"LA PAROLA AMORE ESISTE" (1998)

di Mimmo Calopresti

 

Mimmo Calopresti

Nato a Polistena (Reggio Calabria) nel 1955. Si forma con filmati di cinema militante per l’Archivio del Movimento Operaio e documentari di indagine sociale. (Alla Fiat era così,1990).
1995: "La seconda volta" (premio Solinas per sceneggiatura opera prima), con Nanni Moretti, centrato sull’ambiguo rapporto tra un docente universitario e la terrorista (Valeria Bruni Tedeschi) che lo aveva anni prima ferito; notato a Cannes per l’intensità dell’analisi psico-comportamentale dei protagonisti.
1998: "La parola amore esiste" (vedi scheda seguente).
2000: "Preferisco il rumore del mare", dove un ragazzo meridionale trapiantato al Nord potrebbe integrarsi se accettasse la logica violenta della società metropolitana,ma preferisce il ritorno alle origini e il credo della non-violenza.
2002: "La felicità non costa niente", dove Calopresti è anche attore protagonista nel ruolo di un quarantenne in crisi che decide di provare a costruirsi un’altra vita.

CAST TECNICO ARTISTICO

Regia: Mimmo Calopresti
Soggetto: Mimmo Calopresti, Heidrun Schleef
Sceneggiatura: Mimmo Calopresti, Francesco Bruni, Heidrun
Schleef - con la collaborazione di Doriana Leondeff
Scenografia: Alessandro Marrazzo
Costumi: Marina Sciarelli
Montaggio: Massimo Fiocchi
Musica: Franco Piersanti
Prodotto da: Donatella Botti - Bianca film (Roma), Camera one/Arena films (Parigi)
(Italia, 1998)
Durata: 80'
Distribuzione cinematografica: MIKADO

PERSONAGGI E INTERPRETI

Angela: Valeria Bruni Tedeschi
Marco: Fabrizio Bentivoglio
Sara: Marina Confalone
Malvi: Emanuela Macchniz
Carlotta: Giovanna Giuliani
Psicoanalista: Mimmo Calopresti
Giovanna: Valeria Milillo
Madre di Angela: Daria Nicolodi
Avvocato Levi: Gérard Depardieu
Bruno: Massimo Sonetti

Angela è una donna di trent'anni con dei problemi. È in cura da uno psichiatra, cammina evitando le linee come faceva Jack Nicholson in "Qualcosa è cambiato", vive chiusa in un suo mondo difficile da comunicare, preda di mille curiose e bizzarre manie che certo non le facilitano la vita. Un giorno, per caso, vede un uomo che la intenerisce (Bentivoglio, professore di violoncello dall'aria molto svagata) e se ne innamora senza che lui ne sappia niente, creando così una lunga sequela di equivoci a tratti divertenti e a tratti no, e precipitando sempre più lungo il crinale della follia.
La concentrazione ossessiva, malata, sulla parola amore, e l'evidente distacco-distrazione da tutto il resto (esemplificata, per così dire, dai principali ruoli maschili) sembrano essere la chiave della seconda volta al cinema di Mimmo Calopresti. Passato in mancanza della Sacher sotto l'egida protettrice della produzione Bianca Film di evidente ispirazione morettiana ("Bianca" è il film d'amore di Nanni Moretti), il regista torinese, quanto più il suo stile, nella semplicità, rimane evidentemente lo stesso, devia solo in apparenza dalle tematiche del suo primo film ("La seconda volta"). Laddove si trattava, nel primo, di un incontro che non avrebbe mai avuto luogo, qui, l'approccio esclusivamente sentimentale sembra regalare un intrigo meno soffocato ai due protagonisti e fornisce almeno una possibilità in più, una risoluzione che, con l'abbandono del tema politico, può essere interpretata anche come una risposta a quel film. In questo senso i molti malintesi che intessono il racconto (il più evidente vede il professore distratto scambiare per un'altra l'autrice dei biglietti amorosi che gli arrivano) e il tono generale vagamente plumbeo rappresentano solo una eco di quelle stonature e impossibilità. Il film di Calopresti è coraggioso perché prende le distanze da qualsiasi tema “forte” e si concentra sul male di vivere e sull’attesa quotidiana della materializzazione della parola amore. La dimensione della solitudine urbana, nell’incrociarsi di due anime che si cercano timidamente, è qui resa in un film delicato e toccante, con un taglio che evoca spesso il cinema di Claude Sautet, nel suo gioco sui chiaroscuri dei sentimenti. Sceneggiatura meticolosa, essenziale, accuratamente”silenziosa”.