele Lorenzi. Il magistrato ha aggiunto che, se si tratta di vendetta, «sarebbe di un folle; non è una vendetta secondo i canoni tradizionali».

LEINDAGINI Sull'andamento dell' inchiesta e sulle voci di possibili sospettati, la dottoressa Bonaudo Del Savio ha commentato: «Non possiamo metterci ad evidenziare eventuali sospetti e nemmeno a rivelare il contenuto delle indagini che stiamo svolgendo». Poi ha precisato: «Non mi risulta che la mamma abbia spostato il bambino» dopo averlo visto ferito mortalmente nel letto. Circa, poi, il fatto che un estraneo sia entrato nell' abitazione e che qualcosa abbia scatenato in lui la furia omicida, il magistrato si è limitato a dire: «Anche questa è un' ipotesi».

La dottoressa Maria del Savio Bonaudo ha quindi ribadito: «Gli esami del Ris sono appena iniziati e devono proseguire». I carabinieri del Reparto di investigazioni scientifiche «dovrebbero tornare domani sul luogo del delitto e lavorare due giorni. Poi elaboreranno i dati in laboratorio. L' accertamento tecnico - ha concluso - è tutto in corso».

Quando l 'elicottero del 118 di Aosta è giunto alla villetta di Cogne il piccolo Samuele Lorenzi respirava ancora, non avendo subito traumi ad apparati vitali come cuore e polmoni. Lo ha precisato Carlo Vettorato, responsabile del 118 per la Valle d' Aosta. L' elicottero è stato inviato a Cogne, da Aosta, dopo la telefonata delle madre delle 8,28 di mercoledì mattina: «Mio figlio vomita sangue». Per raggiungere la località Montroz l' equipe medica ha impiegato circa 15 minuti.

«Sul posto è intervenuto il dottor Iannizzi - ha spiegato Vettorato - che ha prestato le prime cure al piccolo. Da quanto ci ha riferito il cuore di Samuele batteva ancora». I battiti si sono fermati durante il trasporto all' ospedale. Secondo i carabinieri, il decesso si sarebbe verificato dopo che Samuele, giunto all' aeroporto di Aosta, è stato caricato sull' ambulanza. Il tragitto Cogne-aeroporto dovrebbe essere durato 6-7 minuti.

Sull'ora del ferimento del bimbo si è concentrata l' attenzione degli inquirenti, perchè è assai utile per capire che cosa sia successo nella villetta della frazione Montroz dove mercoledì mattina, oltre alla vittima, c' erano la madre Anna Maria Franzoni e il fratellino Davide, di 7 anni. La donna ha raccontato di essere uscita tra le 8,15 e le 8,16 per portare Davive allo scuolabus, che si ferma a circa 150-200 metri dalla casa, e di essere rientrata immediatamente dopo nella villetta, dove aveva lasciato solo il figlio di tre anni. Erano trascorsi da un minimo di sei a un massimo di otto minuti e il bimbo, sempre secondo il racconto di Anna Maria Franzoni, era nel frattempo stato ferito mortalmente con 17 fendenti, inferti da un corpo contudente acuminato non ancora ritrovato.

I periti - Francesco Viglino (incaricato dalla procura) e Carlo Torre e Carlo Robino (per la famiglia Lorenzi) - concordano sul fatto che il bimbo sia potuto sopravvivere solo pochi minuti a causa delle due profonde ferite, con fuoriuscita di materia cerebrale, riportate sulla fronte. Stamane nella caserma dei carabinieri di Cogne sono ripresi gli interrogatori di amici, conoscenti della famiglia Lorenzi e di altri abitanti di Cogne.


Delitto di Cogne

"Un adulto uccise Samuele,
colpito a morte 17 volte"

(cronacaonline) – AOSTA, 4 febbraio 2002 - Samuele Lorenzi è stato ucciso con 17 colpi inferti con «forza adulta». A rivelarlo è stato il procuratore capo di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo, al termine dell'incontro, durato circa un'ora, con il perito, Francesco Viglino, che oggi, affiancato da Carlo Torre e Carlo Robino, periti di parte, ha effettuato la seconda perizia definita «la vera autopsia». Il magistrato ha annunciato i funerali del piccolo quasi certamente per domani, senza dire se avverranno al mattino o al pomeriggio.

Ad eseguirla sono stati i professori Francesco Viglino, perito della Procura, Carlo Torre e Carlo Robino, esperto di genetica, incaricati dalla famiglia.

L'autopsia è terminata alle 14. I periti, uscendo dall'ospedale di Aosta, non hanno rilasciato dichiarazioni: «Mi sto recando in Procura per riferire al sostituto procuratore», si è limitato a dire Francesco Viglino.

Entrando nell' ufficio del procuratore di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo, Viglino ha detto, a proposito dell' autopsia: «È stata faticosa, ma non complicata» e ha aggiunto, rispondendo alle domande dei giornalisti, che si è trattato di una perizia «abbastanza semplice». «Eventuali altri particolari - ha aggiunto - ve li dirà il procuratore». Nell' ufficio del procuratore vi è anche il pm Stefania Cugge.

Secondo quanto si apprende, gli inquirenti intendono stabilire l' ora del primo ferimento. Non si esclude, infatti, che il bimbo sia stato colpito in due momenti differenti. È, al momento, soltanto un' ipotesi, ma che merita una risposta per far luce sulla tragedia che ha strappato alla vita un bambino di tre anni. Intanto riprendono oggi le ricerche dell' arma che ha ucciso il piccolo. Questa volta sarà perlustrata una zona ben più vasta di quella finora presa in esame, attorno alla villetta della famiglia Lorenzi. Sono state aumentate anche le forze messe in campo. Sarà impegnata una ventina di carabinieri del Battaglione Piemonte di Moncalieri (Torino) giunti apposta a Cogne. Importante per fare luce sull' orribile omicidio sarà pure la relazione dei carabinieri del Reparto Investigativo Speciale (Ris) di Parma, che giungerà in Valle d' Aosta martedì o mercoledì.

Smentite seccamente dagli inquirenti questa mattina ipotesi giornalistiche su riti satanici e messe nere. Riprese di buon ora le ricerche dell'arma del delitto nella villetta del massacro di Cogne. Minivertice in Procura. A sei giorni dalla morte del bambino trovato mercoledì scorso dalla madre Annamaria Franzoni nel letto matrimoniale dell'abitazione, in un lago di sangue, il cranio fracassato da violenti colpi inferti con un corpo contundente, dell'arma del delitto e del movente nessuna traccia. Gli inquirenti proseguono le indagini su varie piste. Questa mattina i carabinieri hanno ripreso le ricerche dell'arma con metal detector e l'ausilio di cani. L'inchiesta prosegue nel massimo segreto

ll sostituto procuratore Stefania Cugge, il colonnello dei carabinieri Giuseppe Torre e il maggiore Filippo Fruttini, comandante e vice comandante del Gruppo di Aosta, non lasciano trapelare indiscrezioni sugli interrogatori dei coniugi Lorenzi, dei vicini della villetta dove si è consumato l'omicidio e di altre persone. I genitori della piccola vittima, Stefano Lorenzi, 34 anni, Annamaria, 31 anni, e l'altro figlio di 7 anni restano nell'appartamento del residence di frazione Lillaz che li ospita dal giorno della tragedia.


Cogne prega, la famiglia Lorenzi si affida a un legale 

(cronacaonline) - COGNE (AOSTA) - La famiglia Lorenzi si affida a un legale in qualità di "parte offesa" : è l'avvocato Carlo Federico Grosso, torinese, ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, che ha una villetta proprio nella frazione Montroz, dove viveva il bimbo ucciso

«Preghiamo perchè il signore illumini gli investigatori». Nella breve omelia della messa domenicale il parroco di Cogne, don Corrado Bagnod, esprime soprattutto un auspicio finalizzato al ritorno della serenità nella famiglia Lorenzi e nella comunità sconvolta dall'orribile assassinio del piccolo Samuele. Ma don Bagnod sembra manifestare anche una sorta di scetticismo sulla direzione imboccata soprattutto all'inzio dall'inchiesta. Lui, amico dei Lorenzi, come tanti a Cogne, non crede che il delitto sia maturato in ambito familiare. E a rivolgere una parola di conforto alla mamma e al papà di Samuele, presenti nella chiesetta di Sant'Orso, lo aiuta anche il brano del Vangelo nel passo che dice: «beati voi quando vi perseguiteranno perchè sarà vostro il regno dei cieli». Alla gente di Cogne don Bagnod rivolge un invito: «State tranquilli, calmi. Non è nell'agitazione che si favorisce il lavoro della giustizia umana». Poi aggiunge: «speriamo che si trovi presto la soluzione del tragico fatto e si possa ridare pace e serenità alla famiglia e alla comunità. Vi esorto tutti a pregare perchè questa vicenda si risolva al più presto». I coniugi Lorenzi non hanno portato a Messa il piccolo Davide, l'altro loro bambino di sette anni. C'è troppa curiosità, troppe telecamere per fare finta che sia una domenica come le altre. E qualcuno davanti alla chiesa, mentre Stefano e Annamaria Lorenzi salgono in auto coperti dai parenti. sbotta contro i giornalisti: «basta, siete degli sciacalli. Non avete pietà per nessuno. Smettetela di tormentare la famiglia». Intanto, nella domenica di sole, mentre si scia sulle piste di neve artificiale, non si ferma il lavoro degli inquirenti. Proseguono gli interrogatori e, per cercare tracce in un raggio d'azione più ampio dello spazio verde intorno alla casa, è entrata in azione un'unità cinofila: si perlustra anche l'area intorno alle abitazioni dei vicini. Le indagini - dicono gli investigatori - sono a 360 gradi e quindi non sono ristrette all'ambito familiare. Vengono, insomma, battute tutte le piste. E l'inchiesta rimane saldamente nelle mani del procuratore aggiunto Stefania Cugge: Maria Del Savio Bonaudo, procuratore capo di Aosta, ha smentito infatti le voci di un potenziamento del pool.


 
 

L'agonia del piccolo Samuele è durata otto minuti 

(cronacaonline) - COGNE (AOSTA), 3 febbraio 2002 - Samuele Lorenzi è morto pochi minuti dopo la barbara aggressione di un adulto. Nella tragica vicenda che ha sconvolto l'Italia intera, le certezze medico-legali si sovrappongono ai primi riscontri scientifici degli investigatori, che ripercorrono a ritroso la cronologia dei drammatici istanti in cui si è consumato il giallo di Cogne. Innanzituto gli elementi inconfutabili: Anna Maria Franzoni, madre del bambino di tre anni orrendamente ucciso con venti fendenti, ha chiamato il 118 alle 8 e 28 di mercoledì. Non era sola nella villa.

Con lei c'era infatti anche Ada Satragni, la psichiatra e medico di base che abita a poca distanza dalla loro abitazione e la cui figlia aveva poco prima preso lo scuolabus col fratellino della vittima, Davide, che la mamma, partita da casa alle 8.15, ha consegnato all'autista del pulmino alle 8.19. Quattro minuti più tardi, alle 8.23, Anna Maria Franzoni ha raccontato agli inquirenti di essere rincasata e di aver fatto l'agghiacciante scoperta. Ha trovato il bimbo agonizzante sul letto matrimoniale, coperto da una trapunta. C'era sangue dappertutto, ma solo nella camera da letto. Non negli altri locali.

La dinamica

Anche sulla base delle prime valutazioni medico legali, confermate dalle parole del magistrato Stefania Cugge, la morte cerebrale del piccolo è avvenuta in breve tempo e quegli otto minuti intercorsi tra le 8.15 e le 8.23 potrebbero essere stati sufficienti. Quando arriva l'eliambulanza del 118, infatti, Samuele presenta ancora una «debole attività cardiovascolare».

Questa ricostruzione cronologica, incrociata con le valutazioni medico-legali, allontanerebbe con vigore le fosche ombre che si sono addensate sulla madre nel gorgo sconvolgente di questa storia. Ma se da una parte restano troppi lati oscuri e ancora non è stata ritrovata l'arma del delitto, nonostante ricerche sempre più capillari e intense dei carabinieri, dall'altra si rafforza l'ipotesi dell'estraneo, che in così poco tempo sarebbe riuscito ad introdursi nell'abitazione, a compiere quel massacro ed a dileguarsi facendo perdere ogni traccia.

Per il pm Stefania Cugge sono ancora valide tutte le ipotesi. Ieri il magistrato a svolto un'altra intensa tornata di interrogatori: non quello del padre di Samuele, Stefano Lorenzi, che dalle 14,15 alle 20.30 è stato in compagnia del suo amico carabiniere, il maresciallo Catalfano. Questa lunga assenza dal residence di Lillaz ha alimentato i più disparati sospetti, che poi si sono dissolti quando si è saputa la verità. L'amico l'ha portato un po' in giro, per cercare di farlo un rilassare allentando così anche la morsa delle telecamere che stazionano stabilmente sotto casa. Il magistrato ha invece nuovamente interrogato Ada Satragni, la psichiatra, e il suocero, Marco Savin, cioè le prime persone che hanno prestato soccorso ad Anna Maria Franzoni e al piccolo Samuele quella tragica mattina. Davanti al giudice sono sfilati anche i coniugi Perrotone, che la sera precedente il delitto erano ospiti a cena dai Lorenzi. Lunedì, infine, è attesa la seconda autopsia, che sarà effettuata probabilmente da un collegio di periti affiancati al dottor Francesco Viglino, mentre tra mercoledì e giovedì è previsto un nuovo sopralluogo dei Ris, il reparto investigazioni speciali dei carabinieri, che potrebbero fornire i primi risultati degli esami di laboratorio sulle impronte e le tracce ematiche prelevate nella villa degli orrori.


 
 
Delitto di Cogne


I carabinieri scavano nel parco per trovare l'arma che ha ucciso Samuele 

(cronacaonline) - AOSTA, 1 febbraio 2002 - I carabinieri di Cogne stanno scavando nei pressi dell'abitazione della famiglia Lorenzi, alla ricerca della piccola roncola con cui è stato ucciso il piccolo Samuele. Una buca è stata fatta alla sinistra dell'ingresso principale, l'altro dalla parte opposta, in un piccolo orto. Nelle ricerche sono anche impegnati alcuni carabinieri alpinisti che si sono arrampicati sulla parete di roccia a ridosso della casa, alla ricerca di tracce. All'interno della stazione dei carabinieri di Cogne sono sempre presenti il pm Stefano Cugge e il comandante dei carabinieri di Aosta, Giuseppe Torre.

Quando sembrava che i carabinieri avessero stretto il cerchio attorno all'assassino del piccolo Samuele Lorenzi, di tre anni, ferito mortalmente mercoledì mattina con una roncola o una piccozza, le maglie della rete sembrano essersi di nuovo allargate. Dopo la perizia effettuata ieri dal professor Francesco Viglino, con la quale è stata accertato che il bimbo è stato colpito al capo con una ventina di colpi, gli inquirenti hanno sentito per molte ore i genitori della piccola vittima, Stefano Lorenzi e Anna Maria Franzoni, come persone informate sui fatti.

L'interrogatorio si è concluso intorno alla mezzanotte e poco dopo il sostituto procuratore di Aosta Stefania Cuggie, che coordina le indagini, ha lasciato la caserma dei carabinieri di Saint Pierre, dove per evitare giornalisti, radio e telecamere, ha sentito i coniugi. Al termine dell' interrogatorio non è stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale. Forse si saprà qualcosa in mattinata. Ieri, i giornalisti, che erano riusciti a scoprire dove era in corso l' interrogatorio tenuto segreto, sono stati nuovamente depistati dai militari che, dopo averli fatti entrare in caserma, hanno fatto uscire da una porta secondaria il papà di Samuele e forse la moglie.

Quando i coniugi hanno lasciato la caserma i giornalisti sono stati congedati senza riferire loro nulla di quanto è stato detto durante l'interrogatorio. Rimane così ad un punto morto l' inchiesta per fare luce sull'omicidio del bimbo avvenuto a Cogne e che è stato preceduto, di soli tre giorni, di quello di una donna di 55 anni uccisa a coltellate a Derbito, nel comune di Lassalle, omicidio del quale non è stato ancora individuato l' autore e sul quale stanno indagando militari dell' arma.


L'attività d' indagine finora svolta sull' omicidio ha consentito di raccogliere «elementi utili» per risalire al responsabile del delitto, ma finora non sono stati adottati provvedimenti giudiziari. Lo si è appreso da fonti investigative. Le stesse fonti hanno precisato che, per ora, la Procura della Repubblica di Aosta ha in corso «indagini preliminari per omicidio volontario compiuto da persona non identificata». L' iscrizione della notizia di reato nel registro della Procura relativo ai delitti compiuti da ignoti - viene fatto rilevare - oltre a rappresentare un atto dovuto, consente lo svolgimento di una serie di attività investigative altrimenti non possibili.

Secondo quanto è trapelato, è possibile che il pm Stefania Cuggè, titolare dell'inchiesta, voglia «incrociare» gli elementi finora raccolti dai carabinieri con i primi risultati (che dovrebbero aversi nei primi giorni della prossima settimana) dell' attività scientifica svolta ieri dai militari del Ris di Parma per trovare riscontri alla pista investigativa che viene privilegiata dagli inquirenti. Solo successivamente - salvo ulteriori, rapidi sviluppi delle indagini - il procedimento penale potrebbe avere persone indagate e potrebbero, eventualmente, essere adottate misure cautelari.

Anche Davide, il fratellino di 7 anni del piccolo Samuele, dovrebbe essere sentito in mattinata dal magistrato inquirente, alla presenza di uno psicologo. «Valuterò nel corso della mattinata l' opportunità di sentire anche Davide», ha ammesso il pubblico ministero Stefania Cugge. Ci sarà pure, domani, una coda all' autopsia eseguita ieri: «Quello svolto ieri è stato un primo sommario esame, che ci ha fornito alcuni dati oggettivi che dobbiamo però confrontare».

In relazione poi all' arma usata dall' assassino, secondo il pm si tratta «di una piccola arma fendente». Stefnia Cugge non ha però voluto entrare in ulteriori particolari e nemmeno dire se è stata ritrovata o meno. Il magistrato ha anche precisato che «tutte le testimonianze raccolte sono da considerare, per il momento, verbali di sommaria informazione di persone informate sui fatti».

«Non ci sono elementi nuovi rispetto a ciò che ho detto ieri in conferenza stampa - ha concluso - l' unica certezza maturata è che il piccolo è stato vittima di una morte violenta. È questa la prima risposta certa e chiara emersa da un primo esame autoptico. Tutte le ipotesi sono ancora aperte, proseguono gli accertamenti del Ris dei carabinieri e al momento si lavora sull' ipotesi di omicidio volontario nei confronti di ignoti».

In riferimento al lungo interrogatorio di ieri sera dei genitori di Samuele, il magistrato ha sottolnieato che «si è trattato di un atto dovuto, dopo l' autopsia, perchè sono persone che ci possono aiutare nell' inchiesta». Ha quindi aggiunto «stiamo valutando la possibilità e la necessità di sentire o meno il fratellino più grande». Un pò irritata per «certe notizie di stampa inventate», Stefania Cugge ha detto: «D' ora in poi il riserbo sull' indagine sarà ancora più stretto, ma siamo fiduciosi di giungere a una soluzione».

La madre: "Siamo una famiglia distrutta"

«Siamo una famiglia distrutta per la morte di un figlio e per tutto quello che sta accadendo attorno a noi. Il nostro dolore lo può provare solo chi ha perso un figlio ed è sospettato di averlo ucciso». Sono le parole di Anna Maria Franzoni, la mamma del piccolo Samuele trovato morto nel letto di casa l' altroieri.

A riferirle è una stretta amica di famiglia, Anna Jeantet, che ha prestato ai coniugi Lorenzi un appartamento (la casa è ancora sotto sequestro) in un residence di Lillaz e che vive con loro 24 ore al giorno, cercando di dare un pò di conforto. Quesa notte Anna Jeantet e il marito, in compagnia di un amico, hanno atteso che i coniugi Lorenzi uscissero dalla caserma di Saint Pierre e li hanno accompagnati al residence.

«Sono chiusi nel dolore, bloccati fra quattro mura perchè se escono fuori trovano solo telecamere e giornalisti» ha detto Anna Jeantet, aggiungendo poi che «fisicamente stanno tutti bene, anche se sono affranti dal dolore. Sono assistiti dalla dottoressa Satragni che è sempre al loro fianco»


"Il piccolo Samuele ucciso con venti colpi di piccozza"


Il pm: "Soluzione vicina"

(cronacaonline) – AOSTA - Ora non ci sono più dubbi, se qualcuno ancora ne aveva: il piccolo Samuele Lorenzi, di tre anni e due mesi, è stato ucciso. Anzi, è stato brutalmente assassinato con 15-20 colpi di «roncola», una specie di coltellino usato per la potatura, o di una piccozza.

Il sostituto procuratore Stefania Cugge, titolare dell' inchiesta, lo ha confermato durante una conferenza stampa improvvisata nel piazzale davanti la caserma dei carabinieri di Cogne. «L' ipotesi di reato ora è di omicidio - ha detto il magistrato - e per il momento non c' è nessun indagato. Siamo fiduciosi di arrivare presto ad una soluzione del caso». A questa conclusione gli inquirenti sono giunti dopo l' autopsia, condotta nel pomeriggio all' ospedale di Aosta dal medico legale Francesco Viglino, di Torino.

Il bambino è stato colpito con violenza al capo: due sono state le ferite mortali, entrambe sulla fronte, che hanno provocato la fuoriuscita di materia cerebrale. Le altre ferite, di forma triangolare, sono meno profonde e sparse su tutta la testa. Ora per gli investigatori inizia la parte più difficile: la caccia all' autore del delitto. Per tutta la giornata i carabinieri di Aosta e Cogne hanno raccolto le deposizioni di vicini di casa, amici, parenti. Nessuno di loro si è contraddetto o ha fatto dichiarazioni che possano farlo entrare nella rosa dei sospetti.

Dalle 20 i genitori della vittima - Anna Maria Franzoni, di 31 anni, e Stefano Lorenzi, di 34 - stanno nuovamente rispondendo (è la terza volta in due giorni) alle domande degli inquirenti in un luogo segreto. Nel corso della giornata è emerso che le indagini si sono ristrette all'ambiente familiare o comunque molto vicino a esso. Nella casa della coppia, una villetta costruita in frazione Montroz nella metà degli anni '90, nel primo pomeriggio sono arrivati i carabinieri del Reparto investigativo speciale (Ris) di Parma. Per un caso così complesso è stata inviata la stessa squadra che si era occupata della vicenda dei «fidanzatini» Erika e Omar a Novi Ligure. E hanno fatto lo stesso tipo di sopralluogo dal punto di vista tecnico.

Gli accertamenti scientifici sono proseguiti fino alle 19. Gli agenti del Ris sono ripartiti per Parma portando con sè una ventina di reperti (tracce di impronte, macchie di sangue e materiale vario) che saranno analizzati nei prossimi giorni. «Abbiamo fatto i primi campionamenti - ha detto il tenente colonnello Luciano Garofano, comandante del Ris - e raccolto i primi reperti. C' è ora un grosso lavoro da fare». Gli esperti dell' Arma torneranno a Cogne la prossima settimana per completare il lavoro.

Mentre numerosi giornalisti affollavano il piazzale davanti alla caserma dei carabinieri, la comunità di Cogne appariva sempre più incredula e preoccupata di fronte a questa vicenda. La gente non nasconde di aver paura, qualcuno ha ammesso di non essere riuscito a prendere sonno la notte scorsa. Una paura immotivata, secondo i carabinieri, che hanno ribadito che non esiste un serial killer, nè vi sono collegamenti con un altro omicidio commesso sabato scorso a Derby (a circa 40 chilometri di distanza da Cogne).

In quel caso una donna, Renata Torgneur, di 55 anni, è stata uccisa con quattro coltellate alla gola e al petto. Esclusa l'ipotesi della rapina, si indaga nella sua vita privata e lavorativa. La comunità di Cogne, comunque, non nasconde il suo timore. E con la stessa sincerità è compatta nel definire i coniugi Lorenzi: «Una coppia modello, riservata ma ben integrata nel tessuto sociale, con due splendidi figli». Mai una lite, mai un diverbio. «Sembrano fatti uno per l' altro», ha raccontato un vicino di casa che la sera prima della tragedia era andato a trovarli.

Dopo la tragedia di lunedì il piccolo paese si è stretto intorno a loro, come per proteggere dai riflettori quei due «forestieri» che erano arrivati ai piedi del Gran Paradiso all' inizio degli anni '90 e qui avevano deciso di costruire il loro nido. Per loro sono momenti difficili, dopo aver perso il figlio sono ora 'assediatì dalla ridda di ipotesi che si è scatenata attorno a questo giallo.

Gli amici più stretti li hanno ospitati e hanno tenuto lontani giornalisti e telecamere. Insieme ai coniugi Lorenzi ci sono l' altro figlio, Davide, di sette anni, che non riesce ancora a rendersi conto della scomparsa del fratellino, alcuni parenti arrivati da Bologna e la dottoressa Ada Satragni, che in questa vicenda è stata sempre al loro fianco, sin dagli istanti subito dopo la tragedia.

L'autopsia: ucciso con 20 colpi di piccozza

È stato colpito con furia: 20 colpi di piccozza gli hanno procurato ferite alla fronte e al cranio. Prima di morire ha cercato di proteggersi il volto con le manine. Così è morto Samuele, il bimbo di 3 anni di Cogne, secondo quanto è stato rilevato oggi dal perito Francesco Viglino, che ha effettuato l' autopsia nell' ospedale di Aosta. L' esame necroscpico sembra confermare che l'omicida ha agito in preda a un raptus.

Due i fendenti mortali, entrambi sulla fronte poco sopra gli occhi su cui sono state riscontrate ferite profonde con fuoriuscita di materia cerebrale. Poi l'omicida ha ancora colpito - ma con meno violenza - la testa, dove sono state trovate le altre ferite provocate da una punta triangolare. Ma, particolare agghiacciante, Samuele si è reso conto dell'aggressione e ha avuto una reazione di difesa: ha portato le manine al volto, nel disperato tentativo di evitare i colpi. I periti hanno trovato escoriazioni sul palmo della mano sinistra, provocate dallo sfregare della lama.

La morte, comunque, è stata quasi istantanea. Dopo l'esame necroscopico, la salma è stata portata nelle camere mortuarie del cimitero di Aosta e rimane a disposizione dell' autorità giudiziaria per ulteriori esami. L' arma del delitto non è ancora stata ritrovata dai carabinieri che la stanno cercando perchè potrebbe consentire la soluzione del giallo.

Psicosi mostro a Cogne

Sono pochi i «cogneins», ovvero gli abitanti di Cogne, che la notte scorsa sono riusciti a chiudere occhio. E oggi, passeggiando per il paese, i volti non riescono a nascondere la preoccupazione per un delitto che rimane avvolto nel mistero. Nei bar e nei negozi la gente parla a bassa voce, l' angoscia traspare dai volti. «Mia moglie non ha dormito tutta la notte - ha confidato il titolare di un bar del centro del paese - e stasera dovrò portare lei e mia figlia in palestra con me perchè non mi fido a lasciarle da sole. Come mia moglie, anche altre donne del posto oggi hanno ammesso di non essere riuscite a prendere sonno».

È il primo segnale che la «psicosi mostro» si sta diffondendo in un paese abituato a finire sulle prime pagine dei giornali solo per qualche avvenimento sportivo o, al peggio, per qualche incidente di montagna. Sempre in centro, passeggia una coppia insieme al figlioletto di un anno nella carrozzina. Entrambi sono giovani, una trentina di anni lui, poco più di 25 lei. «Inutile dire che non siamo tranquilli - hanno detto - pensavamo che a Cogne questo genere di delitti non sarebbero mai accaduti». Poi il marito confida: «Ho passato tutta la notte a guardare il lettino dove c' era mio figlio, avevo paura lo ammetto, non tanto per me ma per lui. E credo che non passerà in fretta, almeno fino a quando non troveranno il colpevole».

I carabinieri hanno comunque più volte rassicurato la popolazione: «Non c' è nessun serial killer in giro e non c' è alcun collegamento con l' omicidio di Renata Torgneur, la cinquantacinquenne uccisa con quattro coltellate sabato scorso a Derby»

L'autista dello scuolabus: "La mamma era alla fermata"

«Quando sono arrivato in frazione Montroz c' era già la mamma con il figlio più grande, Davide, ad aspettarmi sulla piazzola. Lei era tranquilla, calma, come tutti i giorni». Sono le 8,20 di martedì quando Dino Vidi, residente in frazione Gimillan di Cogne, vigile urbano e autista, arriva con lo scuolabus alla fermata sotto la casa della famiglia Lorenzi (a 300-400 metri di distanza).

«Ho fatto salire sul pullman il bambino e la figlia della dottoressa Satragni (la prima ad intervenire in soccorso di Samuele) - ha aggiunto - e sono partito». In base al racconto dell' autista, Anna Maria Franzoni era pettinata e curata nei minimi particolari. «Una donna distinta - l' ha definita - che ama vestirsi di scuro». Lo scuolabus era partito cinque minuti prima da Gimillan per la seconda corsa del giorno, quella riservata ai bambini delle elementari (le altre due sono alle 7,30 per quelli delle medie e alle 8,45 per quelli delle scuole materne). «Quando ho fatto l' ultimo giro - ha aggiunto Dino Vidi - pensavo di vederla con Samuele, ma non erano alla piazzola e allora ho tirato dritto».

L' autista ricorda che Anna Maria Franzoni tutti i giorni accompagnava i due figli fino alla fermata. «Era evidente che era molto legata ad entrambi e altrettanto premurosa, non li lasciava mai da soli. Ogni tanto capitava che sulla corsa dei bambini delle elementari facesse salire anche il più piccolo, che andava alla materna. In quel caso il fratello maggiore lo accudiva fino a Cogne dove le scuole e l' asilo sono molto vicini». Dino Vidi sostiene di non aver notato persone sospette lungo la strada o nella zona. «C' era solo un uomo che tutti conosciamo bene qui a Cogne - ha detto - perchè passa le giornate a camminare e a fumare. Ma non è capace di far male ad una mosca». Lo stesso uomo, di 52 anni, è stato interrogato ieri mattina dai carabinieri: ha raccontato che all' ora del delitto era al bar e il suo alibi ha retto.

Samuele frequentava la scuola materna di Cogne. Le mamme dei suoi compagni lo ricordano come un bambino socievole, per niente aggressivo. La maestra Rosina Ruffier si è limitata a dire: «Era un bambino come gli altri».

Criminologo: "Fondamentale l'ora del decesso"

Stabilire l'ora esatta della morte del piccolo Samuele. È questo «l'elemento fondamentale» per capire cosa è accaduto in quella casa ieri mattina, secondo il criminologo Francesco Bruno che parla di «ricostruzione poco chiara» per un delitto che potrebbe nascondere un dramma familiare.

«I tempi - spiega il criminologo - sono troppo ristretti e questo significa che qualcuno non la conta giusta. Per questo sarà importante stabilire l'ora della morte del piccolo, per capire se è stato ucciso in quel lasso di tempo (i pochi minuti in cui la mamma ha raccontato di essersi allontanata) oppure prima o dopo senza che nessuno se ne accorgesse».

Secondo Bruno, dagli elementi finora emersi, quella di Samuele sarebbe una «famiglia anomala per la singolare scelta di lasciare il proprio paese per trasferirsi in montagna». Il criminologo giudica poi poco probabile l'omicidio per mano di uno squilibrato o per ritorsione.

«Un pazzo intenzionato a circuire il bimbo (non necessariamente sessualmente) - spiega Bruno - difficilmente lo fa nell'ambito familiare del piccolo. Solitamente cerca di attirarlo al di fuori del suo contesto».

Per quanto riguarda invece l'ipotesi di una ritorsione o di una vendetta, il criminologo spiega che «è molto raro che la vittima sia un bambino, anche la stessa mafia non lo fa quasi mai. In questi casi chi agisce per vendetta dà fuoco alla casa o usa altre forme di avvertimento».

La terza ipotesi è quella di un delitto maturato in famiglia: «e l' ipotesi più triste - dice Bruno - e gli investigatori dovranno cercare la verità valutando attentamente le testimonianze. Quel che è certo è che uccidere un bambino in quel modo è un gesto premeditato e lungamente».

---------- primo articolo, dalla prima pagina.
 
Samuele, ucciso a tre anni


Orrore in Val d'Aosta
Caccia all'assassino

(cronacaonline) - COGNE (AOSTA), 30 GENNAIO 2002 - I medici del pronto soccorso di Aosta non hanno dubbi, anche se la conferma arriverà soltanto dall'autopsia prevista per domani: Samuele Lorenzi è stato ucciso. Lo provano lo sfondamento della base cranica, le numerose ferite e la parziale asportazione del cuoio capelluto rilevate sulla sua testa: sicuramente, hanno aggiunto, è stata colpito con un corpo contundente.

È davvero raccapricciante quello che ha detto Antonio Cerutti, Direttore del pronto soccorso. La prima visita è stata compiuta dal medico di turno Nicola Bellini che non ha potuto far altro che constatare la morte. Il pronto soccorso di Aosta è stato allertato dalla dottoressa Ada Satragni (e non Satrani), che per prima è intervenuta per cercare di prestare soccorso a Samuele. Quanto riferito dai medici conferma la testimonianza di Vito Perret che ha detto di aver visto la stanza da letto tutta sporca di sangue con «schizzi di sangue e materia cerebrale sul soffitto».

Chi ha colpito il piccino l' ha fatto con una tale violenza e brutalità impossibile da spiegare se non con il fatto che poteva essere accecato dall'odio per un «inconsapevole sgarbo» compiuto ai suo danni dalla famiglia Lorenzi.

Samuele Lorenzi, due anni e mezzo, era stato trovato morto stamani nella propria abitazione di frazione Montroz, sulla collina di Cogne, lungo la strada per Gimillian (nella foto, la casa dove è avvenuta la tragedia).

A fare la macabra scoperta, come hanno riferito alcuni vicini di casa, sarebbe stata la mamma, Anna Maria Franzoni, di 31 anni, che era andata ad accompagnare alla fermata dello scuolabus il figlio più grande, Davide, di 7 anni. Il papà Stefano, di 34 anni, consigliere comunale, era già sceso ad Aosta per recarsi al lavoro e Samuele è rimasto per pochi minuti da solo in casa.

Rientrata nell'abitazione, pare che la mamma abbia trovato il corpicino di Samuele nel letto in un lago di sangue. Ha chiamato immediatamente il 118 e con l' elicottero il piccolo è stato trasportato all' ospedale di Aosta dove è giunto cadavere. È stato a questo punto che i sanitari hanno comunicato il fatto ai carabinieri che hanno subito istituito un posto di blocco a Pondel, all'imbocco della valle di Cogne.

Le indagini sono coordinate dal procuratore capo Maria del Savio Bonaudo che, da questa mattina, è al Pronto Soccorso dell' ospedale di Aosta per sentire il personale medico e paramedico presente all' arrivo dell'autoambulanza con il bambino a bordo. A Cogne, nella caserma dei carabinieri, è il comandante del gruppo di Aosta, colonnello Giuseppe Torre, assieme al pm Stefania Cugge, a coordinare la raccolta di testimonianze.