INFIAMMAZIONE

 

 

-         Prima compare la lesione.  Questa causa una incostante e transitoria vasocostrizione che dura pochi secondi. Dopo si ha una vasodilatazione arteriolare e l’apertura di nuovi letti vascolari.

§       Questi due fenomeni fanno in modo che aumenti la pressione idrostatica intravasale. Di conseguenza aumenta anche la filtrazione dei capillari. Si forma prima un ultrafiltrato di plasma detto trasudato. La permeabilità vasale tende ad aumentare. Fuoriesce quindi un liquido ricco di proteine detto essudato. Questo fa diminuire la pressione osmotica intravasale. Aumenta invece la pressione osmotica interstaziale. Quindi si ha ancora fuoriuscita di liquidi che si accumulano nell’interstizio. Si forma l’edema.

-         A causa della vasodilatazione aumenta il flusso sanguigno. In superficie appare il tipico rossore e calore per l’iperemia. Questo manifestazione permane in dipendenza allo stimolo. La circolazione sanguigna rallenta. I globuli rossi si concentrano nei vasi. Questa stasi causa l’aumento della viscosità del sangue. Si assiste poi alla marginazione leucocitaria sulle pareti dei vasi. Di solito prima i neutrofili e poi i monociti. Prima si ha il rotolamento sulla parete endoteliale delle venule che avviene grazie alle selectine. Si tratta di recettori particolari presenti sia sulla superficie delle venule e sia sui leocociti che conferisce un debole legame. Si distinguono la E-selectina endoteliale, la P-selectina piastrinica e la L-selectina leucocitaria. Queste selectine però non sono presenti normalmente, devono essere attivate per mezzo dei mediatori della flogosi. Ad esempio l’istamina e la trombina attivano la P-selectina, IL-1 e TNF attivano la E-selectina. La vera e propria adesione alla parete però avviene per mezzo di altre strutture dette integrine.(ICAM). Questi presenti su ambedue i lati devono essere prima attivate. Solo così le integrine leucocitarie si legano a quelle endoteliali. Il passo successivo è la diapedesi leucocitaria. Cioè i leucociti attraversono la parete vasale di venule sistemiche e capillari polmonari. Anche in questo caso questa diapedesi viene atuata grazie a molecole di adesione dette PECAM 1. La membrana basale viene finemente degradata con delle collagenasi che permettono il successivo passaggio leucocitario. La sede del danno è ricca di mediatori flogistici che rappresentano la presenza chemiotattica  per i leocociti. Questi mediatori sono sostanze endogene e esogene. Tipo prodotti baterici, prodotti del sistema del complemento, C5a, leucotrieni, citochine IL-8, ecc.  Queste  sostanze si legano a particolari recettori che si trovano sui leucociti. Questo provoca un aumento del calcio intracellulare. Il calcio nel leucocita attiva un cambiamnto strutturale che comparta l’estroflessione di pseudopodi, strutture atte alla mobilitazione del leucocita. Grazie a questi pseudopodi il leococita si trascina verso la sede del danno seguendo la concentrazione di chemiotassi.

 

MEDIATORI CHIMICI DELL’INFIAMMAZIONE

 

Amine Vasoattive

L’istamina largamente presente nei tessuti, contenuta nelle mast cellule, queste si trovano nel connettivo adiacente ai vasi sanguigni, si trova anche nei basofili e nelle piastrine, viene rilasciata dopo un trauma dannoso, dopo il legame tra un anticorpo e la mast cellula, con i frammenti c3 e c5 complementari, con le citochine Il1 e Il8, con lisosomi secreti dai neutrofili; una volta secreta causa dilatazione delle arterie e aumento della permeabilità delle vene, e un chemiotattico per eosinofili,viene immediatamente inattivata da istaminasi

La serotonina secreta dalle piastrine, quando sono in contatto con collagene o complessi immuni

 

Proteasi del Plasma

Attivazione del sistema della chinina che trasforma il chininogeno (a sua volta attivato dalla callicreina e dal fattore 12 di hagman della coagulazione dopo il contatto con la parte lesa – collagene e membrana basale lesa)  in bradichinina, questa causa anche vasodilatazione arteriolare e aumento permeabilità arteriolare, subito inattivata da altre chinasi.

Il sistema del complemento, un insieme di proteine plasmatiche da c1 a c9, formano il MAC o complesso di attacco alla membrana di un microorganismo o di una cellula uccidendola, attivato da una via classica, che presuppone il legame di c1 all’immunocomplesso con IgM o IgG, oppure la via alternativa, che presuppone la presenza di polisaccaridi batterici tipo endotossine oppure IgA.

Subito dopo al c3 si aggiunge il c5, questi si scindono e si formano c3a e c5a. Questi stimolano le mast cellule a rilasciare istamina e stimolano i neutrofoli a produrre derivati dell’acido arachidonico, sono chemiottattici per neutrofili e monociti, fungono da opsonine se legate alle cellule, facilitando il riconoscimento ed il legame con i fagociti.

Fattore di hagman e callicreina trasformano il plasminogeno in plasmina (sistema fibrinolitico), questa a sua volta stimola il fattore di hagman a formare bradichinina, scinde il c3, degrada la fibrina formando prodotti che aumentano la permeabilità vasale.

 

DERIVATI DELL’ACIDO ARACHIDONICO

L’acido arachidonico, un acido poliinsaturo, presente nei fosfolipidi delle membrane plasmatiche,  rilasciato dalle membrane dalle fosfolipasi A dopo stimoli particolari tra cui anche c3 e c5, in seguito si procede per due vie, la via della ciclo ossigenasi che porta alla formazione di prostalglandine e,d,f,i e trombossani., questi aumentano la pemeabilità e formano l’edema, questa via è inibita da antiinfiammatori non steroidei, come l’aspirina, e poi c’è la via della lipoossigenasi che porta alla formazione di leucotrieni che hanno pure effetti di permeabilità, broncospasmo e formazione di essudato. La formazione di questi prodotti, prostalglandine e leucotrieni, è inibita dai glicorticoidi che inibiscono la fosfolipasi A iniziale.

 

CITOCHINE

Polipeptidi prodotti da molte cellule per modulare altre cellule, agiscono sulla stessa cellula, nella cellula adiacente o sistemicamente. Questi inducono alterazioni endoteliali, stimolano la crescita, stimolano la secrezione di fattori di crescita, sono chemiotattici per monociti e neutrofili, inducono espressione genetica,ecc

 

OSSIDO NITRICO

Un radicale libero prodotto da diverse cellule, hanno molteplici effetti, nel sistema nervoso centrale regola il rilascio di neurotrasmettitore e stabilizza il flusso sanguigno, secreto dai macrofagi per uccidere tossicamente microbi e cellule tumorali, rilasciato dall’endotelio ne provoca la vasodilatazione, hanno una brevissima emivita, solo un paio di secondi.

 

LISOSOMI

Contenuti nei macrofagi e monociti, vengono secrete per digerire complessi immuni adesi alla parete vasale, formati da enzimi come elastasi, collagenasi ed ecc che degradono tutto, questi enzimi sono controllati da altri enzimi inibenti interstiziali e sierici come la alfa 1 antitripsina,  inibitore delle elastasi, e poi la alfa 2 macroglobulina, che inibisce la antiproteasi, se questi mancano sono guai.

 

SINTESI INFIAMMAZIONE ACUTA

 

La vasodilatazione causata da prostalglandine e NO, la permeabilità creata da istamina, c3 e c5, chinine, leucotrieni e citochine IL8, invece c5 e leucotrieni sono molto chemiotattici per neutrofili e monociti, invece citochine e prostalglandine attivano leucociti e endotelio, infine i danni tissutali sono causati da NO, radicali liberi e enzimi lisosomiali.

L’esito può essere la risoluzione completa, la guarigione per cicatrizzazione se i danni sono elevati, se ci sono elevati concentrazioni di essudato di fibrina oppure se ci sono tessuti che non rigenerano, oppure si formano ascessi nel corso di infezioni oppure si prosegue verso l’infiammazione cronica

 

INFIAMMAZIONE CRONICA

A differenza dell’infiammazione attiva, formata da fenomeni vascolari, edema, infiltrato di neutrofili, l’infiammazione cronica è formata da infiltrazione di linfociti, plasmacellule e macrofagi, distruzione dei tessuti causati dalle cellule infiammatorie, fenomeni riparativi come neoangiogenesi e fibrosi. In questa fase si ripetono in concomitanza infiammazione acuta, danno tissutale e processi riparatrici. L’emivita del monocita è di un giorno, i macrofagi invece vivono molti mesi, i macrofagi vengono attivati da linfociti t e altre cellule, dopo attivazione essi diventano più grandi e molto più potenti, ma questa loro potenza si riversa negativamente contro i tessuti sani, macrofagi e linfociti lavorano insieme grazie alla presentazione dell’antigene sul complesso di istocompatibilità di classe 2, se l’infiammazione persiste ancora possono formarsi dei granulomi, formati da macrofagi trasformati in cellule epiteloidi e cellule giganti, frammiste a linfociti e plasmacellule. Sistemicamente si febbre e dolore.

 

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