La fuga di una ragazza cecoslovacca: prima dal suo
paese, poi dalla prostituzione, poi da un amore senza prospettive,
poi...
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Accade che un autore torni su un tema
che gli è caro per analizzarlo e svilupparlo con maggior compiutezza.
E' quanto fa Mazzacurati con questo film, che riprende da vicino un
soggetto che aveva già affrontato qualche anno fa con "Un'altra
vita": opera non del tutto risolta e che fu accolta da critica e
pubblico con una certa freddezza. E torna anche a parlare indirettamente
dei problemi dei paesi dell'Est, come aveva già fatto con "Il
toro": favorito forse in questo anche dalla sensibilità della
signora Gori - di origine croata - per le tematiche legate alla crisi
dei paesi del vecchio blocco comunista. La ripetizione giova e "Vesna"
ha ricevuto meritatamente una buona accoglienza al festival di Venezia.
Pur senza essere un capolavoro è infatti, dei tre film, quello più
riuscito e maturo. Un po' scontato nelle prevedibili tappe del cammino
della protagonista , si riscatta poi nella descrizione del breve
incontro fra lei e un operaio incapace di capirla e accettarla fino in
fondo: un amore mancato, silenzioso, intenso e dolente, che ha il
duplice pregio di rifuggire dal lieto fine alla "Pretty Woman"
e quello di riserbare alla donna un ruolo più contraddittorio, aperto e
originale di quanto venga di solito attribuito al personaggio della traviata
dal cuore sensibile. Antonio Albanese, che i più conoscono solo come
comico televisivo, ha qui la possibilità di interpretare efficacemente
un ruolo drammatico, come aveva fatto finora solo in teatro. |