La massoneria protestante o inglese – chiamata
anche “massoneria azzurra” dal colore del nastro adorna la divisa
dei fratelli – originariamente era divisa in due gradi; successivamente ,
nel 1724, venne adottato un terzo grado, quello del
“Maestro”,. Questa struttura sui tre gradi basilari rimarrà tale
anche nei decenni successivi.
Così infatti si organizzarono anche le prime leggi francesi, sia
quelle di origine stuardista che quelle di origine hannoveriana, finché non
apparve nel mondo latomistico, la
discussa e misteriosa figura del cavaliere André
Michel Ramsay (1686- 1743). Di lui,
nato ad Ayr in Scozia da padre calvinista e da madre anglicana, sappiamo ben
poco poiché amò circondare di
mistero le sue origini. Come del resto poco si sa sugli ultimi anni della sua
vita e circa la sua morte.
C’è chi sostiene – come
Voltaire che nutriva un rancore
particolare contro il protagonista della
sua Ramsyade -
che fosse figlio di un fornaio, mentre altri
lo vuole discendente da una nobile famiglia. Sappiamo però che studiò
ad Edimburgo e che esercitò la professione di precettore.
Nel 1706 lo troviamo in Olanda , durante la guerra tra Francia e
l’Inghilterra per la successione spagnola,
non si sa se in veste di soldato o di spia.
Nel 1709, a Cambrai, incontra il vecchio Fénélon e sarà
questo l’avvenimento fondamentale della sua vita;
ne divenne il discepolo prediletto e poi segretario; dopo la morte,
l’erede spirituale e il biografo.
Da deista , quale era diventato, si convertì al cattolicesimo,. Ma a
quel particolare cattolicesimo quietista, professato da Madame Guyon e da
Fénélon che auspicavano una totale riforma della
Chiesa romana. Perché
nonostante l’animo mite e l’erasmiano
rifuggire dai contrasti violenti, l’arcivescovo di Cambrai nutriva un modo
di pensare anticonformista ed ardito, che sembrava percorrere quello dei
philosophes. Tanto da esplodere
in un giudizio profetico come questo:” Il nostro popolo non conduce una vita
da uomini; l’eccesso di tribolazioni è così grande, che un bel giorno gli
scapperà la pazienza”
Nel
1714, poco prima della sua morte, Fénélon mandò Ramsay da Madame Guyon, di
cui a sua volta divenne segretario.
Nel 1724 lo troviamo a Roma presso il pretendente al trono d’inghilterra,
che nell’esilio continuava a portare il nome di Giacomo III, quale
precettore del figlio Carlo Eduardo. Poco
dopo, riparte per l’Inghilterra, dove, fatto ancor più curioso,
nonostante la conversione al cattolicesimo e la dimistichezza con gli
Stuart, gli viene conferito il titolo di dottore dall’Università di Oxford
e viene nominato membro della “Royal Society”, roccaforte dello spirito
massonico-anglicano, e della
quale dopo la morte di Newton, era magna pars lo stesso Desaguliers.
A Londra fu iniziato alla
massoneria il 17 marzo 1730 , proprio nello stesso anno e nella stessa Loggia
2The Horn” di Westminster, nella quale due mesi dopo
fu iniziato Montesquieu. Da questo momento,
alla sua già notevole attività letteraria
e pedagogica, aggiunse
quella latomistica, che esercitò una influenza grandissima sulle vicende
della massoneria europea che culminò con un famoso discorso tenuto in una
Loggia a Parigi nel 1737. In questo discorso l’avventuriero scozzese assegna
nuove finalità alla libera muratoria e
ne traccia una nuova storia.
Egli comincia la sua orazione elencando
le quattro doti indispensabili per diventare un buon
massone: humanitè,
morale pure, secret inviolabl, goùt des beaux art.
Quindi definisce lo scopo della confraternita :
“Les
hommes ne sont pas distingués essentielment par la difference des langues
qu’ils parlent, des habits qu’ils portent, des pays qu’ils occupent,
ni des dignités dont ils
sont revetus. Le monde entier n’est qu’une grande République, dont chaque
Nation est une famille et chaque
Particulier un Enfant. C’est
pour faire revivre et rèpandre ces essentielles maximes prises dans la
nature de l’Hommes d’un esprit éclairè, de
moeurs douces et d’une
humeur agréable, non seulement par l’amour
des Beaux Arts, mais encore plus
par les grands principes de vertu,
de science, et de religion, où l’intéret de la Confraternitè devient
celui du Genre Humain tout entier , où toutes les Nations peuvent puiser des
connaissances solides et où les Sujets de tous les
Royaum peuvent apprendre
à se cherir mutuellemnt,
sans renoncer à leur patrie…” (Discorso
riportato integralmente da J. Palou)
Come
si comprende si tratta di una visione di una umanità unita dalle sue èlittes
intellettuali, formata – secondo una visione modernissima –
dall’armonioso accordo delle
“patrie” e delle “nazioni” in nome dei principi
cari alla fraternità massonica e nello stesso tempo alla morale
cristiana, quale egli voleva che fosse professata da una Chiesa
cattolica rigenerata e meno rigida nelle sue affermazioni dogmatiche.
Di tali iniziativa, promossa e guidata dalla libera muratoria, Ramsay
voleva che si facesse banditrice la nobiltà francese, rinnovata nei costumi,
sotto la guida dello stesso Luigi XV , anche lui
certamente massone (vedere gli studi di P. Chevallier).
Il sua simpatia per questo ordine si comprende dal fatto che proprio
nella sua corte a Versailles era
presente una Logica massonica.
Ramsay, parlò anche al
cardinale Fleury, che, diffidando delle società segrete, quale avveduto uomo
di stato, e quale
cardinale di Santa Romana Chiesa, oppose un netto rifiuto circa la sanzione
regale all’iniziativa del letterato scozzese.
Comunque, nella famosa orazione di Ramsay, oltre alla parte
programmatica c’e ne è anche una storica, la quale avrà una grande
influenza sulla successiva
evoluzione della libera muratoria. Ramsay, infatti, respinge nel suo discorso
l’interpretazione corporativa della massoneria; respinge le premesse
borghesi ed ugualitarie della massoneria inglese per attribuirle una
discendenza aristocratica e cavalleresca, onde fare appello alla giovane
nobiltà francese.
Secondo Ramsay, la massoneria è sempre esistita ed ha continuato ad
esistere in Oriente, quando in Occidente si era perduto il ricordo della
dottrina segreta che in essa si perpetuava. Furono i crociati, andati al
seguito di Goffredo di Buglione che riscoprirono nei sotterranei del Tempio di
Gerusalemme le leggi dell’antica Confraternita. Essi decisero di
ricostruirla anche in Europa, dopo che fossero tornati nei loro rispettivi
paese. L’Ordine godette della protezione del Re d’Inghilterra
e soprattutto dei Re di
Scozia. Ma, durante le guerre di
religione che sconvolsero l’Europa nel secolo XVI, la massoneria subì una
notevole decadenza: i fratelli dimenticarono le vere finilità
dell’Ordine. “Solo
in questi ultimi anni” diceva
Ramsay, “si è ricominciato in Inghilterra, e soprattutto in Scozia, dove la
Confraternita ha meglio conservato la purezza della dottrina segreta, un
lavoro di riorganizzazione della libera muratoria, che ha cominciato a
riaffiorare anche in Francia. Secondo
l’oratore toccava ora ai massoni francesi assumere la direzione della
fratellanza e guidarla alle sue
vere finalità. Il discorso,
infatti, pone le premesse dell’esistenza di una dottrina segreta, e delle
origini cavalleresche dell’Ordine, nasce lo “scozzesismo” e nascono gli
Alti Gradi massonici che tanta
confusione hanno recato nella storia della libera muratoria.
Ha poca importanza stabilire se a creare gli Alti Gradi fosse stato
proprio l’autore dei Travels af Cyrus, come sostengono alcuni
storici. Certo è che con questo discorso si verificò una svolta nella
vicenda massonica. Ramsay, facendo dei massoni i discendenti, gli eredi dei
crociati e facendo derivare dalla Scozia la riuscita dell’Ordine,
lo legava alla casta
nobiliare e alla causa cattolica degli Stuart, contrapponendo
al mito razionalista ed ugualitario della libera muratoria inglese, la
mistica leggenda cavalleresca e nobiliare.
Ma la istituzione degli Alti Gradi, non aveva
solo lo scopo di sostituire una tradizione, una leggenda all’altra
per accontentare la vanità aristocratica dei fratelli francesi; essa
offriva anche un diritto
di cittadinanza massonica ai cultori delle scienze occulte e
soprattutto degli alchimisti, presenti in Francia e nel resto d’Europa.
Sembra che nell’esoterismo degli Alti Gradi, si racchiuda l’ansia
del secolo proteso al conseguimento della perfezione umana,
ma desideroso di bruciare le tappe del cammino troppo lungo indicato
dalle faticate conquiste scientifiche. Si cercano allora scorciatoie
miracolistiche. Si cerca la ricchezza nella trasmutazione dei metalli;
si cerca la salute e il prolungarsi della vita nella fabbricazione di
elisir. E le contemporanee scoperte nel campo della chimica e in quello
dell’astronomia, nonché l’improvviso
ed inaspettato manifestarsi dei primi fenomeni di magnetismo animale, davano a
sperare che anche i sogni degli antichi astrologi e maghi si sarebbero
realizzati. Si sperava addirittura che con l’evocazione egli spiriti o delle
anime dei defunti sarebbe stato possibile non solo acquisire conoscenze del
mondo ultraterreno, ma di avere
anche concrete indicazioni per arricchire o per scoprire tesori nascosti.
Accanto al movimento illuminista che,
guidato dalla ragione procede sulla via della scienza,
c’è il movimento
mistico che cerca la soluzione ai vari problemi nei culti
esoterici, nella ricerca
del miracolo e nella magia.
Questi due movimenti non camminano parallelamente e distinti, ma
s’intersecano ed assai spesso vivono e si manifestano in una stessa persona.
Come i personaggi del goethiano Willhelm
Meister, si possono spesso
incontrare uomini misurati, saggi, ben radicati nella realtà sociale e
contemporaneamente pervasi da grandi passioni, nostalgie esoteriche.
I culti esoterici, la magia, l’alchimia, la teosofia, tutte trovano
un ottimo rifugio negli Alti
Gradi e nei vari sistemi
cavallereschi, che, in buona o mala fede, davano ad intendere di conservare i
segreti di queste arti misteriose. Va da sé , che in molti casi, la
soddisfazione dei desideri del
credulo adepto veniva via rimandata a successive iniziazioni,
che naturalmente richiedevano il pagamento di nuove quote a beneficio
dei promotori ed
inventori dei vari ordini
massonici. Da qui nacque il moltiplicarsi dei gradi. E dei sistemi, ognuno dei
quali si arrogava il privilegio
di essere il più antico e il più autentico,
nonché di essere l’unico in condizioni di appagare l’aspirazione
dell’ adepto a conoscenze nuove e misteriose.
Per quanto riguarda poi la massoneria francese,
si aggiunga il carattere aristocratico e mondano che la libera
muratoria assume in quel paese
dove le cariche di “venerabile” e di primo e secondo “sorvegliante”,
delle loggie inglesi, si aggiungono quelle di un “Maestro delle
Cerimonie”, di un “oratore”,
incaricato di porgere il saluto
ai nuovi adepti o di celebrare l’iniziazione di un fratello a un grado
superiore; di un “Fratello terribile” cui spetta il compito di far subire
le prove più o meno terrificanti al neofita; ed infine di un
“Elemosiniere”, incaricato di raccogliere i denari e di amministrarli per
le opere umanitarie promosse dalle logge.
Nelle logge francesi , data la stragrande
prevalenza della nobiltà, sono tutti
“Chevaliers” ed hanno diritto di portare la spada .
Questi Alti Gradi si ispirano ad un miscuglio di orientalismo e di
cavalleria medievale, il tutto innestato
nelle vicende di Hiram , per cui ai fratelli rimane affidato il compito
di ritrovare la parola perduta
del Maestro (e ciò si presta a coprire nella sua allegoria, le ricerche degli
occultisti) e di vendicare la morte del Grande Archidetto, i così detti gradi
di vendetta (e
questi a loro volta si prestano
a simboleggiare le aspirazioni del partito stuardista, che nell’assassinio
di Hiram, vede il martirio di
Carlo I, la cui dinastina va
restaurata sul trono d’Inghilterra.
Vari
saranno i sistemi degli Alti
Gradi che sorgeranno durante quel
periodo storico in Francia per lo più creati da avventurieri
o da cultori della libera muratoria.
Durante il secolo XVIII, i gradi si
limitano a cinque con le seguenti denominazioni:
1
maitre écossois (o excellent écossois);
2
élu des neuf (o puissant écoissois);
3
chevalier d’Orient;
4
Rose-Croix (o chevalier de l’aigle noir)
5
Kadosh- Sanctus.
Questi
ultimi Alti Gradi si
sovrappongono ai tre gradi della Massoneria inglese azzurra, che vengono
considerati come gradi preparatori della vera e più nobile massoneria.
All’aspetto storico, è agevole comprendere i contenuti sociali,
politici, religiosi della massoneria inglese e percepire, se non altro in
parte, il simbolismo dei miti professati; viceversa allo storico profano
riesce quasi impossibile orientarsi nel groviglio degli Alti Gradi , dai
rituali complessi e dalle finalità
oscure.
Certo è che gli Alti
Gradi rappresentano il tentativo di creare una élite di dirigenti onde
assumere la guida di tutta la libera muratoria, per realizzare scopi che in
realtà esulano dalle finalità abbastanza chiare della massoneria
tradizionale.
Dunque,
confluiscono in questi gradi dai titoli cavallereschi le aspirazioni
gerarchiche dell’aristocrazia francese; vi confluiscono le mene politiche
degli Stuart, adombrate dai gradi di vendetta (Cavalier Kadosh); vi
confluiscono, come nel grado Rosa-Croce i culti
esoterici e quelli degli
alchimisti.
Questa
possibilità offerta dalla libera muratoria francese di mascherare le più
disparate aspirazioni, dette
origine a varie dicerie e polemiche. Tanto è vero che nella seconda metà del
secolo , alcuni massoni razionalisti, sostennero che gli Alti Gradi della
Massoneria Scozzese erano stati
introdotti dai padri Gesuiti con lo scopo d’impadronirsi dell’ordine e di
ripristinare la loro autorità. E, come
emissario dei Gesuiti, venne qualificato dai suoi avversari lo stesso Ramsay
Che
morì nel 1743, pochi anni dopo la pubblicazione del suo discorso, proprio a
San German en Laye, l’antico rifugio degli Suart. Il suo atto di morte reca
tra le altre la firma dell’eroe giacobita Charles Radcliffe
lord Derwentwater.
Ma la libera muratoria non servì solo agli occultisti o agli
Stuardisti, msa anche ai “Nonconformisti”:
sistema di alti gradi che servirà ad Adam Weishaupt per diffondere la
sua massoneria materialistica ed
anarchica.
Fu così, che anche nel
discorso di Ramsay, non tutto ciò che afferma porta sola acqua al mulino
della nobiltà francese e della religione cattolica. A
un certo punto del suo celebre discorso afferma:
« L’ordre
exige de chcun de vous de contribuer par sa protection,
par sa liberalitè ou par
son travail à un vaste ouvrage, auquel nulle Académie ne peut
suffire, parce que toutes ces Societes etant composées d’un tres
petit nobre d’Hommes leur travail ne peut embrasser un objet aussi étendu.
Tout le Grand Maitres en
Allemagne,
en engleterre, en Italie, et ailleurs exhortent
tout les savants et tous les Artisans de la Confraternité de
s’unir pour fournir les materiaux d’un Dictionnaire Universel des
Art liberaux et des Sciences utiles , la Téolologie et la politique
seules exceptées. On a déjà commencé l’Ouvrage à Londres
et par la reunion de nos Confrères,
pourra le à porter à sa perfection dans
peu d’années.
On
y explique non seulement les
porter à sa perfection dans peu
d’années. On y explique non seulement les mots
techniques et leur et éthimologie
mais on y donne encore
l’histoire de chaque Science et
de Arte, leurs principes et la manière d’y travailler. Par là on reunira
les lumiers de toutes les Nations
dans un seul Ouvrage, qui sera comme una Bibliothèque
Universelle de ce qu’il y a de beau, de grand,
de lumineux , de solide et d’utile dans toutes les Sciences et dans
tout les Art nobles……..”
Che
nel Medio Evo vi fosse un diretto
rapporto fra cavalieri templari, fondatori e costruttori di chiese e di
fortezze, e corporazioni murarie
è cosa certa. Come del resto è probabile che dopo la dissoluzione
dell’Ordine, molti Templari, ritornati alla vita laica,
si aggregassero alla corporazione dei muratori, ove sarebbero stati
fraternamente accolti, soprattutto nelle
Fiandre e nella Scozia sotto il re Robert Bruce, trovando così il modo
di perpetuare almeno per un certo
tempo il loro ordine.
E’ probabile, infine che
al tempo della maggiore fioritura alimentassero conoscenze e dottrine
esoteriche.
di
Alessandro
D’Angelo
estratto dal libro “DOSSIER
TEMPLARI 1118 –1990” di Maria
Lo Mastro - Ediz.
Templari 1991