"I giorni del cielo" di Terrence Malick
2° film del ciclo : TERRENCE MALICK : UN CINEMA “PIU’ GRANDE DELLA VITA”
Oscar 1979 per la fotografia , miglior regia a Cannes , I giorni del cielo è il secondo film di quello che , il pur grande Michael Cimino , ha definito “il regista di maggior talento della mia generazione ” . E il cinema di Malick in effetti non assomiglia a quello di nessun altro e , qualunque storia racconti, ci fa entrare in un’ intensità sensoriale e interiore dove quasi ci si sperde rispetto alla grandezza e maestosità dell’affresco.
Ma questo non porta mai né a retorica, né a manierismi , e anzi, rende ancor più significative delle storie individuali in una saga storico-collettiva in cui viene resa la grana dell’epoca ( in questo caso l’America dei primi ‘900 ) e i suoi personaggi disperati e indifesi restano impressi nella memoria , con la loro voglia di riscatto e di ricerca di una condizione migliore . Come già iniziato ad esprimere ne La rabbia giovane , Malick ne I giorni del cielo perfeziona e approfondisce la sua poetica nella quale il mal di vivere degli individui si consuma al cospetto di una natura piena di incanti . La straordinaria rappresentazione dei paesaggi , resa dalla grande fotografia di Nestor Almendros cala i destini dei protagonisti in un percorso attraverso la semidivinità della terra, aria, acqua e fuoco , e , in un’ abbagliante sintesi tra cielo e grano , si giocano le vite e le speranze . Ne I giorni del cielo si esprime davvero un cinema “più grande della vita” , nel senso che quando esso si fa vera arte , ci introduce , attraverso le evocazioni di immaginario e simbolico , in dimensioni più ampie di quelle cui possiamo adire con la nostra limitata gamma sensoriale ed esperienziale .
La bellezza abbagliante delle immagini , lo stupore delle soluzioni cromatiche, la cura dei dettagli , gli spazi sconfinati , l’intensità dei personaggi e delle loro interazioni , e un afflato epico del tutto originale : sono alcuni tratti di questo capolavoro di un autore , per lavorare con il quale , anche le più grandi star accettano il minimo di paga sindacale , come è avvenuto poi con il 3° dei suoi film , La sottile linea rossa, vent’anni dopo I giorni del cielo.