Di Staibene.it
Gli italiani sono grandi consumatori di
succhi di frutta. I maggiori "estimatori" sono soprattutto i bambini,
anche i più piccoli. Spesso vengono introdotti nell'alimentazione fin dallo
svezzamento ma, avvertono i pediatri, devono essere chiarite le eventuali
controindicazioni.
Il monito arriva dagli specialisti italiani che, durante il loro ultimo
congresso, hanno ricordato come "da una recente indagine, effettuata nel
poliambulatorio dell'ospedale Meyer di Firenze, è risultato che nei bambini tra
i 6 e 12 mesi, molto spesso i succhi di frutta sostituiscono il latte della
merenda e, più tardi, anche quello della colazione, oppure vengono usati a fine
pasto come sostituto della
frutta".
I pediatri avvertono che i genitori dovrebbero essere a conoscenza dell'alto
valore calorico, dell'effetto cariogeno e della possibilità di dolori
addominali e dei rischi infettivi derivanti dai succhi non pastorizzati.
L'abitudine ad assumere 2-3 succhi al giorno comporta malnutrizione,
specialmente nei bambini tra 2 e 5 anni, per mancato introito di altri nutrienti
(per lo più latte e cibi solidi), con ovvia conseguenza di squilibri
nutrizionali e disuso del masticare.
Nei più grandi, è una delle cause più frequenti di obesità, poiché i succhi
rappresentano un surplus calorico e basta proibirne l'uso per notare come
effetto benefico un'immediata e spesso gratificante perdita di peso.