DORMIZIONE DI MARIA |
TRANSITO
R * (Cod.
Vatic. gr. 1982, ff. 181-189V) Racconto
di san Giovanni teologo ed evangelista sulla dormizione della panaghìa
teotoco e sul modo della traslazione dell'incorruttibile madre del
Signore nostro. [1]
Annunzio della morte. Al di là di ogni parola e al di sopra di ogni
pensiero, grandi e mirabili sono i misteri della sempre vergine Maria
vera madre del nostro vero Dio e salvatore Gesù Cristo: il verginale
concepimento, la generazione senza corruzione, Dio che si incarna in lei
e da lei nasce nella forma umana e soprattutto il glorioso e mirabile
mistero della sua dormizione. [2]
Quando Maria seppe dal Signore che stava per uscire dal corpo, il grande
angelo andò da lei e le disse: "Maria, alzati, prendi questa palma
datami da colui che ha piantato il paradiso e dalla agli apostoli
affinché la portino cantando inni davanti a te; di qui a tre giorni,
infatti, deporrai il corpo. Ecco ch'io invierò da te tutti gli apostoli
e non ti lasceranno più fino a quando non ti avranno trasportata nel
luogo ove tu sarai nella gloria". [3]
Maria gli rispose: "Perché mi hai portato soltanto questa palma e
non una per ogni apostolo? Temo che s'io la darò a uno gli altri
mormoreranno. Che cosa vuoi ch'io ne faccia? Qual è il tuo nome affinché
se mi interrogheranno lo possa comunicare loro?". L'angelo le
rispose: "Perché domandi il mio nome? E' meraviglioso e tu non
puoi udirlo. Ma allorché risalirò, te lo comunicherò e così lo
potrai comunicare segretamente agli apostoli, i quali l'annunzieranno
agli uomini e conosceranno il potere della mia autorità. Non
inquietarti per la palma, giacché essa sarà strumento di molti prodigi
e metterà alla prova tutti gli uomini di Gerusalemme; sarà manifestata
a colui che crede e sarà nascosta a colui che non crede. Va' dunque sul
monte e là tu conoscerai il mio nome, giacché io non lo dico in mezzo
a Gerusalemme per tema che non ne sia interamente distrutta: tu l'udrai
sul monte degli Ulivi, ma, come ti dirò, non (sic!) lo potrai dire agli
apostoli essendo giunta l'ora di deporre il tuo corpo". [4]
Visita di Gesù. Maria allora se ne andò sul monte degli Ulivi: la
precedeva la luce dell'angelo e reggeva nella sua mano la palma. Appena
giunse sul monte esso trasalì con tutti gli alberi che vi si trovavano:
essi inchinarono le cime e adorarono la palma in mano di Maria. [5]
A questa vista Maria pensò che fosse Gesù e domandò: "Signore,
non sei tu, forse, il mio Signore?". L'angelo le rispose:
"Nessuno può compiere prodigi se non il Signore della gloria. Come
il Padre mi ha mandato per la salvezza degli uomini e per convertire
quelli che egli mi ha segnalato... Non solo trasporto alberi, ma
trasporto pure gli uomini che si umiliano davanti a Dio e li guido nel
luogo dei giusti allorché escono dal loro corpo. Anche tu uscirai dal
corpo e nel quarto giorno io verrò dal tuo corpo. Sia tu sia tutti
coloro che osservano i comandamenti di Dio li conduco nel paradiso di
delizie poiché sulla terra si sono conservati puri". [6]
Maria domandò all'angelo: "In qual modo vieni da essi e chi sono
quelli che trasferisci? Si distinguono forse da se stessi offrendo
sacrifici dal gradito odore, e così li raggiungi, oppure sono i giusti
e gli eletti, o ancora, quando sei mandato, vieni da coloro che pregano
e invocano il tuo nome? Parlami di questo affinché anch'io faccia così
e poi verrai a trasferirmi". [7]
L'angelo le dice: "Che cosa hai, madre? Quando sarò inviato da te
non verrò solo, ma con tutti gli eserciti celesti che canteranno inni
davanti a te. Ora sono stato inviato da te per renderti edotta e tu poi
trasmetta agli apostoli in segreto. Ecco, tu vuoi sapere che cosa fare:
quando fui inviato da te, mentre partivo, ricevetti dal Padre una
preghiera che ora ti dico affinché tu la reciti quando uscirai dal
corpo, al sorgere del sole; è così infatti che bisogna recitarla.
Quanto ti dico comunicalo agli apostoli giacché verranno anch'essi.
Nessun amico del mondo, quanti amano il mondo, può recitare questa
preghiera". [8]
L'angelo domandò poi a Maria di trasmettere questa preghiera agli
apostoli. "Verranno, infatti, da te come ti dissi, e canteranno
inni davanti a te ed eseguiranno i tuoi funerali. Prendi dunque questa
palma". Quando Maria ricevette la palma, l'angelo divenne tutto
come luce e salì nei cieli. [9]
Maria se ne ritornò a casa, e subito la casa tremò a motivo della
gloria della palma che teneva in mano. Dopo questo tremito, Maria andò
nella sua camera segreta e depose la palma su di un lenzuolo. Si tolse
gli abiti, prese dell'acqua, si lavò il corpo e indossò altri vestiti
con preghiere di ringraziamento. Disse: [10]
"Ti benedico, segno celeste apparso sulla terra prima di scegliermi
e di abitare in me. Benedico te e i miei congiunti, che mi hanno
accolto, quelli che sono venuti invisibilmente prima di te per
introdurti. Ti
benedico perché nella tua forza mi hai misurata per formare le membra
del tuo corpo e mi hai trovata degna del bacio della tua camera nuziale,
come mi avevi promesso. Ti
benedico per essere trovata degna della perfetta eucaristia e per
partecipare all'offerta del tuo gradito odore e cioè la risorsa di
tutte le nazioni. [11]
Ti benedico affinché mi dia il vestito che mi hai promesso, dicendo che
per mezzo suo sarò contraddistinta da tutti i miei parenti e mi farai
condurre al settimo cielo per essere trovata degna della soavità
perfetta con tutti coloro che credono in te e tu li riunisca nel tuo
regno: giacché sei nascosto tra coloro che sono nascosti, vedi coloro
che non sono visti. Tu sei la stirpe nascosta e tu sei il pléroma, tu
sei il pléroma, io te prima di tutto ho partorito nel dolore e tutti
coloro che confidano in te. [12]
Ascolta la preghiera di tua madre che grida verso di te! Asseconda la
mia voce e manda su di me la tua benedizione e nessuna autorità venga
da me nell'ora in cui uscirò dal mio corpo, porta invece a compimento
quanto mi hai detto allorché piansi davanti a te, dicendo: "Fa'
ch'io scansi le autorità che vengono sulla mia anima!". Mi hai
promesso: "Non piangere, Maria mia madre! Da te non verranno né
gli angeli né gli arcangeli né i cherubini né i serafini né
alcun'altra autorità, bensì io stesso verrò presso la tua
anima". Or dunque è giunto il dolore per colei che partorisce.
Benedico te e i tre ministri che tu hai mandato per il ministero delle
tre vie. Benedico te e la luce eterna nella quale tu dimori. Benedico
tutta la piantagione delle tue mani che dura in eterno. Santo, santo,
colui che riposa tra i santi. Ascolta la voce della mia supplica!". [13]
Visita dei parenti. Dette queste cose, Maria uscì dopo avere detto alla
domestica di casa sua: "Va' a chiamare i miei parenti e quanti mi
conoscono e dì loro: "Maria vi chiama"" La domestica
partì e li chiamò come le era stato ordinato. bQuando
giunsero, Maria disse: "Padri e fratelli, aiutiamoci per mezzo di
opere buone e della fede nel Dio vivo. Domani, infatti, uscirò dal
corpo e andrò al mio riposo eterno. Alzatevi, dunque, e abbiate una
grande umanità verso di me. Non vi chiedo né oro né argento poiché
tutte queste cose sono vane e corruttibili, ma vi chiedo soltanto di
avere umanità verso di me osservando quanto vi dico e restando con me
questi due giorni e queste due notti. Ognuno di voi prenda una bella
lucerna, e non lasciatela spegnere per questi tre giorni affinché io
possa dirvi gli ultimi miei desideri prima di allontanarmi da questo
luogo". E tutti fecero come aveva ordinato Maria. [14]
La notizia si diffuse a tutti i suoi conoscenti e amici, e Maria chiamò
tutti i suoi vicini e disse loro: "Alzatevi e preghiamo". Dopo
la preghiera si sedettero discorrendo tra di loro delle grandezze di Dio
e dei segni e prodigi fatti da Dio per mezzo di sua madre. [15]
Arrivo di Giovanni. Mentre Maria pregava e diceva "così sia",
improvvisamente, per mezzo di una nube, giunse l'apostolo Giovanni; bussò
alla porta di Maria, aprì ed entrò. Quando
Maria lo vide ne ebbe lo spirito turbato: scoppiò in singhiozzi e non
ebbe la forza di trattenere le lacrime né di tacere per il grande
dolore. Con voce forte, esclamò: "Padre Giovanni, ricordati le
parole del Maestro, quanto ti ha chiesto a mio riguardo il giorno nel
quale ci lasciò e io piangevo, dicendo: "Tu te ne vai; a chi mi
lasci e presso chi abiterò?". Tu eri lì e hai udito che mi
rispose: "E' Giovanni colui che veglierà su di te!". Dunque,
padre Giovanni, non dimenticare gli ordini che hai ricevuto a mio
riguardo. Ricorda che ti ha amato più degli altri. Ricorda che a te
soltanto ha detto il mistero allorché eri appoggiato sul suo petto e
nessuno lo conobbe a eccezione di te e di me: tu perché vergine eletto,
io perché non volle che mi rattristassi e gli sono vicino. Allora gli
domandai: "Dimmi quel che hai detto a Giovanni", ed egli ti
disse di comunicarmelo. Or dunque, padre Giovanni, non mi
abbandonare". [16]
Ciò detto, Maria pianse con voce dolce e serena. Giovanni non
resistette; il suo spirito ne fu scosso e non trovò che cosa dirle. Non
sapeva ancora che ella stava per uscire dal corpo. Allora Giovanni
esclamò a gran voce: "Maria, sorella mia, divenuta madre dei
dodici rami, che cosa mi consigli di fare per te? Ti ho lasciato il mio
ministro affinché ti preparasse il vitto; vorresti forse ch'io
trasgredissi l'ordine datoci dal mio Signore, dicendo: "Percorrete
tutto il mondo fino a che sia eliminato il peccato del mondo?". Or
dimmi, Maria, che cosa ti manca?". [17]
Ella gli rispose: "Padre Giovanni, non chiedo nessuna delle cose di
questo mondo, che anzi dopodomani uscirò dal corpo. Padre Giovanni,
usami umanità, proteggi il mio corpo, deponilo in una tomba e
custodiscimi con i tuoi fratelli, gli apostoli, a motivo dei sommi
sacerdoti. Con le mie orecchie, infatti, li udii che dicevano: "Se
troveremo il suo corpo lo daremo alle fiamme, poiché da lei venne
quell'ingannatore"" [18]
Quando Giovanni l'udì affermare: "Uscirò dal mio corpo", si
gettò piangendo ai suoi piedi e disse: "Signore, chi siamo noi che
ci addossi queste infermità? Non abbiamo ancora dimenticato le prime e
già ne dobbiamo sopportare un'altra. Perché non sono io a uscire dal
corpo, e tu, Maria, colei che mi veglia?". [19]
Udendo ciò e vedendo piangere Giovanni, Maria pregò i presenti di
tacere e, preso Giovanni in disparte, gli disse: "Padre Giovanni,
abbi pazienza verso di me, (trattieni) un istante le tue lacrime,
affinché ti possa dire quanto l'angelo mi ha comunicato". Giovanni
allora si asciugò le lacrime e Maria gli disse: "Esci con me e dì
alla folla di salmodiare". Mentre quelli salmodiavano, lei
introdusse Giovanni nella sua camera e gli disse la preghiera che le era
stata data dall'angelo [20]
Estrasse una cassetta nella quale c'era un foglio e disse: "Padre
Giovanni, prendi questo libro nel quale c'era il mistero. Quando avevo
cinque anni, il Maestro mi fece conoscere tutte le cose del creato e
pose in esso anche voi dodici". Gli mostrò i suoi abiti funebri e
tutta la preparazione della sua dimora, dicendo: "Padre Giovanni,
tu sai tutto quello che ho in questa grande casa: nulla all'infuori
degli abiti funebri e due tuniche. Qui vi sono due vedove; quando sarò
uscita dal corpo, ne darai una a ognuna". [21]
Poi lo condusse nel luogo ove si trovava la palma consegnatale
dall'angelo affinché fosse portata dagli apostoli; e gli disse:
"Padre Giovanni, prendi questa palma; così la porterete davanti a
me. Mi è stata data per questo". Giovanni le disse: "Madre e
sorella mia Maria, da solo non la posso prendere, data l'assenza degli
apostoli; affinché quando giungeranno non vi siano tra noi mormorazioni
e dispute. Ce n'è uno più grande di me, che è stato posto al di sopra
di noi. Quando saremo riuniti, ci sarà manifestata la benevolenza del
nostro salvatore". [22]
Arrivo di tutti gli apostoli. Dopo uscirono ambedue. Mentre stavano
lasciando la camera, s'udì un tuono improvviso che scosse quelli che si
trovavano in quel luogo. Dopo il boato del tuono ecco apparire
improvvisamente gli apostoli trasportati da una nube dalle estremità
della terra davanti alla porta di Maria: erano undici assisi sulle nubi.
Il primo era Pietro, il secondo Paolo anch'egli su di una nube essendo
stato annoverato nel numero degli apostoli; si era appena convertito
alla fede in Dio. Dopo di essi, gli altri apostoli si incontrarono sulle
nubi e furono trasportati davanti alla porta di Maria. Si salutarono e
si guardarono stupiti domandandosi come mai si trovassero
improvvisamente riuniti. [23]
Pietro rispose: "Fratelli, preghiamo Dio che ci ha radunati, tanto
più che tra noi si trova Paolo, gioia dell'anima nostra. Veramente,
fratelli, ha avuto compimento la scrittura del profeta e la parola di
colui che dice: "Nulla di più dolce e di più bello per dei
fratelli che abitare insieme!"". Paolo
disse a Pietro: "Hai trovato una testimonianza indovinata, giacché
io ero separato da voi e ora sono congiunto al gruppo degli
apostoli". Pietro
allora domandò di fare una preghiera e gli apostoli risposero: "Sì,
preghiamo per conoscere il motivo per cui Dio ci ha radunato". Si
onoravano gli uni gli altri per fare la preghiera; poi dissero a Pietro:
"Padre Pietro, tu sei stato posto al di sopra di noi, più che a
noi spetta dunque a te fare la preghiera". Pietro rispose: "Il
Dio e Padre nostro e il Signore nostro Gesù Cristo vi glorifichi come
voi avete glorificato la mia carica. Beneditemi in questo, se così vi
piace". [24]
Pietro allora stese le mani e disse: "Padrone, Dio assiso sul carro
dei cherubini, assiso sulle altezze tu contempli gli abissi, abiti una
luce inaccessibile nel riposo eterno, mistero nascosto nel quale è
stata rivelata la croce salvifica, per questo noi innalziamo le mani in
forma di croce per ricevere il riposo con l'approfondita conoscenza
della croce. Tu, infatti, sei il riposo delle membra stanche, tu poni
fine ai travagli, tu sei colui che rivela tesori nascosti, tu hai
radicato in noi la tua bontà. Qual dio è misericordioso come te,
Padre? Tu non distogli da noi la tua filantropia. Chi mai è benevolo
come te, chi è misericordioso come il tuo Padre che ha salvato dal male
quanti credono in lui? [25]
Il tuo volere ha vinto ogni cupidigia, la fede che viene da te ha
spezzato la menzogna, la tua bellezza ha vinto la seduzione, la tua
umiltà ha abbattuto l'orgoglio, tu sei colui che vive e ha trionfato
sulla morte, tu nostro riposo hai sradicato la morte, tu sei la gloria
della misericordia, gloria inviata dallo Spirito del vero Padre.
Emmanuel Emmanuel, maranathà, ora e nei secoli dei secoli. Amen". [26]
Finito di pronunciare l'amen, Pietro e Andrea si abbracciarono. Giovanni
che era in mezzo a loro disse: "Beneditemi tutti". E tutti lo
abbracciarono, ognuno secondo il suo ordine. Dopo
l'abbraccio, Pietro e Andrea dissero: "Giovanni, prediletto del
Signore, come sei arrivato e da quanti giorni sei qui?". Giovanni
rispose: "Ascoltate ciò che mi è capitato. Mentre mi trovavo
nella città di Sardi con diciotto discepoli che credono nel Signore
salvatore, fui tolto di mezzo a loro su di una nube; era l'ora nona: una
nube discese sul luogo ove ci trovavamo, mi tolse via e mi portò qui.
Bussai alla porta, mi aprirono e trovai una folla numerosa riunita
attorno a Maria, madre nostra, la quale diceva: "Sto per uscire dal
corpo". Non potei trattenermi in mezzo alla folla che l'attorniava,
e il mio singhiozzo divenne pesante. [27]
Ora, fratelli miei, entrando nel giorno seguente, non piangete affinché
lei non sia turbata: è questo che il nostro Maestro mi manifestò
allorché, durante la cena, mi appoggiai sul suo petto; per tema che,
vedendoci piangere, la folla che la circonda esiti in cuor suo e dica:
"Anch'essi hanno paura della morte!". Facciamoci piuttosto
coraggio con le parole del Diletto". [28]
Gli apostoli entrarono poi in casa di Maria e dissero a una voce:
"Maria, nostra sorella, madre di tutti i salvati, la grazia del
Signore sia con te!". Vedendoli tutti, Maria fu ripiena di gioia ed
esclamò: "La grazia sia anche con voi! E come siete giunti qui
tutti insieme? Vi vedo, infatti, tutti riuniti". Ed
essi raccontarono come fossero stati riuniti da tutte le regioni; e
ognuno disse la regione dalla quale era stato trasportato. Poi si
abbracciarono da Pietro fino a Paolo, dicendo: "Il Signore ti
benedica, egli che salva tutti!". [29]
Maria allora esultò nello spirito e disse: "Benedico te che
sovrasti ogni benedizione, benedico le dimore della tua gloria, benedico
il grande cherubino della luce, divenuto tuo soggiorno nel mio seno,
benedico tutte le opere delle tue mani obbedienti in piena
sottomissione, benedico il tuo amore con il quale ci hai amato, benedico
le parole di vita che procedono dalla tua bocca dateci nella verità.
Credo, infatti, che tutto quanto mi hai detto si avvererà. Mi hai
detto: "Quando uscirai dal corpo, manderò tutti gli apostoli da
te"; ed ecco che si sono radunati e io sono in mezzo a loro come
una vite fruttifera come nel tempo in cui ero con te e tu eri come una
vite in mezzo ai tuoi angeli incatenando ogni attività del nemico. Ti
benedico con tutta l'energia perché quanto mi hai detto si è avverato.
Hai detto, infatti: "Quando uscirai dal corpo vedrai me con gli
apostoli"; ed ecco, Signore, che si sono radunati insieme". [30]
Così dicendo, Maria chiamò Pietro e tutti gli apostoli, li introdusse
in camera sua e fece loro vedere i suoi abiti funebri. Dopo, uscì e si
sedette in mezzo a loro e accese le lucerne che non si lasciarono più
spegnere, come aveva ordinato loro Maria. Vigilia
nell'attesa della morte. Nel secondo giorno, dopo il tramonto del sole,
nella notte tra il secondo e il terzo giorno, Pietro disse agli
apostoli: "Fratelli, chi ha parole istruttive, parli pure per tutta
la notte fino al sorgere del sole, esortando le folle". Gli
apostoli gli risposero: "Chi più saggio di te? Noi siamo felici di
ascoltare la tua istruzione". [31]
Pietro allora iniziò a parlare: "Fratelli, e voi tutti che siete
entrati in questo luogo in quest'ora, per umanità verso la nostra madre
Maria, voi che accendete le lucerne col fuoco di questa terra visibile,
avete compiuto un buon ministero. Anch'io voglio che ogni vergine prenda
la sua lucerna nel firmamento immateriale del cielo; questa è la
lucerna a tre stoppini dell'uomo interiore: il nostro corpo, la mente,
lo spirito. Se questi tre brillano di vero fuoco, di quello per il quale
combattete, non vi vergognerete quando entrerete alle nozze e vi
riposerete con lo sposo. Così appunto è della nostra madre Maria. La
luce della sua lucerna riempì l'ecumene e non si spegnerà fino alla
consunzione del secolo, affinché tutti coloro che vogliono prendano
fiducia da lei e riceviate anche la benedizione del riposo. Or dunque,
fratelli, lottate sapendo che non restiamo quaggiù per sempre". [32]
Morte di Maria. Mentre Pietro parlava e confortava le folle, giunse
l'aurora e spuntò il sole. Maria si alzò, uscì fuori, recitò la
preghiera che le aveva dato l'angelo, e dopo la preghiera si stese sul
suo letto e portò a compimento la sua economia. Pietro si sedette
presso il capo di lei, Giovanni ai piedi e gli altri in circolo attorno
al suo capezzale. [33]
Verso l'ora terza del giorno, avvenne un gran tuono e si diffuse un
gradevole profumo tanto che per la profusione del profumo tutti furono
presi dal sonno, a eccezione soltanto delle tre vergini. Le fece
vegliare affinché testimoniassero sulla cura delle esequie di Maria
madre del Signore e sulla gloria di lei. Ed
ecco che improvvisamente si presentò sulle nuvole il Signore Gesù con
una innumerevole moltitudine di angeli santi: entrò con Michele e
Gabriele nella camera ove era Maria, mentre gli angeli inneggiavano
standosene fuori della camera. Quando il Salvatore entrò, trovò gli
apostoli attorno a Maria e li salutò. [34]
Maria allora aprì la bocca e benedisse, dicendo: "Ti benedico
perché hai compiuto ciò che mi avevi promesso e non hai rattristato il
mio spirito. Tu mi avevi promesso che non avresti permesso che gli
angeli venissero presso l'anima mia, e che saresti venuto tu da lei; ed
ecco che mi accade, Signore, secondo la tua parola. Chi sono io, misera,
per essere giudicata degna di una tale gloria?". Così dicendo portò
a compimento la sua economia con il volto sorridente rivolto verso il
Signore. [35]
Il Signore la abbracciò, prese la sua anima santa, la pose tra le mani
di Michele, l'avvolse in pelli delle quali è impossibile manifestare la
gloria. Noi apostoli abbiamo visto l'anima di Maria affidata alle mani
di Michele in una perfetta forma umana, a eccezione dei tratti di
femmina o di maschio, senza altro all'infuori della somiglianza di ogni
corpo, e uno splendore sette volte più grande. [36]
Il Salvatore disse a Pietro: "Proteggi accuratamente il corpo di
Maria, mia dimora, ed esci dalla sinistra della città, troverai un
sepolcro, deponivi il corpo e aspettate fino a quando vi parlerò".
Quando il Salvatore disse questo, il corpo di Maria esclamò:
"Ricordati di me, re della gloria; ricordati che sono una tua
creatura, ricordati che ho custodito il tesoro affidatomi". Allora
il Signore disse al corpo: "Non ti abbandonerò, mia perla, tesoro
inviolato! No, mai abbandonerò il tesoro sigillato fino a quando sarà
ricercato". Ciò detto, improvvisamente, se ne andò in alto. [37]
La sepoltura. Pietro, Giovanni, gli altri apostoli e le tre vergini
presero cura del corpo di Maria: lo posero su di un lettuccio e poi
svegliarono gli altri. Pietro prese la palma e disse a Giovanni:
"Tu sei vergine, Giovanni, e spetta a te cantare davanti al
lettuccio e tenerla". Giovanni gli rispose: "Tu sei il nostro
padre e il nostro vescovo, spetta a te precedere il lettuccio fino a
quando giungeremo al luogo". Pietro rispose: "Affinché
nessuno di noi abbia a rattristarsi, coroniamone il lettuccio". Gli
apostoli s'alzarono e si caricarono il lettuccio di Maria; Pietro disse
l'inno: "Israele uscì dall'Egitto, alleluia". [38]
Il Salvatore e gli angeli erano sulle nubi a una certa distanza davanti
al lettuccio inneggiando invisibili: si udiva soltanto la voce di una
grande moltitudine, tanto che uscì fuori tutta Gerusalemme. Quando i
sommi sacerdoti udirono il frastuono e la voce degli inni ne furono
turbati e dissero: "Che è questo frastuono?". Qualcuno
rispose: "Maria uscì dal corpo e gli apostoli cantano inni intorno
a lei". E subito Satana entrò in essi dicendo: "Alziamoci e
usciamo. Uccidiamo gli apostoli e bruciamo il corpo che portò quel
seduttore". Subito si alzarono e uscirono subito con armi e mezzi
difensivi per uccidere gli apostoli. [39]
Gli angeli invisibili li colpirono subito di cecità e spezzarono loro
la testa contro le mura poiché non potevano più vedere dove andavano,
eccetto uno solo, il sommo sacerdote. Costui era uscito per vedere ciò
che accadeva; si avvicinò agli apostoli e allorché li vide portare il
lettuccio incoronato cantando inni, restò pieno di collera e disse:
"Ecco quanta gloria riceve oggi la dimora di colui che ha spogliato
la nostra stirpe!". E pieno di collera si diresse verso il
lettuccio con l'intenzione di rovesciarlo; lo toccò nel punto ove si
trovava la palma: subito le sue mani si incollarono al lettuccio, furono
troncate ai gomiti e rimasero sospese al lettuccio. [40]
L'uomo pianse e supplicò gli apostoli, dicendo: "Non mi
abbandonate in questa sventura! Ricordati di mio padre, Pietro, quando
la portiera ti parlò, dicendo: "Anche tu sei un discepolo di
quest'uomo". Ricorda come e in qual modo ti interrogai".
Pietro rispose: "Il soccorrerti non è in mio potere né in potere
di alcuno di costoro. Credi dunque che Gesù è il Figlio di Dio, colui
contro il quale vi siete levati, colui che avete preso e messo a morte:
allora questa lezione cesserà". [41]
Iefonia rispose: "Non è che noi non abbiamo creduto! Sì, in verità
sappiamo che egli è il Figlio di Dio. Ma che cosa dovevamo fare quando
l'amore del denaro aveva ottenebrato i nostri occhi? I nostri padri
prima di morire ci chiamarono e ci dissero: "Figli, Dio vi ha
scelto fra tutte le tribù per reggere questo popolo, percepire le
elemosine e le primizie. Vigilate affinché questo luogo non diventi
ricco e voi non siate nell'abbondanza; non scatenate la collera di Dio,
date invece ai poveri e agli orfani quello che a voi sopravanza".
Ma noi vedendo che il luogo godeva di una grande abbondanza, abbiamo
dimenticato nel tempio le tavole dei venditori e dei compratori. Il
Figlio di David entrando nel santuario scacciò tutti, dicendo:
"Non fate della casa di mio Padre una casa di commercio!". Al
vedere distrutte da lui le nostre abitudini abbiamo deliberato il male e
l'abbiamo messo a morte, pur sapendo che è Figlio di Dio. Ma
dimenticate la nostra follia e perdonatemi. Quanto mi è accaduto è un
segno dell'amore di Dio, affinché io viva". [42]
Pietro fece fermare il lettuccio e disse: "Se tu credi con tutto il
cuore, avvicinati e bacia il corpo di Maria, dicendo: "Credo,
teotoco vergine e madre pura, anche in colui che è nato da te, Signore
e Dio nostro"". Allora il sommo sacerdote prese la parola in
lingua ebraica e, tra le lacrime, benedisse Maria per tre ore; non
permise ad alcuno di toccare il lettuccio e addusse testimonianze dalle
Scritture sacre e dai libri di Mosè nei quali è scritto che Maria sarà
chiamata tempio di Dio e porta del cielo, tanto che gli apostoli
restavano ammirati dalle grandezze e meraviglie che diceva. [43]
Pietro disse: "Appressati e attacca le tue mani". Iefonia
corse e disse distintamente: "Nel nome del Signore Gesù Cristo
Figlio di Dio e di Maria colomba immacolata di colui che è nascosto
nella sua bontà, le mie mani si uniscano senza alcun difetto!". E
subito divennero come erano prima. Pietro
gli disse: "Alzati, prendi (la foglia) di palma che ti dò, entra
nella città, incontrerai una grande folla che non trova più la via
d'uscita, racconta a essa quanto ti è capitato; porrai questa foglia
sugli occhi di colui che crederà e subito riacquisterà la vista". [44]
Iefonia salì in città come gli aveva ordinato Pietro, trovò una
grande folla piangente, e disse: "Guai a noi! Ciò che capitò a
Sodoma capitò pure a noi! Prima Dio li colpì con la cecità, poi cadde
il fuoco e li consumò. Guai a noi! Siamo divenuti ciechi, poi arriverà
il fuoco". Iefonia
prese la foglia, parlò loro della fede e quanti credettero
riacquistarono la vista. [45]
Gli apostoli portarono Maria alla tomba. Deposero il corpo, si sedettero
e attesero tutti insieme il Signore, come aveva loro ordinato. Paolo
disse a Pietro: "Padre Pietro, sai che sono neofita e che sono
all'inizio della fede in Gesù Cristo; non ho infatti incontrato il
Maestro affinché mi narrasse i gloriosi misteri. Ho udito che li ha
rivelati tutti a voi sul monte degli Ulivi. Vi prego dunque di farmeli
conoscere". Pietro rispose a Paolo: "Ci rallegriamo
grandemente che tu sia giunto alla fede in Cristo, ma noi non possiamo
rivelarti i misteri né tu li potresti ascoltare. Ma aspetta; restiamo
qui tre giorni come ci disse il Signore, il quale verrà poi con i suoi
angeli per trasportare il corpo di Maria: se ce lo ordinerà, noi te li
riveleremo con gioia". [46]
Assunzione corporale di Maria. Mentre discutevano tra loro a proposito
della dottrina, della fede e di molti altri soggetti, seduti davanti
alla porta della tomba, ecco che giunse dai cieli il Signore Gesù
Cristo con Michele e Gabriele; si sedette in mezzo a loro e disse a
Paolo: "Paolo, mio prediletto, non rattristarti per il fatto che i
miei apostoli non ti hanno rivelato i misteri gloriosi. A essi li ho
rivelati in terra, a te li rivelerò nei cieli". [47]
Fece poi un segno a Michele con la voce propria degli angeli e scesero
verso di lui le nubi; in ogni nube c'erano mille angeli che si posero a
cantare davanti al Salvatore. Il Signore disse a Michele di innalzare il
corpo di Maria su di una nube e trasferirlo in paradiso. Quando il corpo
fu innalzato, il Signore disse agli apostoli di avvicinarsi a lui e
saliti sulla nube cantavano inni con voce angelica: il Signore comandò
alle nubi di partire in direzione dell'Oriente verso la regione del
paradiso. [48]
Giunti nel paradiso deposero il corpo di Maria sotto l'albero della
vita. Michele portò la di lei anima santa che deposero nel suo corpo. Il
Signore inviò poi gli apostoli nei loro luoghi per la conversione e la
salvezza degli uomini. A lui, infatti, spetta la gloria, l'onore e la
potenza nei secoli dei secoli. Amen. TRANSITO
COLBERTIANO (dal
Cod. di Parigi lat. 2672 ff. 7-12) * Inizia
il transito o assunzione, della santa Maria madre del Signor nostro Gesù
Cristo [1,
1] Quando dunque il Signore e salvatore nostro Gesù Cristo pendeva,
crocifisso sul legno della croce per la vita di tutto il mondo, presso
la croce vide sua madre dritta e vide Giovanni evangelista, che egli
amava più di tutti gli altri apostoli perché era corporalmente
vergine. [2,
1] A lui perciò affidò la cura della santa Maria, dicendogli:
"Ecco tua madre"; e rivolto a lei: "Ecco tuo
figlio". Da
quel momento la santa genitrice di Dio restò sotto la particolare cura
di Giovanni, fino a quando restò nella dimora di questa vita. [2]
Allorché gli apostoli andarono a predicare nelle regioni a loro
assegnate, lei restò in casa dei parenti di lui, presso il monte degli
Ulivi. Due
anni dopo che nostro Signore Gesù Cristo, vinta la morte, era salito in
cielo, Maria fu presa, un giorno, da una grande voglia di piangere tutta
sola e si rifugiò nella sua cella. [3]
In quel tempo mentre la beata Maria vigilava e pregava, andò da lei un
angelo del Signore e le disse: "Alzati, Maria, prendi la palma
ch'io ora ti ho portato giacché di qui a tre giorni sarai assunta. Ecco
che manderò tutti gli apostoli a seppellirti". [4] Maria gli
rispose: "Signore, ti prego di dirmi il tuo nome". Rispose
alla beata Maria: "Perché cerchi il mio nome grande e
meraviglioso?". Così
dicendo, l'angelo salì in cielo preceduto da una grande luce. Allora la
beata Maria prese la palma e la pose nella sua cella. [3,
1] Radunati tutti i suoi parenti e amici, disse loro: "Vi prego di
restare con me poiché domani uscirò dal corpo e andrò nella pace
sempiterna". Essi risposero, piangendo: "Veglieremo tutti
all'unanimità e con le lucerne accese, non sapendo in quale ora il
Signore verrà". [2] Mentre parlavano, giunse il beato Giovanni,
batté alla porta della beata Maria ed entrò. La beata Maria, appena lo
vide, ne ebbe l'animo turbato e sospirando non poté contenere le
lacrime. [3]
E disse: "Padre Giovanni, ricorda con quali parole il Signore mio,
tuo Maestro, mi ha raccomandato a te nel giorno in cui si è allontanato
da noi dopo aver patito per la salvezza del mondo. Ti prego di usarmi la
misericordia di far portare questa palma davanti al mio letto e
custodire il mio corpo dai mali, giacché io stessa ho udito Ebrei che
dicevano: "Aspettiamo che muoia per prenderne poi il corpo e
consumarlo con il fuoco avendo esso portato quel seduttore"". [4,
1] Ciò udito, il beato Giovanni pianse amarissimamente dicendo: "O
Signore, e che siamo noi che tu ci fai assistere a tante
tribolazioni?". Dopo
l'introdusse nella sua cella e gli fece vedere i vestiti che le doveva
mettere per la sepoltura. E Giovanni disse: "Ma io, da solo, non
posso fare ciò; bisogna che vengano i miei fratelli e coapostoli. Ecco,
infatti, che Dio oggi li radunerà alla tua dipartita". [2] Mentre
essi stavano uscendo dalla cella avvenne improvvisamente un grande tuono
e tutti gli apostoli, rapiti dalle nubi, furono depositati davanti alla
porta della beata Maria. E, vedendosi, si salutavano dicendo:
"Siano rese grazie a Dio che oggi ha ordinato che ci adunassimo
qui. Si è proprio avverato il detto: "Quanto è buono che i
fratelli abitino insieme!"". Mentre essi pregavano giunse il
beato Giovanni, dicendo: "Benedite, fratelli". Ed essi
risposero al saluto, dicendo: "Benedite, signore. Raccontaci come
sei venuto qui". Ed egli rispose: "Benedite, signori fratelli,
e ascoltate quanto mi è accaduto. [5,
1] Avvenne che mentre insegnavo, era circa l'ora nona del giorno,
discese una nube che mi avvolse e, toltomi di mezzo a quelli che erano
con me, mi portò qui. Quando entrai, trovai molta gente attorno a
nostra sorella Maria e parlavano del fatto che lei stava per uscire dal
corpo. Udendo queste cose, piansi profondamente. Ed ora fratelli se ne
andrà domani. Non piangetela affinché il popolo non provi turbamento,
pensando: Come? Questi che sono gli apostoli temono la morte, mentre poi
predicano agli altri la risurrezione? Non dobbiamo, infatti, piangere
poiché così mi ha detto il Signore mio Maestro, Cristo Gesù mentre a
cena riposavo sul suo petto". [2]
Ed entrati, gli apostoli salutarono la signora nostra Maria, dicendo:
"Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te". Ma lei,
umiliandosi davanti a loro disse: "E con voi, fratelli". Poi
Maria innalzò la sua voce e disse: "Benedico te che domini al di
sopra di ogni benedizione. Benedico la dimora della tua gloria. Benedico
la concessione che mi hai voluto accordare convocandomi attorno tutti
gli apostoli". [6,
1] Così dicendo, sedette in mezzo a loro. Le lampade e le lucerne di
tutti erano accese. Il
beato Pietro disse: "Fratelli, vegliate tutti insieme e le vostre
lampade e lucerne siano accese fino a tanto che venga il Signore". Maria,
alzatasi, uscì fuori e recitò al Signore la preghiera che le era stata
detta dall'angelo della luce. Dopo la preghiera si pose sul suo letto.
Al suo capo si pose a sedere il beato Pietro e tutti gli apostoli erano
intorno al letto. [2]
Verso l'ora terza s'udì un grande terremoto e un odore soave tanto che,
per la sua grande soavità, tutti si addormentarono, ad eccezione delle
tre vergini alle quali aveva ordinato di vegliare ininterrottamente per
testimoniare la gloria della sua assunzione. [3]
Ed ecco che venne il Signore con una moltitudine di angeli, e Michele,
principe degli angeli, cantava l'inno. E Maria aprì la bocca e
benedisse Dio, dicendo: "Ti benedico, Cristo onnipotente, poiché
non mi hai negato nulla di quanto mi avevi promesso". E così
dicendo rese l'anima che fu presa dall'arcangelo Michele. [7,
1] E il Signore Gesù disse a Pietro: "Prendi tu il corpo di mia
madre Maria ed esci dalla porta destra della città: troverai una tomba
nuova ed in essa seppellirai il corpo. Custoditelo come vi ho ordinato
fino a quando verrò". Così dicendo salì in cielo. Gli
apostoli e le tre vergini composero il corpo della beata Maria sul
letto. Dopo di ciò quelli che si erano addormentati si svegliarono. [2]
Pietro portò la palma e disse: "Vedete che nessuno si rattristi,
incoroniamone piuttosto il letto". Gli apostoli s'alzarono e
portarono il letto. Pietro alzò la sua voce di lode dicendo:
"Israele uscì dall'Egitto, alleluia". Il
Signore poi protesse con una nube sia il letto sia gli apostoli.
Camminavano, ma non erano visti, s'udiva soltanto la voce quasi fossero
voci di una grande folla. [3]
Quando i prìncipi dei sacerdoti e la folla udirono le voci di lode a
Dio, furono sconvolti, e dissero l'un l'altro: "Che è ciò?".
Qualcuno disse: "Maria ha abbandonato il corpo ed ora gli apostoli
cantano lodi attorno a lei". [8,
1] Ma subito Satana entrò in loro. E dissero: "Su, uccidiamo gli
apostoli e bruciamo col fuoco il corpo che portò quel seduttore".
E, con spade e bastoni, andarono ad uccidere gli apostoli. Uno
di essi, pieno d'ira e di furore, disse: "Ecco la gloria che ebbe
il tabernacolo di colui che disprezzò noi e tutto il nostro
genere". E gridando con grande impeto verso il letto voleva
rovesciarlo. Subito le sue mani s'attaccarono al letto: una parte del
suo corpo pendeva e l'altra parte restava attaccata al letto. [2]
Allora prese a supplicare gli apostoli, dicendo: "Non
disprezzatemi, vi prego, perché mi trovo in un così grande bisogno,
abbiate invece misericordia di me. Tu soprattutto, beatissimo Pietro,
ricorda come io ti abbia scusato quando la portinaia ti accusava dicendo
che eri di quelli". [9,
1] Pietro rispose, dicendo: "Non ne ho il potere, ma credi che Gesù
Cristo, contro il quale sei insorto, è Figlio del Dio vivo, e riavrai
la salute". Egli allora per tre ore benedisse Dio adducendo dai
libri di Mosè testimonianze che questo è il tempio di Dio. Subito,
allora, guarirono le sue mani e divennero come prima. Mentre gli angeli
che si trovavano sulle nubi colpirono gli Ebrei di cecità. [2]
Disse poi Pietro a quello che era stato guarito: "Alzati, prendi la
palma, entra in città e troverai una grande folla di ciechi. Sugli
occhi di colui che crederà poni questa palma e riacquisterà la luce.
Colui invece che non crederà, non vedrà mai più". Entrato
in città trovò una grande folla di persone che piangevano, dicendo:
"Guai a noi, giacché ci capiterà quanto avvenne a Sodoma. Prima,
infatti, li colpì con la cecità e poi mandò su di essi il
fuoco". [3]
Allora egli parlò della fede e del fatto che chi crede riacquista la
luce, mentre resta cieco colui che non crede. Gli
apostoli dunque portarono Maria nella tomba. E, seppellitala, si
sedettero all'ingresso della tomba, come aveva ordinato il Signore.
Mentre essi sedevano, in una nube venne il Signore Gesù con una
moltitudine di angeli. E disse all'arcangelo Michele di prendere, nella
nube, il corpo della beata Maria. [10,
1] Ed ecco l'arcangelo Gabriele rotolò la pietra dell'ingresso della
tomba. Il Signore, (disse): "Alzati, amica e prediletta mia. Tu che
non sei stata corrotta dal coito, non passerai attraverso la dispersione
del corpo nel sepolcro". Subito
Maria si alzò dalla tomba e benedisse Dio. Prostratasi ai piedi del
Signore l'adorava, dicendo: "Io non ti potrò degnamente
ringraziare dei benefici che ti sei degnato di concedere a me tua serva.
Sia benedetto per sempre il tuo nome, redentore del mondo, Dio di
Israele". [2]
Baciatala, il Signore si allontanò affidando la sua anima agli angeli
affinché la portassero in paradiso. Disse
agli apostoli: "Avvicinatevi". Quando furono avvicinati, li
baciò e disse loro: "Pace a voi, giacché io sono sempre con voi
fino alla fine dei secoli". E subito, innalzato in una nube, il
Signore fu accolto in cielo e con lui gli angeli. [3]
Gli apostoli poi, avvolti nelle nubi, se ne ritornarono ognuno nel
settore della sua predicazione, raccontando le meraviglie di Dio,
lodando il Signore Gesù che regna con il Padre e lo Spirito santo in
unione perfetta e nella sostanza divina, nei secoli. Amen. TRANSITO
DELLA BEATA VERGINE MARIA * (Recensione
lat. A) [1]
Nel tempo che precedette la passione del Signore tra le molte cose che
la madre domandò al figlio, ci sono quelle riguardanti il suo transito. Lei
lo interrogò in questi termini: "Carissimo figlio mio, io supplico
la tua santità affinché quando giungerà il tempo in cui la mia anima
uscirà dal corpo tu me lo faccia sapere tre giorni prima e tu, mio
amato figlio, la prenda con i tuoi angeli". [2]
Egli gradì la supplica della sua amata madre, e le rispose:
"Abitazione e tempio del Dio vivo, madre benedetta, regina di tutti
i santi e benedetta tra tutte le donne, come tu sai, prima che tu mi
portassi nel tuo seno, io ti ho custodito sempre e ti cibai ogni giorno
con il mio cibo angelico. Come potrei abbandonarti, dopo che mi hai
portato e nutrito, dopo che mi hai trasportato durante la fuga in Egitto
e hai sopportato per me molte angustie? Sappi che i miei angeli ti
custodirono sempre e ti custodiranno fino al tuo transito. Dopo che,
come sta scritto, avrò sostenuto la passione per gli uomini, nel terzo
giorno risorgerò e dopo quaranta giorni salirò in cielo. Quando mi
vedrai venire da te con gli angeli e gli arcangeli, con i santi, con le
vergini e con i miei discepoli, sappi che la tua anima si separerà dal
corpo ed io la porterò in cielo dove non avrà più né angustia né
tribolazione alcuna". [3]
Allora lei si rallegrò e raggiante di gioia baciò le ginocchia di suo
figlio, e benedisse il creatore del cielo e della terra, che per mezzo
di Gesù Cristo, suo figlio, le aveva fatto un tale dono. [4]
Nel secondo anno dopo l'esecuzione del Signore nostro Gesù Cristo,
mentre la beatissima vergine Maria era perseverante giorno e notte nella
preghiera, tre giorni prima che morisse andò da lei l'angelo del
Signore e la salutò dicendo: "Salve, Maria, piena di grazia! Il
Signore è con te". Lei rispose: "Siano rese grazie a
Dio". Le disse ancora: "Prendi questa palma che ti manda il
Signore". Con grande gioia e ringraziando Dio prese la palma
mandatale da Dio per mezzo dell'angelo. L'angelo
del Signore le disse: "Di qui a tre giorni avrà luogo la tua
assunzione". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio". [5]
Chiamò allora Giuseppe dalla città di Arimatea e gli altri discepoli
del Signore, ai quali si unirono i parenti e gli amici, e a tutti i
presenti notificò loro il suo transito. Poi
la beata Maria si lavò, si vestì come una regina e attese la venuta di
suo figlio, come le aveva promesso. Pregò tutti i parenti di tenerle
compagnia e di offrirle conforto. Aveva con sé le tre vergini Seforo,
Abigea e Zael, poiché i discepoli del Signore nostro Gesù Cristo erano
già dispersi per tutto il mondo a predicare al popolo di Dio. [6]
All'ora terza, mentre la regina Maria se ne stava in camera sua, si
udirono forti tuoni con pioggia, lampi, sconvolgimenti e terremoti.
Improvvisamente, da Efeso fu trasportato Giovanni evangelista e
apostolo: entrò nella camera della beata Maria e la salutò dicendo:
"Salve, piena di grazia! Il Signore è con te". Lei rispose:
"Siano rese grazie a Dio", ed alzatasi baciò san Giovanni. Poi
la beata Maria gli domandò: "O figlio carissimo, perché mi hai
lasciato per così tanto tempo e non hai osservato gli ordini del tuo
Maestro custodendomi come ti aveva ordinato mentre pendeva dalla
croce?". Ma egli, inginocchiato, le chiedeva perdono. Allora la
beata Maria lo benedisse e nuovamente lo baciò. [7]
E mentre voleva interrogarlo donde veniva e per qual motivo si trovava a
Gerusalemme, ecco che una nube condusse tutti i discepoli del Signore
davanti alla porta della camera della beata Maria, ad eccezione di
Tomaso, detto Didimo. Entrarono, salutarono la regina e l'adorarono
dicendo: "Salve Maria, piena di grazia! Il Signore è con te".
Ella subito si alzò, s'inchinò, li baciò e rese grazie a Dio. [8]
Questi sono i nomi dei discepoli del Signore che furono trasportati
sulla nube: Giovanni, evangelista, e Giacomo, suo fratello, Pietro e
Paolo, Andrea, Filippo, Luca, Barnaba, Bartolomeo e Matteo, Mattia detto
Giusto, Simone Cananeo, Giuda e suo fratello, Nicodemo, Massimiano e
molti altri che non si possono elencare. [9]
La beata Maria domandò allora ai suoi fratelli: "Che cosa c'è che
siete venuti tutti a Gerusalemme?". Pietro rispose: "Siamo noi
che dobbiamo domandarlo a te, e tu lo domandi a noi? Certo è che
nessuno di noi sa perché siamo giunti qui con così tanta velocità.
Ero ad Antiochia, ed ora eccomi qua!". E
tutti dissero dove si trovavano in quel giorno e tutti erano stupiti di
trovarsi là e di sentire tali cose. [10]
La beata Maria disse loro: "Prima che sostenesse la passione,
pregai mio figlio affinché alla mia morte foste presenti sia lui che
voi; ed egli mi concesse questo favore. Sappiate dunque che domani avrà
luogo il mio transito. Vegliate e pregate con me, affinché, quando il
Signore verrà a prendere la mia anima, vi trovi vigilanti". Tutti
promisero di vegliare: vegliarono e pregarono tutta la notte con salmi e
canti, in mezzo a grandi luci. [11]
All'ora terza della domenica, come lo Spirito santo era disceso sugli
apostoli in una nube così discese Cristo con una moltitudine di angeli
e prese l'anima della sua diletta madre: vi fu un grande chiarore ed un
profumo soavissimo mentre gli angeli cantavano il Cantico dei cantici, là
ove il Signore dice: "Come un giglio tra le spine, così l'amica
mia tra le figlie". Tutti
i presenti caddero bocconi, come erano caduti gli apostoli allorché
Cristo si trasfigurò davanti a loro sul monte Tabor; e per tutto lo
spazio di un'ora e mezzo, nessuno poté alzarsi. [12]
Poi disparve il chiarore e con il chiarore fu assunta in cielo l'anima
della beata Maria vergine con salmi, inni e (espressioni) del Cantico
dei cantici. Mentre la nube saliva, tremò tutta la terra e, in un
istante, tutti i gerosolimitani videro chiaramente la morte della santa
Maria. [13]
Nello stesso tempo entrò in loro Satana e incominciarono a riflettere
che cosa dovevano fare del suo corpo. Presero i mezzi per bruciare il
suo corpo e uccidere gli apostoli poiché da lei, ma a causa dei loro
peccati, avevano avuto inizio le dispersioni di Israele e la riunione
con i gentili. Ma furono colpiti da cecità: andavano a sbattere la
testa contro le pareti e cozzavano l'un contro l'altro. [14]
Gli apostoli, colpiti da tanto splendore, s'alzarono salmodiando e
iniziarono il trasporto del corpo santo dal monte Sion alla valle di
Giosafat. Erano
giunti a metà strada allorché un Ebreo, di nome Ruben, voleva gettare
a terra il venerabile feretro con il corpo della beata Maria. Ma le sue
mani rimasero secche all'altezza di un cubito e, volente o nolente,
discese fino nella valle di Giosafat piangendo e gridando: le sue mani
restavano, infatti, dirette verso il feretro e non riusciva a ritrarle. [15]
Prese dunque a supplicare gli apostoli affinché lo salvassero con le
loro preghiere e fosse fatto cristiano. Allora gli apostoli piegarono le
ginocchia e supplicarono il Signore di perdonarlo. E subito, guarito,
rese grazie a Dio, baciò i piedi della regina di tutti i santi e degli
apostoli, nello stesso luogo fu battezzato e iniziò a predicare il nome
del Signore nostro Gesù Cristo. [16]
Gli apostoli deposero il corpo nella tomba con grande onore, piangendo e
cantando pieni di amore e di dolcezza. Poi un'improvvisa luce celeste li
circondò e caddero a terra, mentre il corpo santo fu assunto in cielo
dagli angeli. [17]
Allora il beatissimo Tomaso fu condotto improvvisamente al monte degli
Ulivi, vide il beatissimo corpo che se ne andava in cielo e prese a
gridare: "O madre santa, madre benedetta, madre immacolata, se ho
trovato grazia, andando tu in cielo, rallegra il tuo servo per mezzo
della tua misericordia". Ed ecco che dal cielo fu gettato al beato
Tomaso il cordone con il quale gli apostoli avevano legato il corpo
santissimo. Egli lo prese, lo baciò, rese grazie a Dio e se ne ritornò
nella valle di Giosafat. [18]
Qui trovò tutti gli apostoli e un'altra grande folla che si batteva il
petto a causa dello splendore visto. Appena si videro si baciarono, ed
il beato Pietro gli disse: "E' proprio vero che tu sei sempre duro
e incredulo. A motivo della tua incredulità, Dio preferì che tu non
fossi con noi alla sepoltura della madre del Salvatore". Egli
si batté il petto e disse: "So e credo fermamente di essere sempre
stato un uomo cattivo e incredulo. Domando dunque perdono a tutti voi
per la mia durezza e incredulità". E tutti pregarono per lui. [19]
Poi il beato Tomaso disse: "Dove avete messo il suo corpo?".
Essi gli additarono la tomba. Ma lui rispose: "Là non c'è il
corpo che è detto santissimo". Il
beato Pietro gli rispose: "Già l'altra volta non hai voluto
credere alla risurrezione del nostro Signore e Maestro fino a quando non
hai visto e toccato con le tue dita, come potresti credere a noi che ti
diciamo che il corpo è là?". Ma egli insistette: "Il corpo là
non c'è!". Allora,
quasi stizziti, andarono alla tomba che era nuova e scavata nella
roccia, e tolsero la pietra. Ma il corpo non lo trovarono, e non
sapevano che dire, vinti com'erano dalle parole di Tomaso. [20]
A sua volta il beato Tomaso, che vestiva ancora i paramenti sacerdotali,
riferì loro come mentre stava cantando la messa, in India, senza che se
ne avvedesse, la parola di Dio lo trasportò sul monte degli Ulivi dove
vide salire in cielo il santissimo corpo della beata Maria e le chiese
di dargli una benedizione, come ella avesse esaudito la sua supplica e
gli avesse gettato il cordone che la cingeva; e fece vedere il cordone a
tutti. [21]
Gli apostoli, alla vista del cordone con il quale l'avevano legata,
glorificarono Dio e tutti domandarono perdono al beato Tomaso per la
benedizione datagli dalla beata Maria e per l'aver egli visto il corpo
santissimo salire nei cieli. Il beato Tomaso li benedisse ed esclamò:
"Quanto è bella e lieta la concorde convivenza dei fratelli". [22]
La nube che li aveva trasportati, fu la stessa che riportò ognuno al
suo posto. Come era accaduto a Filippo quando battezzò l'eunuco,
secondo quanto si legge negli Atti degli apostoli, e come Abacuc dopo
avere portato il cibo a Daniele nella fossa dei leoni se ne ritornò poi
subito in Giudea, così anche gli apostoli ritornarono subito a
predicare al popolo di Dio, dove erano prima. [23]
Non desta meraviglia che abbia compiuto questo colui che entrò in un
utero chiuso ed uscì da una vergine, colui che entrò dagli apostoli a
porte chiuse, colui che diede l'udito ai sordi, risuscitò i morti,
purificò i lebbrosi, diede la vista ai ciechi e compì molti altri
miracoli. Questo si ha da credere senza alcun dubbio. [24]
Io sono Giuseppe che ho posto il corpo del Signore nel mio sepolcro e lo
vidi risorto, e prima e dopo l'ascensione del Signore ho sempre
custodito il suo tempio santissimo, la beata sempre vergine Maria. Sulla
carta e nel mio cuore scrissi quanto è uscito dalla bocca di Dio e il
modo con cui avvennero le cose sopraddette, notificando a tutti, Ebrei e
gentili, le cose viste con i miei occhi e udite con le mie orecchie, e
fino a quando vivrò non cesserò di predicarle. Preghiamo
con perseveranza colei la cui assunzione è oggi venerata e celebrata in
tutto il mondo, affinché ci ricordi in cielo, davanti al suo piissimo
figlio, al quale sia lode e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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TRANSITO
DELLA BEATA VERGINE MARIA * di
san Melitone vescovo di Sardi (Recensione
lat. B) [1,
1] Melitone, servo di Cristo, vescovo della Chiesa di Sardi, ai
venerabili fratelli nel Signore con i quali siamo in pace, salute! Spesso
ricordo di avere scritto a proposito di un certo Leucio che visse con
noi assieme agli apostoli, ma poi con un sentimento estraneo ed animo
temerario si allontanò dalla via della giustizia e inserì nei suoi
scritti molte notizie sulle gesta degli apostoli: molte e diverse cose
scrisse sui loro miracoli, ma disse molte cose false sulla loro dottrina
asserendo che avevano insegnato diversamente da quanto è in realtà e
volendo sostenere quasi con le loro parole le sue pestifere
argomentazioni. Né
questo gli bastò: con linguaggio empio corruppe la stessa narrazione
del transito della beata sempre vergine Maria madre di Dio tanto che non
solo non è permesso leggerla in chiesa, ma non è lecito neppure
ascoltarla. A voi dunque che ce lo domandate, alla fraternità vostra,
scriveremo così semplicemente quanto abbiamo udito dall'apostolo
Giovanni, non credendo ai dogmi strani che pullulano tra gli eretici, ma
al Padre nel Figlio al Figlio nel Padre nella trinità delle persone pur
restando indivisa la natura divina, né credendo alla creazione di due
nature umane, una buona e l'altra cattiva, ma ad un'unica natura buona
creata dal Dio buono, viziata dalla colpa per inganno del serpente e
restaurata per la grazia di Cristo. [2,
1] Quando il Signore e salvatore Gesù Cristo pendeva dal legno della
croce ove era stato affisso con chiodi per la vita di tutto il mondo,
vide sua madre diritta presso la croce e Giovanni evangelista da lui
prediletto su tutti gli altri apostoli in quanto era il solo
corporalmente vergine. A lui egli affidò la cura della santa Maria. A
lui disse: "Ecco tua madre!". Ed a lei: "Ecco tuo
figlio!". [2]
Da allora la santa madre di Dio restò sotto la speciale cura di
Giovanni per tutto il tempo della sua ulteriore dimora quaggiù. Quando
poi gli apostoli andarono per il mondo a predicare secondo la sorte che
era loro toccata, lei restò in casa dei genitori di lui presso il monte
degli Ulivi. [3,
1] Nel secondo anno dunque dopo che Cristo, vinta la morte, era salito
in cielo, presa da un ardente desiderio di Cristo, tutta sola nella sua
cella, Maria si mise a piangere. Ed
ecco un angelo di grande splendore apparve davanti a lei con l'aspetto
fulgido e proferì queste parole di saluto: "Salve, benedetta dal
Signore! Ricevi la salvezza di colui che, per mezzo dei profeti, mandò
la salvezza a Giacobbe. Ecco, disse, un ramo di palma: te l'ho portato
dal paradiso del Signore; lo farai portare di qui a tre giorni davanti
al tuo feretro, allorché sarai assunta dal corpo. Ecco che tuo figlio
ti aspetta con i troni, gli angeli e tutti gli eserciti celesti". [2]
Maria disse allora all'angelo: "Ti chiedo che siano riuniti qui da
me tutti gli apostoli del Signore Gesù Cristo". L'angelo rispose:
"Proprio oggi per opera del mio Signore Gesù Cristo verranno da te
tutti gli apostoli". E Maria a lui: "Ti prego di fare scendere
su di me la tua benedizione affinché nell'ora in cui la mia anima esce
dal corpo non mi venga incontro alcuna potenza infernale ed affinché io
non veda il principe delle tenebre". E l'angelo a lei: "La
potenza infernale non ti nuocerà! Il Signore tuo Dio del quale io sono
ministro e ambasciatore, ti ha dato una benedizione eterna. Non credere
ch'io ti possa concedere la facoltà di non vedere il principe delle
tenebre: egli dipende da colui che tu hai portato nel tuo seno. E' in
suo potere per tutti i secoli dei secoli". E, così dicendo, si
allontanò con grande splendore, ma quella palma restò sfolgorante di
luce. [3]
Maria allora si svestì e poi indossò gli abiti migliori, prese la
palma avuta dalla mano dell'angelo, uscì verso il monte degli Ulivi e
iniziò a pregare: "Se tu non avessi avuto misericordia di me, io
non sarei stata degna, Signore, di riceverti; tuttavia ho custodito il
tesoro che mi hai affidato. Ti chiedo perciò, re della gloria, che la
potenza della Geenna non mi faccia del male. Se al tuo cospetto tremano
ogni giorno i cieli e gli angeli, tanto più l'uomo che è fatto di
terra e che non ha nulla di buono se non nella misura in cui l'ha
ricevuto dalla tua generosità. Tu, Signore, sei il Dio benedetto per
sempre nei secoli". Così dicendo se ne ritornò a casa sua. [4,
1] Improvvisamente, una domenica all'ora terza del giorno, mentre san
Giovanni predicava in Efeso, vi fu un grande terremoto, una nube lo
sollevò, lo tolse dagli occhi di tutti e lo portò davanti alla porta
della casa ove era Maria. Batté alla porta e subito entrò. Al
vederlo, Maria ne ebbe gran gioia e disse: "Figlio mio Giovanni, ti
prego di ricordarti delle parole con cui il mio Signore Gesù Cristo mi
ha affidato a te. Di qui a tre giorni abbandonerò il corpo e ho udito
degli Ebrei che si consultavano dicendo: "Aspettiamo il giorno in
cui morirà colei che portò quel seduttore, e poi bruceremo il suo
corpo nel fuoco"". [2]
Chiamò dunque San Giovanni, l'introdusse nella cella gli mostrò il
vestito per la sua sepoltura e la palma splendente che aveva ricevuto
dall'angelo, raccomandandogli che fosse portata davanti alla sua lettiga
durante il trasporto nella tomba. [5,
1] San Giovanni le rispose: "Da solo, come potrò farti le esequie
se non verranno i fratelli e coapostoli del mio Signore Gesù Cristo per
rendere onore al tuo corpicino?". Ed
ecco che improvvisamente, per ordine di Dio, dai luoghi ove predicavano
la parola di Dio, tutti gli apostoli furono sollevati in una nube,
portati via e deposti davanti alla porta della casa nella quale abitava
Maria. Salutandosi l'un l'altro, si stupivano e dicevano: "Per qual
motivo il Signore ci ha radunati tutti qui?". [6,
1] Allora gli apostoli, pieni di gioia, elevarono tutti insieme la loro
preghiera, e appena pronunciarono l'"Amen" giunse il beato
Giovanni e disse loro tutto. Entrati
in casa, gli apostoli videro Maria e la salutarono: "Benedetta tu
dal Signore che fece il cielo e la terra!". E lei: "Pace a
voi, dilettissimi fratelli! Come siete giunti qui?". E raccontarono
come ognuno era stato sollevato in una nube dallo spirito di Dio e
deposto là. [2]
Lei rispose: "Dio non mi ha privato della vostra presenza. Ecco
ch'io sto per intraprendere la via di tutta la terra, e non dubito che
ora il Signore vi ha condotto qui per darmi sollievo nelle tribolazioni
che stanno per colpirmi. Or dunque, ve ne prego, vegliamo tutti insieme
ininterrottamente fino al momento in cui il Signore verrà ed io mi
separerò dal corpo". [7,
1] Le si sedettero intorno, consolandola, e passarono tre giorni lodando
Dio. Nel terzo giorno, verso l'ora terza, tutti quelli che si trovavano
nella casa furono colpiti da sopore e nessuno poté restare sveglio ad
eccezione degli apostoli e di tre vergini che si trovavano là. [2]
Venne improvvisamente il Signore Gesù Cristo con una grande moltitudine
di angeli e sul luogo si diffuse un grande splendore, mentre gli angeli
cantavano un inno e lodavano il Signore. Allora il Salvatore disse:
"Vieni, preziosissima perla, entra nella dimora della vita
eterna". [8,
1] Maria si prostrò sul pavimento, adorò Dio e disse: "Sia
benedetto il nome della tua gloria, Signore Dio mio, che ti sei degnato
di scegliere me, tua ancella, e di affidarmi l'arcano tuo mistero.
Ricordati di me, Signore della gloria! Tu sai che ti ho amato con tutto
il mio cuore ed ho custodito il tesoro affidatomi. Prendi dunque questa
tua serva, liberami dal potere delle tenebre, affinché non abbia ad
affrontare alcuno scontro con Satana, né mi veda venire incontro gli
spiriti tetri". [2]
Il Salvatore le rispose: "Quando, inviato dal Padre per la salvezza
del mondo, ero sospeso sulla croce, venne da me il principe delle
tenebre, ma, non avendo potuto trovare in me alcuna traccia delle sue
opere, si allontanò vinto e schiacciato. Quando tu lo vedrai, sarà
soltanto in forza della legge del genere umano, in forza di quella legge
dalla quale hai il destino della morte. Ma non potrà farti del male,
giacché io sono con te per aiutarti. Vieni tranquilla! Ti aspetta la
schiera celeste per introdurti nel gaudio del paradiso". [3]
Mentre il Signore così parlava, Maria s'alzò dal pavimento, si pose a
giacere sul suo letto e, ringraziando Dio, spirò. Gli
apostoli videro che la sua anima aveva un candore tale, che nessuna
lingua mortale ne può degnamente parlare: per la grandezza e il
chiarore della luce superava, infatti, il candore della neve, quello di
tutti i metalli, e lo splendore dell'argento. [9,
1] Il Salvatore disse allora: "Su, Pietro, prendi il corpo di Maria
e trasportalo alla parte destra della città, verso Oriente, dove
troverai una tomba nuova. Ponetelo lì e aspettate fino a quando verrò
da voi". [2]
Detto questo, il Signore affidò a Michele, preposto al paradiso e
principe della stirpe ebraica, l'anima della santa Maria. Gabriele li
accompagnava. E subito il Salvatore fu accolto in cielo con gli angeli. [10,
1] Le tre vergini che erano presenti e vegliavano, presero il corpo
della beata Maria e lo lavarono, secondo l'uso funebre. Una
volta svestito dei suoi abiti, quel sacro corpo risplendette di un così
grande chiarore che si poteva sì toccare per onorarlo, ma a motivo
della luce straordinaria che irradiava era impossibile vederne la
bellezza. Solo lo splendore del Signore apparve così grande; e mentre
quel corpo mondissimo era lavato non si sentiva nulla, in esso non v'era
alcunché di sordido. [2]
Quando fu rivestita con gli abiti mortali, quella luce poco alla volta
si oscurò. Il corpo della beata Maria era simile ai fiori del giglio e
da esso emanava un profumo così soave che era impossibile trovarne un
altro uguale. [11,
1] Gli apostoli posero quel corpo santo sulla lettiga e si domandavano
poi l'un l'altro: "Chi porterà questa palma davanti alla
lettiga?". Giovanni disse a Pietro: "Tu, che ci precedi
nell'apostolato, devi portare questa palma davanti alla sua
lettiga". Pietro rispose: "Tra di noi, tu solo sei stato
scelto vergine dal Signore, ed hai goduto di un favore così grande da
potere posare il capo sul suo petto. E mentre era appeso sul patibolo
della croce per la nostra salvezza, di sua bocca, l'affidò a te. Sei tu
dunque che devi portare questa palma, noi prenderemo il corpo e lo
porteremo fino al luogo dove si trova la tomba". [2]
Dopo di ciò, Pietro s'alzò e disse: "Prendete il corpo!". Ed
iniziò a cantare: "Israele uscì dall'Egitto, alleluia". Tutti
gli altri apostoli portavano con lui il corpo della beata Maria, mentre
Giovanni portava la palma davanti alla lettiga. Tutti gli apostoli
cantavano con soavissima voce. [12,
1] Ed ecco un nuovo miracolo; sulla lettiga apparve una grande nube
simile al grande nimbo che suole accompagnare lo splendore della luna;
sulle nubi c'era un esercito di angeli dal quale partiva un cantico
soave, e sulla terra risuonava un suono dolcissimo. Dalla città uscì
allora una folla di circa quindicimila persone che, piene di
ammirazione, dicevano: "Che significa questo suono così
soave?". [2]
Uno rispose loro: "Maria è uscita dal corpo e i discepoli di Gesù
cantano lodi attorno a lei". Guardarono e videro la lettiga
circondata da una gloria straordinaria e gli apostoli che cantavano a
gran voce. [3]
Ma uno che aveva la carica di principe dei sacerdoti ebrei, pieno di
furore e d'ira, disse agli altri: "Ecco il tabernacolo di colui che
ha messo lo scompiglio tra di noi e in tutta la nostra stirpe! Che
gloria è questa che ha ricevuto?". E, avvicinatosi, voleva
rovesciare la lettiga e buttare a terra il corpo. Ma ecco che, a qualche
cubito da lui, le sue mani restarono secche e attaccate alla lettiga.
Mentre gli apostoli tenevano la lettiga alzata, una parte di quell'uomo
pendeva e l'altra parte era attaccata alla lettiga: gli apostoli
camminavano salmodiando e lui si contorceva dal dolore. Gli
angeli che erano sulle nubi colpirono il popolo di cecità. [13,
1] Quel principe allora gridò: "Ti prego, san Pietro, non
disprezzarmi, te ne supplico, proprio ora che mi trovo in così estremo
bisogno e soffro terribili tormenti. Ricorda che, quando nel pretorio
l'ancella ostiaria ti riconobbe e disse a tutti gli altri di
ingiuriarti, io ho parlato bene di te". Pietro
rispose: "Non ti posso fare altro che questo: se credi di tutto
cuore nel Signore Gesù Cristo, che costei ha portato nel suo utero e
dopo il parto rimase vergine, la clemenza del Signore, che con larga
pietà salva gli indegni, ti darà la salvezza". [2]
Quello rispose: "Forse che non crediamo? Ma che dobbiamo fare? Il
nemico del genere umano ha accecato i nostri cuori e la confusione ha
velato il nostro volto affinché non riconosciamo la grandezza di Dio,
soprattutto perché abbiamo maledetto Cristo, gridando: "Il suo
sangue venga su di noi e sui nostri figli"". Pietro
allora disse: "Questa maledizione nuocerà a colui che è rimasto
infedele, ma a coloro che si rivolgono a Dio, non è negata la
misericordia". Quello rispose: "Credo a tutto ciò che mi
dici! Ti prego soltanto di avere pietà di me affinché io non
muoia". [14,
1] Allora Pietro fece fermare la lettiga e gli disse: "Se crederai
con tutto il cuore nel Signore Gesù Cristo, le tue mani si staccheranno
dalla lettiga". Ciò detto, subito le sue mani si staccarono e
prese a stare diritto sui suoi piedi, ma le sue braccia erano rigide e
il tormento non si era allontanato da lui. [2]
Pietro gli disse: "Avvicinati al corpo, bacia la lettiga e dì:
"Credo in Dio e nel Figlio di Dio, Gesù Cristo, che costei ha
portato, credo in tutto ciò che mi ha detto Pietro, apostolo di
Dio"". Avvicinatosi, baciò la lettiga e subito disparve da
lui ogni dolore e le sue mani furono guarite. [3]
Allora iniziò a benedire Dio abbondantemente e a prendere testimonianze
dai libri di Mosè per lodare Cristo, tanto che gli stessi apostoli ne
rimasero stupiti e piangevano dalla gioia, lodando il nome del
Signore". [15,
1] Poi Pietro gli disse: "Prendi questa palma dalla mano del nostro
fratello Giovanni, entra in città e troverai una grande folla di
persone accecate: annunzia loro le grandezze di Dio. Poni questa palma
sugli occhi di quanti crederanno nel Signore Gesù Cristo e
riacquisteranno la vista, mentre coloro che non crederanno resteranno
ciechi". [2]
Quello fece così e trovò una grande folla di persone accecate che
piangeva dicendo: "Guai a noi! Siamo stati assimilati ai Sodomiti
colpiti dalla cecità. Altro non ci resta che perire". All'udire
le parole del principe che era stato guarito, credette nel Signore Gesù
Cristo e, all'imposizione della palma sui loro occhi, riacquistarono la
vista. Ma cinque perseverarono nella durezza del loro cuore e morirono.
Il principe dei sacerdoti si recò dagli apostoli, restituì la palma e
riferì tutte le cose che erano accadute. [16,
1] Gli apostoli che trasportavano Maria giunsero nella valle di
Giosafat, nel luogo che era stato loro indicato dal Signore. La posero
in una tomba nuova e chiusero il sepolcro. Poi si sedettero all'ingresso
della tomba, come aveva ordinato loro il Signore. Improvvisamente
apparve il Signore Gesù Cristo con una grande moltitudine di angeli
tutti risplendenti di grande fulgore, e disse agli apostoli: "Pace
a voi!". Essi risposero: "La tua misericordia sia sopra di
noi, Signore, avendo noi sperato in te". [2]
Allora il Salvatore disse loro: "Prima di salire al Padre mio, a
voi che mi avete seguito nella rigenerazione ho promesso che, quando il
Figlio dell'uomo siederà sul trono della sua maestà, voi siederete su
dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele. Per ordine del
Padre mio, tra le tribù di Israele scelsi di abitare in questa. Che
volete ora ch'io le faccia?". [3]
Pietro e gli altri apostoli risposero: "Tu, Signore, ti sei scelto
questa ancella come camera nuziale immacolata e noi come tuoi servi nel
tuo ministero. Tu, con il Padre e lo Spirito santo, costituenti una sola
e uguale divinità ed una infinita potestà, sapevi tutto prima dei
secoli. Se dunque con la potenza della tua grazia fosse possibile, a noi
tuoi servi parrebbe giusto che come tu, superata la morte, regni nella
gloria, così risuscitassi il corpicino di tua madre e la conducessi
lieta in cielo". [17,
1] Disse allora il Salvatore: "Sia secondo il vostro
giudizio!". Ordinò dunque all'arcangelo Michele di trasportare
l'anima della santa Maria. L'arcangelo Michele fece rotolare la pietra
dall'ingresso della tomba, ed il Signore disse: "Sorgi, amica mia e
mia intima! Tu che non hai accettato la dissoluzione del coito, non
passerai attraverso la corruzione del corpo nel sepolcro". [2]
Maria, risorta immediatamente dal sepolcro, benediceva il Signore e
distesa ai piedi del Signore l'adorava dicendo: "Non ti posso
degnamente ringraziare, Signore, per gli immensi benefici che tu ti sei
degnato di concedere a me tua ancella. Il tuo nome, redentore del mondo,
Dio di Israele, sia benedetto nei secoli". [18,
1] Il Signore la baciò, poi si allontanò affidando la sua anima agli
angeli affinché la portassero in paradiso. Disse
agli apostoli: "Pace a voi! Come sono sempre stato con voi, così
ancora lo sarò fino alla fine del mondo". Ciò detto, sollevato da
una nube, il Signore entrò in cielo e con lui erano gli angeli che
portavano la beata Maria nel paradiso di Dio Gli
apostoli, presi dalle nubi, ritornarono ognuno nel settore che gli era
toccato in sorte per la predicazione, narrando la grandezza di Dio e
lodando il Signore nostro Gesù Cristo, che vive e regna con il Padre e
lo Spirito santo in unione perfetta, in un'unica sostanza divina, per
tutti i secoli dei secoli. Amen. FRAMMENTO
COPTO SULLA
MORTE E RISURREZIONE DI MARIA [1,
1] Parla il sommo sacerdote. Quando vide questi apostoli, si alzò e li
chiamò, dicendo: "Abbiate pietà della mia miseria". Rivolto
a Pietro, disse: "Ti prego, abbi pietà di me. Ricordati di quando
la portinaia discuteva con te dicendo: "Tu sei un discepolo di Gesù",
io l'ho rimproverata. Ed ora, Pietro, padre mio, non permettere ch'io
muoia in questo tormento". Pietro gli disse: "Non abbiamo
questo potere. Ma (la cosa è possibile solo) se tu credi in Dio e nel
suo unico Figlio Gesù Cristo generato dalla Vergine". [2]
Il sommo sacerdote rispose: "Anche noi sappiamo che è Figlio di
Dio. Ma che farai tu per l'avarizia che ha accecato i nostri occhi,
nonostante che i padri nostri, sul punto di morte, ci abbiano detto:
"Ci hanno fatti sacerdoti per essere in servizio del popolo,
ricevere le primizie e le decime dalle loro mani. Guardatevi bene
dall'amore al denaro, affinché Dio non si irriti contro di voi. Quanto
avete in più, datelo ai poveri e a quelli che sono nel bisogno".
Ma non abbiamo obbedito alle prescrizioni dei nostri padri, siamo stati
dei mercanti che vendono e comprano. [3]
Quando venne Gesù, ci scacciò dal tempio, dicendo: "Non lasciate
costoro in questo luogo. Del tempio di mio Padre hanno fatto un
mercato". Perciò, a causa di queste parole, siamo montati in
collera, abbiamo fatto un complotto, l'abbiamo preso e l'abbiamo
crocifisso senza sapere che era il Figlio di Dio. Ora, padre mio, non
adirarti contro di me per la mia mancanza di fede. Perdona la mia
audacia. Dio non volle ch'io fossi
accecato come gli altri che non sono stati degni di vedere la gloria del
corpo della madre del mio Signore". [4]
Pietro allora gli disse: "Se tu credi in Cristo, va ad abbracciare
il corpo della Vergine, dicendo: "Credo in te e in colui che tu hai
generato, vergine senza macchia"". Il
sommo sacerdote corse subito ad abbracciare il corpo della Vergine e,
parlando in ebraico, benediceva Dio e lo ringraziava per quanto è stato
scritto nella legge e nei profeti sul Cristo. Gli apostoli ammiravano
tutto ciò che egli andava dicendo. Lui
stesso dunque prese la mano che era stata troncata e l'applicò al suo
posto, dicendo: "Nel nome di colui che è stato crocifisso, sul
legno della croce, di colui che è stato generato dalla vergine, Gesù
Cristo, tu mi ascolterai anche oggi, gradirai la mia preghiera e farai
congiungere nuovamente il mio braccio al suo posto. Io, infatti, mio
Signore, ti ho visto riattaccare l'orecchio del servo del sommo
sacerdote tagliato da Pietro". [5]
Nel momento stesso in cui finì di pronunciare queste parole, la sua
mano si ricongiunse come prima. Pietro
gli disse: "Alzati, prendi delle foglie da queste palme e va' in
città. Là troverai folle di uomini ciechi e dirai loro tutte le cose
che ti sono capitate. Metti queste foglie sugli occhi di ognuno che
crederà in Cristo, e vedrà. Colui che non crederà, non vedrà".
Il sommo sacerdote trovò una moltitudine di ciechi seduti e piangenti
che dicevano: "Guai a noi! Ci è capitato quanto è accaduto a
Sodoma". In
quel momento il sommo sacerdote parlò con essi di Cristo e di quanto
era accaduto a lui stesso. Tutti coloro che credettero, videro. [6]
La sepoltura e la guardia alla tomba. Gli apostoli portarono il corpo
della Vergine e lo deposero nella tomba. Restarono lì nell'attesa che
il Signore risuscitasse dai morti il corpo della Vergine, trasportandola
presso di sé come aveva detto. Gli apostoli dissero alle vergini che li
seguivano: "Ognuna torni a casa sua in pace". Ma le vergini
non vollero ritornare, desiderando rimanere lì anch'esse. Pietro
e Giovanni dissero loro: "Coraggio, figlie mie. Andatevene in pace.
Cristo vi guiderà. Il suo corpo lo abbiamo posto bene al sicuro essendo
stato dimora del Verbo del Padre. Non date l'impressione di una
processione di nozze, rimanendo tra noi e il nostro Maestro; gli Ebrei,
infatti, lo odiano. Noi abbiamo posto il suo corpo nella tomba, ma
pensiamo che egli non lo lascerà per sempre. Verrà per risuscitarlo,
come ci ha detto. "Ecco ch'io vi dico: la vostra pena non cadrà
(invano), giacché servite la madre del Signore"". Dissero
loro queste cose per consolarle. Esse risposero: "Benedite noi e i
nostri padri affinché questa benedizione sia con noi, nelle nostre
case". [7]
Pietro disse a Giovanni: "Alzati, fratello, e benedicile". Giovanni
rispose: "Scusami, mio signore e padre, ma è a te che spetta
questa gloria". Pietro fece abbassare loro la testa, e le benedisse
dicendo: "Ti prego, Signore Gesù Cristo, padre vero che raduni le
pecore e non permetti che l'uomo si smarrisca nelle mani del diavolo
poiché tu l'hai salvato con il tuo sangue; Gesù nostro Signore, Gesù
nostra forza, Gesù nostra speranza, Gesù nostra vita, Gesù nostra
gioia, tu ci benedirai, tu ci coprirai con l'ombra delle tue ali. Gloria
a te, al tuo Padre buono, e allo Spirito, per sempre. Amen!". [8]
Quando terminò di dire queste cose, ecco che l'uomo che aveva creduto
in Dio venne alla tomba nella terza ora del giorno. Trovò gli apostoli
seduti e disse loro: "Dov'è mio padre, Pietro?". Essi lo
chiamarono ed egli venne subito. Il
sommo sacerdote gli disse: "Perdonami, padre mio, e permetti che ti
dica le cose che mi sono capitate. Or dunque, allorché giunsi in città,
dissi quanto mi era accaduto. Ma quando udirono gli Ebrei, furono pieni
di collera contro di voi a causa di Maria, madre del Signore. Essi
parlarono insieme dicendo: "Che dobbiamo fare? Quando hanno
crocifisso il suo figlio, Gesù, abbiamo detto: l'hanno preso in segreto
di notte Ora che sua madre è morta, siamo andati a bruciare il suo
corpo e non abbiamo potuto trovare altro che il luogo: vi abbiamo
appiccato il fuoco, ma non ha bruciato". Dissero: "Ecco che
l'hanno messo nella tomba. Ora andiamo, bruciamola con la sua tomba
affinché non si possa più trovarla e non risusciti come suo figlio e
l'ultimo errore sia peggio del primo". [9]
Altri dissero: "Ecco che siamo stati ciechi e non vediamo".
Infine, dissero una parola insieme: "Corriamo a bruciarla!".
Io, dunque, appena conobbi i loro disegni, venni ad avvertirvi di tutto
quanto è avvenuto. Andate e nascondetevi! Che non vengano a trovarvi e
uccidervi". Dette queste cose, se ne andò a casa sua in gran
segreto. Pietro
avvisò i discepoli, ma Dio fece sì che i sommi sacerdoti si
dimenticassero e non cercassero più il corpo della Vergine, dicendo:
"L'abbiamo scampata la prima volta, perché ritentare? Stiamocene a
casa!". [10]
Pietro e Giovanni presero coraggio e lasciarono il posto a Dio.
Restarono insieme dicendo: "Non abbandoniamo il corpo. Essa ha la
forza di pregare per noi e di salvarci". Risurrezione
e ascensione di Maria. Stavano ancora riuniti parlando della grandezza
di Dio, quando udirono una voce che diceva: "Non abbiate paura, o
miei eletti, non vi capiterà nulla di male. Questi atei non verranno più
verso di voi. Restate. Io risusciterò il suo corpo, senza indugio, e
svergognerò questi empi Ebrei". Dette queste cose, la voce se ne
ritornò nei cieli della gloria. Ed
avvenne che, dopo ciò, giungemmo al sedicesimo mesure; e mentre
parlavano così riuniti con gli apostoli narrando i grandi miracoli di
Dio, dalla porta della tomba nella quale c'era la Vergine vennero sopra
di noi dei lampi che ci spaventarono molto. Dopo si udì un gran rumore
sicché noi si pensava che il luogo stesse sprofondando, e sentimmo un
profumo. [11]
In seguito vi furono delle grandi voci, dei lampi e del fuoco che
passava sopra di noi, ed udimmo il rumore d'una moltitudine di trombe
che suonavano davanti a noi. Abbiamo visto la porta della tomba che si
apriva e in essa c'era una grande luce. Poi discese un grande carro
luminoso circondato di fuoco. Guardammo e vedemmo il Signore Gesù
stendere la mano destra: ci abbracciò e ci diede la pace. [12]
Poi egli ci chiamò alla tomba: "Maria, mia madre, mio luogo di
riposo nel quale ho abitato, alzati, lascia queste lenzuola e vieni
fuori dalla tomba. Come mio Padre mi ha risuscitato dai morti, io
risusciterò te per condurti in cielo presso di me". Guardammo
ed ecco la santa vergine Maria con il corpo vestita come fosse appena
nata, quasi che non avesse visto per nulla la morte; vedemmo il Signore
Gesù che stese la sua mano e la fece salire sul carro di luce che lo
portava; vedemmo i cori degli angeli che camminavano davanti ad essi
fino a quando non giunsero nei cieli. [13]
Eravamo ancora nello sbigottimento e li stavamo guardando allorché
udimmo una voce che diceva: "Pace a voi, miei fratelli, non temete.
Non vi capiterà male alcuno". Il
miracolo che avvenne nel giorno in cui la Vergine risuscitò dai morti
è più grande di quello che avvenne quando è risuscitato dai morti il
Signore. Il giorno in cui il Signore è risuscitato dai morti, noi non
l'abbiamo visto, ma soltanto Maria, sua madre, e Maria Maddalena: è ad
esse che egli apparve. Esse
poi vennero e ci avvertirono. Andati alla tomba, non trovammo più il
suo corpo, ma soltanto le sue vesti funebri che erano state deposte là.
Non l'abbiamo visto fino a quando non giungemmo in Galilea; là
l'abbiamo trovato. Quando
invece lei risorse dai morti, abbiamo visto bagliori e udito le trombe,
abbiamo visto... E così fu che la Vergine fu presa in cielo... [14]
Noi, apostoli, possiamo testimoniare queste cose. Non abbiamo aggiunto
nulla e non abbiamo tolto nulla di quanto hanno visto i nostri occhi e
di quanto abbiamo udito dalla bocca di nostro Signore Gesù Cristo, il
Verbo che s'è fatto carne, come tutti gli uomini, e che ora si trova
alla destra del Padre buono. Ed è risuscitata anche la carne nella
quale è stata generata la Vergine nel seno di sua madre, e si trova
alla destra di suo figlio Gesù Cristo. Lei prega per tutto il mondo, ed
il Padre accoglie le suppliche e le preghiere che fa per noi più di
quelle di tutti i santi. [15]
Quando Dio giudicherà l'umanità, ognuno lo vedrà nella carne ricevuta
da Maria vergine santa. Dopo queste cose, siamo andati alla tomba,
trovammo gli abiti nel luogo ove era stato posto il suo corpo, e li
seppellimmo... DISCORSO
DI SAN GIOVANNI IL TEOLOGO * SUL
RIPOSO DELLA SANTA TEOTOCO [1]
Al sepolcro di Gesù. La santissima e gloriosa teotoco e sempre vergine
Maria, era solita recarsi alla sacra tomba del Signore nostro per
bruciarvi incenso e piegare le sue sante ginocchia supplicando Cristo
nostro Dio, da lei generato, affinché tornasse da lui. [2]
Vedendo questa assiduità al sepolcro divino, gli Ebrei andarono dai prìncipi
dei sacerdoti, dicendo: "Maria si reca ogni giorno alla
tomba!". I prìncipi dei sacerdoti chiamarono le guardie, che
avevano posto lì affinché non permettessero ad alcuno di pregare sulla
sacra tomba, e domandarono se, a suo riguardo, era proprio così. Le
guardie, però, risposero che non avevano mai osservato nulla di simile;
Dio, infatti, impediva loro di vedere la sua presenza. [3]
Annunzio della morte. Un venerdì la santa Maria andò, come
d'abitudine, alla tomba e, mentre pregava, si aprirono i cieli, discese
presso di lei l'arcangelo Gabriele e le disse: "Salute a te che hai
generato Cristo, nostro Dio! La tua preghiera giunse nei cieli da colui
che hai generato, ed è stata ascoltata. Da ora, dunque, lasciato il
mondo, te n'andrai da tuo figlio nella vita vera e duratura, secondo la
tua domanda". [4]
Dopo aver udito questo dal santo arcangelo, Maria ritornò nella santa
Betlemme, avendo con sé tre fanciulle che la servivano. Dopo un breve
riposo, si sedette e disse alle fanciulle: "Portatemi un incensiere
affinché io faccia la preghiera". Ed esse portarono ciò che era
stato loro ordinato. [5]
Maria pregò, dicendo: "Signor mio Gesù Cristo, che con eccelsa
bontà ti degnasti nascere da me, ascolta la mia voce e mandami il tuo
apostolo Giovanni affinché la sua vista sia per me l'inizio della
gioia. Con un tuo sacro ordine, mandami anche gli altri apostoli sia
quelli che già sono giunti da te sia quelli che sono ancora in questo
mondo, in qualsiasi regione si trovino, affinché, rivedendoli, io
benedica il tuo celebrato nome. Confido che tu esaudirai la tua ancella
in ogni cosa". [6]
Arrivo di Giovanni a Betlemme. Mentre così pregava, apparvi io
Giovanni: ero stato rapito da Efeso dallo Spirito santo con una nube e
deposto là ove si trovava la madre del mio Signore. Entrato da lei
glorificai colui che da lei è nato, dicendo: "Salute a te, madre
del mio Signore, che hai generato Cristo nostro Dio! Gioisci poiché è
con grande gloria che tu esci da questa vita". [7]
La teotoco glorificò Dio per il fatto che Giovanni era venuto da lei,
memore della voce del Signore: "Ecco tua madre" ed "Ecco
tuo figlio". Vennero le tre fanciulle e la riverirono. [8]
La santa madre di Dio mi disse: "Prega e metti incenso". Ed io
pregai: "Signore Gesù Cristo che hai operato meraviglie, anche ora
davanti a colei che ti ha generato compi meraviglie! Tua madre esca da
questa vita: stupiscano coloro che ti hanno crocifisso e non hanno
creduto in te". [9]
Quand'io terminai la preghiera, la santa Maria mi disse: "Portami
l'incensiere". E versandovi l'incenso disse: "Gloria a te, mio
Dio e mio Signore, poiché si è adempiuto a mio riguardo quanto mi
avevi promesso prima di salire nei cieli, cioè che alla mia partenza da
questo mondo saresti venuto da me con gloria, insieme alla moltitudine
dei tuoi angeli". [10]
Io, Giovanni, le dico: "Il Signore nostro Gesù Cristo, nostro Dio,
viene e lo vedrai come ti ha promesso". La santa teotoco mi
rispose: "Gli Ebrei hanno giurato che quando giungerà la mia fine
bruceranno il mio corpo". Le risposi: "Il tuo corpo santo e
prezioso non vedrà la corruzione". Lei mi disse: "Porta
l'incensiere, versa l'incenso e prega". Nel mentre dal cielo una
voce diceva: "Amen". [11]
Arrivo di tutti gli apostoli a Betlemme. Io Giovanni udii quella voce, e
lo Spirito santo mi domandò: "Hai udito, Giovanni, la voce
risuonata in cielo al termine della preghiera?". Risposi:
"Sì, l'ho udita". Lo Spirito santo proseguì: "Questa
voce che hai udito, indica l'arrivo imminente degli apostoli tuoi
fratelli, e delle potenze sante. Oggi, infatti, vengono qui". [12]
Allora io, Giovanni, pregai per questi. E lo Spirito santo disse agli
apostoli: "Salite tutti sulle nubi e dalle estremità dell'ecumene,
radunatevi tutti insieme, in un baleno, nella santa Betlemme per la
madre del Signore nostro Gesù Cristo: Pietro da Roma, Paolo da Tiberia,
Tomaso dalle Indie centrali, Giacomo da Gerusalemme". [13]
Andrea, fratello di Pietro, e Filippo, Luca, Simone il Cananeo e Taddeo,
che erano morti, furono risuscitati dalle loro tombe per opera dello
Spirito santo. Lo Spirito santo disse loro: "Non crediate che ora
vi sia la risurrezione! Risorgete dalle vostre tombe per andare a
salutare con onore e prodigio la madre del Signore e Salvatore nostro
Gesù Cristo, essendo vicino il giorno della sua partenza, della sua
ascesa verso i cieli". [14]
Anche Marco, che era ancora vivo, giunse da Alessandria assieme agli
altri giunti da ogni regione, come fu detto. Sollevato
da una nube e sostenuto dallo Spirito santo, Pietro rimase tra cielo e
terra, contemporaneamente anche gli altri apostoli erano rapiti su nubi
per ritrovarsi con Pietro. Così, come s'è detto, giunsero tutti
insieme per opera dello Spirito santo. [15]
Entrati dalla madre del Signore e Dio nostro l'abbiamo riverita e poi
abbiamo detto: "Non temere né affliggerti! Il Dio Signore che è
stato da te generato ti trarrà da questo mondo con gloria". Lei
esultò in Dio suo salvatore. Si pose poi a sedere sul letto e disse
agli apostoli: "Credo che ora verrà dal cielo il Maestro e Dio
nostro. Io lo contemplerò, come ho contemplato voi qui presenti, e
ascenderò così da questa vita. Voglio
che mi diciate donde avete saputo ch'io ascendo, che vi siete così
affrettati a venire a visitarmi, e da quali regioni e lontananze siete
giunti. Il Signore nostro Gesù Cristo, Dio di tutti, che da me è stato
generato, non mi ha, infatti, nascosto questo fatto, poiché ho creduto
e tuttora credo che egli è il Figlio dell'Altissimo". [16]
Rispose Pietro dicendo agli apostoli: "Secondo quanto ci ha
annunziato e ordinato lo Spirito santo, ognuno di noi informi
esattamente la madre del Signore nostro". [17]
Giovanni rispose: "Mentre, in Efeso, mi avvicinavo al sacro altare
per il servizio liturgico, lo Spirito santo mi disse: "Si è ormai
avvicinato il tempo dell'ascesa della madre del tuo Signore. Va' a
Betlemme a salutarla". Una nube luminosa mi rapì e pose davanti
alla porta (della camera) ove tu giaci". [18]
Pietro rispose: "Ero a Roma, quando allo spuntare del giorno udii
la voce dello Spirito santo che mi diceva: "Si è avvicinato il
tempo dell'ascesa della madre del tuo Signore. Va' a Betlemme a
salutarla". Una nube luminosa mi rapì e contemplai anche gli altri
apostoli che, per mezzo di nubi, venivano da me mentre una voce mi
diceva: "Andate tutti a Betlemme"". [19]
Paolo rispose: "Mi trovavo in una città poco lontana da Roma,
nella regione detta Tiberia, quando udii lo Spirito santo che mi diceva:
"La madre del tuo Signore sta per lasciare questo mondo prendendo,
con l'ascesa, la strada per le regioni celesti. Va' anche tu a Betlemme
a salutarla". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui come
voi". [20]
Tomaso disse: "Percorrevo la regione degli Indiani e, per grazia di
Cristo, l'annunzio del kèrigma prendeva consistenza tanto che il figlio
della sorella del re, di nome Labdano, stava per essere segnato da me
nel palazzo, quando, improvvisamente, lo Spirito santo mi disse:
"Tomaso, recati anche tu a Betlemme a salutare la madre del tuo
Signore. Compie, infatti, il transito verso i cieli". Una nube
luminosa mi rapì e mi pose qui con voi". [21]
Marco rispose: "Stavo compiendo il rito del terzo giorno nella città
di Alessandria e, durante la preghiera, lo Spirito santo mi rapì e mi
condusse qui da voi". [22]
Giacomo rispose: "Ero a Gerusalemme quando lo Spirito santo mi
ordinò: "Recati a Betlemme perché la madre del tuo Signore compie
la (sua) ascesa". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui con
voi". [23]
Matteo rispose: "Ho glorificato e glorifico Dio perché mentre me
ne stavo su di una nave in balìa delle onde furiose del mare in
tempesta, improvvisamente una nube luminosa ricoprì con la sua ombra le
onde della tempesta, portò la bonaccia e, rapitomi, mi pose qui con
voi". [24]
Poi risposero quelli che erano morti e spiegarono come erano venuti. Bartolomeo
disse: "Predicavo la parola nella Tebaide allorché lo Spirito
santo mi disse: "La madre del tuo Signore compie la sua ascesa. Va'
dunque a salutarla a Betlemme". Una nube luminosa mi rapì e mi
condusse qui da voi". [25]
Così dicendo gli apostoli rispondevano alla santa teotoco sul come e in
che modo erano giunti. Stese
le mani al cielo, lei pregava: "Venero, celebro e glorifico il tuo
celeberrimo nome, Signore, perché tu, che sei potente, hai considerato
la pochezza della tua ancella e hai compiuto per me cose grandi. Ed ecco
che tutte le generazioni mi diranno beata". [26]
Folla e miracoli a Betlemme. Dopo la preghiera, disse agli apostoli:
"Versate incenso e pregate!". Dopo la preghiera, dal cielo
venne un tuono, risuonò un grande fragore come di carri, apparve un
numeroso esercito di angeli e di potenze, s'udì una voce come (quella)
del Figlio dell'uomo e i serafini circondarono la casa dove giaceva la
santa e pura madre di Dio e vergine. Tutti
coloro che erano in Betlemme videro così tutte queste meraviglie e
andarono a Gerusalemme ad annunziare tutte le meraviglie avvenute. [27]
Quando s'udì quella voce, apparvero attorno alla casa il sole e la luna
e - a onore e gloria di lei - un'assemblea di primogeniti santi si
presentò alla casa ove giaceva la madre del Signore. Constatai
anche il compimento di molti segni: ciechi che riacquistavano la vista,
sordi che udivano, zoppi che camminavano, lebbrosi che erano mondati,
agitati da spiriti immondi che guarivano. Ogni
infermo che toccava il muro esterno del luogo ove lei giaceva e gridava:
"Santa Maria, che hai generato Cristo nostro Dio, abbi pietà di
noi", subito era guarito. [28]
A Gerusalemme c'era una grande moltitudine convenuta là da ogni paese
per la preghiera, e alla notizia dei segni che si compivano a Betlemme
per mezzo della madre del Signore, si recarono in quel luogo ad
implorare la guarigione da varie infermità, e l'ottennero. In quel
giorno, ineffabile fu la gioia della moltitudine dei guariti e degli
spettatori che glorificavano Cristo nostro Dio e la madre sua. Al
ritorno da Betlemme, tutta Gerusalemme era in festa con salmi ed inni
spirituali. [29]
Ma i sacerdoti degli Ebrei, con il loro popolo, andarono fuori di sé
per quanto era accaduto. Presi da intima passione, con un nuovo e pazzo
divisamento, deliberarono di inviare (gente) contro la santa teotoco e i
santi apostoli che si trovavano a Betlemme. Una
moltitudine di Ebrei si pose in cammino per Betlemme; ma a circa un
miglio apparve loro una terribile visione e i loro piedi rimasero
legati. Risalirono allora verso i loro connazionali e narrarono tutta la
paurosa visione ai principi dei sacerdoti. [30]
Ancora più accesi d'ira, essi andarono dal governatore gridando:
"Il popolo degli Ebrei è stato rovinato da questa donna, cacciala
dunque via da Betlemme e dalla provincia di Gerusalemme". Ma il
governatore, colpito dalle meraviglie, disse loro: "Io non la
caccio via né da Betlemme né da alcun altro posto". Ma gli Ebrei
insistettero gridando e scongiurando, per la salute di Tiberio Cesare,
affinché da Betlemme mandasse via anche gli apostoli. "Se non
farai questo, ci rivolgeremo all'imperatore" Ed egli, costretto,
manda a Betlemme un chiliarca contro gli apostoli. [31]
Apostoli e Maria a Gerusalemme. Ma lo Spirito santo disse agli apostoli
e alla madre del Signore: "Il governatore ha mandato un chiliarca
contro di voi, perché gli Ebrei sono insorti. Non abbiate paura, uscite
da Betlemme! Con una nube vi trasferisco a Gerusalemme: è, infatti, con
voi la potenza del Padre, del Figlio e dello Spirito santo". [32]
Gli apostoli s'alzarono subito dalla casa portando il letto della
padrona teotoco e si misero in viaggio verso Gerusalemme. E, come aveva
detto lo Spirito santo, furono rapiti da una nube e si trovarono a
Gerusalemme nella casa della padrona. Alzatici, per cinque giorni
cantammo inni senza smettere mai. [33]
Quando il chiliarca giunse a Betlemme, non trovando né la madre del
Signore né gli apostoli, fece arrestare i betlemiti dicendo loro:
"Non siete voi venuti a narrare al governatore e ai sacerdoti tutti
i segni avvenuti e a dire che gli apostoli erano qui convenuti da ogni
regione? Dove sono dunque? Su, venite dal governatore a
Gerusalemme". Il
chiliarca ignorava la partenza degli apostoli e della madre del Signore
per Gerusalemme. Presi i betlemiti, il chiliarca si presentò al
governatore, dicendo di non aver trovato nessuno. [34]
Ma dai segni e dalle meraviglie che ivi avvenivano, dopo cinque giorni
il governatore, i sacerdoti e tutta la città vennero a sapere che la
madre del Signore era, con gli apostoli, a casa sua, a Gerusalemme. Era
convenuta una moltitudine di uomini, donne e fanciulli, e gridava:
"Vergine santa che hai generato Cristo, nostro Dio, non
dimenticarti del genere umano". [35]
Dopo questi avvenimenti, il popolo degli Ebrei e i sacerdoti, trascinati
sempre più dalla passione, presero legna e fuoco, e andarono ad
incendiare la casa dove si trovava la madre del Signore con gli
apostoli. Da lontano, il governatore guardava lo spettacolo. Quando
la folla degli Ebrei fu sotto la porta di casa, dall'interno, per opera
di un angelo, divampò improvvisa una vampata di fuoco e bruciò una
grande moltitudine di Ebrei. Ci fu allora un grande timore in tutta la
città e glorificavano il Dio nato da lei. [36]
Alla vista dell'accaduto, il governatore gridò ad alta voce e davanti a
tutto il popolo: "Colui che è nato dalla vergine, che voi
pensavate di cacciare, è veramente figlio di Dio. Questi, infatti, sono
i segni del vero Dio". Tra
gli Ebrei nacque una divisione giacché molti credettero nel nome del
Signore nostro Gesù Cristo a causa dei segni avvenuti. [37]
Veglia e morte di Maria. Dopo che a motivo della teotoco e sempre
vergine Maria, madre del Signore, avevano avuto luogo tutte queste
meraviglie, noi apostoli eravamo con lei in Gerusalemme allorché lo
Spirito santo ci disse: "Sapete che di domenica la vergine Maria
ebbe l'annunzio dell'arcangelo Gabriele; di domenica nacque a Betlemme
il Salvatore; di domenica i figli di Gerusalemme uscirono incontro a lui
con rami di palma, dicendo: "Osanna nel più alto dei cieli,
benedetto colui che viene nel nome del Signore"; di domenica egli
risuscitò dai morti; di domenica verrà a giudicare i vivi e i morti;
di domenica verrà dai cieli per la gloria e l'onore dell'ascesa della
santa e gloriosa vergine che l'ha generato". [38]
In quella stessa domenica, la madre del Signore disse agli apostoli:
"Versate incenso, giacché viene Cristo con una schiera di
angeli". E Cristo giunse seduto su di un cherubino: mentre noi
tutti stavamo pregando apparvero innumerevoli moltitudini di angeli e il
Signore, con grande potenza, sostenuto dai cherubini. Un bagliore di
luce irradiò la santa vergine, per la venuta del suo figlio unigenito,
e tutte le potenze dei cieli, prostrandosi, l'adorarono. [39]
Il Signore rivolse la parola a sua madre, dicendo: "Maria".
Lei rispose: "Eccomi, Signore!". Il Signore proseguì:
"Non rattristarti! Si rallegri anzi il tuo cuore ed esulti poiché
hai avuto la grazia di contemplare la gloria datami dal Padre mio". Sollevati
gli occhi, la santa madre di Dio vide in lui una gloria che bocca d'uomo
è incapace di esprimere e di intendere Il
Signore restò presso di lei, dicendo: "Da questo momento il tuo
prezioso corpo sarà trasportato in paradiso, e l'anima tua santa in
cielo tra i tesori del Padre mio, in uno splendore straordinario, dove
è pace e gioia di angeli santi ed altro ancora". [40]
La madre del Signore gli rispose: "Poni su di me la tua destra,
Signore, e benedicimi!". Il Signore stese la sua destra immacolata
e la benedisse, e lei afferrò la sua immacolata destra e la baciava
dicendo: "Adoro questa destra che ha creato il cielo e la terra,
invoco il tuo celebrato nome. Cristo Dio, re dei secoli, unigenito del
Padre, accogli la tua ancella, tu che ti sei degnato di nascere dalla
mia pochezza per salvare il genere umano secondo la tua ineffabile
disposizione. Concedi il tuo aiuto a ogni uomo che invoca, che prega o
proferisce il nome della tua ancella". [41]
Mentre lei così parlava, gli apostoli si accostarono ai suoi piedi, si
prostrarono e dissero: "Madre del Signore, lascia al mondo una
benedizione! Tu, infatti, ti allontani da esso. Tu l'hai benedetto e
l'hai rialzato dalla sua rovina, partorendo la luce del mondo". La
madre del Signore supplicò e così disse nella sua preghiera: "Dio
che per la tua grande bontà hai mandato dai cieli il tuo unigenito ad
abitare nel mio povero corpo, tu che ti sei degnato di essere partorito
dalla mia pochezza, abbi pietà del mondo e di ogni anima che invoca il
tuo nome". [42]
E proseguì ancora a pregare: "Signore, re dei cieli, Figlio del
Dio vivo, accogli ogni uomo che invoca il tuo nome affinché la tua
nascita sia glorificata". Ed
ancora: "Signore, Gesù Cristo, che tutto puoi in cielo e in terra,
con questa preghiera io supplico il tuo santo nome affinché in ogni
tempo e luogo in cui si fa memoria del mio nome tu santifichi quel luogo
e glorifichi coloro che ti glorificano mediante il mio nome, accettando
ogni loro offerta, ogni supplica, ogni preghiera". [43]
Dopo che ella ebbe pregato così, il Signore disse a sua madre:
"Gioisca ed esulti il tuo cuore. Dal Padre mio che è nei cieli, da
me e dallo Spirito santo, ti fu concessa ogni grazia e ogni dono. Ogni
anima che invoca il tuo nome non sarà confusa, ma troverà
misericordia, consolazione, aiuto e fiducia in questo secolo e nel
futuro, davanti al Padre mio che è nei cieli". [44]
Rivolto poi a Pietro, il Signore disse: "E' giunto il momento di
intonare l'inno". Quando Pietro intonò l'inno, tutte le potenze
del cielo risposero l'alleluia. Allora il volto della madre del Signore
divenne più splendente della luce e, alzatasi in piedi, con la sua mano
benedisse ogni apostolo. Tutti ringraziarono Dio. Stese
le sue mani immacolate, il Signore accolse la santa e pura anima di lei. [45]
All'uscita della sua anima pura, il luogo si riempì di profumo e di
luce ineffabile, e s'udì dal cielo una voce che diceva: "Te beata
tra le donne!". Pietro,
io Giovanni, Paolo e Tomaso corremmo ad abbracciare i suoi preziosi
piedi per essere santificati. Poi i dodici apostoli deposero il suo
prezioso e santo corpo sulla lettiga e lo portarono via. [46]
Mentre la portavano via, un Ebreo dal corpo robusto di nome Iefonia, si
lanciò per assalire la lettiga portata dagli apostoli; ma con forza
invisibile un angelo del Signore che era dietro di lui con una spada di
fuoco, gli troncò le due mani e le lasciò appese per aria attorno alla
lettiga. [47]
Dopo questo prodigio, tutto il popolo degli Ebrei, che ne era stato
spettatore, gridò: "Colui che è nato da te, teotoco sempre
vergine Maria, è proprio il vero Dio!". Avendo Pietro comandato a
Iefonia di fare conoscere i prodigi di Dio, questi s'alzò di dietro la
lettiga e prese a gridare: "Santa Maria, che hai generato Cristo
Dio, abbi pietà di me!". Pietro
rivolto verso di lui, gli disse: "Nel nome di colui che è nato da
lei, si riattaccheranno le mani che ti sono state strappate". Alla
parola di Pietro, le mani pendenti dalla lettiga della signora subito si
ritrassero e si riattaccarono a Iefonia. Egli credette e glorificò
Cristo Dio, nato da lei. [48]
La sepoltura. Dopo questo prodigio, gli apostoli trasportarono la
lettiga e deposero il suo corpo santo e prezioso in una tomba nuova del
Getsemani; e un profumo squisito si diffuse dalla sacra tomba della
nostra signora teotoco. Per
tre giorni si udirono voci di angeli invisibili che glorificavano
Cristo, Dio nostro, nato da lei. Dopo il terzo giorno le voci non si
udirono più: tutti allora compresero che il puro e prezioso corpo di
lei era stato trasportato in paradiso. [49]
Dopo che fu trasportato, vedemmo Elisabetta, madre di san Giovanni
Battista, Anna, madre della signora, Abramo, Isacco, Giacobbe e David,
che cantavano l'alleluia, e tutti i cori dei santi che veneravano i
preziosi resti della madre del Signore: il paradiso, il luogo ove fu
trasportato il prezioso e santo corpo di lei, era tutto raggiante di
luce incomparabile e tutto pervaso di profumo, v'era pure la melodia di
quanti inneggiavano a colui che da lei è nato, una melodia così dolce
che solo ai vergini è dato di ascoltare e della quale non si è mai
sazi. [50]
Alla vista dell'improvvisa e meravigliosa traslazione del santo suo
corpo, noi apostoli glorificammo Dio che ci aveva mostrato i suoi
prodigi nell'ascesa della madre del Signore nostro Gesù Cristo. Per
le sue preghiere e la sua intercessione, ci sia concesso di restare
tutti sotto la sua protezione, sotto il suo aiuto e sotto la sua
salvaguardia in questo secolo e nel futuro, glorificando in ogni tempo e
luogo il suo Figlio unigenito unitamente al Padre e allo Spirito santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen. MORTE
DI NOSTRA SIGNORA SEMPRE VERGINE TEOTOCO
MARIA scritta
da Giovanni arcivescovo di Tessalonica * [1,
1] Premessa. Alla mirabile, gloriosissima e veramente grande signora di
tutto il mondo, madre sempre vergine del Dio e salvatore nostro Gesù
Cristo, vera genitrice di Dio, è dovuto un degno inno, onore e gloria
da ogni creatura che è sotto il cielo, per il beneficio che per mezzo
suo derivò a tutte le creature in merito dell'economia della venuta in
carne dell'unigenito Figlio e Verbo di Dio Padre. Dopo
la volontaria passione, la risurrezione dai morti e l'ascensione al
cielo del Verbo di Dio, che veramente si era incarnato e fatto uomo da
lei, rimase non poco con gli apostoli in Giudea, nei pressi di
Gerusalemme, dimorando spesso in casa dell'apostolo vergine, prediletto
dal Signore, come dice la Scrittura. [2]
Questa vergine madre di Dio veramente gloriosa lasciò la terra di morte
naturale, dopo che era già passato un certo lasso di tempo dal giorno
in cui i singoli apostoli, per ordine dello Spirito santo, erano andati
a predicare il vangelo in tutto il mondo. I
prodigi che allora ebbero luogo furono da alcuni tramandati anche per
scritto, e quasi tutta la terra che è sotto il cielo festeggia
annualmente il ricordo del suo riposo, ad eccezione di pochi luoghi: uno
di questi è appunto la metropoli dei Tessalonicesi, da Dio protetta. [3]
E che dunque? Rimprovereremo i nostri predecessori di negligenza e di
indolenza? Questo non si può né dire, né pensare. Tutti infatti
ebbero per norma di lasciare alla loro patria esimie virtù onde noi
nelle sinassi e nelle preghiere non solo ricordiamo spiritualmente i
santi nazionali, ma anche quasi tutti coloro che hanno combattuto per
Cristo, e in tal modo ci rendiamo cari a Dio. Essi dunque non hanno
peccato di negligenza, né di trascuratezza. Sebbene,
come già ho detto, quanto riguarda l'ultima fine della Vergine sia
stato scritto accuratamente da persone che erano presenti, fu però
contaminato con la loro propria zizzania da malvagi eretici venuti dopo.
Per questo motivo i nostri padri respinsero tali scritti che in nessun
modo concordavano con la Chiesa cattolica e perciò la stessa festività
andò dimenticata. Non stupitevi all'udire che gli eretici hanno
contaminato quegli scritti: con l'andare del tempo si scoprì infatti
che fecero lo stesso anche alle Epistole dell'Apostolo e agli stessi
santi Vangeli. [4]
Ma i loro odiosi inganni non ci facciano disprezzare documenti che sono
veritieri; dopo avere eliminato la semente nociva, per la gloria di Dio
e il giovamento delle anime, accogliamo e ricordiamo - con la sua
approvazione - quanto è veramente accaduto ai suoi santi. Sappiamo
che si sono comportati così sia i nostri predecessori immediati, che i
santi padri che li hanno preceduti da lungo tempo: gli uni verso i
cosiddetti viaggi dei santi apostoli Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni,
gli altri verso molti scritti sui martiri cristiani. E, infatti, è
proprio necessario "rimuovere le pietre dalla strada", come
dice la Scrittura, affinché in esse non inciampi il gregge che Dio ha
radunato. [2,
1] Noi dunque affinché non manchi alcunché di buono a questa metropoli
amante di Cristo, essendo assolutamente necessario lodare con sincerità
la benefica signora del mondo, cioè la teotoco e sempre vergine Maria,
è con gaudio spirituale che in occasione della festa commemorativa del
suo riposo, per scuotere ed edificare le vostre anime, abbiamo messo non
poca diligenza per potere proporre alle vostre benevole orecchie non già
tutto quanto abbiamo trovato scritto in diversi libri, ma solo quelle
cose che risultano veramente accadute e per le quali ancora oggi abbiamo
la testimonianza di certi luoghi. Con
il timore di Dio e l'amore verso la verità abbiamo raccolto queste
cose, tralasciando i commenti narrativi in quanto questi sono il
prodotto della malizia dei falsari e non hanno alcuna ragione d'essere. [2]
Udendo con salutare rispetto i prodigi veramente tremendi e grandi,
degni della madre di Dio, che hanno avuto luogo al suo ammirabile
riposo, dopo Dio, ringraziamo degnamente l'immacolata signora e teotoco
Maria e con opere buone manifestiamoci degni dei suoi benefici. E
voi nel ricevere questo piccolo segno del nostro affetto, constatando la
diligenza con cui per mezzo del presente libriccino vi esorto a salire
più in alto, come fratelli e figli carissimi nel Signore, ricambiate il
mio affetto invocando su di me l'aiuto di Dio per mezzo della preghiera
perseverante. Sua infatti è la gloria, l'onore e la sovranità nei
secoli dei secoli. Amen. [3,
1] Annunzio della morte. Quando la santa teotoco Maria stava per
abbandonare il corpo, andò da lei il grande angelo che le disse:
"Maria, alzati! Prendi questa palma datami da colui che ha piantato
il paradiso e dalla agli apostoli affinché con essa cantino inni
davanti a te: di qui a tre giorni avrà luogo, infatti, la deposizione
del tuo corpo. Ecco ch'io mando da te tutti gli apostoli: essi ti
daranno sepoltura e contempleranno la tua gloria, fino a quando non ti
porteranno al tuo luogo". Maria rispose all'angelo: "Perché
hai portato una sola palma e non una per ciascuno sicché gli altri non
mormorino contro colui al quale la darò? E che cosa vuoi ch'io faccia?
Qual è il tuo nome, affinché io sappia rispondere a chi mi interrogherà?".
L'angelo le rispose: "Perché domandi il mio nome? E' terribile
udirlo. Sulla palma non avere dubbi: per suo mezzo guariranno molti e
sarà una prova per tutti gli abitanti di Gerusalemme. Sarà vista da
chi crede, ma per chi non crede sarà nascosta. Va' dunque sul
monte". [2]
Visita di Gesù. Maria allora partì e salì sul monte degli Ulivi,
preceduta dallo splendore dell'angelo con la palma in mano. Non appena
lei giunse sul monte, tutto il monte con ¡ suoi alberi si rallegrò e
questi chinarono la loro cima in adorazione. A questa vista, Maria si
turbò e, pensando che ci fosse Gesù, disse: "Non sei forse tu il
Signore, e non è forse per te che accade un prodigio così grande tanto
che gli alberi più alti ti adorano? So che nessuno può fare un
miracolo così grande all'infuori del Signore della gloria che si è
affidato a me". Ma
l'angelo le disse: "Nessuno può compiere prodigi all'infuori di
colui che dà forza a tutti. Io prendo le anime di coloro che si
umiliano davanti a Dio e, nel giorno in cui abbandonano il corpo, le
trasferisco nel luogo dei giusti. Quando tu deporrai il corpo io
ritornerò da te". [3]
Maria gli domandò: "Signore, sotto quale forma vieni dai tuoi
eletti? Dimmi, te ne prego, dimmi come stanno le cose affinché sappia
cosa fare quando tu mi verrai a prendere". Le rispose: "Ma che
cosa pensi, Signora? Quando Dio manderà da te, io non sarò solo, ma vi
saranno tutti gli eserciti degli angeli e canteranno inni davanti a
te". Ciò detto l'angelo divenne come la luce e salì in cielo. [4,
1] Maria se ne ritornò a casa; ma per la gloria della palma che teneva
in mano, la sua dimora subito si agitò; lei allora entrò in camera
sua, nascose la palma in un lenzuolo, e poi pregò il Signore, dicendo:
"Ascolta, Signore, la preghiera di tua madre, Maria, che grida
verso di te, e inviami la tua benevolenza. Nel momento in cui io uscirò
dal corpo, non mi venga davanti nessuna autorità, realizza invece
quanto mi hai risposto allorché, piangendo, io dissi: "Che farò
per scacciare le potestà che verranno sull'anima mia?". Tu mi hai
promesso: "Non piangere! A te non verranno né angeli né
arcangeli, né cherubini né serafini, né alcuna altra potestà, ma io
stesso verrò dall'anima tua". Il dolore della puerpera è ormai
vicino". [2]
Poi pregò ancora, dicendo: "Benedico la luce eterna in cui abiti,
benedico la piantagione delle tue mani che dura in eterno. O santo, che
dimori tra i santi, ascolta la voce della mia preghiera!". [5,
1] Visita dei parenti. Detto questo uscì e disse alla domestica di casa
sua: "Ascolta, va' a chiamare tutti i parenti e gli amici, dicendo:
"Maria vi chiama"". La domestica uscì, chiamò tutti
come le era stato ordinato e, allorché giunsero, Maria disse loro:
"Padri e fratelli, aiutatemi! Sono in procinto di abbandonare il
corpo per il mio riposo eterno. Siate pronti ad offrirmi un grande
beneficio. Non vi domando né oro né argento, cose vane e corruttibili,
ma vi chiedo un po' di umanità, che vogliate cioè restare con me per
due notti, che ognuno abbia la sua lucerna e per tre giorni non la lasci
spegnere. E prima di allontanarmi vi benedirò". [2]
Così fecero. Intanto si diffuse la notizia tra tutti i parenti e amici
di Maria, e andavano tutti da lei. Quando li vide tutti attorno a sé,
Maria disse: "Padri e fratelli, aiutiamoci, vegliamo con le lucerne
accese, giacché non sappiamo quando verrà il ladro. Mi è stato
manifestato, fratelli miei, quando partirò: lo so, mi è stato
insegnato, e non ho timore: è un fatto universale. Mi guardo però dal
guerriero che dà battaglia a tutti, ma non può avere il sopravvento
sui giusti e sui fedeli, mentre stravince gli infedeli, i peccatori e
quanti fanno la sua volontà: in costoro egli fa ciò che vuole. Ma i
giusti non li può vincere, perché in essi l'angelo del male non trova
nulla di suo, e pieno di vergogna se ne allontana. [3]
Con la morte, entrano nell'uomo due angeli, uno della giustizia, l'altro
della cattiveria. Quando la morte scuote l'anima, si accostano questi
due angeli e si discutono il suo corpo. Se si constata che quell'uomo ha
compiuto le opere della giustizia, l'angelo della giustizia ne gode
perché in lui il maligno non ha nulla di suo. Presso quest'anima si
radunano molti angeli e cantano inni fino a quando non sia giunta al
luogo di tutti i giusti; nel mentre l'angelo della cattiveria piange
perché in lui non ha nulla di suo. Se invece si constata che ha
compiuto le opere cattive, ne gode anche lui e chiama altri angeli
maligni, che prendono quell'anima e la tormentano; e l'angelo della
giustizia si duole grandemente. Or dunque, padri e fratelli, aiutiamoci
affinché in noi non si trovi nulla di cattivo". [4]
A Maria che così parlava, le donne risposero: "Sorella nostra,
divenuta madre di Dio e signora di tutto il mondo, tutti noi abbiamo
paura, ma tu che cosa hai da temere, tu che sei la
madre del Signore? Guai a noi! E dove potremo fuggire se tu dici cose
del genere? Tu sei l'attesa di noi tutti. Noi piccolini che cosa
possiamo fare, dove ci possiamo rifugiare? Se il pastore ha paura del
lupo, dove fuggiranno le pecore?". Tutti
i presenti piangevano. Maria disse: "Tacete, fratelli, non
piangete! Glorificate invece colei che ora è in mezzo a voi. Vi prego
di non piangere, in questo luogo, la vergine di Dio. Invece di piangere,
salmodiate affinché lei passi a tutte le generazioni della terra e a
ogni uomo di Dio. Salmodiate dunque, invece di piangere, e il pianto sia
sostituito dalla benedizione". [6,
1] Arrivo di Giovanni. Maria chiamò poi i più vicini e disse loro:
"Alzatevi e pregate". Dopo avere pregato, sedettero parlando
delle gesta e dei prodigi divini. Mentre
così parlavano, giunse l'apostolo Giovanni, picchiò all'uscio di
Maria, aprì ed entrò. A quella vista, Maria si turbò, pianse ed
esclamò a gran voce: "Giovanni, figlio mio, non ti dimenticare di
quanto, a mio proposito, ti ha ordinato il tuo Maestro allorché lo
piangevo in croce, dicendo: "Tu te ne vai, figlio mio, ed a chi mi
lasci, presso chi abiterò?". E mentre tu vedevi e udivi, egli mi
rispose: "C'è Giovanni che si interesserà di te". Ora,
figlio mio, non dimenticare quanto, a mio proposito, ti è stato
ordinato, ricordando che egli ti ha amato più di tutti gli altri
apostoli. Ricordati che, a preferenza degli altri, hai posato il capo
sul suo petto. Ricordati che, mentre posavi il capo sul suo petto, è
solo a te che disse il mistero noto soltanto a me e a te, poiché tu sei
vergine ed eletto. Egli non volle rattristarmi perché fui la sua
abitazione. Gli avevo detto, infatti: "Dimmi quanto hai manifestato
a Giovanni". Ed egli lo disse a te, e tu mi hai comunicato il
segreto. Ora figlio mio, Giovanni, non abbandonarmi". [2]
Così dicendo Maria piangeva silenziosamente. Giovanni non la reggeva
perché il suo spirito si era turbato e non comprese quanto gli diceva
Maria. Non sapeva che lei stava per abbandonare il corpo. Allora le
domandò: "Maria, madre del Signore, che cosa vuoi che ti faccia?
Ti ho lasciato il mio servo affinché ti desse il cibo. Non pensare
ch'io trasgredisca l'ordine datomi dal Signore con le parole: "Gira
tutto il mondo, fino a quando sia distrutto il peccato". Dimmi un
po' ora qual è il cruccio del tuo spirito. Ti manca, forse,
qualcosa?". [3]
Maria rispose: "Giovanni, figlio mio, non mi manca alcuna cosa di
questo mondo, ma dopodomani abbandono il corpo. Ti prego di usarmi
umanità, di difendere il mio corpo e di deporlo in una tomba da solo.
Custodiscilo con gli apostoli tuoi fratelli, a causa dei prìncipi dei
sacerdoti. Con le mie proprie orecchie li ho uditi, infatti, affermare:
"Se troveremo il suo corpo, lo bruceremo: da lei infatti è uscito
quell'imbroglione"". Quando
Giovanni udì: "Abbandono il corpo", cadde in ginocchio e
pianse, dicendo: "Chi siamo noi, Signore, che ci manifesti queste
tribolazioni? Ancora non abbiamo dimenticato la prima, ed ecco che ne
dobbiamo sopportare un'altra, perché, Maria, anch'io non abbandono il
corpo e così tu ti possa interessare di me?". Di
fronte a Giovanni che piangeva nel proferire queste cose, Maria pregò i
parenti di tacere: anch'essi, infatti, stavano piangendo. Poi disse a
Giovanni: "Figlio, abbi pazienza verso di me, e non piangere più".
Giovanni allora s'alzò e si asciugò le lacrime. Maria gli disse:
"Esci con me, prega la folla che canti salmi fino a quando ti abbia
parlato". [4]
Mentre quelli salmodiavano, lei introdusse Giovanni nella sua cella e
gli fece vedere tutto il suo preparativo funebre, la sua tenda
preparata, dicendo: "Figlio mio, Giovanni, tu sai che su questa
terra io non ho altro che il mio preparativo funebre e due tuniche.
Orbene, qui ci sono due vedove: quando avrò lasciato il corpo, dà una
tunica a ognuna di loro". Lo
condusse poi dove era la palma datale dall'angelo, e gli disse:
"Figlio mio, Giovanni, prendi questa palma! La porterai davanti
alla mia lettiga, come mi è stato ordinato". Egli allora le disse:
"Non la posso prendere fino a quando non saranno qui i miei
coapostoli, affinché quando giungeranno non sorgano tra noi
mormorazioni e liti. Tra loro, infatti, c'è chi è più grande di me ed
è stato posto sopra di noi. Ma quando ci raduneremo, ci sarà
l'accordo". [7,
1] Arrivo di tutti gli apostoli. Mentre uscivano dalla cella, ci fu un
gran tuono che turbò tutti i presenti. Dopo il tuono, gli undici
apostoli furono lasciati davanti alla porta di Maria: ognuno era seduto
su di una nube. Il primo fu Pietro il secondo Paolo, trasportato
anch'egli da una nube essendo stato annoverato tra gli apostoli: aveva
avuto i primi elementi della fede in Cristo. Dopo di loro, sulle nubi,
tutti gli altri apostoli furono radunati davanti alla porta di Maria. Si
salutarono, e si guardarono meravigliandosi del modo con cui erano
convenuti. Pietro
disse: "Fratelli, preghiamo Dio che ci ha radunato ed in specie
perché è con noi il fratello Paolo". Dopo le parole di Pietro, si
misero a pregare dicendo a una sola voce: "Preghiamo affinché ci
sia manifestato il motivo per cui Dio ci ha radunati". E ognuno
passava all'altro l'onore di guidare la preghiera. [2]
Pietro disse a Paolo: "Paolo, mio fratello, alzati e prega prima di
me, giacché provai una grande gioia allorché hai ricevuto la fede in
Cristo". Paolo gli rispose: "Scusami, Pietro, padre mio! Io
sono un neofita e indegno di calpestare le impronte dei vostri piedi.
Come potrei pregare prima di te? Tu sei la colonna luminosa, e tutti i
fratelli qui presenti sono più importanti di me. Tu dunque, padre,
supplica per me e per tutti affinché resti con noi la grazia del
Signore". [3]
Gli apostoli furono contenti dell'umiltà di Paolo e dissero:
"Padre Pietro, tu che sei stato posto al di sopra di noi, prega tu
prima di noi". Allora Pietro pregò, dicendo: "Il Dio e Padre
nostro e il Signore Gesù Cristo vi glorificherà, come è glorificato
il servizio che è in me; ed, infatti, io sono un piccolissimo fratello
e servo. Come sono stato eletto io, così anche voi, ed a noi tutti fu
data un'unica vocazione. Perciò chi glorifica l'altro, glorifica Gesù
e non un uomo. Questo è infatti il comandamento del Maestro: che ci
amiamo vicendevolmente". [4]
Pietro allargò poi le sue braccia e ringraziò, dicendo: "Signore
onnipotente che siedi in alto sui cherubini e vedi le cose piccole, tu
che dimori nella luce inaccessibile, tu che sciogli quanto è difficile
e riveli i tesori nascosti, tu hai posto in noi la tua benignità. Qual
dio è così benevolo come te? Non hai distolto da noi la tua
misericordia, perché liberi dal male chiunque spera in te. Tu vivi ed
hai vinto la morte ora e per tutti i secoli. Amen". E nuovamente si
salutarono. [8,
1] Ed ecco che venne in mezzo a loro anche Giovanni. Disse: "Voi
tutti, benedite anche me". Allora ognuno, secondo il suo ordine,
abbracciò anche lui. Dopo il saluto, Pietro gli domandò:
"Giovanni, amato dal Signore, come sei giunto qui e da quanti
giorni?". Giovanni rispose: "Mi trovavo nella città di Sardi
ed avevo insegnato fino all'ora nona, allorché discese una nube nel
luogo ove eravamo radunati e, al cospetto di tutti coloro che erano con
me, mi prese e mi portò fino qui. Picchiai alla porta, mi aprirono e
trovai una folla attorno alla madre nostra Maria, la quale mi disse:
"Abbandono il corpo!". Io non potei resistere ed, in mezzo a
tutti i presenti, fui accasciato dal dolore. Or dunque, fratelli, se
domani mattina entrate da lei, non piangete e non turbatevi affinché
tutti i circostanti nel vederci piangere non dubitino della
risurrezione, e dicano: "Anche costoro, dunque, hanno paura della
morte!". Facciamoci, invece, coraggio con le parole del nostro buon
Maestro". [2]
Il giorno dopo gli apostoli entrarono in casa di Maria e dissero tutti
insieme: "Beata Maria, madre di tutti coloro che sono salvi, sia
con te la grazia!". Maria domandò: "Come siete entrati qui, e
chi vi ha annunziato che abbandono il corpo? Come vi siete radunati? Vi
vedo qui riuniti e ne gioisco grandemente". Ognuno
disse la regione dalla quale era stato trasportato ed aggiunsero:
"Siamo stati presi dalle nubi e radunati qui". Tutti insieme
la lodarono poi, dicendo: "Ti benedica il Signore che salva
tutti". Maria
esultò nello spirito e disse: "Benedico te che dispensi le
benedizioni a tutti. Benedico la dimora della tua gloria. Benedico
te, datore della luce, che hai preso abitazione nel mio ventre. Benedico
tutte le opere delle tue mani, che ti obbediscono con totale soggezione. Benedico
te, che hai benedetto noi. Benedico
le tue parole di vita uscite dalla tua bocca e date veramente a noi.
Credo proprio che si avveri quanto mi hai detto, e cioè: "Quando
uscirai dal corpo radunerò da te tutti gli apostoli". Eccoli
radunati ed io in mezzo a loro come una vite fruttifera, come quando ero
con te. Ti
benedico con ogni benedizione. Si avverino dunque anche le altre cose
che mi hai detto, allorché mi hai assicurato: "Quando uscirai dal
corpo mi vedrai"". [3]
Ciò detto, chiamò Pietro e tutti gli apostoli, li introdusse nella sua
cella e mostrò loro i suoi preparativi funebri. Poi, uscita, stette in
mezzo a tutti gli altri, mentre le lucerne erano sempre accese poiché,
come aveva domandato Maria, non le avevano lasciate spegnersi. [9,
1] Veglia nell'attesa della morte. Tramontato il sole del secondo giorno
di preparazione all'uscita di Maria dal corpo Pietro disse a tutti gli
apostoli: "Fratelli, chi di voi ha qualche parola formativa la dica
per intrattenere la gente durante tutta la notte con esortazioni".
Gli apostoli risposero: "E chi è più dotto di te? Sarà per noi
una grandissima gioia udire la tua parola formativa". [2]
Allora Pietro prese a dire: "Bene avete fatto fratelli e voi tutti
convenuti qui in questo luogo, con le lucerne accese e splendenti con il
fuoco di questa terra visibile, nell'ora del trapasso della madre nostra
Maria. Voglio che anche ognuno di voi prenda la sua lucerna immateriale,
per il secolo eterno, cioè la lucerna triplice dell'uomo interiore: il
nostro corpo, l'anima e lo spirito. Se queste tre cose splenderanno con
fuoco genuino verso (il luogo) ove tendete non sarete confusi allorché
entrerete alle nozze per riposarvi con lo sposo. Così è della nostra
madre Maria. Lo splendore della sua lucerna ha colmato tutta la terra e
non si estinguerà fino alla fine del mondo, affinché coloro che
vogliono salvarsi attingano da essa la forza. Non pensate dunque che la
morte di Maria sia una morte. Non è morte, ma vita eterna, perché
"presso Dio la morte dei giusti è in gloria"". Questa,
infatti, è la gloria e la seconda morte non potrà arrecarle danno. [3]
Mentre Pietro stava ancora parlando, nella casa risplendette una luce
così grande da offuscare il lume delle lucerne e s'udì una voce che
diceva: "Pietro, dì loro con saggezza le cose che possono
sopportare, come un medico che proporziona la medicina alle sofferenze
dei malati, come una balia che proporziona il cibo all'età del
bambino". Pietro allora alzò la voce e disse: "Ti
benediciamo, Cristo, moderatore delle nostre anime!". [10,
1] Rivolto alle vergini presenti, Pietro disse: "Udite la vostra
grazia, la vostra gloria e il vostro onore. Beati coloro che
custodiscono lo splendore della loro santità. Udite e imparate ciò che
ha detto il nostro Maestro: "Il regno dei cieli è simile alle
vergini". Non disse: è simile a molti anni; gli anni, infatti,
passano mentre il nome della verginità non passerà; non la assimilò a
un ricco, poiché le ricchezze diminuiscono, mentre il nome della
verginità rimane. Perciò credo che voi andrete nella gloria. Dunque
egli assimilò a voi il regno dei cieli, perché non avete alcuna
preoccupazione. Quando su di voi giunge la morte, non dite: "Guai a
noi! Dove andremo? A chi lasceremo i nostri poveri fanciulli, le grandi
ricchezze, i campi seminati, le nostre risorse!". Non avrete alcun
pensiero di questo genere. Non avrete altra preoccupazione all'infuori
della vostra verginità, e quando la morte giunge su di voi siete
preparati e non vi manca nulla. [2]
Affinché impariate che non c'è nulla di più grande del nome della
virtù e nulla più greve delle cose che concernono questo mondo, udite
questo. In
una città c'era un ricco che abbondava di ogni cosa buona, ed aveva
anche dei domestici. Avvenne che due domestici peccassero contro di lui,
non assecondando i suoi ordini. Il padrone, adirato, li segregò, per un
certo tempo, in una regione lontana con l'intenzione di richiamarli poi
più tardi. Uno di questi domestici si costruì una casa, piantò una
vigna, installò un mulino ed acquistò molti altri possedimenti.
L'altro, invece, se con il suo lavoro guadagnava qualcosa lo trasformava
in oro; chiamato poi un orefice tratteggiò una corona e disse
all'orefice: "Io sono un servo, ho il signore e un suo figlio.
Trasforma questo in una corona d'oro". L'orefice compì il suo
lavoro e disse al servo: "Su, mettiti la corona sul capo!". Il
servo rispose: "Eccoti la ricompensa. Io ho, infatti, un tempo ben
determinato per portare la corona". Allora l'orefice capì il
significato di quanto aveva detto il domestico, e se ne andò a casa
sua. [3]
Intanto si avvicinò il tempo che era stato stabilito per l'esilio, ed
il padrone mandò loro un messo con l'ordine severo: "Se entro
sette giorni non me li ricondurrai, te la passerai male". Il servo
si affrettò a partire, andò in quella regione e trovò i domestici di
notte come di giorno. Preso quello che aveva acquistato casa, vigne e le
altre opere, gli disse: "Il mio signore mi ha inviato da te,
andiamo!". Ma quello gli rispose: Abbi
pazienza fino a quando avrò venduto quanto ho comprato qui. Il ministro
gli disse: "Non posso procrastinare! Mi sono stati dati sette
giorni di tempo; temo le sue minacce e perciò non posso
attendere". Il servo allora si mise a piangere, dicendo: "Guai
a me! Sono stato trovato impreparato". Il ministro gli disse:
"Pessimo servo, non sapevi di essere a servizio, ignoravi che eri
stato allontanato, ma che il signore ti poteva chiamare a suo piacere?
Perché hai piantato vigne dalle quali non prendere nulla, mentre
intanto sei stato trovato impreparato? Tu dovevi essere preparato prima
del mio arrivo". E il servo disse piangendo: "Guai a me!
Pensavo di restarmene per sempre in esilio, credevo che il mio signore
non mi chiamasse più, perciò mi sono comperati tutti questi
possedimenti in questa regione". Il ministro gli ordinò di partire
abbandonando tutto. [4]
Avuta notizia di questa missione, l'altro servo prese la corona, si
incamminò sulla strada che doveva percorrere il ministro ed aspettò
pazientemente. Quando giunse, gli disse: "Il mio padrone ti ha
inviato da me: andiamo! Non c'è nulla che mi trattenga, quello che ho
essendo ben leggero: altro non ho all'infuori di questa corona d'oro.
L'ho preparata nella mia quotidiana attesa, con il desiderio che il mio
signore mi usasse misericordia, che il mio padrone mi mandasse a
togliere da questo esilio e che persone invidiose non mi rubassero la
corona. Ora il mio desiderio è stato esaudito. Alziamoci ed
andiamo!". [5]
I due servi allora partirono con il ministro. Quando il padrone li vide,
disse a quello che non aveva nulla: "Qual è il frutto del tuo
lavoro in così lungo tempo di segregazione?". Gli rispose:
"Mi hai mandato un soldato severo, padrone! L'ho pregato che mi
permettesse di vendere i miei beni e poterne così portare il ricavato,
ma mi rispose: "Non ne ho il permesso!". Il padrone allora gli
disse: "Servo cattivo, solo all'arrivo del mio servo ti sei
ricordato di vendere. Perché non hai riflettuto che si trattava di un
tempo di segregazione, e che quest'abbondanza di beni non ti avrebbe
giovato?". Adirato, ordinò che fosse legato mani e piedi e mandato
in luoghi più desolati. Chiamò
poi colui che portava la corona e gli disse: "Coraggio, servo buono
e fedele! Dalla corona che hai fatto si vede che hai desiderato la
libertà: la corona è, infatti, per le persone libere. Non hai osato
mettertela, perché desideravi avere il permesso del tuo padrone. Nella
maniera con cui tu hai desiderato la libertà, così io te la do".
Allora fu liberato e posto a capo di molte cose". [11,
1] Dopo aver detto queste cose alle vergini che attorniavano Maria,
Pietro disse alla folla: "Noi pure, fratelli, ascoltiamo quanto ci
accadrà. Veramente, infatti, le vergini del vero sposo, cioè del
Figlio di Dio e Padre di tutto il creato, siamo noi, cioè il genere
umano verso il quale, in principio, Dio si adirò e scacciò Adamo in
questo mondo. Noi dunque abitiamo in questo mondo come persone colpite
da sdegno e come sotto scomunica, ma non ci è concesso di restarvi.
Viene, infatti, il giorno di ognuno ed egli è trasferito là ove sono i
nostri padri e antenati, dov'è Abramo, Isacco e Giacobbe; quando giunge
la fine di ognuno, è mandato a lui un forte ministro, cioè la morte;
il suo arrivo all'anima del peccatore ammalato, che si è ammassate
molte iniquità e peccati, è grandemente molesto, e perciò egli
supplica: "Abbi un po' di pazienza verso di me, solo per breve
tempo, fino a quando non mi sarò liberato dei peccati che ho piantato
nel mio corpo". Ma la morte non ascolta. [2]
Come potrebbe concedere ancora un lasso di tempo, una volta che è
terminato quello che gli era stato fissato? Non avendo nulla di giusto,
è condotto nel luogo dei tormenti. Colui invece che avrà compiuto
opere giuste, godrà e dirà: "Nulla mi trattiene! Null'altro ho da
portare all'infuori del nome della verginità". Perciò supplicherà
la morte, dicendo: "Non abbandonarmi in questa terra, affinché gli
altri non mi invidino e mi portino via il nome della verginità".
Allora l'anima esce dal corpo e, tra gli inni, è condotta allo sposo
immortale, che la pone nel luogo del riposo. Or
dunque, fratelli, combattete virilmente sapendo che noi non resteremo
qui per sempre". [12,
1] Morte di Maria. Nel dire queste cose a conforto della folla, Pietro
si protrasse fino all'alba, fino al sorgere del sole. Allora Maria s'alzò,
uscì, innalzò le sue mani e pregò il Signore. Dopo la preghiera, entrò
e si pose a giacere sul letto. Al suo capo si sedette Pietro, ed ai
piedi Giovanni: gli altri apostoli circondavano il suo letto. Verso
l'ora terza del giorno, s'udì dal cielo un tuono fragoroso, si diffuse
un graditissimo odore che fece addormentare tutti i presenti ad
eccezione dei soli apostoli e delle tre vergini, alle quali il Signore
aveva ordinato di vegliare affinché fossero testimoni delle esequie di
Maria e della sua gloria. [2]
Ed ecco il Signore venire sulle nubi con una moltitudine di angeli senza
numero. Nella cella ove si trovava Maria entrarono Gesù e Michele
mentre gli altri angeli se ne stavano fuori cantando inni. Quando
il Salvatore entrò dalla santa Maria, trovò gli apostoli e li salutò
tutti, poi salutò sua madre. Maria allora aprì la sua bocca e ringraziò,
dicendo: "Ti benedico poiché a proposito di quanto mi avevi
promesso, non mi sei stato causa di tristezza. Mi avevi promesso,
infatti, che non avresti più concesso agli angeli di venire dalla mia
anima, ma che saresti venuto tu stesso da lei. Ed ecco, Signore, che mi
è avvenuto in conformità della tua parola. Chi sono io, misera, che
sono stata favorita di così tanta gloria?". Così dicendo, rivolta
verso il Signore al quale dolcemente sorrideva, portò a compimento
l'economia. Allora il Signore prese la sua anima e la consegnò nelle
mani di Michele dopo averla avvolta come in pelli di ineffabile
splendore. [3]
Gli apostoli contemplarono l'anima di Maria mentre era consegnata nelle
mani di Michele: era intatta con tutte le membra di un uomo, a eccezione
dei tratti di femmina o di maschio; in lei non v'era altro (di
particolare) all'infuori della somiglianza di ogni corpo, sette volte più
splendente del sole. Pietro,
ripieno di gioia, domandò al Signore: "Chi di noi ha un'anima
candida come quella di Maria?". Il Signore gli rispose: "Tutte
le anime che nascono in questo mondo, Pietro, sono così. Ma quando
escono dal corpo non splendono di un simile candore, perché un conto è
come sono inviate ed un conto come sono trovate: amarono, infatti, le
tenebre di molti peccati. Ma l'anima di colui che si conserverà immune
dalle iniquità delle tenebre di questo mondo, allorché esce dal corpo
avrà lo stesso candore". Il Salvatore disse poi ancora a Pietro:
"Custodisci con cura il corpo di Maria che fu mia dimora! Esci
dalla parte destra della città e troverai una tomba nuova. Deponi in
essa il corpo e poi restate lì, come vi ha ordinato". [4]
Mentre il Salvatore parlava così, il corpo della madre di Dio, davanti
a tutti, esclamò: "Ricordati di me, re della gloria! Ricordati di
me, giacché sono opera tua. Ricordati di me, giacché ho custodito il
tesoro a me affidato". Gesù allora disse al corpo: "Certo che
non ti abbandonerò, tesoro della mia perla. Non ti abbandonerò, fedele
custode del deposito a te affidato. Non sarà mai ch'io abbandoni te,
che fosti l'arca che custodisti il tuo custode! Non sarà mai che io
abbandoni te, tesoro sigillato fino a quando non sarai cercato!". E
così dicendo il Salvatore divenne invisibile. [13,
1] La sepoltura. Pietro, gli altri apostoli e le tre vergini ebbero cura
del corpo di Maria, e lo posero su di una lettiga. Poi s'alzarono coloro
che erano stati colti dal sonno. Pietro prese la palma e disse a
Giovanni: "Tu che sei vergine, devi precedere la lettiga e cantare
inni tenendo la palma". Giovanni rispose: "Tu sei il nostro
padre e vescovo, e devi stare davanti al letto, fino a quando non
porteremo (il corpo) nel (suo) luogo". Pietro poi disse:
"Affinché nessuno di noi sia triste, coroniamo il lettuccio con la
palma". Gli
apostoli s'alzarono e presero la lettiga di Maria. Pietro cantò:
"Israele uscì dalla terra d'Egitto. Alleluia!". Il Signore e
gli angeli camminavano sulle nubi cantando e benedicendo, ma non Si
vedevano, s'udiva soltanto la loro voce. In tutta Gerusalemme risuonò
la voce di una grande folla ed i prìncipi dei sacerdoti, all'udire quel
tumulto e le voci di quelli che cantavano, Si turbarono e dissero:
"Che è questo tumulto?". Qualcuno rispose loro: "Maria
uscì dal corpo e gli apostoli cantano inni attorno a lei". [2]
Ed ecco che Satana entrò in essi e, pieni d'ira, dissero: "Venite,
andiamo a uccidere gli apostoli e bruciamo il corpo che portò quel
mago". Alzatisi,
uscirono con spade e mezzi di difesa per ucciderli. Ma gli angeli che
erano sulle nubi li colpirono subito di cecità e, non vedendo dove
andavano, finivano per sbattere la testa contro i muri; a eccezione di
un solo pontefice che era uscito per vedere che cosa accadeva. Giunto
vicino agli apostoli, alla vista del letto incoronato e degli apostoli
che cantavano, andò sulle furie e disse: "Ecco quale gloria
straordinaria ha l'abitazione di colui che ha spogliato la nostra
stirpe!". E con grande ira si scagliò contro il lettuccio e, con
l'intenzione di rovesciarlo, l'afferrò là dov'era la palma, tirandolo
per gettarla a terra. Ma, sull'istante, le sue mani si attaccarono al
lettuccio e, recise ai gomiti, rimasero sospese alla lettiga. [3]
Allora, davanti a tutti gli apostoli, quell'uomo si mise a piangere e a
supplicarli: "Non mi abbandonate in così estremo bisogno!".
Pietro gli rispose: "Non è mio compito aiutarti, né di alcuno di
questi. Sarai liberato da questa singolare avventura soltanto se credi
che quel Gesù contro il quale voi siete insorti, e avete preso e
ucciso, è il Figlio di Dio". Quell'uomo rispose: "Forse che
non lo sapevamo che è Figlio di Dio? Ma che cosa dovevamo fare, se i
nostri occhi erano accecati dall'avarizia? Sul punto di morte i nostri
padri ci chiamarono a sé e ci dissero: "Figli, ecco, che tra tutte
le tribù Dio ha scelto voi affinché siate in autorità davanti a tutto
questo popolo e non vi occupiate della materia di questo mondo. Il
vostro lavoro sarà questo: formare questo popolo, prendere da tutti le
decime, le primizie e ogni primogenito che apre la vagina; ma guardate
bene, figli, che il luogo, con la vostra opera, non si arricchisca e,
inorgogliti, vi diate ai traffici provocando così l'ira di Dio. Quello
che a voi sopravanza datelo ai poveri, agli orfani e alle vedove del
vostro popolo, e non respingete un'anima tribolata". [4] Ma noi non
abbiamo seguito le tradizioni dei nostri padri. Vedendo che il luogo si
era di molto arricchito abbiamo costituito una banca per compratori e
venditori di primogeniti di buoi, di pecore e di ogni altro animale. Ma
quando giunse il Figlio di Dio scacciò via tutti dal luogo, anche i
banchieri, dicendo: "Allontanate queste cose da questo luogo e
dalla casa di mio Padre e non fatene una casa di traffico". E noi,
forti delle nostre consuetudini, da lui abrogate, abbiamo complottato di
fargli del male e, insorgendo contro di lui, lo abbiamo ucciso, ben
sapendo che era Figlio di Dio. Ma non ricordate la nostra malizia, e
perdonatemi: questo, infatti, mi è accaduto come un segno di
predilezione divina affinché io viva". [5]
Allora Pietro ordinò di deporre la lettiga e disse al pontefice:
"Se credi con tutto il cuore, va' a baciare il corpo di Maria e dì:
"Credo in te e in colui che da te è stato generato"". Il
pontefice, allora, per tre ore benedisse, in lingua ebraica, la santa
Maria, non permettendo che alcuno la toccasse e adducendo su di lei
testimonianze scritte nei sacri libri di Mosè e degli altri profeti
(dimostrando) che sarebbe stata il tempio di Dio. E tutti coloro che
ancora non avevano udito simili testimonianze, quanti ancora non le
conoscevano, ne restarono stupiti. Pietro
gli disse: "Va', e congiungiti alle tue mani!". E soggiunse:
"In nome del Signore nostro Gesù Cristo, Figlio della teotoco
Maria, le tue mani si riattacchino!". E subito divennero come erano
prima, senza difetto alcuno. Pietro allora gli disse: "Alzati,
prendi una foglia dalla palma ed entra in città. Incontrerai una folla
cieca che non riesce a trovare la via d'uscita: narra ad essa quanto ti
è capitato, e poni questa foglia sugli occhi di quanti crederanno e
subito riacquisteranno la vista". [6]
Il pontefice se ne andò, come gli aveva ordinato Pietro. Trovò molti
ciechi (erano quelli che erano stati accecati dagli angeli) che
piangevano dicendo: "Guai a noi, giacché ci è capitato quanto
accadde a Sodoma! Prima Dio li colpì con la cecità poi mandò fuoco
dal cielo e li bruciò. Guai a noi! Siamo già mutilati e presto arriverà
il fuoco". Allora l'uomo con la foglia in mano parlò loro della
fede; coloro che credettero riacquistarono la vista, quelli invece che
non credettero non la riacquistarono ma rimasero ciechi. [14]
EPILOGO dal Cod. Vat. 2072, fol. 1782v. Gli
apostoli portarono il prezioso corpo della gloriosissima signora nostra,
la teotoco e sempre vergine Maria, e lo deposero nella tomba nuova che
era stata loro indicata dal Salvatore; e quivi rimasero tutti insieme
vegliandolo per tre giorni. Dopo
il terzo giorno, aperto il loculo affinché potessero venerare il
prezioso tabernacolo di colei che è degna di ogni lode, trovarono
soltanto i sudari: il Cristo Dio che in lei si era incarnato l'aveva,
infatti, traslata nella eredità eterna. E
lo stesso Signore nostro Gesù Cristo che ha glorificato la sua
immacolata madre, la teotoco Maria, glorificherà coloro che la
glorificano; libererà da ogni pericolo coloro che devotamente celebrano
annualmente la sua memoria, e riempirà di ogni bene le loro case, come
la casa di Onesiforo; e nel secolo futuro conseguiranno la remissione
dei peccati. Egli,
infatti, la mostrò come suo cherubico trono sulla terra e sul cielo
terrestre, quale speranza, rifugio e sicurezza della nostra stirpe. Celebrando
misticamente la festa della sua gloriosa dormizione, troveremo
misericordia e grazia in questo secolo e nel futuro, in virtù della
benevolenza e benignità del Signore nostro Gesù Cristo, al quale sia
gloria e dominazione con il suo Padre, che è senza principio, e il
santissimo e vivificante Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.
Amen. EPILOGO
dal Cod. Vat. 2013; fol. 177v. Gli
apostoli portarono il prezioso corpo della gloriosissima signora nostra
teotoco Maria, e lo deposero nella tomba nuova che era stata loro
indicata dal Salvatore; ed in quel luogo rimasero a vegliare tutti
insieme Lo
stesso Signore nostro Gesù Cristo che ha glorificato l'immacolata sua
madre e teotoco Maria, glorificherà coloro che la glorificano; libererà
da ogni pericolo coloro che annualmente ricordano con fede la sua
memoria e riempirà di ogni bene loro (le loro case), come la casa di
Onesiforo; ed otterranno pure la remissione dei peccati qui e nel secolo
futuro. Egli, infatti, sulla terra e sul cielo terrestre, la mostrò
come suo cherubico trono, come speranza, rifugio e sicurezza della
nostra stirpe. Partecipando
misticamente alla festa della sua gloriosa dormizione, troveremo
misericordia e grazia nel secolo presente e nel futuro. A lui sono
dovuti gloria, onore e adorazione con il Padre, senza principio, e con
il santissimo e vivificante Spirito, ora e sempre, nei secoli dei
secoli. Amen. EPILOGO
dal Cod. Marciano VII, 38, ff. 57v.-58r. Allora
gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono fino alla tomba e,
dopo averla deposta, rimasero là per tre giorni, per custodirla,
cantando salmi e inni senza interruzione. La divina provvidenza dispose
che un apostolo non fosse presente alla sepoltura della madre di Dio;
dopo tre giorni egli giunse al Getsemani e amaramente si lamentava di
non essere stato ritenuto degno di contemplare la santissima teotoco, più
ampia del cielo. Gli apostoli allora vollero aprire la tomba affinché
anch'egli potesse vedere la madre di Dio; l'aprirono, l'ispezionarono e
videro che la tomba era vuota e il corpo della madre di Dio non c'era più.
Pensarono dunque che fosse stato trasportato in paradiso dagli angeli
simili a Dio. Questa
è la dormizione della beata Maria, madre del Signore. Lo
stesso Signor nostro Gesù Cristo che ha glorificato la sua madre e
teotoco Maria, glorifica, a sua volta, quanti la glorificano, esalta
coloro che la esaltano, non solo in questo secolo, ma anche nel futuro e
li introduce nel suo regno celeste. A
lui è dovuta ogni gloria, onore e adorazione con il suo Padre senza
principio, santissimo e buono, e con il vivificante suo Spirito, ora e
sempre nei secoli dei secoli. Amen. EPILOGO
dal Cod. Parisiense
Coisl. 121, fol. 150r.v. Allora
gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono fino alla tomba e,
dopo averla deposta, rimasero là tutti insieme per custodirla fino a
quando fu traslata, come aveva ordinato loro il Salvatore. Questo
è il riposo di Maria, madre del Signore. Lo stesso Signore nostro Gesù
Cristo che glorificò sua madre immacolata e vergine, la teotoco Maria,
glorifica a sua volta coloro che la glorificano, e coloro che l'esaltano
li esalta non solo nel mondo presente, ma anche nel futuro, e li
introduce nel regno celeste. Egli,
infatti, la glorificò sulla terra come trono cherubico e cielo
terrestre, come speranza, rifugio e fiducia della nostra stirpe, affinché,
partecipando misticamente alla sua preziosa memoria, cioè della santa,
veramente immacolata e sempre vergine madre di Cristo, che è veramente
il nostro Dio, e credendo con sincerità, siamo degni dello speciale
favore di colei che è conosciuta in tutto l'universo e della sua
protezione verso tutti i santi e per opera della sua clemenza siamo
degni della vita eterna e divina sia qui che nel tremendo scenario del
giudizio. Giacché
la gloria e la dominazione sono di Dio Padre, con il Figlio unigenito e
con lo Spirito santo, cioè della santa consostanziale e indivisibile
Trinità, che è il nostro Dio da principio, ora e sempre e nei secoli
sempiterni. Amen. EPILOGO
dal Cod. Parisiense 1190, ff. 237v.-238 Allora
quell'uomo prese il ramo e parlò loro della fede; tutti coloro che
credettero riacquistarono la vista, mentre quelli che non credettero non
la riacquistarono e rimasero ciechi. Gli
apostoli poi trasportarono Maria nella tomba, e dopo che vi posero il
corpo rimasero là tutti insieme fino alla traslazione del suo
santissimo corpo. Come aveva loro ordinato Maria, gli apostoli se ne
stavano seduti all'ingresso della tomba. E
nel quarto giorno dopo la sua dormizione, in una nube discese nuovamente
dal cielo il Signore Gesù Cristo con Michele, preceduto da una
moltitudine di angeli, e comandò a Michele di fare salire sulla nube il
corpo di Maria. Dopo che il corpo fu assunto, il Signore disse agli
apostoli di salire nuovamente sulla nube. E saliti che furono, cantando
con voce angelica, il Signore ordinò di puntare verso Oriente, alle
regioni del paradiso. Quando entrarono in paradiso, depose il corpo di
Maria sotto un albero, che è il legno della vita, e trasportarono nel
corpo anche l'anima. Allora
il Signore se ne salì in cielo con i suoi angeli, mentre, sulle nubi, i
suoi apostoli furono restituiti ai loro posti, come mi hanno raccontato
i santi apostoli. Questa
è la dormizione di Maria... EPILOGO
dal Cod. Ottoboniano gr. 415, ff. 304-305v. nel racconto del monaco
Epifanio Dopo
che aveva contemplato l'ascensione ai cieli di suo Figlio, la santa
teotoco si dette ancora più alla contemplazione delle cose celesti e
alla preghiera, come narra Andrea, vescovo di Creta. Ancora adesso, egli
afferma, è additato il segno scavato dalle sue ginocchia sui marmi
della santa Sion, nonché l'impronta del suo decubito sulla pietra ove
soleva concedersi un po' di sonno naturale. Compiva
molte guarigioni da malattie e liberazioni da spiriti impuri. Faceva
molte elemosine e prestava aiuti ai poveri, agli orfani e alle vedove, e
annunciò la propria uscita quindici giorni prima. Tre giorni prima
venne l'arcangelo Gabriele per comunicarle la sua uscita e la venuta del
Signore. Allora
lei mandò (a chiamare) tutti i suoi parenti e amici. Quando vennero,
giunsero anche gli apostoli sulle nubi: lei disse loro alcune parole e i
segreti terribili che conservava in cuor suo ragionandovi su. Verso
l'ora terza del giorno, si sentì in cielo un grande tuono e si percepì
un soave odore: venne il Signore sulle nubi, con una moltitudine di
angeli. Egli salutò la santissima sua madre e i santi apostoli. E lei,
ricolma di gioia, gli disse: "Ti ringrazio, Signore Gesù Cristo,
di avere adempiuto quanto mi avevi promesso". E subito offrì la
sua anima santissima e immacolata che salì nei cieli. Il
suo corpo che era stato dimora di Dio, con canti apostolici e angelici
insieme fu traslato nel loculo preparatogli nel Getsemani e in questo
luogo restò per tre giorni: non cessò il canto degli angeli e degli
apostoli; dopo il terzo giorno, il canto cessò. Gli
apostoli c'erano tutti ad eccezione di uno che era assente e giunse
soltanto dopo il terzo giorno; e volendo questo venerare il corpo che
aveva contenuto Dio, aprirono il loculo. Ma non trovarono più quel suo
corpo degno di ogni onore e gloria: era stato traslato e restavano
soltanto i panni sepolcrali ripieni del profumo che da essi emanava;
chiusero nuovamente il loculo. Ognuno
di loro fu poi trasportato, sulle nubi, nel luogo donde era stato
assunto. APOCALISSE
DELLA VERGINE MARIA * [1,
1] Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, un solo Dio:
intercedano per me Cristo mio Signore e mio Dio, mia speranza, e la
signora Maria vergine. Trattato
esposto dal beato Giovanni, figlio di Zebedeo, sull'eccellenza e la
gloria della Vergine santa, nostra signora. La sua preghiera discenda su
di noi. Amen. [2]
Introduzione. Giovanni, figlio di Zebedeo, amato particolarmente dal
Signore per la sua purezza e particolarmente amato dalla signora nostra
Maria, come lui ne aveva amato il figlio, disse: - Maria parlò e mi
disse: "Ascolta, Giovanni, il mistero segreto e stupendo che non fu
mai svelato a una mente, né fu a conoscenza di alcuna intelligenza né
fu manifestato al cielo: a me l'ha rivelato il mio figlio diletto, il
mio Signore e salvatore, Gesù Cristo. [3]
In una feria sesta, all'ora sesta, a mezzogiorno, mentre pregavo sul
Golgota, venne una nube che mi prese e trasportò in alto al di sopra
del terzo cielo e mi pose in mezzo al termine del cielo. Mi apparve mio
figlio e mi disse: "Salute a te, Maria, madre mia! Salute a te,
vergine madre mia! Salute a te, dimora del Signore! Siccome da te scaturì
il fiume della salvezza, io ti rivelerò un mistero segreto". Gli
risposi: "Signore mio e Dio mio, figlio e re mio, sia fatta la tua
volontà". Mi
disse: "Guarda la terra inferiore". Guardai e vidi che tutto
il mondo è vano, e che il genere umano transeunte è vano, come disse
il re David: L'uomo
è simile a un soffio, i suoi giorni passano come un'ombra. [2,
1] Ed ancora: I giorni dell'uomo sono come il fieno; egli fiorisce come
un fiore del campo: il vento passa su di lui ed esso scompare e più non
si conosce il luogo dove era. Interrogai mio figlio domandandogli:
"Essendo così transeunte, il genere umano si gloria invano?".
Mi rispose: "Non hai udito ciò che ha detto David? Per qual motivo
si gloria colui che è potente nella sua iniquità e tutto il giorno non
pensa che l'ingiustizia? Ed ancora: Verranno meno e periranno come il
fumo; così è la vita degli uomini". [2]
La morte del giusto. Interrogai il mio figlio domandandogli:
"Desidero vedere come le anime dei giusti escano dai loro
corpi". Mi rispose: "Aspetta un istante e te lo mostrerò". Poi
vidi dodici angeli della luce con in mano il legno della croce e sul
loro petto il segno del Figlio di Dio e nelle loro mani turriboli d'oro:
discendevano a prendere l'anima di un giusto. Gli angeli della luce e
gli angeli delle tenebre andarono da quell'anima; ma, non appartenendo a
loro, gli angeli delle tenebre in lei non trovarono nulla e se ne
andarono. [3]
Si avvicinarono allora gli angeli della luce: circondarono quest'anima,
la coronarono per estrarla dal suo corpo e le dissero: "Esci,
anima, in pace, godi e rallegrati, anima pura e splendente! C'è qui il
tuo creatore: tutti noi ci rallegriamo per te e il tuo creatore per te
esulta. Su, andiamo nella tua città! Non hai udito David che disse: Mi
sono rallegrato quando mi è stato detto: Andiamo
nella casa del Signore! I
nostri piedi stanno alle tue porte, o Gerusalemme! Gerusalemme,
costruita come una grande città. Ed
ancora: Vale
più un giorno nei tuoi atri che
mille. [3,
1] Tu, anima pura, in questo mondo caduco hai vinto il diavolo e tutti i
suoi malvagi eserciti". L'angelo che sempre l'aveva custodita era
contento e diceva: "In pochi giorni hai dato riposo; ti sei
ricordata del profeta David: Annunciami
la brevità dei miei giorni; non togliermi a metà dei miei giorni,
mentre di generazione in generazione vanno i tuoi anni; [2]
ti sei ricordata di Paolo che dice: La dimora di questo mondo è,
infatti, passeggera! Quelli che mangiano siano come quelli che non
mangiano, quelli che bevono siano come quelli che non bevono, quelli che
sono lieti siano come quelli che non sono lieti, quelli che posseggono
siano come quelli che non posseggono. La dimora di questo mondo è,
infatti, passeggera. Ti
sei ricordata di tutto questo e hai disprezzato quanto si corrompe e si
perde; considerandolo come un panno di mestruo, come cosa immonda e come
rifiuto, ed hai amato la gioia dell'eternità stabile e incorruttibile.
Su, andiamo dal tuo creatore; e lo Spirito godrà per te". Gli
angeli dell'empietà vennero a esaminare quest'anima, ma non trovarono
in lei parte alcuna che appartenesse loro, la lasciarono e se ne
andarono. Discesero allora angeli con corone splendenti, collane d'oro
con diademi d'oro, d'argento, di giacinto, e dodici lampade ardenti la
cui luce era sette volte maggiore di quella del sole. [3]
Cristo e il Paraclito discesero fino a quel cielo per salutare
quest'ultima, ed anch'io discesi con loro. Gli angeli della luce
elevarono un suono di gioia; anch'io giubilando imitai David che disse: Ed
ancora: Popoli
tutti battete le mani, alzate a Dio voci di giubilo e grida festose. Preziosa
è al cospetto del Signore la morte dei suoi fedeli. Condussero
quest'anima davanti al Signore e le dissero: "Gioisci e rallegrati,
anima pura! Questo, infatti, è il Signore tuo creatore. Davanti a colui
che ti ha creato, prostrati e adora!". L'anima si prostrò davanti
al Signore Dio suo creatore. [4,
1] L'angelo che l'aveva sempre custodita si rivolse al Signore
dicendogli: "Ti ho già parlato delle opere di quest'anima; ma ora,
Signore, ricompensala secondo la tua giustizia". Il
principe della giustizia, rispondendo disse all'anima: "Salute a
te, anima pura, splendente e gioiosa, come una volta ti creai, ecco che
ora tu sei venuta a me come una rosa e mi hai portato il profumo
dell'incenso del paradiso. Tu non mi hai mai fatto adirare, ed anch'io
non ti farò adirare; tu non mi hai disonorato, ed io non ti esporrò
all'ignominia; tu non hai mai mentito con me, ed io non mentirò con te.
Non ti rattristare! Nell'ultimo giorno farò risorgere il tuo corpo, tu
ritornerai con lui come una volta e con lui godrai nella terra della
gioia". [2]
Diede a quest'anima vestiti più splendenti del sole che non erano stati
né tessuti né cuciti. Le diede pure una corona lucida e splendente più
di novantotto soli e lune; Dio padre chiamò poi l'arcangelo Michele e
gli disse: "Prendi quest'anima, conducila nel giardino della gioia,
nel seno di Abramo, Isacco, Giacobbe e nel seno di tutti i santi; vivrà
là nelle delizie e godrà nei piaceri fino a quando io ritornerò,
nell'ultimo giorno, a giudicare tutto il mondo. Allora riprenderà il
suo corpo, come una volta, ed avrà la sua ricompensa con tutti i
santi". [3]
All'udire queste cose, un grandissimo numero di angeli e di arcangeli
gridarono: "Giusto
tu sei, o Signore, e
retti sono i tuoi giudizi". Gioirono
tutti gli eserciti celesti ed io mi sono rallegrata assieme ad essi,
come disse il profeta David: I
giudizi di Dio sono giusti e rallegrano i cuori. Ed
ancora: Chi
nel mondo soffrirà vivrà in eterno, e
non vedrà la corruzione. Prendemmo
quest'anima e la portammo in paradiso, ove le andarono incontro i giusti
e i martiri, Abramo, Isacco, Giacobbe, tutti gli eserciti dei santi e
con essi il nostro padre Adamo e
la nostra madre Eva; in mezzo a loro c'era David che salmodiava e
suonava la cetra. Dicevano a quest'anima: "Salute a te, anima pura!
Su, entra nella vita eterna dove c'è la gioia senza tristezza e senza
afflizione, come disse il profeta David: [5,
1] Torna a quietarti, anima mia, poiché il Signore con te fu
buono". L'anima
se ne andò con essi, mentre noi ce ne siamo ritornati sulla nostra
strada ed alcuni di noi dicevano: "Alleluia!", ed altri
cantavano: "Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! I cieli
e la terra sono pieni della santità della sua gloria"; ed altri
ancora gridavano: "Sia gloria al Padre che diede a quest'anima il
regno dei cieli, sia adorato il Figlio che la liberò dal diavolo, siano
rese grazie allo Spirito santo che la serbò dalle mani dei nemici e la
condusse nel regno dei cieli. Salva anche noi, Maria!". [2]
La morte del peccatore. Parlai con mio figlio e gli dissi: "Fammi
vedere l'anima di un peccatore quando esce dal suo corpo". Mio
figlio mi rispose: "Aspetta un istante e te la mostrerò". Guardai
le parti inferiori della terra e vidi gli angeli della luce e gli angeli
delle tenebre che andavano insieme da quest'anima peccatrice. Un angelo
della luce esaminò le sue opere, ma non avendo trovato in quest'ultima
alcuna parte che fosse sua, la lasciò e se ne allontanò. Andò un
angelo delle tenebre: l'esaminò e trovò in lei la sua parte. Il
Paraclito, spirito di giustizia uscì da quell'anima e se ne allontanò,
e penetrò in lei l'angelo Temliaco. Allora il cielo e la terra
divennero difficili per quest'anima: davanti ai suoi occhi furono posti,
infatti, tutti i delitti e i peccati che aveva fatto dall'infanzia fino
al termine della sua vita. [3]
Ma l'anima non fu subito separata dal suo corpo. Fino all'ora terza, o
sesta, quest'anima infelice gridò e gemette, secondo le parole del
profeta David: Infelice
è la morte dei peccatori. Ed
ancora: Nel
giudizio, gli empi non risorgeranno. Quest'anima
uscì dal suo corpo e con verghe di fuoco, come un pingue bue da
sacrificio, la trassero al cospetto del re, spingendola e gridando: [6,
1] "Da chi andrai, anima infelice? Hai dimenticato il Signore Dio
tuo, e non ti sei ricordata del tuo salvatore!". Poi
quest'anima disse: "Io non sapevo nulla di questo giudizio. Se mai
ne avessi saputo qualcosa, non avrei dato requie alla mia testa, non
avrei mangiato cibo né bevuto bevanda. Concedetemi un po' di riposo, ve
ne prego! Le mie ginocchia non hanno più forza, dal lungo cammino.
Concedetemi un po' di riposo nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito santo". Le risposero: "Tu prima hai rinnegato il
Padre, il Figlio e lo Spirito santo". [2]
Disse ancora: "Per Maria, madre di Dio, concedetemi un po' di
riposo!". Le risposero: "Ma tu prima hai rinnegato Maria,
madre di Dio: lei odia l'anima impura. Essendo più pura dei puri, fu
esaltata al di sopra del cielo e della terra". Dopo
le parole di quest'anima, io gemetti molto, piansi e dissi a mio figlio:
"Abbi pietà, per amor mio, figlio mio! Non c'è uomo senza
peccato, come non c'è legno che non faccia fumo. In cielo e in terra
non c'è alcuno che sia puro, all'infuori di te". [3]
Ma mio figlio mi rispose: "Non piangere, madre mia! Non spetta
misericordia a colui che sulla terra non fece misericordia. Questa è
una cosa che mi è impossibile". Io risposi a mio figlio: "Sia
fatta la tua volontà". Poi
quest'anima alzò la voce gridando ancora più forte: "Concedetemi
un po' di riposo, in nome di Maria madre della luce!". All'udire
queste parole gemetti e piansi. Ma alla vista del mio pianto, mio figlio
disse: "In nome di mia madre, Maria, concedetele un po' di
riposo!". E così concessero a quell'anima un po' di riposo. In
seguito la presero dicendo: "Guai a te, anima infelice, guai a te!
Da chi andrai, da chi ti rifugerai, da chi fuggirai?". [7,
1] E la condussero dall'angelo dell'empietà e le andarono incontro gli
spiriti dell'impudicizia e gli spiriti della menzogna, le andarono
incontro gli spiriti dell'ubriachezza Esaminarono quest'anima, videro
che avevano parte in lei e le dissero: "Guai a te, anima infelice,
guai a te! Osi tu, forse, andare in cielo?". Vennero gli angeli e
gli eserciti degli angeli; quest'anima fu introdotta in mezzo a loro, ma
tutti gridarono: "Allontanate da noi quest'anima impura! Fin dal
suo arrivo, giunse a noi la puzza del suo fiato". E tutti gridavano
all'unisono: "Guai a te, anima infelice!". [2]
La fecero salire in cielo dicendo: "Ecco che qui c'è il tuo
creatore, colui che ti creò a sua immagine e ti plasmò con le sue
mani, prostrati e adoralo". Quest'anima si prostrò e adorò, e
l'angelo che l'aveva sempre custodita disse a Dio Padre: "Ricevi
quest'anima, Signore, che mi avevi dato da custodire, e giudicala
secondo le opere delle sue mani". Il Padre rispose dicendole:
"O anima, perché mi hai ingiuriato? Non ti ho forse presa dai
giusti, e non ho forse preparato per te il sole e la luna? Non ho forse
ordinato per te l'inverno e l'estate? Non ho forse creato per te il cibo
del tuo nutrimento e l'acqua da bere? Non ho forse fatto discendere per
te la pioggia? Non ho forse creato per te i piaceri dell'aria e i
frutti? Non ti ho forse fatto vedere e dato giorni buoni e cattivi?
Perché hai disprezzato i giorni della tua salvezza?". [3]
Quell'anima rispose: "Ho peccato, Signore, ho peccato! Non sapevo
che sarebbe capitato così, non sapevo che ci sarebbe stato questo
giudizio, ed ignorai anche le Scritture". Il Signore le rispose:
"Ogni cosa sarà decisa sulla parola di due o tre testimoni. Avevi
a tua disposizione le Scritture e i sacerdoti, anima, perché non li hai
ascoltati? Perché non ti sei prima preparato il viatico per il tempo
della tua uscita? Hai amato più le tenebre della luce; ma coloro che
non furono misericordiosi non otterranno misericordia, e coloro che non
furono benevoli non otterranno benevolenza. Conducetela a Satana, suo
padre, datela a Temliaco, angelo della Geenna, affinché la metta al
centro della Geenna. Resterà lì fino a quando io ritornerò,
nell'ultimo giorno, a giudicare tutto il mondo. Allora riprenderà il
suo corpo come prima e discenderà nel grande supplizio". [8,
1] All'udire queste parole quell'anima pianse amaramente dicendo:
"Guai a me, infelice! Per me sarebbe stato meglio se non fossi mai
nata. Maledetto sia il giorno in cui sono nata!" Quando disse
questo, noi tutti piangemmo e gememmo; anche gli angeli del cielo
posarono le loro corone come disse il profeta: Hai forse tu creato
inutilmente il genere umano?; ed anche Marco: Che giova, infatti,
all'uomo guadagnare il mondo intero se perde l'anima sua? Poiché qual
cosa potrà dare l'uomo in cambio dell'anima sua?. [2]
In paradiso tra i giusti e gli eletti. E mio figlio disse: "Su,
andiamo in paradiso e ti farò vedere dove siedono le anime dei giusti e
degli eletti". Mi fece salire ed entrare in un abisso di cui non si
vedeva il fondo: là vidi le mansioni il cui splendore supera cinquanta
volte sette quello del sole e della luna. Un
vecchio mi si avvicinò, mi salutò e mi disse: "Tu sei benedetta,
Maria, e benedetto è il frutto del tuo seno che ti ha condotto da noi.
Beati gli occhi miei che ti hanno veduto!" Domandai a mio figlio:
"Chi è costui che mi ha salutata". Mi rispose: "Il suo
nome è Enoc". Poi venne da me un altro uomo di questa regione, e
mi salutò: "Tu sei benedetta, Maria, e benedetto è il frutto del
tuo seno! Beati gli occhi nostri che ti hanno veduto!". Domandai a
mio figlio: "Chi è costui che mi ha salutato?". Mi rispose:
"Il suo nome è Elia". [3]
In questa sala vidi poi una colonna aurea riempita da una scrittura che
andava dalla base fino alla cima; era tutta iscritta e la sua altezza
raggiungeva circa i quindici cubiti dell'angelo. A questa vista,
domandai a mio figlio: "Che cos'è che vedo scritto, con scrittura
minutissima, su questa colonna?". Mi rispose: "Su questa
colonna sono scritti i nomi dei santi". [9,
1] Gli domandai: "Qui c'è solo l'effigie del loro volto?". Mi
rispose: "Qui non c'è solo l'effigie del loro volto, ma sono
scritti tutti interi". Gli domandai: "Su questa colonna furono
scritti prima che nascessero o dopo che erano nati?". Mi rispose:
"Erano iscritti, prima ancora che fossero creati il loro padre e la
loro madre, Adamo ed Eva". [2]
In quella regione vidi pure una colonna di fuoco ancora più iscritta
della colonna aurea. Domandai allora a mio figlio: "Chi sono quelli
che sono scritti sopra questa colonna?" Mi rispose: "Su questa
colonna sono scritti i peccatori". Gli domandai: "Su questa
colonna furono scritti prima o dopo che sono nati?". Mi rispose:
"Non hai sentito quanto dice la Scrittura: Questi sono scritti
prima del giudizio, quelli prima di nascere". Poi
mi condusse in questa regione ove vidi una città sette volte più
splendente del sole e della luna. Con molti altri frutti, vidi anche
dell'uva, vigne e alberi ognuno dei quali portava diecimila frutti: vidi
pure palme, noci, mandorle, mandragore e quarantamilasessantasette
alberi ognuno dei quali aveva un odore soave che avvinceva il cuore. [3]
Domandai a mio figlio: "Di chi è questa dimora?". Mi rispose:
"Qui abita l'uomo che restò con sua moglie la quale dimorò con
suo marito e furono trovati puri. Qui c'è pure l'uomo che non conobbe
la moglie degli altri, e la donna che non fu con un altro uomo, restando
così puri tutti e due. Costoro sono condotti qui ed è data loro la
ricompensa, come dice l'evangelista Matteo: Beati i puri di cuore, perché
vedranno Dio". [10,
1] Dalla regione di quel fiume, vidi un fiume di vino: qui c'erano il
padre nostro Adamo, Abele, Set, Malalek, Cainan, Iared, Arfaxad e tutti
i santi patriarchi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Tare e Rague. Tutti quelli
che mi vedevano si prostravano e mi salutavano. Mi
si avvicinò Adamo e mi salutò: "Salute a te, Maria, apportatrice
dell'agnello! Beati gli occhi che ti hanno visto!". Mi
si avvicinò il primogenito dei morti, mi si prostrò davanti e salutò
dicendo: "Salute a te, Maria, ostia pura! Beati gli occhi che ti
hanno visto!". Mi
si avvicinarono tutti gli eserciti dei santi, ognuno secondo la sua
famiglia e dignità, mi si prostrarono davanti e salutarono dicendo:
"Viva, viva, salute, o Maria, graziosa colomba! Beati gli occhi che
ti hanno visto!". [2]
Mi fece poi salire lungo la regione di questo fiume e mi condusse da un
fiume di miele. Qui c'erano Mosè, Aronne, Amos, Isaia, Nahum, Malachia,
Sofonia, Aggeo, Zaccaria figlio di Barachia, Geremia, Elia, Eliseo,
Samuele, Giovanni Battista, Osea, Gioele, Mildad, Eldad, Michea e tutti
i figli dei profeti, Giona e Esdra; erano con loro anche delle sante
donne: la profetessa Anna ed Elisabetta. Altre donne, ognuna nel suo
posto, erano con nostra madre Eva, Rachele, Sara, Rebecca: tutte le
sante donne erano insieme in un luogo. [3]
Mi si avvicinò Mosè, principe dei profeti, mi si prostrò davanti e mi
salutò: "Salute a te, Maria, bianca lana! Beati i miei occhi che
ti hanno visto!". Mi si avvicinarono tutti i profeti, ognuno
secondo la sua dignità e il suo ordine, mi si prostrarono davanti e mi
salutarono: " Te beata, o Maria, talamo immacolato! Beati i nostri
occhi che ti hanno visto!". Mi si avvicinò Eva, mi si prostrò
davanti e mi salutò: "Te beata, o Maria, pura e splendente! Beati
i miei occhi che ti hanno visto!". [11,
1] Poi mi tolse dalla regione di questo fiume e mi condusse da un fiume
di latte, ove erano i centoquarantaquattromila bambini della città di
Betlemme, uccisi da Erode, che non avevano macchiato né la loro carne né
i loro abiti con l'impurità di questo mondo transeunte. Appena mi
videro, da lontano, mi corsero incontro, mi si prostrarono davanti e mi
salutarono: "Tu sei benedetta, o Maria, gloria dei vergini! Beati i
nostri occhi che ti hanno visto!". [2]
Interrogai mio figlio domandandogli: "Chi sono quelli che abitano
presso il fiume di vino?". Mi rispose: "Quelli che abitano
presso il fiume di vino sono coloro che nella loro vita amarono il
pellegrino, ebbero affetto verso il prossimo come verso se stessi, con
il cibo saziarono gli affamati, con il loro bicchiere dissetarono gli
assetati, e vestirono gli ignudi. Costoro, allorché escono da questo
mondo transeunte, sono condotti davanti al Signore, davanti a lui si
prostrano e l'adorano; terminati la prostrazione e il saluto, sono
condotti al fiume di vino: sono sistemati qui e qui ricevono la
ricompensa. Da lungi, i santi corrono loro incontro, li salutano e li
baciano sulla bocca come vecchi conoscenti, li amano come se stessi, li
considerano come consanguinei e fratelli, e dicono loro: Avete vinto
questo secolo transeunte, avete vinto il diavolo e i suoi eserciti
malvagi li avete caricati di vergogna. Siete veramente valorosi nelle
opere della giustizia: entrate nella vostra città e gioite con
noi!". [3]
Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che abitano presso il fiume
di miele?". Mi rispose: "Sono quelli che stesero le loro mani
agli infelici, come disse il profeta David: Beato
chi ha comprensione per il misero e per il povero. Il
Signore lo scamperà dal giorno cattivo; il Signore lo custodirà, gli
darà vita e
lo renderà beato sulla terra. Anche
l'evangelista Matteo: Beati i misericordiosi perché sarà loro usata
misericordia. Colui che liberò l'oppresso, colui che fece da padre e da
madre agli orfani, colui che protesse la nubile, colui che sfamò la
vedova bisognosa, colui che fu di sollievo all'afflitto, colui che
consolò chi era triste, colui che visitò l'infermo e parlò
benevolmente con il prigioniero, sia pagano che Ebreo, essendo tutti
creature di Dio. [12,
1] Forse che il vasaio con la stessa creta non fa oggetti da destinare a
usi onorifici e altri a usi vili? Come disse David: Giudicate
il meschino e l'orfano, fate giustizia all'umile e al bisognoso,
liberate il meschino e il povero, strappatelo dalle unghie dei
peccatori. Anche
l'evangelista dice: Il regno dei cieli è dei perseguitati, come attesta
Salomone: Impresta al Signore chi ha misericordia dei poveri. Quando
escono da questo mondo sono condotti dal Signore affinché si prostrino
davanti a lui e l'adorino. [2]
Terminata l'adorazione, sono condotti qui dal fiume di miele; ed allora
vanno loro incontro i figli dei profeti dicendo: Avete vinto il mondo
transeunte, avete vinto il diavolo e tutti i suoi eserciti; su, entrate
nella nostra città e godete con noi!". [3]
Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che abitano presso il fiume
di latte?". Mi rispose: "Sono i puri che si mantennero immuni
dall'impurità, coloro che fin dalla nascita si mantennero esenti da
ogni contaminazione muliebre, non solo con il corpo, ma anche con la
mente, come dice il Vangelo: Chi desidera una donna, in cuor suo già ha
commesso adulterio. Là ci sono pure le donne che mantennero la verginità
senza macchia. Quando escono da questo mondo sono condotti davanti al
Signore affinché si prostrino davanti a lui e l'adorino. Terminata
l'adorazione, sono condotti dal fiume di latte. Questi fanciulli corrono
loro contro, da lontano, dicendo: Voi veramente valorosi che avete vinto
questo mondo transeunte e ne avete attraversato i flutti! Su, entrate
nella nostra regione e godete con noi!". [13,
1] Poi, mio figlio mi fece vedere una terra candida, sette volte più
splendente del sole, della luna, delle stelle e tutta adorna di oro e di
argento. Domandai a mio figlio: "A chi appartiene questa dimora e
questa regione?". Mi rispose: "Appartiene a colui che ha
tenuto lontano la sua lingua dall'ingiuria, a colui che in se stesso non
fomentò né l'insolenza né la superbia, a colui che non coltivò né
l'ubriachezza né l'invidia, a colui che non fu né superbo né
dissoluto, a colui che non ha temerariamente vituperato il suo prossimo,
a colui che non ha maledetto né il fratello né il prossimo, a colui
che non coltivò né la vendetta né l'invidia, a colui che in cuor suo
non alimentò mai la vendetta, a colui che fu mite come una colomba,
come dice l'evangelista Luca: [2] Chiunque avrà detto una parola contro
il Figlio dell'uomo sarà perdonato, ma chi avrà bestemmiato contro lo
Spirito santo non sarà perdonato. Ed ancora: Chi si esalta sarà
umiliato e chi si umilia sarà esaltato; anche l'evangelista Matteo
disse: Beati i miti, perché loro è il regno dei cieli; ed ancora:
Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe; e David
disse: Io
stermino colui che in segreto calunnia il suo prossimo. Con
l'altezzoso di sguardo e l'orgoglioso di cuore io non mangio. Anche
nel Vangelo è detto: Chi ingiuria il proprio fratello è passibile del
sinedrio. [3]
Costoro, quando escono dal mondo, sono condotti davanti al Signore
affinché si prostrino davanti a lui e lo adorino. Terminata
l'adorazione, sono introdotti in questa dimora e ricevono la mercede
eterna; come disse David: I mansueti erediteranno la terra; resteranno
qui per tutti i secoli; disse ancora: Conserva la dolcezza e vedrai la
giustizia; così pure: Mi
sostieni nella mia integrità e mi collochi al tuo cospetto in
eterno". Coloro
che non fecero opere di misericordia. Mentre mi svelava la regione di
questo fiume, vidi, sull'altra sponda, degli uomini vaganti là ove si
trova la porta del paradiso e i grandi alberi che, agli occhi umani,
sembra che abbiano molti frutti. [14,
1] Siccome quegli uomini avevano fame, cercavano di cogliere i frutti
degli alberi; mentre l'albero si piegava, gli uomini si inchinavano fino
a terra, e mentre l'albero si drizzava anche gli uomini erano portati in
alto fino a raggiungere le mura del paradiso, ed erano privati dei
frutti dell'albero. [2]
A questa vista piansi molto amaramente, e dissi: "Figlio mio, che
alberi sono questi e chi sono questi uomini? Guardandolo, questo albero
mi sembra carico di frutti, ma poi vedo che questi uomini affamati e
assetati, che anelano di mangiare i frutti e ne sono privati, cadono
fino a terra con l'albero e quando l'albero di drizza sono portati in
alto. Questo spettacolo mi rattrista". Mio figlio rispose:
"Non piangere, madre mia, ti spiegherò il mistero di questi
uomini. Costoro furono perfetti nel digiuno e nella preghiera, nella
pazienza e nella purezza della loro carne, ma non cibarono gli affamati
con il loro pane, né diedero da bere agli assetati dal loro bicchiere,
non vestirono gli ignudi, non accolsero il pellegrino sotto il tetto
della loro casa, furono superbi e arroganti". [3]
Domandai a mio figlio: "Anche questi comandamenti li
condanneranno?". Mi rispose: "Non c'è nulla di più grande di
questi comandamenti, e tra tutti i peccati i più gravi sono la superbia
e l'insolenza; è a causa della superbia e dell'insolenza che il diavolo
cadde". Gli domandai: "Sono forse la superbia l'arroganza e le
loro mani rattrappite che hanno impedito loro l'ingresso nel paradiso di
voluttà?". Mi rispose: "La superbia, l'avarizia e l'insolenza
sono il principio del peccato". Gli
domandai ancora: "Fino a quando saranno tormentati?". [15,
1] Mi rispose: "Fino a quando io ritornerò nella gloria con tutti
i miei santi. Essi si porranno vicino a questa porta e quando passerò
di qui, i giusti, vedendoli, intercederanno per loro; io mi ricorderò
di loro e permetterò che entrino nel regno dei cieli". All'udire
queste parole dalla bocca gloriosa del mio caro figlio, lo ringraziai. [2]
Poi mi condusse nella regione di quel fiume, me lo fece traghettare su
di una nave d'oro e mi introdusse in una casa candida e lucida, la cui
luce splendeva sette volte più del sole e della luna. Qui vidi letti
d'oro, tappeti preziosi e calzari. Domandai a mio figlio: "Chi
abita là dentro?". "Questa è la dimora di uomini e di donne:
uomini che non ebbero commercio con donne altrui, e donne che non
conobbero uomini d'altri, ma si mantennero nella loro verginità come
disse il profeta David: Te
felice e bene per te: la
tua donna è come vite feconda nei
penetrali di casa tua. Anche
l'evangelista Matteo: Beati i puri di cuore poiché possederanno la
terra e vedranno Dio; ed ancora: L'uomo non separi quanto Dio ha unito;
non sono più due, ma una sola carne; ed anche l'evangelista Marco
disse: Beati coloro che hanno figli e sono come quelli che non hanno
moglie. Quando escono dal mondo sono condotti davanti a Dio affinché
l'adorino e lo salutino; terminata l'adorazione sono introdotti in
questa dimora e quale ricompensa sono dati ad essi questi letti d'oro
con tappeti e calzari". [3]
Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e qui vidi un fiume di
olio e di burro ed una città splendente sette volte più del sole e
della luna; vidi corone brillanti il cui numero era di mille miriadi e
millequarantaquattromila di migliaia. [16,
1] Domandai a mio figlio: "Di chi sono queste città e queste
corone?'. Mi rispose: Questa città e queste corone sono dei martiri che
disprezzarono e non tennero in alcun conto il mondo transeunte, di
coloro ai quali fu troncata la testa; abbandonarono la loro vita alla
morte scacciati da una città all'altra, affamati e assetati di
giustizia. In essi ha compimento ciò che è detto nel Vangelo: Beati
coloro che hanno fame e sete di giustizia, poiché saranno saziati.
Beati coloro che sono perseguitati per la giustizia, poiché il regno
dei cieli è loro; ed ancora: Sarete odiati da tutti per il mio nome, ma
non perirà un capello del vostro capo: è con la vostra sofferenza che
possederete la vostra anima. [2]
Questa città poi, non è soltanto la città e la ricompensa dei
martiri, bensì qui sono rappresentati i martiri, gli apostoli con i
loro settantadue discepoli e i cinquecento compagni, l'adunanza dei
primogeniti, i principi e i re. Pietro, pietra della fede, e Paolo,
lingua profumata, come è detto nel Vangelo: Colui che avrà insegnato e
fatto sarà grande nel regno dei cieli". Mentre
parlavo con mio figlio mi vennero incontro tutti gli eserciti degli
angeli e dei santi, la gioiosa adunanza dei martiri, e mi salutarono:
"Salute a te, Maria, cenacolo della santità del Signore! Beati gli
occhi nostri che ti hanno vista!". [3]
Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e qui vidi
duecentodiecimila case splendenti, ognuna delle quali aveva la misura di
un angelo. Domandai a mio figlio: "Di chi sono queste case e
dimore?". Mi rispose: "Queste sono le dimore dei patriarchi e
dei metropoliti, dei vescovi e dei presbiteri, dei diaconi, dei lettori
e dei cantori". Gli domandai: "Entreranno tutti in
esse?". Mi rispose: "Non entreranno tutti, ma pochi soltanto.
Non hai forse udito ch'io dissi nel Vangelo: Nel regno dei cieli non
entreranno tutti coloro che dicono: Signore, Signore, ma coloro che
adempiranno la volontà del Padre mio che è nei cieli? [17,
1] In quel giorno, infatti, molti mi diranno: Signore nel tuo nome
abbiamo profetato, nel tuo nome abbiamo compiuto molti prodigi, nel tuo
nome abbiamo scacciato demoni. Ma io risponderò: Non vi conosco! Lungi
da me, voi tutti operatori di iniquità. Non tutti i capi della Chiesa
entreranno in questa casa". [2]
Domandai: "Chi sono coloro che entreranno?". Mi rispose:
"In questa casa entreranno quelli che si purificarono dall'impurità,
quelli che non conobbero la donna di un altro, quelli che non ebbero né
superbia né insolenza, quelli che non covarono né la vendetta, né
castighi, né invidia, chi in cuor suo non fomentò né la cupidità né
la vendetta, né la malizia, quelli che non furono né superbi, né
insolenti, né duri, né bevitori, né irosi, quelli che non venerarono
gli idoli, quelli che non fecero al prossimo quanto aborrono per se
stessi, quelli che non fecero giuramenti falsi, quelli che non
desiderarono le cariche, né amarono le corone terrene né ambirono di
essere lodati presso i re, quelli che seguitarono ad andare in chiesa di
primo mattino, quelli che non toccarono la mia carne e il mio sangue se
non in stato di purità, quelli che stimarono la Chiesa come un padre o
come una madre, quelli che non profanarono il mio santo ministero: sono
costoro che entreranno per queste porte. [3]
A proposito di coloro che non entreranno, ti dirò chi sono: quelli che
si accostano a una donna d'altri, quelli che si sono suicidati, quelli
che sono stati spergiuri, quelli che in cuor loro covarono la vendetta,
chi fu superbo e insolente, trasgressore della legge e frivolo, impudico
e impuro, quelli che hanno venerato gli idoli e disprezzato la casa del
Signore: sono costoro che non entreranno per questa porta. Come dice
Paolo: Chi è impudico e impuro, chi venerò gli idoli, non vedranno il
riposo del Signore né entreranno in essa; ed anche nel Vangelo è
detto: Entrate per la porta stretta, perché stretta e difficile è la
via che conduce alla vita e pochi sono quelli che la imboccano; ampia
invece e molto spaziosa è la porta che conduce alla perdizione
e alla morte, e molti sono quelli che la trovano e la imboccano; (il
Vangelo) disse ancora: molti, infatti, sono i chiamati,
ma pochi gli eletti". [18,
1] Nella Gerusalemme celeste. Ciò detto, mi prese e mi fece salire
nella Gerusalemme celeste. Qui vidi un tempio, con tende splendenti, nel
quale era appeso un velo di fuoco, e un uomo il cui viso era più
splendente del sole. Aveva corde di cetra e di lira, e stava presso le
porte di Gerusalemme: allorché egli suonava la cetra e la lira
tremavano le fondamenta del paradiso. Quando entrammo nell'atrio del
paradiso e di questa casa, egli mi venne incontro, abbracciò il mio
collo, con la sua bocca baciò la mia bocca dicendo: "Benedetta tu,
Maria, e benedetto il frutto del tuo seno! Beati i miei occhi che ti
hanno visto!". [2]
Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha salutato?". E
l'udii rispondermi: "Alleluia!", e tutti i santi gridarono
insieme: "Alleluia!". Domandai al mio amato figlio:
"Tutti terminano con la parola di David?". Mi rispose:
"La lode del cielo e della terra non ha compimento con la parola di
David". L'interrogai: "Che cosa significa alleluia?". Mi
rispose spiegandomi il significato di questo termine. [3]
Gli domandai: "Se uno dice: alleluia, avrà un premio?". Mi
rispose: "Chi lo griderà con superbia non avrà alcun premio; ma
se lo griderà con purezza, e senza malizia, il suo canto sarà (in
accordo) con l'esercito degli angeli". Gli domandai: "Se lo
dirà un malato o afflitto, durante il sonno, peccherà?". Mi
rispose: "Se un malato e un afflitto dirà, nel sonno: alleluia,
non peccherà". Ecco la spiegazione di questo termine. Alleluia al
Padre, alleluia al Figlio, alleluia allo Spirito santo, giacché una è
la loro essenza per tutti i secoli. Amen. [19,
1] Poi mi fece salire nella regione di quel fiume e mi introdusse nella
città del Signore: mi fece vedere la città edificata come una rosa
della quale non si scorgono i limiti estremi dei suoi confini né si
conoscono le sue fondamenta; il suo chiarore superava sette volte quello
del sole; in essa erano raccolte vesti d'oro e d'argento, monili e
corone d'oro. [2]
Domandai a mio figlio: "Di chi è questa dimora?". Mi rispose:
"E' di coloro che disprezzarono ed ebbero in abominio questo mondo
transeunte, dei monaci che abbandonarono tutte le ricchezze e le voluttà.
Nessuno conosce questa regione, e questa dimora; non vi entreranno né
angeli, né arcangeli, né sacerdoti, ma potranno soltanto offrire
incenso presso la porta. Non vi entrò nessuno all'infuori di me, del
Padre e del Paraclito; ma tu entra e siediti là dentro; sia la tua città
e ti servano quaranta angeli". [3]
Domandai a mio figlio: "In questa dimora entreranno tutti i
monaci?". Mi rispose: "Non tutti entreranno, ma solo quelli
che si purificarono dall'impurità, quelli che disprezzarono ed ebbero
in abominio questo mondo transeunte, quelli che non amarono né le
ricchezze, né gli onori, né il denaro, né tutte le cupidità di
questo mondo, né i piaceri, né le voluttà, né gli allettamenti;
colui che non fu iroso né bevone, colui che non ebbe né superbia né
arroganza, colui che non fu calunniatore né bramoso di vendetta né
dissoluto, colui che non tralasciò le ore della preghiera sia notturna
che diurna. Come tu hai udito, il libro dice: Nulla di peggio, per il
monaco, che l'omissione delle preghiere; ed ancora: Al monaco ricco che
può dare, si deve preferire il monaco povero e senza denaro. Anche
Paolo afferma: Il mondo per me è morto ed io sono morto al mondo; ed
ancora: La nostra cittadinanza è nei cieli. Il monaco che avrà fatto
quanto ti ho detto passerà per questa porta". Castighi
dei malvagi. Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che non
entreranno da questa porta?". Mi rispose: "Ti indicherò
coloro che non passeranno per essa: [20,
1] i superbi, gli insolenti, i calunniatori, i mormoratori, quelli che
ingiuriano, gli sregolati, i perversi, quelli che covano odio, i
bugiardi, gli imbroglioni, i pigri, i dispregiatori, i seduttori, gli
impudichi, gli impuri, gli spergiuri, i pastori odiati dalle proprie
pecore a causa della loro impudicizia e le pecore che odiano i propri
pastori a causa dell'amore per le loro donne, gli incantatori che
uccidono con lingua iniqua, quelli che agiscono fraudolentemente, quelli
che giurano, quelli che venerano gli idoli, quelli che adorano e
prestano onori divini alle sculture e statue degli dèi, quelli che
cavalcano cavalli e muli, quelli che ostentano le loro ricchezze ed
affliggono i poveri, quelli che amano il sonno e i regali, [2] quelli
che amano le ricchezze, le voluttà e le delizie del mondo, quelli che,
dopo aver ricevuto il santo abito monastico, fornicarono con donne,
quelli che vissero nell'ubriachezza, quelli che, per invidia, odiarono
il loro prossimo, quelli che mangiarono senza moderazione, quelli che
bevettero senza temperanza, quelli che non amarono il digiuno; i
dormiglioni, i dispregiatori del digiuno e della preghiera; quelli che
cercarono scuse per mangiare e bere dicendo: Oggi è festa! Tutti
costoro non entreranno da questa porta". Mio
figlio mi rivolse la parola dicendo: "Vieni anche fino
all'Occidente, e ti farò vedere dove siedono le anime dei peccatori e
degli empi". [3]
Mi prese e mi condusse a Occidente, fino ai confini del cielo e della
terra. Qui vidi una fiamma senza luce, attraversata da un fiume di
fuoco. Interrogai mio figlio: "Qual è il significato di questo
fiume e chi sono quelli che siedono sulle sue sponde?". Mi rispose:
"Questo è il fiume di coloro che non sono né proprio freddi né
proprio caldi". Qui vidi una folla di uomini, di donne e di
giovani. Alcuni erano immersi fino alla bocca, alcuni fino al petto,
alcuni fino al collo, alcuni fino alle labbra, altri fino alla testa. [21,
1] Alla vista di costoro, domandai a mio figlio: "Chi sono questi
uomini?". Mi rispose: "Quelli che sono immersi fino al petto e
fino alle ginocchia, durante la preghiera erano negligenti e non come ti
ho detto; a mezzogiorno e a mezzanotte tutti lodano il Signore, al
mattino ringraziano il Signore per la notte trascorsa e per il giorno
che era spuntato, ma tralasciano le preghiere dell'ora terza, sesta e
nona: e questo è il loro tormento per i secoli. [2]
Quelli che sono immersi fino all'ombelico, fornicarono in chiesa con
donne; gli immersi fino alla bocca, dissero parole oziose in chiesa; gli
immersi fino al petto, dopo aver ricevuto l'Eucaristia parlarono senza
aver prima preso qualcosa di fresco o un po' di pane o di acqua; gli
immersi fino alle labbra, in chiesa parlarono con i vicini in ogni
momento; gli immersi fino alla testa, in chiesa fecero cenno con gli
occhi ai loro vicini". [3]
Vidi poi un grande abisso nel quale erano poste altre anime, le une
sulle altre fino all'altezza di circa cinquanta cubiti Domandai a mio
figlio: "Chi sono quelli che si trovano in questo supplizio?".
Mi rispose: "Sono quelli che fornicarono con la moglie del loro
padre, o con la loro figlia o con sue amiche o con la figlia dei loro
amici; quelli che hanno fornicato con maschi come se fossero femmine;
quelli che fornicarono con la moglie dei loro figli o con la moglie del
figlio della loro sorella; quelli che fornicarono con una puerpera o con
una donna nel periodo delle mestruazioni; quelli che fornicarono con una
donna abietta o con una maomettana, o con una donna ebrea quelli che
fornicarono con cavalli, muli, asini, cammelli o con della terra da essi
plasmata; la moglie del sacerdote che fornicherà con un altro uomo, e i
sacerdoti che fornicheranno con altre donne: tutti costoro discenderanno
in questo abisso. E questo è il loro tormento in eterno". [22,
1] Vidi poi un altro supplizio: un uomo vecchio portato da quattro
perversi angeli delle tenebre. Costoro lo condussero da questo fiume di
fuoco e lo posarono su di un sedile di fuoco e, mentre il fiume di fuoco
lo inondava fino al petto, lo trafiggevano con frecce di fuoco
trapassandolo con il fuoco. [2]
A questa vista mi misi a piangere amaramente con gemiti, e domandai a
mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Il
suo nome è papàs". Gli domandai: "Qual è il peccato di un
uomo colpito da così terribile tormento?". Mi rispose: "Non
camminò secondo la mia legge, non adempì i miei comandamenti, non
trattò con purezza i miei santi misteri non offrì un sacrificio puro,
passò i suoi giorni nell'impudicizia e nella profanazione, non accolse
il pellegrino, non amò i poveri e i meschini, mangiò le primizie tutto
solo, non sfamò l'affamato né dissetò l'assetato: e questo è il suo
tormento in eterno". [3]
Nella regione di questo abisso vidi ancora un uomo portato dagli angeli
delle tenebre: costui era caduto bocconi sicché gli usciva il sangue
dal naso; lo gettarono nel fiume ove fu sommerso fino al petto e pur
gridando: "Abbi misericordia di me", nessuno gli usava pietà.
Interrogai mio figlio: "Che peccato ha commesso quell'uomo e come
si chiama?". Mi rispose: "Il
suo nome è diacono, e ti dirò ora i suoi peccati. Non camminò secondo
i miei comandamenti, servì nella mia Chiesa senza purezza, prese il mio
sangue prezioso non in stato di purità, non visse con rispetto nel
santuario, con il suo pane non sfamò gli affamati, non offrì la sua
bevanda all'assetato, non avvolse nei panni e non seppellì né i poveri
né quelli che muoiono nel deserto: e questo è il suo tormento in
eterno". Nella
regione di questo fiume vidi un uomo grande e terribile che dagli angeli
delle tenebre era preso e immerso fino al petto nel fiume di fuoco, con
pietre infuocate percuotevano la sua faccia e con verghe fulminee lo
bastonavano. [23,
1] A questa vista gemetti e piansi accoratamente, e domandai a mio
figlio: "Come si chiama?". Mi rispose: "Il suo nome è
patriarca, e ti dirò ora i suoi peccati. Non stabilì rettamente la
fede nella Trinità, non osservò tutto quanto gli avevo ordinato, non
fu stabilito nell'ufficio patriarcale secondo la legge: e questo è il
suo tormento in eterno". [2]
Nella regione dello stesso fiume, vidi poi un uomo condotto dal fiume di
fuoco al quale facevano toccare il mare di fuoco ed intanto lo
bastonavano dicendo: "Una volta spezzavi il pane ed ora perché hai
fame? Una volta attingevi dal fiume ed ora perché hai sete? Squartavi
le vittime, perché la loro carne non ti ha saziato?". Domandai a
mio figlio: "Come si chiama quell'uomo e qual è il suo
peccato?". Mio figlio rispose: "Il suo nome è sacerdote, e ti
dirò ora i suoi peccati. Costui era sacerdote e non camminò né
secondo la legge né secondo il dovere sacerdotale, non si purificò
dall'impurità, passò i suoi giorni tra il riso, le lascivie e le
leggerezze: e questo è il suo tormento in eterno". [3]
E di nuovo vidi un uomo scortato da quattro angeli delle tenebre, mentre
gli percuotevano la faccia con fulminee verghe di fuoco; gli chinavano
la faccia e l'immergevano nel fiume che lo divorava fino al petto; con
la spada di fuoco gli tagliarono la lingua e con affilati coltelli le
sue labbra; e pur dicendo egli: "Abbiate pietà di me",
nessuno gli usava misericordia. A questa vista gemetti e piansi
accoratamente e domandai a mio figlio: "Come si chiama
quell'uomo?". Mi rispose: "Il suo nome è diacono, ed ora ti
dirò il suo peccato. Non camminò secondo tutta la legge dei canoni che
gli avevo imposto; non cantò con purezza durante il mio sacrificio;
restò nella pigrizia, nel riso e nell'impurità; nella Chiesa fu
dissoluto, insolente, superbo: e questo è il suo tormento in
eterno". [24,
1] Vidi pure innumerevoli uomini dispersi come polvere in mezzo al fuoco
e sospesi a colonne di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono
quegli uomini?". Mi rispose: "Sono coloro che adorano sculture
e idoli, il sole e la luna e le stelle. Questo è il loro tormento in
eterno". Nel fiume di fuoco vidi altri uomini divorati da vermi di
fuoco, e domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi
rispose: "Sono coloro che ammassarono oro, tutti i ricchi che
oppressero i poveri e posero la loro fiducia nelle loro ricchezze, come
disse Paolo: Quelli che vogliono arricchire cadono in un grande peccato.
Questo è il loro tormento in eterno". [2]
Vidi poi delle giovani vestite di tenebre, legate al collo da catene di
fuoco che le tiravano al fiume di fuoco. Domandai a mio figlio:
"Chi sono quelle?". Mi rispose: "Prima che i loro padri e
madri le unissero legalmente in matrimonio, esse se ne erano andate nel
deserto e per le vie, e avevano perso la verginità. Questo è il loro
tormento in eterno". [3]
Vidi ancora altri uomini sospesi nel fuoco: le loro mani erano legate
con catene di fuoco, i loro piedi con lacci di fuoco e il loro collo con
funi di fuoco. Erano stati posti nelle tenebre ove era pianto e stridore
di denti. Domandai a mio figlio: Chi
sono questi uomini?". Mi rispose: "Questi sono i re, i duci e
i prìncipi della terra: spogliarono orfani e vedove, in questo mondo
transeunte si manifestarono superbi ed esaltati, si gloriarono di ciò
che loro non giova a nulla come disse il libro della Sapienza: Ogni
condizione del mondo è vanità. Questo è il tormento dei magnati della
terra". Vidi
pure altri uomini sospesi in mezzo alle fiamme: serpenti di fuoco li
tormentavano e li divoravano, cani di fuoco li mordevano, leoni di fuoco
spezzavano le loro ginocchia e leopardi laceravano le loro gole. A
questa vista piansi amaramente e domandai a mio figlio: "Chi sono
quelli?". [25,
1] Mi rispose: "Quelle sono monache uscite contro le norme dei
canoni; dopo avere indossato la santa veste monastica, guastarono la
loro verginità: mentirono a colui che è veritiero, e disprezzarono
colui che non è odioso. Spesso dopo avere concepito dei figli, li
uccisero nel loro seno, sparsero a terra il loro sangue, o li uccisero
dopo averli partoriti o i loro padri di propria mano diedero il veleno
alle madri. Davanti al trono del Padre mio questi fanciulli gridano:
Signore, non ci hanno permesso di diventare grandi per fare il bene o il
male, una parte di noi fu data ai cani, l'altra fu gettata ai porci. [2]
All'udire queste parole io, il Padre mio e il Paraclito ne fummo
rattristati e ordinammo a Temliaco che fosse data loro una bella dimora.
Ma per i loro padri e le loro madri questo è il tormento in
eterno". Domandai
a mio figlio: "Se faranno penitenza non avrai misericordia di
loro?". Mi rispose: "Certo, ti assicuro che se con animo
fiducioso faranno penitenza, li perdonerò; ma se fanno penitenza per
paura, non li perdonerò né allevierò il loro tormento. I loro
pastori, siccome non li hanno castigati, saranno severamente puniti e la
loro parte sarà con Eli e Fola. [3]
Eli non castigò suo figlio, Fola vendette le sue figlie per un bue;
quei pastori, infatti, vendettero i loro figli per un po' di cibo e per
una bevanda passeggera, e così sono diventati come Esaù che, per il
cibo, vendette il suo diritto di primogenitura; come disse Paolo: Non
servono Cristo, ma il proprio ventre". Vidi
poi alcuni sospesi a colonne di fuoco, avvolti e scossi dalle fiamme;
davanti ai loro occhi c'erano molti frutti soavi ed acqua pura, ma
quando bramavano mangiare i frutti dell'albero e bere l'acqua, non
riuscivano a prendere nulla, e nella loro bocca non entrava niente. A
questa vista restai molto melanconica e triste e domandai a mio figlio:
"Chi sono questi uomini?". [26,
1] Mi rispose: "Sono quelli che violarono e respinsero il digiuno,
quelli che non esitarono davanti alla violazione del digiuno sia nella
feria quarta sia nella feria sesta sia durante il digiuno della
quaresima. Questo è il loro tormento in eterno". Domandai a mio
figlio: "Se faranno penitenza, non avrai forse misericordia di
loro?". Mio figlio rispose: "Se per un giorno faranno
penitenza, otterranno il perdono dei peccati". [2]
Poi vidi uomini con le mani tagliate, circondate da fiamme di fuoco.
Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose:
"Sono quelli che scrissero lettere magiche e ne ricavarono un
utile. Questo è il loro tormento eterno". Vidi
ancora uomini avvolti dalle fiamme e trattenuti da freni di fuoco.
Domandai a mio figlio: "Chi sono questi uomini?". Mi rispose:
"Sono quelli che bestemmiarono il loro prossimo e disprezzarono i
loro fratelli. Avendo il diavolo bestemmiato Adamo cadde dal suo trono e
la sua gloria fu rovesciata: così sarà di colui che bestemmierà il
suo prossimo". [3]
Vidi poi una fossa piena di zolfo e pece: non era illuminata, ma piena
di tenebre; vidi che c'erano persone dalle mani e dai piedi amputati.
Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose:
"Quelli sono maomettani che non credono ch'io sia nato da te, non
credono nel Battesimo, né nella mia morte, nella mia risurrezione e
ascensione, né credono che il Padre è con il Figlio e lo Spirito
santo. Questo è il loro tormento in eterno". Vidi
pure un uomo che da quattro angeli delle tenebre era crocifisso con i
piedi in alto e le mani in basso. I suoi piedi erano legati con lacci di
fuoco e la sua faccia era rasa con lance di fuoco; quando sciolsero i
lacci egli cadde in mare. [27,
1] Domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi
rispose: "Si chiama sacerdote; e ti dirò ora il suo peccato. Nella
domenica non offrì incenso e oblazioni, fu dissoluto e superbo". Gli
domandai: "Figlio mio, quante volte vuoi che ti sia offerto il
sacrificio?". Mi rispose: "La domenica mattina e il sabato
verso l'ora terza del giorno. Hai udito ciò che ho detto nel Vangelo:
Non sono venuto per sciogliere la legge o i profeti, ma a portarli a
compimento. Non ho abrogato il sabato a eccezione di una sola volta, gli
altri sabati li ho onorati e li equiparai alla domenica". [2]
Vidi che si stava trafiggendo un uomo con frecce di fuoco, e domandai a
mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Si
chiama diacono, e ti dirò ora il suo peccato. La domenica non offrì il
sacrificio abbastanza presto. Questo è il suo tormento in eterno". Nella
regione del fiume, vidi pure una fossa di fuoco ove erano immersi fino
al collo uomini e donne. Su tutte le loro membra erano serpenti e vipere
di fuoco, e nove angeli delle tenebre li punzecchiavano con dardi
infuocati. A questa vista piansi amaramente, innalzai molti gemiti, e
poi domandai a mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi
rispose: "Quelli sono i monaci che sulla mia via non hanno seguito
le mie impronte e passarono i loro giorni nella lascivia. Questo è il
loro tormento in eterno". [3]
Vidi pure la grande Geenna segnata con sette sigilli. Mio figlio allora
gridò: "Aprite portieri della Geenna, affinché mia madre Maria
possa vedere!". Quando le porte si aprirono e vidi, ebbi timore e
tremai: [28,
1] domandai a mio figlio: "Come si chiama questo fiume?". Mi
rispose: "Si chiama Geenna". Interrogai: "Chi sono coloro
che vi si trovano dentro?". Rispose: "In esso sono coloro che
negarono ch'io sia Figlio di Dio. Questo è il loro tormento in
eterno". Appena
questi dannati mi videro, gridarono dicendo: "Tu benedetta, o
Maria! Benedetto il frutto del tuo seno e beati i nostri occhi che ti
videro". Mi rivolsi allora a mio figlio e gli dissi: "Per amor
mio, diletto figlio, abbi pietà!". Mio figlio mi rispose:
"Per te, sarò misericordioso dal vespero della feria sesta fino al
mattino della feria seconda". Udito ciò, ringraziai mio figlio e
anche i dannati gli elevarono lodi. [2]
Giovanni, impara e approfondisci tutte queste cose che ti ho raccontato
Non lasciare questo libro in un luogo impuro. Ove
sarà questo libro, non si avvicinino donne in procinto di partorire o
che hanno le mestruazioni, non si avvicini una donna fornicatrice o un
uomo fornicatore; ove sarà questo libro, non sieda un uomo di cattivi
costumi. Che vantaggio ha una fornicatrice di avvicinarsi alla Chiesa,
che vantaggio ha un fornicatore? [3]
Ascolta, Giovanni, quanto ti dico. Ordina che compiano la commemorazione
quattro volte: il giorno ventuno del mese di ter, il giorno ventuno del
mese di sane, il giorno sedici del mese di mahasse, il giorno sedici del
mese di jakatit, quando mi fu affidato questo testamento. Se è
possibile, la commemorazione sia fatta il giorno ventuno di ogni mese. [4]
Soccorrerò tutti coloro che avranno compiuto la mia commemorazione,
allorché si troveranno in giorni tristi. Di colui poi che avrà fatto
scrivere od avrà scritto questa visione, di colui che la leggerà con
fede o l'ascolterà con riverenza io scriverò il nome nel libro della
vita per tutti i secoli dei secoli. Amen". E'
terminata la scrittura della visione della signora nostra Maria, che le
fu rivelata da suo figlio. A
colui che ha scritto questa visione e a colui che ha ordinato che fosse
scritta, a colui che l'avrà recitata e spiegata, a colui che ne avrà
ascoltata la lettura, a tutti costoro il Signore usi misericordia nel
regno dei cieli, per il suo corpo e per il suo sangue, nei secoli dei
secoli. Amen.
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