Epilessia, un aiuto per le forme incurabili

 

ROMA - Oggi gli epilettici che non reagiscono alle terapie tradizionali hanno un aiuto in più. Un'équipe italiana ha scoperto un metodo per 'indovinare' la terapia più adatta per ogni tipo di epilessia. La tecnica permetterà di trovare una terapia anche per le forme non curabili, che costituiscono il 30 per cento di tutte le epilessie. Diventerà possibile, infatti, analizzare nel dettaglio le anomalie del funzionamento dei neuroni, scoprendo allo stesso tempo come correggerle. "La tecnica potrà essere utilizzata anche per curare molte altre patologie, non solo quelle neurologiche", spiega Fabrizio Eusebi, uno dei degli autori dello studio, pubblicato sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).

Fabrizio Eusebi e Eleonora Palma, dell'Istituto Pasteur-Fondazione Cenci Bolognetti e del Dipartimento di Fisiologia Umana e Farmacologia dell'Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con l'Istituto Neuromed di Isernia e della University of California Irvine, hanno studiato i recettori neuronali di pazienti che dovevano essere operati al lobo temporale del cervello perché affetti da forme di epilessia inguaribili. Dai neuroni del lobo temporale di questi pazienti è stato estratto l'Rna messaggero, le 'istruzioni chimiche' che il Dna dà alla cellula. Questo RNAm è stato quindi inserito in cellule di rospo (Xenopus) e, in una settimana, la membrana esterna ha cominciato a riempirsi di recettori umani, in particolare, quelli per l'acido gamma-aminobutirrico (GABA), per il kainato (KAI) e per l'acido metilpropionico (AMPA), sostanze coinvolte nella chimica dell'epilessia. 

''Così - spiega Eusebi - abbiamo potuto effettuare dei test neurofisiologici con cui abbiamo identificato una serie di anomalie nel funzionamento dei recettori per il GABA e per il KAI. Inoltre, abbiamo potuto sperimentare diversi farmaci, scoprendo che alcuni farmaci contro l'epilessia della famiglia delle benzodiazepine riuscivano a riequilibrare l'attività di questi recettori, impedendo le oscillazioni elettriche da cui derivano le convulsioni epilettiche".