Scelta Politica

Su
Scelta Politica
Vita BP

    

Patto Associativo - Scelta Politica - introduzione e conclusioni
Pomaia (Pisa) 29.06.96 

PREMESSA:

Questa è una ricerca indiretta, cioè non sono fatti o personaggi 
conosciuti di persona ma basata su fonti di seconda mano, per quanto citate 
e attendibili, dico questo perché anche l'informazione "professionale" in Italia a volte è fatta di "sentito dire" e occorre imparare a decodificarla. 
Sarò un po' prolisso, ma solo per attenzione ai Capi più giovani.
L'ottica è quella della Comunità Capi del singolo Gruppo scout ... non
tutti si chiamano Piero Badaloni o Emanuele Rossi :-)

I "nodi cruciali" riguardo la scelta politica:

1. presenza visibile ''politica'' delle strutture
associative, dal singolo Gruppo in su.
2. impegno politico/partitico PERSONALE del Capo
3. servizio EDUCATIVO ai ragazzi

Il percorso:

1. fonti B.P. , 2. fonti ASCI/AGI , 3. fonti AGESCI
4. casi concreti recenti , 5. conclusioni mie

Bibliografia:

* Robert Baden-Powell: "Taccuino", "Scoutismo per ragazzi", "Suggerimenti 
per l'educatore scout"
* Agesci Comitato regionale toscano: "Verso nuove frontiere 1992/1995"
* Agesci quaderni: "Educare alla Politica"
* Agesci sussidi 1989: "Il Patto Associativo: un'idea in movimento"
[ - Pasquale Scarpitti: La scelta politica ] 
* E.Patriarca (a cura di)
Politica (quaderno n.5 di "vivere la solidarietà")
ed. Ancora - Fondazione A.Ghetti-Baden

Legenda:

B.-P. = Baden Powell
CG = Consiglio Generale Agesci

-------------------------------------------------------------------------

1. fonti B.P. 

"Il Capo deve ricordarsi che, oltre al dovere verso i suoi ragazzi, egli
ne ha un altro verso il Movimento scout nel suo insieme. Il nostro scopo
nel fare dei nostri ragazzi dei buoni cittadini è in parte a vantaggio
del nostro paese, in modo che esso possa avere una generazione di
cittadini seri, risoluti e degni di fiducia, i cui sentimenti di
concordia e di lealtà, nel <giocare il gioco> della vita rappresentino
per esso un vincolo di coesione all'interno e di pace con i paesi
vicini." (Aid to Scoutmatership 1944)

"Il civismo è stato definito in poche parole attaccamento alla
comunità". In un paese libero è facile, ed anche piuttosto comune, che
uno si consideri buon cittadino solo perché osserva le leggi, fa il suo
lavoro, ed esprime la sua scelta in politica, nello sport ed in altre
attività, lasciando che "gli altri" si preoccupino del benessere della
nazione. Questo è un concetto passivo di civismo. Ma cittadini _passivi_
non bastano a difendere nel mondo i principi della libertà, della
giustizia, dell'onore. Per far questo occorre essere cittadini _attivi_."
(AtS)

"Il Movimento scout è apolitico per quanto riguarda la politica di
partito, perciò non faccio queste osservazioni con intenti partigiani,
né alcun Capo deve averne quando prepara i suoi ragazzi alle loro
responsabilità politiche. è al senso dello Stato piuttosto che alla
politica di partito che vogliamo preparare i ragazzi." (HG 6/1918 in
Taccuino)

"OGNI CAPO E' IL MANUALE DI SE STESSO.
Due semplici eppur poderosi sussidi per educare il ragazzo ad essere
un cittadino felice son già bell'e pronti:
1. l'entusiasmo raggiante insito nel ragazzo medesimo;
2. l'esperienza di vita dell'educatore.
... vogliamo rendere i ragazzi felici perché un giorno divengano buoni
cittadini. Certo, mentre facciamo questo diamo ai ragazzi qualità che
essi possono trarre da altre istituzioni, giacché anche lo
scoutismo sviluppa il senso di disciplina, la salute fisica e le nozioni
in genere; nel contempo tuttavia il suo scopo diretto - che resta al di
fuori della sfera delle altre istituzioni - è di fare, dei ragazzi,
migliori cittadini tramite la felicità e il servizio." HG 2/1920

" PREVENIRE E' MEGLIO CHE GUARIRE.
In una comunità il prevalere della criminalità è segno di cattivo
civismo. La polizia è organizzata per sopprimerla: più essa è
efficiente, meno criminalità' vi è. O almeno questa sembra esser l'idea
comunemente accettata.
Ma se si guarda più a fondo appare evidente che la prevenzione
della criminalità piuttosto che la sua soppressione mostra qual è la
migliore comunità." Jamboree 4/1921


" CIVISMO. Ogni Scout deve prepararsi a divenire un buon cittadino per
la sua Patria e per il mondo.
Per questo dovete cominciare, sin da ragazzi, a considerare ogni altro
ragazzo come un amico. Ricordate che, siate ricchi o poveri, di città o
di campagna, il vostro dovere è di stare spalla a spalla per sostenere
tutti la Patria. Se siete divisi tra di voi, danneggiate la vostra
Patria. Dovete mettere da parte i vostri contrasti ...
Ciascuno di noi e tutti noi dobbiamo accettare il posto che ci è
stato assegnato nel mondo e farne il miglior uso e stringerci vicino a
tutti coloro che ci vivono attorno.
Siamo molto simili ai mattoni di un muro: abbiamo ciascuno il nostro
posto, per quanto esso possa sembrare un ben piccolo posto in un muro
così grande. Ma se un solo mattone si sgretola o cade via dal suo
posto, si comincia a sottoporre il resto dei mattoni a uno sforzo
indebito, appaiono le crepe ed il muro vacilla ...
Poi quando sarete cresciuti, avrete diritto al voto e così
prenderete parte al governo del vostro Paese.
E vi sentirete portati, almeno molti di voi lo saranno, ad iscrivervi
automaticamente allo stesso partito politico a cui appartiene vostro
padre o i vostri amici. Io non lo farei, se fossi in voi. Io vorrei
ascoltare ciò che ogni partito ha da dire. Se ascoltate un solo partito
certamente finirete per convincervi che quello è il solo che ha
ragione, e tutti gli altri devono aver torto. Ma se vi prendete la pena
di sentirne un altro, potrebbe capitarvi di concludere che, dopo tutto,
questo ha proprio ragione, ed il primo ha torto.
Il punto è di ascoltarli tutti, ma di non lasciarsi persuadere da
nessuno in particolare. Siate quindi uomini, e fatevi una vostra idea e
decidete da soli ciò che, secondo il vostro giudizio, sia meglio dal
punto di vista nazionale, - e non per qualche piccola questione locale
- e votate per quel partito finché esso continua ad agire secondo la
giusta linea e cioè per il bene della comunità nazionale ...
I vostri progenitori hanno lavorato sodo, combattendo duramente, e
sono morti in gran numero per dare a voi la vostra Patria. Non fate
c'essi debbano, guardando giù dal Cielo, vedervi oziosi bighellonare
con le mani in tasca, senza far nulla per mantenerla florida.
All'opera! Ognuno al suo posto e ... gioco leale!

Ricordate anche che uno Scout non è soltanto amico di coloro che gli
vivono accanto, ma "amico di tutti". I fratelli non lottano uno contro
l'altro. Se facciamo amicizia con i nostri vicini d'oltremare in Paesi
stranieri, e se questi si manterranno nostri amici, non avremo bisogno
di combattere. E questa è di gran lunga la migliore maniera di impedire
guerre future e di essere sicuri di una pace durevole.
Una fra le cause che provocano le guerre è il fatto che la gente di
diversi Paesi conosce molto poco l'uno dell'altra; ma ci sono poi i
rispettivi governi che dicono che l'unica cosa da fare è di combattere.
Così la gente combatte, e dopo sono tutti terribilmente tristi per
quello che è successo. ...
.. facciamo perciò tutti la nostra parte ..."
in "Scoutismo per ragazzi"

-------------------------------------------------------------------------

2. fonti ASCI

Il termine Patto Associativo compare per la prima volta in una
relazione del Commissariato Centrale ASCI al Consiglio Generale del
1969. Fu usato e ripreso dal Consiglio Generale in modo `atecnico'
per indicare "il vasto patrimonio culturale, parzialmente inespresso,
che caratterizza i termini _scout_ e _cattolico_". ...
Il testo approvato prevedeva invece espressamente un paragrafo
sulla scelta politica, indubbio frutto dell'intervenuto Congresso
Capi di Caserta (1969) in cui l'ASCI acquistò la consapevolezza che
"una azione educativa e, comunque, azione politica".
è da ricordare peraltro che nel 1970 gli Articoli 20 e 21 delle
Norme Direttive ASCI precisavano che:

ART. 20 - L'ASCI non fa parte di alcuna organizzazione politica. I
suoi soci, dirigenti ed effettivi, non possono essere esponenti né
avere cariche in partiti politici.

ART. 21 - Gli organi dell'Associazione non possono, come tali,
prendere parte ad iniziative di carattere politico e non è permesso
ai soci, di qualunque categoria e grado, di partecipare in uniforme a
riunioni e manifestazioni di carattere politico.

[ ---- inizio commento --------

A margine del testo che riteniamo utile riportare qui di seguito e
che non ha subito variazione fino al 1974, anno della fusione con
l'AGI, non possiamo non rilevare come in ASCI esistessero,
sull'argomento ed in risposta al problema di quale azione politica
svolge in effetti l'Associazione, due correnti. 
Da una parte si sosteneva che l'ASCI "deve respingere qualsiasi
precisa ideologia socio-politica, deve cioè limitarsi a scelte di
valore per i suoi Capi mantenendo ad esse una specificazione molto
generale"
Dall'altra parte si obiettava che "questa posizione è -
consciamente o inconsciamente - legata ad una ideologia, perché "tale
scelta significa schierarsi su una posizione disimpegnata, mentre al
contrario occorre fare scelte socio-politiche precise, specificandole
fino al livello operativo".

----- fine commento -------- ]


PATTO ASSOCIATIVO ASCI 1970: LA SCELTA POLITICA

L'uomo è <uno per gli altri>. La socialità non gli è accidentale:
fa parte del suo io.
Come <uno per gli altri> ha un suo ruolo nella realizzazione del
Bene Comune.
Operare per il Bene Comune è "fare politica".
A questo tende l'educatore scout che fa - quindi - una scelta di
"azione politica".
A livello personale il Capo educatore vive la realtà concreta del
suo oggi.
Conosce quelle situazioni di sfruttamento, di sottosviluppo, di
crisi, che sono presenti nella comunità civile. 
Si rende conto di dover prendere una decisione che sia a livello
d'uomo. 
In particolare sottolinea l'importanza della partecipazione alla
gestione del potere (fatto irrinunciabile a cui il metodo abitua fin
da lupetto).
Opera contro ogni esclusione.
A livello associativo: assumere un ruolo educativo implica un
confronto fra le idee che informano questa azione e il tessuto
storico - sociale in cui operiamo e in cui i nostri ragazzi vivono.
Questo perchéla dimensione politica e operativa appare
irrinunciabile se non si vuole compromettere il proposito di
educazione integrale della persona.
In particolare l'articolazione della societé odierna pone dei nodi
che in modo intimo toccano la nostra azione educativa e sui quali è
nostro dovere prendere posizione agli opportuni livelli, alla luce di
un'analisi approfondita ed estesa ai motivi che determinano e
perpetuano questa situazione. Tale analisi deve condurre ad una seria
indicazione di soluzioni.
Alcune di queste realtà ci chiamano in causa come educatori in modo
diretto, altre intervengono in modo più riflesso. Ad esempio: i
problemi della realtà della scuola; dell'azione politica ufficiale
per la gioventù ai diversi livelli; della strutturazione dei nuovi
insediamenti urbani; delle Case di Rieducazione; della tutela della
natura sono direttamente collegati alle nostre responsabilità
educative.
Sotto questo profilo si ritiene opportuno operare unitamente a
quanti, di volta in volta, concordano sulle soluzioni concrete.
Sta a ciascuno fare scelte operative più specifiche ed aiutare i
ragazzi a desiderare un impegno concreto ed una scelta personale e
libera.

-------------------------------------------------------------------------

3. fonti Agesci

dal Patto Associativo (1974) LA SCELTA POLITICA

La scelta di azione politica non è un atto individuale nè un'opzione
facoltativa, ma un impegno che qualifica l'uomo , in quanto inserito
in un contesto sociale che richiede la partecipazione di tutti alla
gestione del bene comune.
L'azione educativa, proprio perché presuppone e contiene una scelta
politica, non può essere neutrale ma richiede il confronto tra la
realtà e la linea educativa vissuta nelle Unità.
Essa è tesa al superamento dell'individualismo (stimolato nella
nostra cultura da spinte alla competitività e da condizionamenti al
libero crescere della persona) attraverso l'assunzione personale e
comunitaria delle responsabilità che la realtà ci presenta.
In questa prospettiva riteniamo fondamentale l'educazione alla
libertà, secondo esigenze di creatività, esperienze critiche e di
servizio proprie della realtà giovanile.
L'educazione politica si realizza non solo attraverso la presa di
coscienza di questi problemi, ma richiede un impegno concreto della
comunità, rispettando l'età dei ragazzi e il livello di maturazione
del gruppo.
La diversità di opinioni presenti nell'Associazione, arricchendo e
approfondendo le nostre analisi, non deve tuttavia impedirci di
prendere posizione in quelle scelte politiche che riteniamo
irrinunciabili.
Ci impegniamo pertanto:
1. a qualificare la nostra scelta educativa in senso alternativo a
quei modelli di comportamento della società attuale che avviliscono e
strumentalizzano la persona umana.
2. a portare la nostra proposta educativa particolarmente là dove
esistono situazioni di emarginazione e sfruttamento.
3. a rifiutare decisamente, nel rispetto delle scelte democratiche e
antifasciste, quelle forme di violenza palese o occulte che hanno
l'unico scopo di uccidere la libertà e di instaurare
l'autoritarismo e il totalitarismo a tutti i livelli.

Si è dunque di fronte a realtà e scelte che chiamano in causa gli
educatori in modo diretto. In questa prospettiva il Capo aiuta i
ragazzi a impegnarsi concretamente e ad operare scelte personali che
siano autonome e libere.

A livello individuale il Capo vive la realtà concreta del suo oggi;
si sente per questo coinvolto e attivamente responsabile in ogni
situazione umana, fatto irrinunciabile cui il Metodo abitua fin dalle
prime fasi dell'educazione scout.

L'Associazione sa di essere una realtà nel mondo giovanile e
pertanto di avere delle responsabilità nel campo civile, dove compie
uno sforzo di analisi dei condizionamenti di varia natura che
incidono sui ragazzi e degli ambienti in cui questi vivono e, qualora
necessario, si esprime sia con giudizi pubblici che con azioni
concrete.
In ciò collabora con tutti coloro che mostrano di concordare sugli
scopi da perseguire e sui mezzi da usare relativamente alla
situazione in esame.

[ ------- inizio commento -----

sensazioni immediate nella lettura di questo testo sono di estrema
"delicatezza" nella formulazione, e di attenzione a Gruppi e realtà
per niente "partiticizzate".
Rispetto alle formulazioni ASCI sembra di essere in presenza di una
realtà uniforme, non c'è bisogno ad esempio di precisazioni esplicite.

------- fine commento -------- ]


abbiamo un'"interpretazione autentica":

==== da: Il P.A. un'idea in movimento ============================

Il Comitato Centrale dell'Agesci, in risposta ad alcune osservazioni
formulate dalla CEI, iniziò - in un suo documento (cfr. E.P.
Consiglio Generale 1975, pag.61) indirizzato alla Commissione
Episcopale per i Laicato - con il precisare che:
"tutta l'ultima parte del Patto Associativo (la "scelta politica")
intende eliminare confusione e superare la tentazione di rendere i
Gruppi scout dei gruppi di azione politica. Si vuole invece far
capire ai Capi soprattutto, che l'impegno educativo è oggi un
utilissimo servizio "politico" nel senso che è un servizio urgente
reso ai ragazzi a cui nessuno pensa o che vengono strumentalizzati
dai vari gruppi e tendenze politiche".

fu precisato tra l'altro che la scelta di non violenza riguarda "il
rifiuto di qualunque violenza da qualunque parte venga, quella più
vistosa e quella più camuffata"

e nel CG del 1975: la scelta dell'Associazione non è certo quella di
trasformare i Gruppi scout in gruppi di azione politica, ma di
responsabilizzare l'azione educativa e inserirla nel vivo dei grandi
problemi sociali che coinvolgono i ragazzi, anche se in modo non
sempre evidente.

Al CG del 1976 veniva approvato l'Art.2 dello Statuto in cui leggiamo:

"Nell'azione educativa l'Associazione realizza il suo impegno
politico al di fuori di ogni legame o influenza di partito e
tiene conto dell'operato degli altri ambienti educativi"

da un documento-mozione al CG 1985:
" è evidente come il fare politica non si esaurisca certo nella
dimensione partitica ma anzi trovi oggi ancor più di ieri molteplici
possibilità di impegni utili e concreti. Vi è inoltre tutto l'ampio
orizzonte di impegno degli organismi di partecipazione sociale:
sindacato, associazioni ... " [sindacato **]

da una Relazione del CC al CG 1986:
" L'Associazione, soggetto politico in senso lato, è chiamata, pertanto,
a svolgere un ruolo di promozione umana - di chiara ispirazione
evangelica - che si può senz'altro definire pre-politico, di educazione
cioè alla vita politica ... Si tratta di attendere all'importante compito 
di animazione etica della società." 

Cito dal doc approvato al CG 1988:
... "Va riconosciuta infatti e valorizzata la valenza politica della
presenza del gruppo locale, non tanto perché esiste quanto,
soprattutto per il suo impegno, per la fedeltà delle scelte, per la
continuità nel tempo e per la testimonianza dei suoi Capi. Questa
sensibilità educativa e di servizio si esprime con una tensione allo
sviluppo che sa indirizzarsi laddove più evidenti si manifestano le
urgenze. 
Un servizio educativo è, per sua natura, attento ed interessato alla
singola persona, sia nella sua irripetibile singolarità, sia in quanto
inserita in un determinato contesto e ambiente, insieme ad altre
persone, in un determinato momento della storia ... la Comunità Capi
diventa quindi protagonista all'interno del territorio inteso come luogo
in cui si vivono esperienze di solidarietà socio - politica - economica. I
rapporti con la realtà esterna, coinvolgono quindi prioritariamente le
Comunità Capi, che rappresentano nel territorio l'espressione più
capillare dell'Associazione. I rapporti esterni fanno parte integrante
dell'azione educativa ... " 

[ -------- inizio commento -----

CONCLUSIONI:

Non si deve generalizzare troppo e assolutizzare scelte politiche in
determinate direzioni, quanto essere attenti ai segni dei tempi, alla 
situazione attuale, diversa ad esempio da quella prima del 1989.
Va accentuata la presenza politica del Gruppo sul territorio locale 
del quartiere o della circoscrizione. 

===

Il pensiero va anche a quei gruppi dell'Associazione impegnati contro
situazioni mafiose gravi, o con i nomadi. Siamo un'associazione di
frontiera e dobbiamo riconoscere anche le nuove frontiere dove
impegnarci. [nomadi *]

Le reazioni provocate ad azioni associative su questi temi sono il
segno di come azioni educative simili, siano viste +/- politicizzate in
momenti storici diversi, cambia cioè la percezione della società
circostante.

===

Una emergenza di questi ultimi anni è la crisi della democrazia, nel
senso che stiamo vivendo una politica sempre più <virtuale>, sempre
più distaccata dal contatto, dalla discussione, dal confronto, dalla
verifica con il cittadino, lo studente, il genitore, il volontario.
Lo svuotamento di poteri reali delle strutture di decentramento e di 
partecipazione popolare ha portato una diffusa sensazione di impotenza e
di distacco dalla politica anche solo di circoscrizione o di Comune. I
giovani hanno conosciuto la politica quasi esclusivamente per
televisione. 
Un primo passo di inversione di questa tendenza, è lavorare sui
circuiti informativi, sia anche addirittura creandoli dove sono carenti,
sia educando i ragazzi a decodificare, interpretare e fare informazione.
Perché solo in presenza di molteplicità di vedute e di informazioni si
può sviluppare il processo critico e la costruzione di una personalità
adulta.

----- fine commento -------- ]