LA    SCIENZA     DI      P I T A G O R A    FRA     RELIGIONE   E  NUMERI
 
Vita
 
         Sulla  vita di Pitagora si hanno poche notizie certe, si sa che il padre si chiamava  Minesarco   e che nacque  a  Samo  il 532 e morì nel 497-496 a, C.
         Fu scolaro dei maestri Anassimandro  (611 –547 a.C.) e dello scrittore filosofo e astronomo greco Ferecide di Siro   (vissuto nel VI  sec. a.C.).  Da sottolineare che il  primo fu un esponente notevole della Scuola Jonica  e che nella sua opera: “Della Natura”  descrisse come l’origine di tutte le cose fosse l’ “Ampeiron”: il “Principio Indefinito”,  “Ingenerato”, “Indistruttibile”. L’”Infinito”  che tutto abbraccia e nessuna determinazione limita,  ogni cosa da esso originata per approssimazione dei contrari, , deve dissolversi  e ritornarvi; mentre  Ferecide di Siro asseriva che:  “Prima di ogni cosa ed eternamente  c’erano ZAS = ZEUS (il cielo), Cronos (il tempo) che fu fuso con Krnos che corrispondeva  e a Saturno e Chthonie (la terra).  Zeus si trasformò in Eros (Amore) per procedere alla costruzione del mondo”. Lo scrittore asseriva che: “il mondo sarebbe nato dal caos e sarebbe equiparato  alla massa originaria delle acque (oceano omerico)”.
 
Pitagora emigrò dalla nella  magna Grecia dove fondò a Crotone , intorno al 530, una scuola o setta che in seguito ebbe una buona influenza sulla vita politica e si diffuse inoltre in altre città.
         Si sente spesso parlare di viaggi fatti da Pitagora in Egitto e in Babilonia, ma tali viaggi furono spesso leggendari.  Quanto asserito, scaturisce dagli scritti dello storico greco Erotodo che   annoverava a queste esperienze egiziane di Pitagora, la sua teoria sulla metapsicosi, la quale era ignota in Egitto .  E’ da tener presente però che, secondo Erotodo la Geometria sarebbe nata  in Egitto per misurare  e dividere le terre sommerse dal Nilo. E’ quasi certo che Pitagora non scrisse nulla, tanto è vero che i famosi tre libri e i versi aurei  a lui attribuiti furono certamente falsificati all’inizio dell’era cristiana o poco antecedentemente. Ciò ci viene tramandato attraverso la testimonianza di Giambligo (morto nel 330 d.C.), filosofo neoplatonico, scolaro di Porfirio che accentuò il motivo religioso e teologico, rivalutando la filosofia pitagorica e platonica come risposta al crescente influsso del cristianesimo; egli scrisse: “La vita e opere di Pitagora” in 10 libri, di cui solo 5 sono giunti a noi.
         Le prime idee di Pitagora che furono riportate a conoscenza attraverso gli scritti,  furono quelle rese pubbliche dal filosofo pitagorico Filolao di Crotone, nato nella seconda metà del V secolo a.C. Egli fu il primo assertore del moto della Terra, che nel suo sistema cosmico, compiva un intero giro nelle 24 ore intorno ad un fuoco centrale intorno al quale girava anche l‘Antiterra’. Fu venerato dai suoi discepoli come un Dio in terra. Basti ricordare che fu uno fra i pochi a scampare alla distruzione e alla persecuzione contro i circoli pitagorici in Crotone e che approfondì lo studiò dell’OTTAVA ARMONICA  mostrando mirabili rapporti che essa ha con il cubo. Illustrò inoltre la virtù della decade, numero perfetto che compie e realizza ogni cosa; principio e guida della vita,  divina, celeste ed umana insieme… Senza di essa  tutto è indeterminato,  misterioso ed oscuro.
         Il fatto che  Pitagora rimane una figura leggendaria, continua ad essere presente anche fra gli studiosi moderni.
Fu per primo Aristotele ad esporre la tradizione in blocco, ripetendo la formula generica: “i così detti “pitagorici”  (tratti dagli scritti di Aristotele nella Metafisica 985B).
         L’unica dottrina concordano tutti le fonti  riguardano tutte le fonti riguarda la dottrina della Metepsicosi, attestataci  già da Senofonte, filosofo  greco  (430  + 355 a.C.) seguace di Socrate, il quale la criticò con pesante sarcasmo.
         Pitagora creò a Crotone una setta religiosa  la cui dottrina si ispirava alla corrente democratica dell’Orfismo e sosteneva la trasmigrazione delle anime, costrette ad incarnarsi in successive “Carceri corporee”, umane e bestiali, a causa di una colpa originaria da espiarsi  sino alla finale purificazione o catarsi”.
         L’originalità della scuola pitagorica, rispetto al movimento religioso dell’antica Grecia nella quale   erano presenti le religioni misteriche, cioè all’Orfismo, sussisteva nel fatto che essa trasmetteva ai suoi adepti non solo la contemplazione del numero e  della Armonia, ma accettava anche l’introduzione della scienza quale strumento di  “Purificazione”.
Tale innovazione dovrebbe attribuirsi allo stesso Pitagora  anche se alcuni studiosi non sono di tale avviso.
         Eraclito di Efeso (550+480) definì Pitagora “Polymathés”, cioè  “l’erudito”. Tanto è vero che secondo Aristòsseno , filosofo peripatetico e teorico musicale, scolaro di Aristotele,  Pitagora avrebbe per primo, elevato l’Aritmetica  al disopra dell’uso commerciale, facendone oggetto di pura scienza.  Inoltre le distinzioni dei numeri fra: pari e dispari, numeri amici e numeri, perfetti ecc. risalgono alla sua scuola.  Connesso alla rappresentazione geometrica dei numeri e l’uso dell’ ABACO (antico pallottoliere  di pietre per fare i conti.  Da questa rappresentazione deriva la regola per formare i quadrati, come somma dei successivi numeri dispari, da cui l’importanza di “Gnomone” o Squadra” quale “generatore di Quadrati” che portano con sé l’idea del perfetto, mentre i rettangoli sono per contrasto l’imperfetto. A  questo concetto  si associa l’idea del dispari come perfetto…  Il frammento di un ignoto commentatore aggiunge:” “Poiché ha un centro di simmetria”. Ed un altro asserisce “…la triadre è perfetta poiché ha principio, mezzo e fine”, mentre il numero pari , che si scinde in metà uguali, è imperfetto: esempio il 6 = 3 +3), come se non avesse sufficiente consistenza.
         La Scienza Purificatrice consisteva nell’osservare il “Sacro Silenzio”, riconoscere l’autorità dogmatica e la tradizione risalente a Pitagora, non mangiare la carne, né le fave e di osservare il celibato; mentre nei più alti gradi vivevano la comunione dei beni. Comunque, di  tutte queste notizie non si ha un fondamento certo.
 
 
NUMERI E LORO  SIGNIFICATO:
 
         E’ ragionevole far risalire all’insegnamento di Pitagora la distinzione dei discepoli in Acusmatici  o Ascoltatori ai quali era imposto il silenzio e una rigida disciplina di apprendimento, e i MATHEMATICI, che avevano facoltà di far domande e di esprimere opinioni personali; a questi erano rivelate le dottrine più profonde della Scuola: da tali divisione ebbero origine due fazioni contrapposte che, dopo la morte del maestro, si contesero la sua eredità spirituale.
         L’insegnamento,  (MATHEMA) di Pitagora fu trasmesso in forma dogmatica secondo il celebre detto:” AUTOS  E’PHE’  o IPSE  DIXIT, cioè  “lo ha detto lui” . Tale dogma sembrava che si riferisse alla realtà dei numeri.
         A questo proposito, molti eruditi fra cui Proco, maggior esponente della Scuola neoplatonica di Atene che scrisse sulla teologia di Platone,  sostenne  che Pitagora fu il primo che  comprese  la validità generale  del Teorema che porta il suo nome. Interessante è  conoscere  che questo “sistema” era  già conosciuto dai babilonesi.
         La dottrina di Pitagora aveva essenzialmente carattere  religioso.  Infatti egli si presenta come “DEPOSITARIO DELLA SAPIENZA CHE GLI FU TRASMESSA DALLA DIVIUNITA”:  A queste conoscenze gli scolari  non potevano apportare nessuna modificazione, ma dovevano rimanere  fedeli alla parola del maestro. Questi,  erano tenuti a mantenere il segreto e perciò la scuola si ammantava di Misteri e di simboli che velavano il significato della dottrina ai profani.
La dottrina fondamentale dei pitagorici asseriva che la sostanza delle cose è il numero. Essi credettero che i principi  della matematica fossero i principi di tutte le cose; e, poiché i principi della matematica sono i numeri, parve loro giusto di considerare nei numeri, più che nel fuoco, nella terra nell’aria o nell’acqua, molte somiglianze con le cose che sono e che divengono.
         Quanto sopra affermato lo dobbiamo agli scritti di Aristotele (Metafisica, 1,5) dove il filosofo spiega come i pitagorici abbiano attribuito al numero quella funzione di causa materiale che gli ionici attribuivano ad un elemento corporeo: ciò è senza dubbio un’indicazione preziosa per intendere il significato del pitagorismo, ma comunque non chiarisce tutti i dubbi.
L’IPOSTASI, cioè l’UNO o ANIMA,  rappresenta  la sostanza di ciò  che sta sotto o  dietro i fenomeni stessi i quali non sono che una manifestazione esteriore rappresentata  dal numero, quale sostanza del mondo nell’ordine misurabile dei fenomeni . La grande scoperta dei pitagorici consiste  “nell’esprimere  la funzione fondamentale che essi hanno riconosciuta alla   misura  matematica, per intendere l’ordine e l’unità del mondo” .
         I primi pitagorici hanno dato espressione tecnica  all’aspirazione  fondamentale dello spirito greco, verso la misura; quell’aspirazione propria di Solone, legislatore ateniese (nato  nel 630  a. C.) che fu un saggio ispirato verso quanto asserivano i sacerdoti egizi;. Egli così scriveva: “La cosa più difficile  di tutti è cogliere l’invisibile misura  della saggezza, la quale reca solo in se’ i limiti di tutte le cose come  sostanza del mondo: il numero è il modello originario delle cose  poiché costituisce nella perfezione l’ordine in se stesso implicito”.
         Il concetto di numero, come ordine misurabile consente di eliminare  l’ambiguità tra significato aritmetico e significato spaziale del numero pitagorico, ambiguità che ha dominato le interpretazioni antiche e recenti del pitagorismo.
         Aristotele , sempre nella Metafisica,  riporta anche che i pitagorici attribuirono ai numeri grandezze spaziali. Il filosofo riporta la sua  opinione asserendo che le figure geometriche sono l’elemento sostanziale  di cui consistono i corpi  (IB.,VII,” 1028 B,15).
         I commentatori vanno oltre ritenendo che i pitagorici  abbiano considerato le figure geometriche come principi della realtà  corporea e abbiano ricondotte queste figure ad un insieme di punti,  considerando a loro volta i punti come “Unità Estese”.
Recenti interpreti insistono nel ritenere il significato geometrico come il solo che consenta di intendere il principio pitagorico che risulta tutto composto di numeri.
         In realtà, se per numero si intende l’ORDINE DEL MONDO, il significato aritmetico e il significato geometrico risultano fusi, poiché la misura suppone sempre una grandezza spaziale ordinata, quindi geometrica, e nello stesso tempo un numero che la esprima.
         Si può asserire che il vero significato del numero pitagorico è espresso da quella figura sacra  denominata   TETRAKTYS  sulla quale  i pitagorici avevano l’abitudine di giurare . Essa così  si presenta: 
 
                                                                *
                                                         *            *
                                                    *          *           *
                                              *          *            *            *        (somma  = numero 10)
 
 
La  TETRAKTYS rappresenta il numero 10, il triangolo che ha quattro unità (PUNTI  DISCRETI  o  PIETRUZZE) per lato. La figura  costituisce una disposizione geometrica che esprime  un numero  (puro) o un numero espresso con una disposizione geometrica: il concetto che  essa manifesta è quello dell’ “ORDINE COSMICO MISURABILE”.
Se il numero è sostanza delle cose, tutte le opposizioni delle cose vanno ricondotte a  opposizioni tra numeri.  L’opposizione misurabile delle cose rispetto all’ordine misurabile, che costituisce ls loro sostanza è quella di LIMITE e di ILLIMITATO: il LIMITE, rende possibile la misura, mentre l’ILLUMINATO la esclude.
A questa opposizione corrisponde l’opposizione fondamentale dei  numeri: Pari  ed impari: l’impari corrisponde al  LIMITE, il pari   all’ILLIMITATO.  Difatti, nel numero impari,  l’unità dispari costituisce il limite del  processo di numerazione, mentre nel  numero pari, questo limite manca e il processo rimane incluso.
L’UNITA’ è poi PARIMPARI, poiché l’aggiunta di questa rende “pari gli impari e gli impari pari.
All’opposizione dell’  Impari e del Pari, corrispondono 9 altre opposizioni fondamentali e ne risulta il seguente elenco:
1 =     limite
2 =     Impari, Pari:
3 =     Unita’  , molteplicità,
4 =     Destra, Sinistra;
5 =     Maschio, Femmina;
6 =     Quiete, movimento;
7 =      Retta, curva;
8 =      Luce, tenebre:
9 =      Bene male;
10 =    Quadrato, rettangolo.
 
Tutti mostrano la presenza nella teoria dei numeri, d’ implicazioni morali, magico-religiose e cosmologiche.
Per concludere, è facile affermare  che la il messaggio di Pitagora, non è solo matematico o geometrico, ma va  oltre il fenomenico.
 
Alessandro D’Angelo
Dnamercurio3@tin.it