LA FAME    E'   DI    CASA   A  BUENOS AIRES



Dal fondo dell'Argentina stremata dalla crisi economica arriva la lettera
del parroco di un quartiere poverissimo della periferia di Buenos Aires, il
Barrio de la Cava, nella diocesi di San Isidro. Don Hector di Nostra Signora
de la Cava si trova con 1400 bambini da sfamare, dal lunedì al venerdì, ogni
giorno dell'anno. Fino a qualche mese fa il municipio di San Isidro e il
governo della Provincia di Buenos Aires contribuivano a finanziare la mensa.
Ma la crisi del Paese è tale che i contributi pubblici da tempo non vengono
più versati. Ci sono anche i 320 dell'asilo nido, e 600 adulti in condizioni
miserabili che ogni settimana ricevono dalla parrocchia una borsa di viveri.
Grazie a Dio, scrive il parroco, ai medicinali provvede la Caritas; ma l'
area dei bisognosi si allarga a macchia d'olio. Ormai alla mensa chiedono
accesso anche i figli degli operai rimasti senza lavoro. Desidererebbe,
questo parroco, una sorta di gemellaggio con qualche parrocchia italiana,
che possa con un minimo di continuità fornire aiuti alla sua. Perché quella
del Barrio de la Cava è un'emergenza di lunga durata. Le famiglie che prima
se la cavavano oggi cominciano, umiliate, a bussare alla porta della chiesa.
La domenica, a Nostra Signora del Barrio, si usava sfamare solo i 220
ragazzini delle famiglie più diseredate. Oggi, dice don Hector, quei bambini
arrivano col padre per mano, un padre che non mangia da due giorni. E allora
in qualche modo la mensa s'allarga, si riducono le razioni. Ma è una goccia
in un mare, un mare di fame. Da Buenos Aires stendono la mano.
Millequattrocento bambini hanno fame, ogni giorno.



Saluti da ALE

 

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