Fiera di san Simone

 

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    Nel 1995 il Prof. Franco Rinaldi scrisse un breve articolo, dal titolo "Perché San Simone?", pubblicato poi in occasione della Fiera nell'opuscolo pubblicitario che ogni anno viene distribuito.
        Tante mattine lo vedevo in Canonica mentre studiava e trascriveva alcuni storici documenti dell'Archivio Parrocchiale; "due chiacchiere" sulla storia di Mirabello non mancavano mai e un giorno mi chiese di trascrivere al computer il suo articolo su San Simone. Un articolo molto preciso che lasciava in sospeso due domande: "perché San Simone?" e "perché fu scelta la data di fine ottobre?"
        In effetti le notizie sull'origine di questa Festa sono piuttosto scarse e misteriose ma alcune volte, specie sui giornali in periodo di fiera, è stata fatta un po' di confusione. È per questo che ho voluto raccogliere qualche informazione sull'argomento e cercare di rispondere alle domande del Prof. Rinaldi, anche se non in modo definitivo, e dare qualche delucidazione in più ai mirabellesi.

         La Fiera di San Simone si tiene ogni anno in ottobre e precisamente nella quarta domenica del mese. L'origine della Fiera di San Simone è indiscutibilmente legato alla FESTA DEL RINGRAZIAMENTO o in ogni caso alla festa religiosa che si teneva nella nostra Chiesa come ringraziamento per l'abbondanza dei raccolti. La prima notizia certa si trova nel "Registro entrate e spese per le Feste della Parrocchia" che è diviso in due volumi: il primo riguarda il periodo 1862/1893 e l'altro gli anni dal 1893 al 1926, dandoci modo così di seguire per più di sessant'anni "l' iter" della Festa. Nell'anno 1862, mese di ottobre troviamo scritto: "spese nella Festa del Rigraziamento dei raccolti fatta nella quarta domenica di ottobre, addì 26". Il fatto che i registri partano dal 1862 non ci deve però fare escludere che la festa si celebrasse anche in anni precedenti.
        Tutti gli anni ad ottobre la stessa dicitura si ripete con qualche piccola variante. Il 24 ottobre 1869 ad esempio troviamo la scritta
"Pel ringraziamento a Dio dei raccolti";  il 22 ottobre 1871 la Festa si fa "...col Baldacchino nuovo"; il 22 ottobre 1876 nelle spese compare anche il compenso per la Banda musicale di Galliera e molte volte, all'inizio della lista spese, si scrive solamente "Ringraziamento" con la rispettiva data. Come avrete notato non compare mai "San Simone" e passeranno ancora tanti anni prima di trovare il nome del Santo.
         Il 19 aprile del 1886 viene eretta canonicamente (ma esisteva senza forma giuridica già da otto anni) la CONGREGAZIONE DEL SACRO CUORE DI GESU'. Il fatto, a prima vista, può non avere nessuna attinenza col nostro argomento ma leggendo lo statuto della Congregazione si ricavano utili informazioni. Ad esempio vi è riportato che l'Associazione
"ogni anno celebrerà la FESTA del SACRO CUORE, facendovi precedere un triduo devoto di preghiere speciali per gli ascritti vivi e defunti, ordinandolo ad ottenere dal Sacro Cuore per tutti il dono della Santa carità pel Signore, e pei nostri fratelli. La maggiore o minore solennità della Festa verrà determinata dal Consiglio, visto lo stato economico della pia associazione".

         Quando veniva celebrata detta festa? Sempre dal registro spese per le feste della Parrocchia si legge, con un po' di stupore, che dal 1899 questa coincideva con la Festa del Ringraziamento e così rimane per tutto il periodo esaminato, cioè fino al 1926. Di questo abbiamo conferma anche in un "estratto dello statuto" non datato dove, all'articolo cinque che si riferisce alle annuali funzioni religiose, si può leggere: "La congregazione... coopera alla solenne riuscita della Festa del Sacro Cuore che si celebra annualmente la Quarta domenica d'ottobre in ringraziamento dei raccolti ottenuti".
        Quindi dal 1862 al 1898 si parla solamente di Festa di ringraziamento per i raccolti ma, dal 1899 al 1935, ultimo anno in cui abbiamo notizie sulla Congregazione (dal libro delle spese), le due feste si sono tenute contemporaneamente.

         Ciò non toglie che nel nostro paese esistesse, come in tanti centri vicini, una annuale fiera di "merci e bestiame" (che oggi potremmo definire "fiera commerciale") ma le due cose sono, secondo me, da tenere ben separate.
         Le prime testimonianze riguardo una fiera a Mirabello si ricollegano ancora una volta ad una solennità religiosa: la Festa del Patrono, naturalmente il Patrono di "Chiesa Vecchia" cioè San Bartolomeo (24 agosto).
         Chi ha già letto la STORIA DELLA PARROCCHIA e la STORIA DI MIRABELLO saprà che nel nostro paese esisteva sin dai primi anni del 1500 un Oratorio privato sacro a San Giuliano. Nel 1552 i Conti Prosperi di Ferrara, non sappiamo se allora cominciasse la loro giurisdizione a Mirabello o fosse più antica, vollero che la Chiesa fosse dedicata a San Bartolomeo, forse perché era questo un loro nome gentilizio.
         Con testamento del 10 maggio 1554 Bartolomeo Prosperi seniore, segretario del Duca Ercole II d'Este di Ferrara, lasciò un Legato per il mantenimento di un cappellano. La Chiesa diventò sussidiaria a quella di Sant'Agostino nel 1574. Da diverse testimonianze sappiamo che ogni anno il 24 agosto e specialmente verso la fine del '700, era celebrato con speciale solennità e grande affluenza di popolo. In una breve descrizione del nostro paese tratta dal libro del Calindri "Descrizione ovvero prospetto generale della pianura bolognese" (Bologna 1785) vi è anche un cenno sulla'antica Fiera.
Parlando di S.Agostino, nella trattazione il Calindri comprende anche Mirabello e così scrive:
"oltre la terra di S.Agostino, detto già S.Agostino delle Paludi, abitato da circa 45 famiglie, evvi il borghetto di Mirabello, rinomato per la fiera di San Bartolomeo che suol essere abbondante di bestiame e di contratti, abitato da 6 famiglie ed il borghetto di San Carlo con osteria e posta di cavalli, abitato da 13 famiglie. Il diritto di collazione di S.Bartolomeo di Mirabello è della famiglia Prosperi ed in questo borghetto vi è un'osteria privilegiata, macello, salara e bottegaio di merci, ed è la Chiesa fornita di buone suppellettili, argenteria ed organo e passa per uno de' migliori di questa parte di diocesi della pianura bolognese. Son quivi da vedersi le padronali abitazioni delli palazzi delle Famiglie Aldrovandi, Monti, Prosperi, Orsati". (citato dal Dott. F. Cavicchi - "Per la storia di Mirabello" - 1907)
         La testimonianza del Calindri era sicuramente vera se qualche anno dopo, per l'esattezza il 16 luglio 1794, Il conte Michelangelo Fausto Prosperi scriveva al Cappellano D. Francesco Balboni ordinandogli di chiudere la Chiesa nel pomeriggio della festa di San Bartolomeo, per evitare, egli diceva, i disordini e gli scandali che altre volte si erano lamentati in simili occasione; terminava la lettera con queste aspre e significative parole:
"Si ricordi ella di non contravvenire in verun modo a questa nostra ordinazione, non lasciandosi sedurre dalle altrui insinuazioni e vani suggerimenti, mentre essendo noi li padroni possiamo ordinare e fare ciò che più ci piace ed a Lei in questi casi spetta uniformarsi ai nostri voleri, adempiendo i propri doveri..." (Archivio Parrocchiale di Mirabello).
           
Nonostante la nascita della Nuova Chiesa di San Paolo, edificata tra il 1795 e il 1804, e la consacrazione a Parrocchia nel 1840 la Festa di San Bartolomeo continuò ad essere solennizzata ancora per parecchi anni o perlomeno fino al 1850 quando abbiamo le ultime notizie sui registri delle Messe del Legato Prosperi. Ricordo però che nei vari documenti vengono riportate solamente le funzioni religiose e non eventuali "mercati" o "fiere" che si potevano eventualmente tenere il quel giorno.
         Per completare, nei limiti, l'indagine sulle Fiere del nostro paese in questi anni mi sembra giusto riportare alcuni documenti del Comune di Sant'Agostino a cui apparteneva il "...quartiere di Mirabello".
         Già dal 1824 sappiamo dalle delibere del Consiglio Comunale di Sant'Agostino che vari possidenti ed abitanti del Comune
"... chiedono la ripristinazione del mercato settimanale, che si tiene ogni venerdì, e l'istituzione di una FIERA da tenersi nei giorni 26, 27, 28 agosto di ogni anno". Si fa conoscere "...l'utilità che ne risentirà la Comune da tale instituzione";  e che"...la bontà delle strade invitano i limitrofi abitanti a concorrervi in buon numero...". (Cons. Comunale del 10 luglio 1824).
         Nonostante diverse sollecitazioni al "Senato di Bologna", la decisione riguardo la Fiera slitta di alcuni anni. Ancora nel 1829 troviamo la medesima richiesta in cui alcuni consiglieri fanno istanza che si rappresenti alla Legazione
"...la instituzione di una fiera di merci e di bestiami da tenersi nei giorni 26, 27, 28 agosto di ogni anno, giacché in detti giorni nelle limitrofi Comuni non si verifica fiera alcuna tenendosi in San Pietro in Casale nei dì 31 agosto e 1 e 2 settembre, in Cento pure in settembre e così in San Giorgio e Poggio Renatico...". (Cons. Comunale del 23 maggio 1829).
Nel 1832 si invita nuovamente la "Magistratura" a decidere.
         Al Consiglio del 6 novembre 1833 si legge che il Cardinale Camerlengo è ben disposto a dare l'approvazione per una fiera ma che questa deve avere la durata di un solo giorno. Naturalmente il Comune non accetta la condizione proposta e decide di insistere con la primitiva domanda di tre giorni. Si decide quindi di chiedere che
"...qualora non si potesse celebrare nei giorni stabiliti in Agosto per esservi altre fiere che la impediscono, venga protratta nel mese di settembre all'epoca stessa, nella quale aveva luogo quella nel quartiere di San Carlo per privilegio della nobile famiglia Ghisilieri, ufficiando intanto il Sig. Marchese G. Ghisilieri perché il di lui privilegio lo volesse trasfondere nella Comune".
         L'antica fiera tenuta dalla Famiglia Ghisilieri in San Carlo era chiamata "Fiera di San Mattia" e si teneva per otto giorni nel periodo di settembre ma fu soppressa dai francesi. Il Comune però non riuscì a sfruttare il "privilegio" della nobile famiglia; dopo molte lamentele e insistenze in quanto il permesso non veniva mai accordato si fa richiesta nel 1839 di
"...celebrare la Fiera nei giorni 25, 26 e 27 giugno di ogni anno, giacché in tale epoca nella periferia di miglia venti e più non cade alcuna altra fiera". La tanto desiderata concessione arriva il 9 luglio 1840 ma purtroppo per un giorno solamente. Sempre dal 1840 viene approvato un fondo di scudi otto per sostenere le spese relative alla Fiera. Si è conservato nell'Archivio Comunale di Sant'Agostino un bel manifesto con l' "Avviso di Fiera" per l'anno 1844: la data cadeva nel giorno martedì 18 giugno. Sempre nello stesso anno i Consiglieri del Comune fanno istanza per aggiungere almeno un giorno alla Fiera "...giacché limitata ad un solo difficilmente si può ottenere il concorso dei Negozianti dei lontani paesi ed anche perché mancando, come due anni fa si è verificato, che l'atmosfera vada soggetta ad oscillazioni ed a pioggia, le speranze di lucro e di buon successo che si avevano e potevonsi necessariamente calcolare evaniscono nel momento". (Cons. Comunale del 19 luglio 1844).

         La prima notizia su una FIERA a MIRABELLO che non fosse quella solita che si teneva il giorno di San Bartolomeo (24 agosto), in coincidenza con la Festa del Patrono, risale al 1851.
Il documento (conservato nell'Archivio Comunale di Sant'Agostino) consiste nella richiesta di approvazione, indirizzata alla LEGAZIONE di BOLOGNA da parte del Presidente municipale Francesco Accursi, dell'annuale FIERA DI MERCI E BESTIAMI a Mirabello per la giornata stabilita del 10 LUGLIO. Nella sua lettera il Presidente, invocando il permesso, cita anche che la fiera venne istituita con un atto del Camerlengo datato 8 gennaio 1846 permettendoci così di scoprire finalmente la nascita ufficiale di una Fiera nel nostro paese. A conferma di quanto detto, abbiamo altre informazioni sulla "fiera di luglio" da una fonte già citata nella Storia della Parrocchia, cioè il documento redatto il 19 marzo 1843, al termine di una ricognizione della zona, dall'Ing. G. Lucarelli di Bologna, incaricato di compiere una "Geografia storica d'Italia documentata"
(Archivio storico del Comune di S.Agostino). Nel 1850 l'ingegnere era stato invitato ad inserire ulteriori dati nella sua stessa ricerca e scrisse "Ora nel 1850 hà pure una Fiera di merci, bestiami in Mirabello nel secondo giovedì di luglio di ciascun anno".
        È chiaro che mentre la Festa di San Bartolomeo stava perdendo progressivamente d'importanza con lo sviluppo della nuova Parrocchia e per le mutate condizioni della Proprietà dei Conti Prosperi, i mirabellesi si erano decisi a chiedere l'istituzione di una Fiera. Da una annotazione riportata dal Cappellano Antonio Roncati nella copertina del registro delle Messe del Legato Prosperi (di cui ho già trattato) sappiamo poi che negli anni successivi che vanno dal 1859 al 1870 nell'Oratorio non si celebrò più la Festa di San Bartolomeo e la richiesta era quindi ancora più giustificata. Per quanto riguarda le date annuali della Fiera non riusciamo ad essere molto precisi: se l'ing. Lucarelli parla di secondo giovedì di luglio, una "notifica di Fiera" del giorno 17 luglio 1852 ci dice invece che in quell'anno si doveva tenere il primo giovedì di agosto e così rimase ancora per parecchio tempo.
        Si è conservato un bel manifesto di avviso di FIERA a Mirabello, analogo a quello di Sant'Agostino, e porta la data del 1854:
"Governo Pontificio - Provincia di Bologna - Comune di Sant'Agostino. AVVISO DI FIERA. L'annuale fiera di merci e bestiami, che si celebra nella Parrocchia di Mirabello, avrà luogo per autorizzazione superiore nel giorno di giovedì 3 agosto p.f... I Signori commercianti, che vi concorreranno, vengono assicurati di assistenza e protezione osservate che siano le leggi di Polizia, Sanità e Finanza..." (13 luglio 1854).
        A testimonianza che la Fiera veniva ormai organizzata ad agosto, nell'anno 1863 abbiamo la richiesta dei mirabellesi di spostare la fiera dal primo giovedì del mese ad un giorno festivo e la richiesta viene accolta. Il Comune stabilisce la FIERA nella seconda domenica del mese di Agosto in quanto nella domanda di spostamento non era stata specificata una data precisa. Sempre nel 1863 abbiamo notizia di una seconda fiera di bestiami che si tenne a Mirabello il 26 maggio ma non sappiamo quando venne istituita.
        Anche Sant'Agostino, dopo l'istanza fatta da parecchi possidenti ed esercenti pubblici del Comune, stabilì dal 1882 una seconda fiera di merci e di bestiami da farsi nella prima domenica di ottobre di ogni anno.
(Cons. Comunale dell'11 luglio 1882).
        La situazione alla fine del 1800 era questa: a Mirabello e Sant'Agostino le fiere si tenevano due volte l'anno; a San Carlo una volta l'anno
(Cons. Comunale del 27 ottobre 1896).
        Probabilmente le Fiere di Mirabello si tenevano nel piazzale della Chiesa di San Paolo: forse per questo nel 1898 il Parroco Don Giuseppe Pranzini ingaggiò una "battaglia" con il Comune per chiudere la piazza con colonnette di macigno e catene (sono quelle che, più o meno vediamo ancora oggi). Così nella testimonianza del nipote Don Giovanni Pranzini:
"Egli, forte del proprio diritto, essendo la piazza parte del Benefizio Parrocchiale, e non volendo che il decoro della Chiesa fosse sminuito coll'entrare di mercanti, veicoli e bestie ad ingombrare la piazza e a lordarla, resistette e vinse". (da "Memorie - secolo XX).
        
La Festa del Ringraziamento, come abbiamo visto, si celebrava già dal 1862 e dai documenti attualmente in nostro possesso non possiamo dire, ma neanche escludere, che una delle due fiere di merci coincidesse con la festa religiosa. Un fatto però è sufficientemente chiaro: che non si può far risalire l'origine della nostra attuale FIERA DI SAN SIMONE con le citate "Fiere di merci e bestiame".

A proposito, non ce ne siamo dimenticati, dove troviamo scritto "SAN SIMONE" la prima volta?

        Fra i tanti documenti che ho potuto consultare, mi sono imbattuto in quel nome nel carteggio riguardante la VISITA PASTORALE alla Parrocchia da parte del Card. Arc. Giacomo Della Chiesa in data 27 settembre 1908.
         Prima di ogni Visita il Parroco è tenuto a compilare un questionario sulla vita religiosa del paese e su tutto quanto riguarda la Parrocchia. Ebbene nel paragrafo riservato all'elenco "Feste" Don Pranzini, parroco in quegli anni, scrive:
"...Si celebra in ottobre la Festa del Sacro Cuore (chiamata la Festa di San Simone) preceduta da un triduo di ringraziamento per i raccolti".
Il fatto che Don Pranzini metta "... chiamata San Simone" tra parentesi ci fa pensare subito che quello non fosse il nome ufficiale della Festa, bensì un modo di dire dei mirabellesi.
         A rafforzare la nostra tesi contribuisce un avvenimento che, come spesso accade, sembra non avere nulla a che fare con l'indagine.
Prendiamo per esempio il 1905 quando, poco prima dell'inaugurazione del campanile, vennero fuse le nuove campane. Su ogni campana, ed erano quattro, vennero raffigurate sei immagini di Santi e Don Giovanni Pranzini ci spiega dettagliatamente quali erano e per quale motivo:
"...Il Crocifisso è su tutte, come di dovere e d'uso. La B.V. Maria è in tutte, sotto quattro diversi atteggiamenti e nomi, nei quali è più venerata in paese. La Conversione di San Paolo è il titolo della Chiesa; San Bartolomeo il titolo della vecchia Chiesa (Mirabello vecchio). San Filippo, Eduardo, Guglielmo, Vincenzo di Paolo, Rosa da Lima, Giuseppe, Giovanni Battista, Antonio da Padova rappresentano gli omonimi degli offerenti o dei loro cari. Il Sacro Cuore di Gesù, Sant'Antonio Abate, Santa Liberata ricordano devozioni peculiari della nostra Parrocchia; il SS. Sacramento e San Vincenzo Ferreri sono i patroni della Compagnia". (Memorie sec. XX). Se SAN SIMONE fosse stato importante per la Parrocchia e per i mirabellesi non sarebbe stato raffigurato sulle campane?

         Una chiarissima risposta alle nostre domande (e a quelle lasciate dal Prof. Rinaldi) e ai nostri dubbi, arriva consultando il questionario di un'altra Visita Pastorale, per l'esattezza quella tenutasi dieci anni dopo il 25 gennaio 1918, da parte del Card. Giorgio Gusmini. Nel medesimo paragrafo "Feste straordinarie", dopo quella di San Paolo, le Quarant'ore, San Vincenzo Ferreri e San Luigi leggiamo: "La Festa del Sacro Cuore a ringraziamento dei raccolti, con Messa cantata, triduo e processione. (IL POPOLO LA CHIAMA DI SAN SIMONE PERCHÉ SI FA IN FINE D'OTTOBRE). La cura il Parroco; ma ci sono i così detti MASSARI che fanno un giro in Parrocchia per la questua". Nello stesso anno, sul nuovo Bollettino Parrocchiale di Mirabello, abbiamo la conferma di quanto asserisce Don Pranzini:
nella pagina che riporta il "diario" delle funzioni religiose del mese di ottobre si trova ormai senza dubbio
"Domenica 27; FESTA DEL SACRO CUORE E RINGRAZIAMENTO DEI RACCOLTI (chiamata popolarmente di SAN SIMONE)".
        Un piccolo resoconto della festa lo si può leggere nelle memorie di Don Giovanni Pranzini:
"27 ottobre 1918. Oggi la popolazione del solito Triduo per la Festa del Sacro Cuore, Padre Gherardo Da Bevilacqua, prov. dei Cappuccini, ha istituito nella Parrocchia di Mirabello la Congregazione del Terz'Ordine Francescano. Il Triduo non è stato molto frequentato a causa dell'epidemia chiamata febbre spagnola. Ha infierito per oltre 20 giorni facendo in paese quasi altrettante vittime che la guerra. Ora accenna a cessare". (Memorie sec. XX).
        Nelle citate "Memorie", che vanno dal 1901 al febbraio del 1919, questa è l'unica citazione della FESTA del RINGRAZIAMENTO. Il fatto che Pranzini scriva "...si è fatto...il solito Triduo..." e che parli maggiormente di altre feste (come SAN PAOLO o la Festa della Congregazione di San Luigi in settembre che coinvolgeva tutto il paese) anziché di questa ci dà da pensare che la ricorrenza venisse festeggiata perlopiù nell'intimità della Chiesa, soprattutto nei terribili anni di guerra. In contraddizione a quanto ho appena detto ci sono alcuni "avvenimenti importanti" che, a proposito o casualmente, venivano fatti cadere da sempre proprio nella quarta domenica di ottobre, come l'Inaugurazione del Campanile (1905) o le Visite Pastorali (nel 1882 e 1885) ma non ci è dato di sapere se ci fosse un collegamento tra le due cose.

         L'unica FESTA nei primi anni del secolo che più somigliava alla FIERA è quella di SAN LUIGI di cui, come ho accennato, Don Pranzini parlava sempre come la più grossa di Mirabello. La Pia Unione di San Luigi venne inaugurata il 27 settembre 1908 e dalle sue memorie il Parroco ci dice chiaramente che "...una commissione di esercenti cura la parte esterna e l'Amministrazione della Pia Unione la parte interna e religiosa...". Alla mattina si celebrava di solito la Santa Messa con la somministrazione della Prima Comunione o della Cresima, mentre il pomeriggio era dedicato ad intrattenimenti civili con banda e spettacoli. Alla sera il paese veniva addobbato ed illuminato ed a tarda ora si lanciavano fuochi artificiali. Gli articoli dell'epoca ci dicono che la Società Veneta delle Ferrovie metteva addirittura a disposizione dei treni speciali per raggiungere e tornare da Mirabello. Ed era in questa occasione che veniva sempre innalzato il pallone aerostatico che si vede anche in una già nota fotografia del nostro paese. Abbiamo notizia di questa festa fino all'anno 1915 quando scoppiò la guerra (ma nel frattempo si era già spostata alla prima o seconda domenica di ottobre) per riprendere poi dalla fine del conflitto fino al 1922. (Memorie sec. XX)
         Proprio dall'Archivio Comunale di Sant'Agostino scopriamo che l'11 ottobre del 1914 si teneva a Mirabello "la seconda Fiera di merci e bestiami", probabilmente in coincidenza con la suddetta festa. In ogni caso, sui Bollettini Parrocchiali più vecchi conservati nel nostro archivio che vanno dal 1918 al 1930, troviamo, tutti gli anni nella quarta domenica di ottobre, più o meno la stessa frase:
"FESTA DEL SACRO CUORE, popolarmente chiamata di San Simone" oppure "FESTA DEL RINGRAZIAMENTO DEI RACCOLTI volgarmente chiamata di San Simone".
          Nell'ottobre 1919 la festa del "Sacro Cuore/San Simone" era abbinata anche a "San Luigi" segno forse che due feste così vicine erano troppe e si era verificata una unione. Tralasciando un attimo i bollettini, nel Registro entrate e spese per le Feste della Parrocchia (arriva fino al 1926) di cui ho parlato all'inizio, SAN SIMONE è citato solamente nel 1925 con la frase
"Festa del Ringraziamento de' raccolti detta volgarmente di San Simone". All'inizio di ogni anno preso in esame nel registro, il Parroco Don Alvisi annotava diligentemente quelle che erano le FESTE MOBILI (come le Ceneri, Pasqua o Pentecoste): solo dal 1924 viene riportato anche SAN SIMONE, quasi a testimoniare che oramai lo "pseudonimo" aveva preso il sopravvento sulla vera denominazione.
         Nell'archivio è conservato anche un piccolo taccuino con "L'Ordine delle Funzioni durante l'anno", scritto da Don Alvisi ma non datato. Nelle funzioni del mese di ottobre troviamo:
"San Simone. Cade sempre nella quarta domenica d'ottobre anche quando detto mese ha cinque domeniche. I forestieri vengono a Mirabello per tradizione nella quarta domenica. È conveniente fare un Triduo predicato. Se la funzione vespertina si fa dopo l'Ave Maria e il predicatore è valente la popolazione interviene. Nelle circostanze della predica del Purgatorio un MASSARO, per antica consuetudine, va a fare la raccolta nelle Osterie e Caffè del paese": sono più o meno le notizie che aveva riportato anche Don Pranzini. Don Giuseppe Alvisi prese possesso della Parrocchia nell'ottobre del 1921 e quindi può essere stato scritto solo dopo quella data.

         Ricordiamo poi che il 28 ottobre 1922 (il 28 è proprio il giorno destinato dalla Chiesa per i SS. Simone e Giuda) i fascisti fecero la loro "Marcia su Roma" e da quel momento, ogni anno, il 28 ottobre doveva essere ricordato in ogni paese e città.
         Dal giornale "Il Corriere Padano" del 30 ottobre 1926 abbiamo un esempio di come veniva festeggiata questa ricorrenza:
"Il XXVIII Ottobre in Provincia. Mirabello, 29. La storica data è stata solennizzata in Mirabello con una festa diligentemente curata in tutti i particolari. Sin dalla settimana scorsa il Direttorio aveva fatto noto alla popolazione il programma dei festeggiamenti. Ieri mattina infatti il Tricolore era esposto in tutte le case e la via principale del paese era tutta pavesata di pennoni ed archi di bandiere con fine gusto eretti dalla Ditta Garutti di Ferrara. Alle 11, nella Chiesa Arcipretale, un immenso corteo si recò ad ascoltare la solenne Messa officiata in onore dei caduti dal Reverendissimo Arciprete Don Giuseppe Alvisi. Attorno all'artistico catafalco hanno preso posto tutte le autorità e le rappresentanze coi gonfaloni e bandiere. Nel pomeriggio, la locale banda diretta dal Maestro Amadori ha svolto un scelto programma. Alla sera tutto il paese era riccamente decorato da una sfarzesca luminaria tricolore preparata dalla Ditta Veronesi di Cento. Mentre la banda di Sant'Agostino diretta dal Maestro Gremoli rallegrava la serata con inni patriottici, bellissimi fuochi artificiali della Ditta Diegoli di Finale Emilia scoppiettavano rumorosamente dando una nota di maggior solennità alla bella festa, alla riuscita della quale va data meritata lode al Direttorio del Fascio e al Comitato Organizzatore".
          Dallo stesso quotidiano del 30 ottobre 1929 abbiamo altre particolari informazioni. Nel pomeriggio del 28 ottobre di quell'anno, ad esempio, venne inaugurato il NUOVO CAMPO SPORTIVO di Mirabello con una partita tra la locale Società Littorio e le "riserve spalline". Per la cronaca finì 5 a 1 a favore dei mirabellesi.
Non mancava la lotteria:
"... Terminata la partita calcistica la popolazione si è riversata sulla piazza per la estrazione della lotteria... che ha favorito rispettivamente i possessori della cartella serie Ferrara n¡ 27 vincente due quintali di grano e serie Potenza n¡ 80 vincente un quintale di grano.". Infine i fuochi: "Una ditta di Rovigo ha svolto uno splendido spettacolo pirotecnico rallegrando quanti passeggiavano per la via Provinciale trasformata in galleria tricolore dalle migliaia di lampadine esposte artisticamente. Le vetrine dei negozi e tutte le finestre prospicienti la Via Provinciale erano pure riccamente illuminate, poiché il Direttorio del Fascio aveva messo in palio ricchissimi premi...".
          Anche sui Bollettini veniva ricordata la data nel diario del mese: "28 ottobre - SS. Simone e Giuda Apostoli - Festa Nazionale".

         Fino al 1974 la Festa di San Simone venne organizzata dalla Parrocchia; durante i primi mesi del 1975, il Sig. Leonardo Tocchio, in veste di Assessore alla Cultura del Comune di Mirabello, diede vita ufficialmente, insieme con un gruppo di collaboratori, al COMITATO FIERA DI SAN SIMONE.

          A questo punto vorrei trarre le conclusioni:
la festa religiosa denominata SAN SIMONE esisteva, abbiamo visto dai Bollettini, già prima dell'avvento del Regime Fascista nella quarta domenica di ottobre e quindi non è plausibile che venisse così chiamata, come è stato alcune volte affermato, in collegamento alla Festa della Marcia su Roma.
A sua volta poi abbiamo visto che l'antica Festa del Ringraziamento sino dal 1919 aveva "ereditato" le caratteristiche della grande Festa della Pia Unione di San Luigi. Possiamo intuire allora che tutte queste feste vennero a coincidere spesso negli anni e che quindi possa essersi determinata una specie di "contaminazione": la festa religiosa ha rafforzato le altre e viceversa.
Anche oggi vediamo infatti la FESTA DEL RINGRAZIAMENTO e la FIERA fondersi in un tutt'uno. Per quanto riguarda la denominazione "SAN SIMONE", una risposta chiara ce l' ha data Don Pranzini: veniva chiamata così dal "popolo" dei mirabellesi perché si faceva a fine ottobre. Noi aggiungiamo che la Festa del Ringraziamento per i raccolti si faceva sin dal 1862 e chissà quante volte il suo Triduo era caduto nel giorno del Santo, il 28 ottobre: per i parrocchiani e non solo l'abbinamento deve essere stato spontaneo.
                                                                                                              
Davide Casari

Lo studio è frutto di mie ricerche personali nell'Archivio Parrocchiale di Mirabello. Ho consultato poi i volumi "Sfogliando le delibere" - Comune di Sant'Agostino (anni 1816/1874 e 1874/1899) a cura di Enzo Baroni e Lorenzo Baruffaldi - Anno 2000.

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