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 Dalle 'Domus de Janas' ai Nuraghi 

 La presenza di approdi, l'abbondanza di corsi d'acqua perenni e di cacciagione favorirono l'insediamento umano nel territorio di Cuglieri fin da tempi assai remoti.
 Nuraghe 'Oratiddo', presso S.Caterina
 Al Neolitico inferiore (7500-7000 a.C.) risalgono probabilmente i frammenti di ossidiana e di selce e gli avanzi di pasti di frutti di mare, rinvenuti in località "Sa turre 'e su puttu" e "Su paris de sa turre", presso S.Caterina e S'Archittu.

 Al Neolitico superiore (4000-3000 a.C.) risalgono le "Domus de Janas", grotticelle scavate nella roccia tenera, lungo i corsi d'acqua, e adibite a sepolcri ove risiederebbero, secondo la fantasia popolare, le fate (janas) che venivano tramutate in pietra.
Le domus più note sono quelle di "Serruggiu", "Pittudi" e "Fanne Massa". Esse sono espressione di popolazioni che vivevano di agricoltura e di caccia, come dimostrano gli oggetti di selce, quarzo e ossidiana, trovati in esse a corredo dei defunti (i reperti sono conservati nell'antiquarium del Comune).
Il più recente ritrovamento risale al 1985: si tratta di una "domus" situata all'interno della borgata di S. Caterina.

 Risalgono invece al periodo megalitico (2.000-1.700 a.C.) il dolmen di Monte Laccana e vari altri sparsi sulle pendici del Montiferru cuglieritano.
A partire dal 1600 a.C. compaiono, disseminati nel territorio e compresi tra i 40 e i 250 mt. s.l.m., i nuraghi, particolarmente concentrati nella zona di "Sessa". Sono tutti nuraghi monotorre, ad eccezione di "Oragiana" e "Orakeris", quadrilobati e di "Nuraghe Maggiore", "Nurgheddonis" e "Oratanda", trilobati.

Approfondimenti

Il popolo dei nuraghi

La società nuragica