VESNA VA VELOCE di Carlo Mazzacurati, con Tereza Zajickova, Antonio Albanese, Silvio Orlando, Marco Messeri. Italia, 1996.
La fuga di una ragazza cecoslovacca: prima dal suo paese, poi dalla prostituzione, poi da un amore senza prospettive, poi...

Accade che un autore torni su un tema che gli è caro per analizzarlo e svilupparlo con maggior compiutezza. E' quanto fa Mazzacurati con questo film, che riprende da vicino un soggetto che aveva già affrontato qualche anno fa con "Un'altra vita": opera non del tutto risolta e che fu accolta da critica e pubblico con una certa freddezza. E torna anche a parlare indirettamente dei problemi dei paesi dell'Est, come aveva già fatto con "Il toro": favorito forse in questo anche dalla sensibilità della signora Gori - di origine croata - per le tematiche legate alla crisi dei paesi del vecchio blocco comunista. La ripetizione giova e "Vesna" ha ricevuto meritatamente una buona accoglienza al festival di Venezia. Pur senza essere un capolavoro è infatti, dei tre film, quello più riuscito e maturo. Un po' scontato nelle prevedibili tappe del cammino della protagonista , si riscatta poi nella descrizione del breve incontro fra lei e un operaio incapace di capirla e accettarla fino in fondo: un amore mancato, silenzioso, intenso e dolente, che ha il duplice pregio di rifuggire dal lieto fine alla "Pretty Woman" e quello di riserbare alla donna un ruolo più contraddittorio, aperto e originale di quanto venga di solito attribuito al personaggio della traviata dal cuore sensibile. Antonio Albanese, che i più conoscono solo come comico televisivo, ha qui la possibilità di interpretare efficacemente un ruolo drammatico, come aveva fatto finora solo in teatro.