Vaccino anticancro: al via la sperimentazione sui pazienti

 

TORINO - I primi pazienti lo riceveranno dalla prossima primavera. Il primo vaccino anticancro al mondo, a base di Dna umano, previene i tumori più a rischio di recidiva, come quello alla testa e al collo, ma potrebbe rivelarsi efficace per tutti i tipi di cancro. E' stato messo a punto dal Centro ricerche di medicina sperimentale (Cerms) di Torino ed è pronto oggi per la sperimentazione sull'uomo, dopo anni di prove sugli animali da laboratorio.

Ne ha parlato la mattina del 25 ottobre Guido Forni, coordinatore della ricerca, all'ospedale Molinette di Torino: "Abbiamo sperimentato il vaccino su una particolare famiglia di topi che si ammalava di tumore mammario per cause genetiche. Il vaccino ha funzionato e i topi non si sono ammalati. Ora siamo alla svolta decisiva. La prima fiala sarà inoculata su soggetti che hanno sofferto di tumore alla testa e al collo, e che sono ad alto rischio di recidiva".

Grazie alla sua composizione a base di Dna, la sostanza induce nell'organismo una risposta immunitaria contro la proteina-killer che scatena il cancro. Spiega Forni: "Almeno nel 30 per cento dei casi il tumore insorge a causa di un difetto in un gene chiamato ErbB-2. La nostra tecnica consiste nel mettere le cellule in condizione di produrre da sole la proteina di difesa che l'organismo del malato non riesce a costruire. Una volta inoculato il vaccino nella cellula, una reazione simile a una scossa elettrica gli permette di penetrare all'interno della membrana e di fissarsi nel nucleo. E qui agire".

Sono tre i team che hanno collaborato alla ricerca del vaccino anticancro, quello dell'università di Bologna coordinato da Pier Luigi Lollini, quello dell'università di Chieti coordinato da Piero Musiani e quello dell'università di Camerino coordinato da Augusto Amici.

Conclude Forni: "Il mio sogno è che un giorno, se sarà superata con successo questa fase sperimentale sull'uomo, si possa arrivare a vaccini contro tutta una serie di tumori, quelli ai quali il singolo soggetto è più esposto per motivi anagrafici, genetici o ambientali''.