Vitamina
C: non smette di stupire
Nel
1970 il Nobel per la fisica Linus Pauling scriveva un libro dal titolo: "La
vitamina C ed il raffreddore comune". Pauling, spiegava che un grammo di
vitamina C al giorno poteva attenuare e far sparire più rapidamente tutti i
sintomi della più comunedelle malattie. Non esistendo evidenze certe di
questa azione curativa il tutto rimaneva comunque una teoria. Dopo pochi anni e
grazie agli studi di più scienziati si è cominciato a capire che le
convinzioni di Paulin erano tutt'altro che infondate.
Ultimamente
poi, le più recenti tecniche di ricerca applicate allo studio dei meccanismi di
invecchiamento cellulare avevano permesso di "aprire" altre
affascinanti finestre su questa vitamina portando ad ipotizzare un suo ruolo
anche nella prevenzione di patologie importanti come l'aterosclerosi e alcune
forme tumorali.
Ora
un altro scienziato, questa volta di casa nostra, annuncia un'altra sorprendente
potenziale funzione della vitamina C: potrebbe essere il mezzo per far entrare
dentro il cervello importanti farmaci che oggi vengono respinti dalla barriera
emato-encefalica.
"I risultati sono estremamente preliminari -ha dichiarato a
Bio-Sfera Magazine il Professore Stefano Manfredini dell'Università di Ferrara,
coordinatore dello studio - possiamo dire di aver aperto una porta su una nuova
strategia per veicolare farmaci al sistema nervoso centrale e di aver scoperto
una nuova possibile applicazione della vitamina C".
Domanda:
Professor Manfredini, ci può spiegare in breve cosa siete riusciti a fare in
laboratorio che vi ha portato a concludere che la vitamina C è una carrier in
grado di fare attraversare la barrierra emato-encefalica ad alcuni farmaci
antiepilettici.?
Risposta:
L'esperienza maturata dal nostro gruppo di ricerca sugli antiossidanti di
origine naturale ci ha portato a considerare la vitamina C sotto questo nuovo
profilo. I risultati che sono scaturiti da questa idea sono frutto di una
stretta collaborazione interdisciplinare che ha visto coinvolti il Medical
College of Georgia, USA, i gruppi di ricerca di Fisiologia, Farmacologia e
Tecnica Farmaceutica della Facoltà di Farmacia dell'Università di Ferrara. E'
solo grazie a questo impegno congiunto che siamo riusciti, in breve tempo, ad
ottenere risultati significativi.
L'idea è partita dalla considerazione che trasportatori di nutrienti endogeni
possono essere utilizzati per veicolare farmaci che non sono in grado di
attraversare la barriera emato-encefalica ma che sono potenzialmente utili per
il trattamento di patologie cerebrali.
Innanzitutto è stato necessario ideare e sviluppare un modello sperimentale su
cellule di retina umana (HRPE) che consente di studiare le interazioni della
Vitamina C e dei suoi derivati con il trasportatore specifico della vitamina C
denominato SVCT2, che è l'unico presente nel sistema nervoso centrale.
Una volta acquisito il modello abbiamo potuto studiare le
interazioni con la vitamina C e progettare e sintetizzare alcuni derivati con
farmaci noti per la loro attività ma incapaci di attraversare la barriera
emato-encefalica. Questo ci ha consentito di verificare che i nostri costrutti
riconoscevano il trasportatore ma non ci avrebbe consentito di confermare
l'effettivo attraversamento della barriera emato-encefalica.
I farmaci antiepilettici ed in particolare l'acido nipecotico
e l'acido kinurenico sono stati scelti in virtù delle suddette caratteristiche
e della possibilità di derivare un modello animale nel topo in cui misurare gli
effetti anticonvulsivanti mediante contrazioni indotte dal pentilentetrazolo (PTZ).
Questo modello ci ha consentito di verificare che il farmaco
da solo non contrasta le convulsioni, cioè non entra, mentre combinato con la
vitamina C è in grado di proteggere il topo dalle convulsioni indotte dal PTZ.
Questo indica che il farmaco coniugato entra e viene rilasciato dal legame con
la vitamina C.
Domanda: A noi risulta che avete utilizzato come modello animale, su cui avete testato la vostra ipotesi, un topo con una patologia neurologica. La domanda è: la barriera emato-encefalica del topo epilettico è intatta?
Risposta :Si,
visto che questo è un modello noto e già utilizzato in precedenza. La
dimostrazione è che l'acido nipecotico come tale non la attraversa, ovvero non
produce nessun effetto, mentre il coniugato si. Questo era quello che ci
auspicavamo di riscontrare nel caso di attraversamento mediato dalla vitamina C.
Domanda:
Ci puo dare degli elementi riguardo alle dosi di viamina C
necessarie a far si che il complesso carrier-farmaco attraversi la barriera
emato-encefalica in quantità sufficiente ad avere un effetto farmacologico?
Risposta:
Le dosi a cui si esplica l'effetto sono quelle corrispondenti alle
concentrazioni fisiologiche di vitamina C nel sistema nervoso centrale.
Calcolare il dosaggio ideale per l'efficacia nell'uomo, richiede specifiche
indagini non ancora intraprese.
Domanda: Qualsiasi sostanza può essere legata alla vitamina C o esistono dei limiti?
Risposta:
Teoricamente
sì, il limite é rappresentato dalla fattibilità sintetica dei coniugati e
dalla possibilità che questi vengano riconosciuti dal trasportatore. La nostra
indagine é rivolta infatti proprio a determinare le classi farmacologiche
adatte ad essere utilizzate con questa strategia. Ad oggi nulla è noto sulla
struttura tridimensionale del trasportatore ed in nostri dati contribuiranno
alla sua caratterizzazione. Abbiamo a tale proposito in corso uno studio di
modellistica molecolare in collaborazione con l'Università di Trieste che
dovrebbe dare indicazioni in merito.
Le classi farmacologiche più interessanti
riguardano ovviamente i farmaci che sarebbero utili per il trattamento di
patologie del sistema nervoso centrale come infezioni virali (incluso AIDS),
lesioni cerebrali ischemiche, patologie su base neurodegenerativa quali
Alzheimer, Parkinson, epilessia.
Domanda: Posssiamo parlare di
utilizzo pratico a breve tempo?
Risposta:
I risultati sono estremamente
preliminari, possiamo dire di aver aperto una porta su una nuova strategia per
veicolare farmaci al sistema nervoso centrale e di aver scoperto una nuova
possibile applicazione della vitamina C nonostante la secolare conoscenza di
questo nutriente essenziale.
Senza ricerche cliniche è impossibile fare previsioni ragionevoli, questo
richiede finanziamenti ingenti a tutt'oggi non disponibili. Speriamo che questi
nostri primi risultati, ottenuti praticamente in assenza di finanziamenti
specifici, siano di aiuto a reperire i fondi opportuni. A tutt'oggi questa
ricerca è stata brevettata a nome dell'Università di Ferrara.
Se fossero già disponibili i suddetti finanziamenti si potrebbero
ottimisticamente ipotizzare, conoscendo i tempi per lo sviluppo di nuovi
farmaci, dai 5-10 anni.