Blood
Simple
di
Joel e Ethan Coen
Blood simple - (Sangue facile) USA 1984 Durata
97 min. Regia di Joel e Ethan Coen con John Getz, Frances McDormand,
Dan Hedaya, M. Emmet Walsh.
I fratelli Coen con la
loro opera ci danno uno degli
esempi migliori
di un cinema che ha tantissimi tratti della post-modernità .
Profondi conoscitori della
storia del cinema , attraversano i generi classici del noir
e del trhiller ,
“reinventandoli” in chiave visionaria -
con un uso del grottesco e del macabro venati
sempre da una sottile ironia
. Il loro è un raffinato gioco
cinematografico fatto di uno sguardo innovativo e
obliquo, che conferisce alle loro storie un sapore effervescente e spesso
sulfureo , sempre dissonante rispetto al panorama del cinema hollywoodiano delle
grandi maior .
Blood simple
( 1984 ) - che
è il loro primo lungometraggio – è un film
da godere come esempio di
cinema pieno di geniale
intelligenza e di
splendide intuizioni visive , che spiazza costantemente l’occhio dello
spettatore e la sua certezza percettiva
. E’ un susseguirsi di percezioni errate da parte
di ciascun protagonista rispetto alle intenzioni
e alle azioni degli altri , che
arriva a tracciare un autentico labirinto dello sguardo dove tutti vanno ad
impigliarsi.
C’è un che di
hitchcockiano nella gestione della
narrazione e nel gioco compiuto con lo spettatore.
I Coen da par loro
rivoltano come un guanto il genere noir spostandolo dall’horror alla commedia grottesca
e macabra, e nel contempo
stravolgono i ruoli dei
personaggi classici del noir : qui gli amanti non hanno la passione folle di un
progetto di vera fuga e invece sospettano
l’uno dell’altra ; i due amanti non progettano di uccidere il marito
tradito, ma è questi a commissionare
l’omicidio dei due ; il detective non ha la moralità di un Marlowe/Bogart/ Mitchum , ma è un
viscido individuo doppiogiochista e perverso . Il tutto in
un incalzare vorticoso di
eventi sempre sorprendenti , in un
Texas senza pietà e solidarietà
alcuna , spaventosamente spogliato
di qualsiasi parvenza umana dove ,
rispetto alla sua luce accecante , fa riscontro
un uso sapiente dello scuro , in un gioco luci/ombre totalmente ribaltato
rispetto agli schemi classici : la luce qui è sempre
sintomo di minaccia e dell’evidenza da negare , mentre l’oscurità,
invece che pericolo, diventa rifugio ideale in varie fasi del film .
E poi il titolo ripreso da un romanzo di Hammet : “blood simple”
vuole significare “ l’individuo inebetito, schoccato
dal sangue” che vede versare o che ha versato direttamente, ed è poi
questo ad accomunare tutti e
quattro i personaggi del film
che , dal momento in cui la
prima goccia di sangue viene
fuori , cominciano a perdere progressivamente il controllo di se stessi e
si impigliano sempre più in
una rete
di morte (e di parodia di essa), ,immobilizzati dentro “un non saper
guardare” che si traduce istantaneamente in “un non saper capire” .
E’ un cinema affascinante che viene fuori da tutto ciò, dove le
soluzioni registiche e l’innovatività
di alcune sequenze memorabili,
mostrano la profonda coscienza nei loro mezzi espressivi che i Coen avevano già da questa prima opera.