Veronesi, la 'sfida finale' contro il cancro

 

ROMA - "Ci sono finalmente le basi per affermare che un giorno l'umanità si potrà liberare dal cancro in modo definitivo". Il messaggio di speranza arriva da Umberto Veronesi, da anni in prima linea nella lotta contro i tumori, che ha presentato oggi, martedì 5, le iniziative legate alla Giornata nazionale della lotta contro i tumori in programma per domenica 10 novembre.

L'arma a cui Veronesi fa riferimento è la post-genomica, nuova area di ricerca che si è aperta dopo la decifrazione del patrimonio genetico umano. Dopo aver 'mappato' il Dna, occorre capire tutte le funzioni che ciascun gene svolge nel nostro organismo.

Spiega Veronesi: "Grazie a quest'area della ricerca si potrà lanciare la sfida finale contro i tumori, identificando l'origine del cancro alla radice. Si potrà arrivare a capire qual è il punto di partenza della malattia nelle profondità del genoma. E' un progetto molto ambizioso, ma che ci sentiamo di affrontare".

Ma serve l'aiuto di tutti. "Chiediamo una mobilitazione delle coscienze di tutti in una guerra verso un nemico che ogni anno è il responsabile di 160mila morti in Italia, la più grande guerra mai combattuta". Negli anni passati sono stati fatti passi da gigante ottenendo diagnosi sempre più precoci e tempestive e migliorando le terapie. Risultati che soltanto nel 2002 hanno permesso di strappare al cancro 92.000 persone in Italia.

Questi, spiega Veronesi i risultati concreti a cui porterà la ricerca nel campo della post-genomica:

Farmaci 'personalizzati': saranno medicinali costruiti in laboratorio sulla base delle caratteristiche genetiche di ogni paziente. Si otterranno, ha detto Veronesi, a partire dalla conoscenza della particolare proteina che viene prodotta dall'alterazione di un particolare oncogene quando si manifesta una determinata forma di tumore. Farmaci ''su misura'' di questo tipo, ha osservato, ''potranno essere realizzati per tutte le forme di tumore''.

Test preventivi: diventerà possibile prevedere la comparsa dei tumori. ''La medicina predittiva - ha detto Veronesi - è uno dei principali risultati della post-genomica''. Diventerà possibile determinare, per ogni individuo, il livello di rischio di contrarre un tumore. Di conseguenza, ha aggiunto, ''si potranno identificare gruppi a rischio verso inquali esercitare particolari forme di prevenzione''.

Chemioprevenzione 'intelligente': si potrà interferire con il processo di formazione dei tumori. Questo avviene infatti in modo graduale e in tempi molto lunghi, che a volte possono durare anche 10 anni. "Adesso - ha detto Veronesi - abbiamo ragioni per pensare di poter interferire in questa catena perversa di avvenimenti e impedire in questo modo che il tumore si manifesti''.

Terapia recettoriale: si basa sulla possibilità di mettere a punto marcatori genetici capaci di colpire al cuore le cellule tumorali. I nuovi proiettili potrebbero essere anticorpi monoclonali di tipo molto particolare, 'equipaggiati' con una carica di materiale radioattivo in grado di raggiungere e distruggere esclusivamente le cellule malate.