"Anna e le sue sorelle" di Woody Allen

ANNA E LE SUE SORELLE ( 1986 ) è uno dei film giustamente più celebrati di Allen . Nel 1986 ha ottenuto l’Oscar per il miglior attore non protagonista  (Michael Caine) , per la miglior attrice non protagonista ( Diane Wiest) e la miglior sceneggiatura originale ( Allen) . Nel 1993 Il Guardian lo ha classificato fra i migliori 100 film contemporanei.

Il film raggiunge una compiutezza stilistica e narrativa di alto livello  (e Allen si ripeterà su questi livelli,  con risultati forse ancora  più grandi con Crimini e misfatti, che proporremo a chiusura del ciclo ) : siamo , con Hannah e le sue sorelle, all’altezza dei  migliori  Wilder e Hawks , per il senso del ritmo , l’approfondimento psicologico dei personaggi,il piacere dell’orchestrazione corale, l’organizzazione armoniosa di un tutto che sfocia nell’acuta analisi di costume e nel felice affresco d’ambiente.

Con questa cronaca familiare che segue le speranze, le frustrazioni e le azioni di tre sorelle della borghesia newyorkese negli anni ’80 ( richiamandosi vagamente alle Tre sorelle di Cechov ) , Allen ha compiuto la propria parabola creativa, giungendo alla maturità di un autore completo quanto a maestria cinematografica.

Il film è una commedia seria, ma non seriosa, divertente, ma non buffa,  pervasa da uno scintillante  umorismo  e da un’irresistibile amabilità. E’ un autentico microcosmo che si dipana  man mano allo spettatore , con 10 personaggi principali e altri 41 secondari, in un intreccio avvincente di situazioni e sentimenti .

Colpisce in questo film l’accuratezza speciale nello strutturare i vari elementi compositivi , con lo spazio scenico ( ambientato a Manhattan come al solito) che funziona da autentico “palcoscenico”: questo grazie anche alla fotografia di Carlo Di Palma , voluminosa e realistica rispetto a quella astratta di Gordon Willis , che definiva l’ambiente a puri contorni, mentre Di Palma rende alle immagini  il senso della loro corposità sotterranea.

Il filo conduttore è rappresentato da Michael Caine , che diventa l’alter ego di Allen ( qui per la prima volta defilato) , dando alle nevrosi e all’inadeguatezza del personaggio, un profilo più imponente e carismatico di quello che poteva proporre lo stesso Allen .