Risposta  al  Capo  della  Chiesa  Cattolica  su asserzioni "superficiali"



    Il Perdono,  il "Mea Culpa"  del Papa NON è ancora giunto verso gli emarginati che da secoli attendono di essere visti in maniera diversa cioè degni di essere considerati esseri umani da rispettare invece che,  malvisti  da parte di Istituzioni "cattoliche" e  anche   protestanti".
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Quanto riporto, è nato da una lunga riflessione e vari studi inerenti sia le  realtà scientifiche che quelle teologiche.  In una pagina del  Corriere della Sera dedicata alla Scienza di  martedì 12 gennaio 1988, a fianco ad un trafiletto  sui riti tribali africani, è riportata un tipo di realtà  quasi analoga, ma certo  molto  più incresciosa soprattutto per chi si sente un homo sapiens civile. Riporto quindi una parte di quanto  emerge dall'ampio articolo del quotidiano al titolo: "Il Papa evoca antichi demoni ma l'epilessia è solo malattia". Così inizia l'articolo: ""Nell'orizzonte di un crescente rifiuto della scienza e di un ritorno agli aspetti più tetri e nefasti del Medioevo, anche gli epilettici sono stati autorevolmente  restituiti alla loro condizione  di posseduti dal demonio.
Domani, il secondo programma televisivo, nei suoi servizi mattutini, affronterà in un dibattito una recente dichiarazione del Papa che ha suscitato decise reazioni nelle molte associazioni interessate a liberare  l'epilessia dall'arcaica aura di mistero e che, invece, non  ha avuto doverosa
eco nella stampa. Nel suo discorso ai fedeli del mese di novembre 1987, Papa Giovanni Paolo II, commentando alcuni passi evangelici  nei quali è narrato di come Gesù liberò gli ossessi, ha esplicitamente riesumato la tesi ecclesiastica secondo la quale l'epilessia ha tutti i caratteri di una malattia predisponente all'invasamento. "Siamo", ha detto il Papa. "Sul margine di un morbo oscuro, dove giocano fattori fisici e psichici che senza dubbio hanno il loro peso nel causare condizioni patologiche in cui si inserisce quella realtà demoniaca". Il Santo Padre inoltre prosegue: " Ed è ben possibile che in uno stato d'infermità  come "quello"  si infiltri  ed operi il maligno".
Le note "simpatie demonologiche" del Papa cancellano, almeno per i fedeli disposti a recepirne l'influenza e la suggestione, il lungo e difficile cammino che la scienza per individuare clinicamente  il quadro dell' epilessia e per liberare la società civile dal peso dei BARBARICI PREGIUGIZI nei riguardi dei malati.
L'Articolo del Corriere della Sera così prosegue a proposito  del "Morbo Sacro": "Si trattava di una eredità culturale molto antica poiché la tradizione medica greca, nonostante avesse ben chiarito alcuni aspetti eziologici e diagnostici del Grande Male e del Piccolo Male, continuò a
configurarli come eventi straordinari ed eccezionali capaci di turbare l'ordine costituito creando allarme per un rischio emergente, quasi che il malato fosse portatore di una aura di arcana pericolosità e di una ambiguità che è caratteristica  di ogni esplosione del divino nel mondo.
Arateo di Cappadocia, un medico vissuto   intorno alla fine del I secolo dopo Cristo, parlava ancora di epilessia come <malattia  mostruosa > le cui cause  vanno al di là delle conoscenze umane e sono forse attribuibili alla Luna.
    Una corrente di pensiero mescolando il sacro con il profano  sviluppa tematiche già presenti in molti invasamenti quali parlano i vangeli sinottici. Proprio quelle testimonianze della vita di Gesù fanno fede di una sintomatologia  tipica del male epilettico che nell'epoca in cui Gesù visse, non potevano essere adeguatamente interpretate. Le persone qualificate come indemoniati crollano al suolo digrignano i denti, emettono bava dalla bocca.
    Ai discepoli è quindi,  attribuito nell'evangelo di Marco, il potere di curarli. Le terapie medievali fanno, così, del prete, il medico degli epilettici e il disturbo, una volta negate le precise origini cliniche, viene collegato ai più vari santi che sono stati decapitati, e quindi come il malato "hanno perso la testa" S. Giovanni Battista  o San Valentino o quel S. Donato nella cui chiesa ancora qualche anno addietro in Abruzzo, ho visto trasportare dai parenti gli epilettici e altri disturbati che venivano pesati su una grande bilancia, mentre sull'altro piatto veniva depositato un ecqiuivalente peso in grano che, destinato alla chiesa, fungeva da riscatto del male.
    Si invita perciò oggi, (secondo il Papa) a sostituire ai sussidi scientifici la classica terapia esorcistica, (terapia magica) che resta, per il rituale cattolico e quello di alcune chiese riformate, l'unica valida via per ottenere la guarigione  del malato indemoniato. "" L'articolo prosegue, ma quanto riporto credo che  basti  a dare una risposta consona .

    Quindi, il  Papa  ci  invita, oggi, 2002 a sostituire i sussidi scientifici con la classica terapia esorcistica, che resta per  il rituale cattolico e per quello di poche chiese riformate, l'unica valida via di guarigione di alcune malattie. ma soprattutto dell'epilessia.
A questo punto una domanda viene  spontanea a sua  Santità : "Cosa pensa dei cani o di altri animali epilettici ?  Sono tutti impossessati ?".
Altra domanda a Sua Santità: "Molti bambini soffrono di epilessia solo per motivi ormonali  sino a quando non diventano "ometti". Allora quei  bimbi sono nati indiavolati ? De la purezza del bimbo?

 RISPOSTA  SCIENTIFICA:

    La risposta a tali affermazioni emerge  dallo studio di preparati scienziati e di studiosi  che asseriscono perfettamente  il contrario di quanto  "crede" (non so quanto in buona fede) il Papa .  Molti studiosi, nella loro lunga carriera medica hanno potuto constatare come alcuni  pazienti (secondo il Papa indemoniati e si parla nel  XX secolo)   hanno manifestato un' intelligenza superiore alla media.
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    Per quanto riguarda la cura dell' epilessia, presso il Laboratorio di Neurofamacologia della Clinica Neurologica dell' Università di Bologna, si sta svolgendo uno studio di sospensione della terapia antiepilettica in pazienti controllati dalle crisi.
    Il fine di questo tipo di studio e' quello di definire il significato del termine "guarigione" in caso di epilessia, vale a dire di stabilire se in  persone affette da epilessia la guarigione può considerarsi come il raggiungimento del controllo farmacologico delle crisi oppure, nel senso più proprio del termine, come la definitiva scomparsa delle crisi in assenza di terapia.
I risultati che sono stati ottenuti negli ultimi 20 anni, unitamente ai progressi in campo farmacologico, hanno consentito di abbandonare la concezione ottocentesca  risalente al periodo pre-Medioevo che considerava l' epilessia come una condizione cronica ad evoluzione sostanzialmente favorevole, (morbo sacro, lunare) . Ci saranno presto conoscenze sufficienti per dare una risposta esauriente e definitiva a tutti i quesiti che ci poniamo sull' evoluzione di questa patologia. Infatti, vista la grandissima diffusione dell' epilessia, questi studi assumono notevole importanza  anche nel sociale e per un miglioramento della vita  lavorativa.
    I dati di cui disponiamo sull' evoluzione indicano che l' epilessia e' nella grande maggioranza dei casi (70-80%) controllabile farmacologicamente ed e' guaribile in oltre il 50% dei casi. Infatti gli studi di sospensione della terapia in pazienti che hanno ottenuto il controllo farmacologico delle
crisi mostrano percentuali di ricaduta medie inferiori al 30% nei bambini e intorno al 50% negli adulti. Tali dati sono avvalorati da osservazioni effettuate su popolazioni isolate, che non hanno mai assunto farmaci, che mostrano una tendenza spontanea, in lunghi periodi di tempo, alla remissione delle crisi.
    I risultati dello studio che stiamo svolgendo confermano la percentuale di guarigione complessiva sopra riportata ma mostrano una distribuzione delle ricadute molto diversa nei vari tipi di epilessia. Infatti accanto ad epilessie che praticamente non sono gravate da ricaduta (epilessia a parossismi rolandici; epilessia con assenze tipiche dell' infanzia) ve ne sono altre in cui la ricaduta si verifica costantemente o quasi sospendendo la terapia (epilessia parziale con crisi a semiologia elementare; epilessia mioclonica giovanile) ed altre ancora in cui la percentuale di ricaduta ha un valore intermedio (grande male idiopatico; epilessia parziale con crisi a semeiologia complessa; epilessia parziale con crisi secondariamente generalizzate; epilessia con assenze e crisi di grande male). Purtroppo per i tipi di epilessia con percentuali di ricadute intermedie possiamo esprimere un giudizio di guaribilità solo in termini probabilistici, infatti non abbiamo ancora individuato fattori particolari che ci possano consentire di distinguere prima di iniziare la sospensione dei farmaci i pazienti che ricadranno da quelli che staranno bene. L' unico dato che vale la pena di rilevare e' che il rischio di ricaduta in caso di molte epilessie generalizzate praticamente si annulla dopo 2 anni dall' inizio della sospensione.
          Dunque, alla luce del moderno pensiero scientifico,  sarebbe veramente inesatto,  continuare a portare avanti  "chiusi concetti stereotipati" che sono serviti solo a  portare  verso l'emarginazione, e per secoli, persone degne di vivere una vita normale.

       Quanto ho aserito è sottolineato dalle ultime scoperte scientifiche avvenute in Italia del  2002 le quali  sono giunte alla conclusione che l’epilessia si eredita anche da genitori sani.
  
     Secondo la scoperta la nascita di un bimbo affetto da epilessia, che spesso è considerato un evento isolato, può essere invece dovuta all’incontro fra genitori portatori sani di alterazioni genetiche, così come succede per molte altre malattie ereditarie. E’ l’importante risultato di una ricerca tutta italiana condotta da un gruppo di genetisti coordinati da Federico Zara e Franca Dagna Bricarelli dell’Ospedale Galliera di Genova, con il finanziamento di Telethon. Il lavoro è stato realizzato in collaborazione con un altro gruppo, guidato da Fabrizio De Falco dell’Ospedale Loreto Mare di Napoli. La scoperta, pubblicata sul numero di maggio della rivista internazionale American Journal of Human Genetics, riguarda una forma relativamente benigna di epilessia, l’ epilessia idiopatica mioclonica infantile, che si manifesta generalmente fra i 4 mesi e i 3 anni di età. Il termine idiopatico si riferisce al fatto che l’epilessia si manifesta come disturbo a sé stante, non associato cioè a malattie o sindromi più complesse. Le cause dell’epilessia idiopatica sono ancora in gran parte sconosciute; sinora in rari casi si era riusciti a dimostrare una trasmissione ereditaria ma soltanto attraverso una modalità (detta dominante) che non comporta l’esistenza di portatori sani. I ricercatori italiani hanno invece identificato una famiglia napoletana in cui ben 8 cugini su 14 sono affetti da epilessia idiopatica mioclonica; dallo studio di questa famiglia è emerso che alcuni membri, pur essendo sani, sono portatori di un’alterazione genetica, ancora non identificata in dettaglio, ma che i ricercatori hanno “mappato” in una porzione del cromosoma 16 . “La famiglia che abbiamo studiato è un caso eccezionale - spiega Federico Zara - Spesso il bambino affetto da epilessia idiopatica sembra essere l’unico caso in una famiglia apparentemente sana, cosa che rende difficile identificare un’origine ereditaria. Ora sappiamo invece che, almeno per questa forma, i genitori, pur essendo sani, sono portatori di un alterazione genetica. Se i figli ricevono il cromosoma difettoso sia dalla madre che dal padre, ecco che compare la malattia. Questo tipo di trasmissione ereditaria è detta recessiva ed è comune a molte malattie, come ad esempio la fibrosi cistica, ma è la prima volta che viene dimostrata in una qualunque forma di epilessia idiopatica”. Per le coppie a rischio, cioè quelle che hanno già un figlio o un parente affetto, si tratta di una scoperta importante: conoscere le modalità di trasmissione è infatti il primo passo verso la prevenzione e la diagnosi precoce della malattia. Inoltre la stessa modalità di trasmissione potrebbe riguardare anche altre forme di epilessia per le quali è difficile individuare l’origine familiare.
    L’obiettivo dei ricercatori italiani è ora quello di identificare con precisione il gene e la mutazione responsabile di questa patologia. Una volta isolato il gene, sarà possibile offrire un test genetico alle famiglie a rischio.
Presso l’Ospedale Galliera è anche attiva una banca di DNA finanziata da Telethon, che raccoglie quasi 6 mila campioni prelevati da affetti da malattie genetiche, ivi inclusi quelli studiati nel lavoro appena descritto, disponibili gratuitamente per i ricercatori di tutto il mondo.
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Alla luce di queste ricerche viene veramente da riflettere su quanto riportano i vangeli in  Matteo, cap.4,v.24; Luca cap.4,v.33, 37, 40; Marco cap. 1, 32-34 e Marco cap. 9,v.17-18 ; Luca cap. 9. v.38-39
Questi versi hanno portato, non comprensione, come predica il vangelo, ma solo e soltanto desiderio di emarginare chi stava poco bene. 
Alla luce delle conoscienze scientifiche moderne  sopra riportate, è semplice comprendere  da che parte è la verità
 Alessandro D'Angelo