Le principali forme di somministrazione

I principi attivi presenti nelle droghe hanno natura chimica diversa. Le droghe possono essere somministrate come tali (polveri formulate in capsule o compresse) oppure costituire la materia estrattiva per altre preparazioni farmaceutiche.

La via di somministrazione normalmente usata è quella orale; quindi i principi attivi presenti nella droga devono essere biodisponibili, cioè:

• assorbiti attraverso stomaco e intestino

• veicolati verso il fegato, dove possono essere modificati

• immessi nel circolo sanguigno generale per essere distribuiti nei vari compartimenti corporei

• eliminati.

II processo è complesso ed è influenzato dalla natura chimica del principio attivo (più è solubile nei grassi, meglio viene assorbito), dal grado di trasformazione a livello del fegato (i metaboliti possono avere un'attività diversa), dal tipo di distribuzione (in forma libera o legati a proteine plasmatiche) e dal meccanismo di eliminazione (escrezione via urine o feci).

Le varie forme farmaceutiche possono derivare da pianta secca o da pianta fresca.

Comunemente, fra le varie forme farmaceutiche, quella da preferire è l'estratto secco perché il procedimento estrattivo consente di ottenere una elevata quantità di principio attivo.

I procedimenti che vengono usati per ottenere le varie formulazioni farmaceutiche, a volte portano all'estrazione solo di alcuni principi attivi rispetto ad altri e quindi ad avere azioni farmacologiche diverse. Siccome i principi attivi presenti nel fitocomplesso sono molteplici, saranno diverse anche le azioni farmacologiche. Infatti, può accadere che una stessa pianta possa avere azioni farmacologiche diverse se assunta in una forma farmaceutica diversa; questo perché i procedimenti attuati per l'ottenimento di ciascuna forma farmaceutica hanno estratto diversi principi attivi.

Tutto ciò per evidenziare come sia importante la forma farmaceutica e come la scelta non debba essere casuale, ma, per ogni droga, debba essere compiuta in modo da garantire l'effetto terapeutico desiderato.

1. Forme farmaceutiche derivate da pianta secca tisane

Sono miscele di piante medicinali essiccate e tagliate in pezzi più o me no piccoli, che si preparano per infusione (versando acqua bollente sul materiale secco) o per decozione (mettendo il materiale secco in acqua fredda e portandolo a ebollizione).

II raffreddamento dell'infuso deve avvenire in maniera graduale e sempre a temperatura ambiente.

La capacità terapeutica delle tisane è limitata in quanto, per l'elevata diluizione, è presente poco fitocomplesso.

POLVERI

Si ottengono per triturazione della droga secca e, a seconda della granulometria, sono distinte in grossolane, grosse, semifini, fini e finissi me.

Le polveri hanno la caratteristica di contenere tutti i componenti delle) droga vegetale, anche quelli che non svolgono attività terapeutica. La concentrazione dei principi attivi è perciò bassa, con limitata efficacia terapeutica e ridotta biodisponibilità, cioè ridotta capacita della droga a liberare una parte più o meno grande del suo principio attivo, capace di produrre l'effetto terapeutico desiderato.

TINTURE

Si ottengono estraendo con alcol i principi attivi della droga secca. Hanno l'inconveniente della scarsa palatabilità, di non poter essere diluite con acqua (per precipitazione delle sostanze attive) e di non essere indicate nei soggetti intolleranti all'alcol.

ESTRATTO FLUIDO

L'estratto fluido si prepara mettendo la pianta essiccata a macerare in un solvente, generalmente alcol etilico o anche glicerina, per un periodo di tempo variabile da pianta a pianta. Rappresenta la forma più concentrata tra le preparazioni liquide. Gli estratti fluidi più comuni sono quelli idro-alcolici, ottenuti estraendo la droga con alcol a 60-70", e quelli alcolici, preparati con alcol a 9V. Sono disponibili anche estratti idroglicerici, in cui l'àlcol è stato sostituito dalla glicerina.

Gli estratti fluidi possono essere utilizzati come tali, oppure sono ingredienti per la preparazione di sciroppi, pozioni ecc.

ESTRATTO SECCO

Perla sua preparazione si parte dall'estratto fluido, facendo poi evaporare il solvente con opportune tecniche e a temperature non elevate. Si ottiene cosi una polvere finissima, quasi impalpabile, con una concentrazione elevatissima di fitocomplesso.

L'estratto secco viene normalmente titolato. La titolazione consente di valutare con precisione il contenuto di uno o più principi attivi presenti nel fitocomplesso.

Tale contenuto non deve essere inferiore al livello mini-mo fissato dalle Farmacopee Ufficiali o, in mancanza, da altri importanti studi scientifici, altrimenti il prodotto non può esplicare un'adeguata attività terapeutica.

Per esempio, la Farmacopea Italiana stabilisce che l'estratto secco di ginseng debba contenere non meno dell'I,5% di ginsenosidi, che sono le sostanze terapeuticamente più efficaci di questa pianta.

L'estratto secco rappresenta la forma farmaceutica più utile perché contiene l'insieme delle sostanze attive presenti nella pianta e non il materiale di supporto che è farmacologicamente inerte. Questa caratteristica lo rende biodisponibile favorendo il suo assorbimento da parte dell'apparato digerente.

2. Forme farmaceutiche derivate da pianta fresca

SUCCHI

Sono ottenuti da droga fresca frammentata e sottoposta a pressione meccanica. Contengono tutti i componenti, organici e inorganici della pianta che vengono resi stabili mediante moderne tecnologie.

TINTURA MADRE

Si prepara facendo macerare in alcol etilico il tessuto vegetale fresco, seguendo quanto descritto dalla Farmacopea Francese o Tedesca.

MACERATO GLICERINATO

Si prepara facendo macerare in una miscela di acqua, alcol e glicerina le gemme e i giovani getti raccolti, seguendo i dettami della Farmacopea Francese.

11 fitocomplesso presente in esso è più completo poiché si sono usate le parti più giovani della pianta allo stato fresco, ma l'elevata diluizione ne riduce l'efficacia e ne impedisce la titolazione.

OLIO ESSENZIALE

t presente naturalmente in alcune piante (ad esempio lavanda, salvia, rosmarino, eucalipto) cui conferisce in genere un odore penetrante, ma gradevole. Si tratta di composti fortemente concentrati e quindi dotati di spiccate attività medicamentose, ma proprio per questo motivo possono provocare effetti collaterali anche importanti se non sono usati nel modo e alle dosi corrette.

Pertanto si consiglia l'utilizzo degli oli essenziali solo dietro consiglio di medici esperti in materia.