Depressione, causa prima di suicidio

 

BOLZANO - Allarme depressione. Sarebbe la causa della metà dei suicidi, seguita dall'alcolismo e dalla droga. Emerge da un studio condotto in Trentino Alto-Adige, dove il tasso di suicidi supera del doppio la media italiana. Mentre il tasso nazionale parla di circa 6 suicidi ogni 100 mila abitanti, infatti, in Alto Adige la media oscilla attorno al doppio, con un picco di 20 suicidi per 100 mila abitanti registrato nel 1990.

"Gran parte delle persone che si sono tolte la vita avevano manifestato al loro medico di base segni di disagio e anche in questo campo, ha occorre avviare un'attività di sensibilizzazione", ha detto Roger Phyca, psichiatra dell'ospedale di Brunico. Dallo studio è emersa anche un'anomalia: mentre la letteratura parla di una maggiore frequenza di morti volontarie a primavera e in autunno, in Alto Adige i tassi massimi vengono invece registrati a giugno.
  
''Nel fenomeno suicidio hanno un ruolo anche i mass media, che - ha spiegato Phyca - hanno su questo tabù un atteggiamento ''ambiguo''. Ci sono giornali che 'spettacolarizzano' alcuni casi di suicidi, raccontando troppi dettagli, fino a descrivere la lunghezza della corda tesa attorno al collo della vittima. Altri, invece, tacciono. Fino a poco tempo fa era diffusa la convinzione che quest'ultimo fosse l'atteggiamento migliore, per evitare fenomeni di 'imitazione', ma ora si ritiene invece che occorra parlarne, con un certo pudore, per evitare che si mantenga l'opinione prevalente che il suicidio sia una cosa da nascondere. Questa opinione prevalente, infatti, costituisce un gravissimo problema per i familiari delle persone che si uccidono, che si vedono di colpo isolate dalla società''. E proprio sulla condizione di prostrazione in cui si vengono a trovare i familiari delle vittime è dedicato un secondo studio nel quale, nel corso di tre anni, operatrici specializzate parleranno con i parenti delle vittime per capire, nei casi ove questo sia avvenuto, quali sono stati i fattori che hanno aiutato i congiunti a superare il lutto. La ricerca condotta con la Asl di Brunico, l'università austriaca di Innsbruck e quella tedesca di Amburgo. Le operatrici si rivolgeranno ai familiari dei suicidi utilizzando il dialetto locale per superare, così, eventuali barriere linguistiche.