ROMA - Il sistema
di analisi computerizzate delle immagini microscopiche è stato utilizzato per
la prima volta in Italia dall'equipe del Centro di medicina e biologia della
riproduzione dell'European Hospital di Roma. Fa visualizzare i cromosomi
all'interno dell'uovo, verficando se sono 'sani' e, dunque, di scartare
quelli che potrebbero dar luogo a malformazioni genetiche. Dieci donne sono
rimaste incinta ricorrendo alla Icsi con l'ausilio di questa apparecchiatura.
''Sono al quinto mese - raccontano i ricercatori - e si sono sottoposte all'amniocentesi.
I nascituri sono sani''.
Un importante risultato visto che ''finora, con i microscopi convenzionali non
era possibile visualizzare e localizzare i cromosomi all'interno dell'uovo. Si
analizzavano, dunque, solo le anomalie cromosomiche degli spermatozoi e ci si
doveva limitare a supporre la posizione dei cromosomi nell'uovo sulla base della
loro vicinanza ad un'altra struttura normalmente visibile, il corpo polare.
Questo sofisticato sistema di analisi computerizzate delle immagini
microscopiche evidenzia i cromosomi in in più dell'80% delle uova esaminate''.
''Uno dei rischi maggiori dell'Icsi - continuano i ricercatori - è quello di provocare una lesione della struttura che contiene i cromosomi all'interno degli ovociti, il fuso mitotico. Un danno biologico che si puo' tradurre in un mancato impianto dell'embrione o in un aborto precoce. O addirittura può portare ad alterazioni genetiche nel nascituro. Questo tipo di apparecchiatura permette inoltre di individuare, proprio in base alla brillantezza della struttura cromosomica, le uova di migliore qualità, aumentando del 10% i tassi di gravidanza. Un dato rilevante se si arriverà ad una limitazione del numero di embrioni utilizzabili per una fecondazione assistita, come prevede la proposta di legge all'esame del Senato''.