Resistono agli antibiotici, ma non al miele
Le proprietà antimicrobiche del nettare sono ancora allo studio
 

Se le ferite non riescono a guarire perché i batteri resistono agli antibiotici, potrebbero essere curate con il miele. Le proprietà medicinali, tradizionali e leggendarie, del miele sembrano essere confermate da una ricerca pubblicata recentemente sulla rivista “Journal of Applied Microbiology”.
Già nell’antico Egitto, il miele era usato come medicinale. Finora si riteneva che le sue proprietà terapeutiche fossero dovute semplicemente alla sua densa consistenza, in grado di tenere l’aria lontana dalle ferite, e dal suo contenuto di zuccheri che rallenta la crescita dei batteri. Ma la microbiologa Rose Cooper, dell’University of Wales Intitute di Cardiff, ha mostrato che c’è dell’altro. Rispetto a una soluzione mielosa artificiale, con la stessa densità e la stessa concentrazione di zucchieri, il miele naturale uccide infatti i batteri con un’efficienza tre volte superiore.
Alcuni tipi di miele, se diluiti, formano perossido di idrogeno, che uccide i batteri e può essere usato per pulire le ferite. Tuttavia, questa non è la sola forza in gioco. Anche altre varietà di miele, che non generano questa sostanza, sono infatti in grado di arrestare la crescita dei batteri. Le ricerche di laboratorio, svolte su Staphylococcus ed Enterococcus in grado di resistere ai tradizionali antibiotici, hanno dimostrato le proprietà antimicrobiche del miele potrebbero derivare dagli enzimi secreti dalle api che lo producono o, in alternativa, alla sua acidità o a elementi chimici presenti nel nettare della pianta di origine.
Molti medici sono tuttora scettici, eppure alcune industrie farmaceutiche stanno già lanciando sul mercato speciali bendaggi impregnati di miele per il trattamento di ferite. 

2002 Le Scienze S.p.A. 
Ricerca di Alessandro D'Angelo