SENECTUS
IPSA MORBUS
(la
vecchiaia è
una malattia)
Ma
quanno ce sarebbe mai successo
D’addormentasse
mano nella mano!?
Tu
me dirai che questo è cristiano
Io
‘nvece , lo considero ‘n
regresso.
A
quer che sai, ar peccato commesso,
mica
da me sortanto o dalla mano !
Dicevi:”Se
me acciacco questo dito,
e
m’indicavi sempre l’anulare,
Er
sangue t’esce a te a lo stesso sito !
Ma
la morte che non se po’ scampare
Non
è lo stesso: ognuno ci ha la sua
Magara
fosse sola a tutte e dua !
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Quanno
che morì mamma allora “tata”
Che
aveva sempre avuto l’intenzione
De
dasse ar vino, corse l’occasione
S’abbandonò,
come se fusse stata
Scritta
da qualche parte ‘sta funzione’
Nò
de imbriacasse ma solo carmata
La
rabbia per la morte è anticipata.
Pè
mamma mia , sposata pe passione,
No’
pe’ interesse o pe’
consolazione
De
quarcun’antra che lui avesse
amata
Se
mise a beve forte e l’intenzione
Aveva
de morì dentro l’annata.
E
ce riuscì de fatti ! Quanno stava
Accanto
ar foco co’ er
bicchiere ‘n mano:
La
cecagna arrivava piano opiano
Tra
veglia e sonno. E allora je parlava
Pe’
dije: “su Marì, viè che t’aspetto !
Finisci a a riassettà che annammo a letto !
Per
avere una casa
Francesco
e i compagni
Andarono
alla manifestazione:
C’erano
anche le mogli
E
i bambini:
Sembrava
una festa
E,
come una gran festa,
del
Santo Patrono,
ci
furono gli spari.
Nell’assegnazione
Però
sbagliarono:
A
Francesco toccò,
in
sorte un monolocale.
Ora
i suoi vanno spesso
A
trovarlo:
Lui
abita, ora,
in
via del “Cimitero”
di
Carmine D’Angelo
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LA CONCA DI AMATRICE
Un’isola
felice
La
Conca d’Amatrice !
Le
fanno da corona
I
monti della Laga
Ma
la vista divaga
Sul
lago Scandarello
Che
tinge del verde
Dei
monti e li riflette
Come
specchio magico
Quando
il sole permette
Chiude
la conca in basso.
La
mole del Vettore
Che
custodisce memore
L’antro
di vivo sasso
Dove
dorme tranquilla
La
mitica sibilla
Pagana
protettrice
Di
un’isola felice
Ricca
di santi e chiese !
Per
visitarle tutte
Così
semidistrutte
Non
basterebbe un mese.
Ma
resterai deluso
In
tutte le tue attese.
Non
perché i templi son chiusi
Ma
perché son vuoti
Già da tempi remoti
Degli
“ex-voto”
avuti
In
tanti anni passati,
sono
là dentro muti.
Pur
con l’aureola in testa,
piangono
amare lacrime
che
rigano i lor volti
fatti
di cartapesta,
macerati
e sconvolti.
Salvi
dal terremoto,
sfuggiti
alla rapina
dei
tedeschi invasori,
non
si sono salvati
però
da tanti ladri,
grandi
benefattori, che senza alcun pudore
hanno
razziato tutto,
perfino
i candelieri
e
i paramenti a lutto
le
passioni del Cristo
e
tutti l’hanno visto.
Hanno
portato via
Perfino
le campane,
quelle
di San Martino,
che
avevano suonato
pel
ricco e il poveretto
il
mitico mottetto
“libertè,
Egalitè, Fraternitè
inciso
sopra il bordo
a
perenne ricordo
di
quel che più non c’è.
Tornino
alla lor Chiesa
Quelle
campane antiche
Per
due secoli amiche
Di
pecore e pastori:
suonavano
a distesa
l’angelus
della sera
anche
pe’ i predatori.
Sarà
per San Martino
Giorno
di gran festa
Il
giorno del ritorno
Perché
si potrà leggere
Il
mitico mottetto:
Libertè , Egalitè, Fraternitè
E
a tutti i cittadini,
nella
conca ristretti,
farà
il sindaco omaggio
di
un piatto di spaghetti:
un
autentico assaggio
noto
in lingua italiana
come
storica pasta
fatta
all’amatriciana.
Ritornino
alla chiesa
Quelle
campane antiche
E
suonino a distesa,
anche
le più lontane,
ma
su quelle vicino,
col
lor suon argentino,
domineran
di certo
quelle
di San Martino
per
dire anche per te:
viva
la libertà,
viva
l’uguaglianza
e
anche la fratellanza.
Amatrice
– agosto 02
Santo
Francesco.
Non
c’è più pace in questa terra pia:
tremano
i templi in tutta la regione.
Atei
e credenti,insieme,in sintonia,
procedeno
da giorni in processione.
Franceso,Tu
,di Pietro Bernardone
Amatissimo
figlio,fuggi via
Dai
luoghi santi della tua passione,
invasi
tutti da gente che crede
che
quella fede tua fosse follia!
Fuggi
di notte ma con il tuo bastone
Che
per anni ti fece compagnia
E
ti sorresse nella tua missione!
Scendi
dai monti,segui la corrente
Del
fiume che dal monte Fumaiolo
Ti
sarà guida fino alla potente
“Città
di Dio”Ti troverai da solo
e
sarai tu l’unico penitente
Dei
chierici potenti il grande stuolo
Incontro
ti verrà ma tu . per 7Dio,
Alza
a due mani in alto il tuo bastone
E
picchia forte,picchia con passione.(aprile 99)
CARMINE D'ANGELO