"I compari" di Robert Altman


I compari (McCabe e Mrs. Miller, 1971) di Robert Altman è un western molto anomalo. Tratto da un romanzo di genere (e di medio livello letterario) di Edmund McNaughton, non è ambientato nelle verdi praterie del Wyoming né nei boschi ridenti dell'Idaho e neppure nelle zone desertiche del Texas. La città (la ghost town) mineraria in cui la vicenda si svolge è sporca, lercia, fatiscente, fangosa, abitarta da uomini che sono fantasmi di creature decenti. E poi fa freddo: c'è la neve alta, le case sono riscaldate poco e male, spesso infuriano le tempeste di vento e neve. Le donne con cui i minatori hanno a che fare di continuo non sono mogli e madri o compagne di vita ma prostitute, spesso di basso profilo. Anche McCabe è un avventuriero, senza mestiere, senza radici, senza onore così come lo è la sua donna, la signora Miller, che pretende di essere pagata cinque dollari ogni volta che ha un rapporto sessuale con lui. E' una radiografia impietosa questa di Altman del melting pot da cui è nata l'Amertica: sangue versato spesso inutilmente, sesso mercenario, interessi economici enormi (il passaggio della ferrovia come nel geniale C'era una volta in America di Leone), inpossibilità di rapporti umani degni di questo nome. Eppure anche nel fango e nell'abiezione c'è spazio per la poesia: McCabe che muore nella neve dopo essersi battuto come un leone contro i killer della ferrovia, Mrs. Miller che sogna l'impossibile felicità attinta al vaso dell'oppio, la calma mortale e impassibile della Natura che vigila su ognuno, "sui vivi e sui morti"...

Giuseppe Panella