Le ragioni dell'acqua,
dell'economia e del buon senso
Claudio Ruffini -
Presidente della Provincia di Teramo
La realizzazione di una
terza galleria sotto il Gran Sasso viene presentata, da chi vuole l'opera
a tutti i costi, come un braccio di ferro fra ambientalisti radical chic
contrari per partito preso ad ogni manufatto e amministratori assennati
che non vogliono rinunciare, per il bene della comunità, ad un'opera di
100 miliardi con ampie ricadute benefiche sul territorio. Nel migliore dei
casi, diventa una lotta di campanile fra teramani e aquilani. In questa
babilonia di voci, spesso strumentale a logiche di parte, vengono
soffocate le ragioni del buon senso.
E da questa parte del Gran Sasso, le ragioni che impongono una
riflessione, sono veramente tante.
Abbiamo cercato di riassumerle in questo numero di Teramo Parchi convinti
come siamo che non sono le ragioni di un pezzo di territorio, di una parte
della comunità abruzzese ma rappresentano le ragioni universali del buon
senso.
Al centro del nostro ragionamento vi è senza dubbio la difesa di una
risorsa vitale, l'acqua, fonte di ricchezza e vita per tutti. Di fronte al
rischio di un abbassamento ulteriore delle falde acquifere e quindi della
disponibilità dell'acqua o di fronte ai rischi di inquinamento che i
lavori possono comportare, è nostro dovere chiedere che il progetto venga
riconsiderato. Da questa parte del Gran Sasso, i cittadini, soprattutto
i cittadini della montagna, hanno potuto constatare da soli e
quotidianamente, cosa ha significato per l'acqua e le sorgenti la
realizzazione del traforo. Le improvvise morie di pesci, la scomparsa di
vecchie sorgenti, la diminuzione della portata d'acqua sui fiumi. Noi
non siamo ambientalisti di maniera, non combattiamo in nome di una natura
incontaminata… dall'uomo. Stiamo cercando di difendere le ragioni di una
comunità e del suo equilibrio socio-economico che, ovviamente, fonda
sulle risorse anche naturali. Queste ragioni convergono con le ragioni
delle associazioni ambientaliste ma anche con quelle di uomini di scienza,
di tecnici, con quelle dell'acquedotto, con quelle dei Sindaci, con quelle
di tanti cittadini dei quali siamo solo dei portavoce.
E a proposito di economia ed... economie è forse il caso di ricordare che
questa comunità aspetta finanziamenti per completare opere, queste sì,
molto importanti: la Teramo-Mare; la San Nicolò-Garrufo; il completamento
dell'asse viario fra Ascoli Piceno e Pescara; il raddoppio dell'A/24.
Per non parlare del fatto che da anni si invoca il rilancio
dell'entroterra, delle aree montane, del bacino sciistico del Gran Sasso.
Se questi soldi venissero investiti sul territorio con opere di rilancio
dell'economia e del turismo, di qua e di là del Gran Sasso, allora sì
che si vedrebbero ricadute positive sul territorio. Se di fronte a queste
ragioni, di buon senso, si vuole continuare a sostenere che si possono
spendere 100 miliardi per ampliare il laboratorio del Gran Sasso e che
questa è l'unica opera infrastrutturale che ci serve, così come è stato
scritto nel programma del Governo, così come sembra sostenere il Ministro
per le infrastrutture Pietro Lunardi, allora bisogna sapere che lo scontro
diventerà radicale.
Da queste parti del Gran Sasso.
Claudio Ruffini
Presidente della Provincia di Teramo
Fonte : Guglielmo
Ragozzino - http://www.ilmanifesto.it/
"Due o tre
mesi" è il tempo previsto dal ministro competente, Lunardi, che
pontificava al Vespa a Vespa, per iniziare i lavori della terza canna,
collegante i laboratori dell'Istituto di fisica nucleare, Infn, con il
mondo esterno. Una galleria lunga circa sei chilometri e con milioni di
metri cubi di terra da scavo e roccia buttati da qualche parte.
E che Lunardi sia
competente in buchi nelle montagne è a tutti noto. Nella sua vita
professionale, prima che Berlusconi gli dicesse: "Pietro, esci di li
sotto e seguimi", non faceva altro; e si può dire che sia ministro
proprio per la sua capacità di fare buchi, come una talpa nell'emmenthal.
La manifestazione è
stata indetta da un comitato promosso dal Wwf locale e poi da Legambiente,
Cai, Mountain Wilderness, Pronatura, Lipu, Mare Vivo, Greenpeace, Amici
della Terra; e ancora dalla Società italiana di geologia ambientale e
dall'Istituto per la forestazione ambientale. Insomma tutto il migliore
ambientalismo, quello che mette sempre i bastoni (anzi i bastioni) tra le
ruote del governo. Interessante è anche l'adesione delle province di
Teramo e Pescara, di quaranta comuni nelle province di Teramo Pescara e
anche L'Aquila, delle Comunità montane del Gran Sasso zona O e Vestina
zona I; e ancora l'Acquedotto del Ruzzo, la Cgil regionale l'Ente parco
nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga, l'Amab, Associazione
mediterranea di agricoltura biologica e infine l'Abruzzo Social Forum.
Questo sfoggio di firme
vuol dire che molte persone comuni che vogliono bene alla loro montagna,
ci lavorano, ci vanno su e giù in bicicletta, ci abitano, in una parola
ci vivono, sono molto preoccupati per come andrà a finire la questione
del nuovo traforo.
Il vecchio traforo, la
galleria costruita per diciotto anni di seguito, fino al 1987, con uno
stillicidio di morti operaie, ha causato l'abbassamento della falda
acquifera di mille metri. L'acqua perduta, l'acqua inquinata, ha
peggiorato la vita dell'intera regione.
Non contenti i
costruttori hanno ottenuto, già nel 1990, di scavare un'altra galleria e
al tempo stesso di ingrandire la grotta di Aladino dei fisici puri con
altre enormi caverne.
La terza canna e
l'allargamento del laboratorio sono il contenuto di una legge dello stato,
la 366/90. Da allora sono intervenute altre leggi, per esempio le leggi di
civiltà ecologica come la valutazione d'impatto ambientale che dovrebbero
averla accantonata.
Bisogna ricordare che i
principi ispiratori della nuova galleria sono stati nel tempo due, assai
diversi tra loro.
Dapprima è stato il servizio della scienza con una canna dedicata per
evitare pericoli derivanti da incendi o scoppi nel laboratorio; in questo
caso non si spiega perché il buco sia fatto dalla parte de L'Aquila, più
lungo e non dalla parte di Teramo, più agevole e breve.
Poi ha prevalso l'esigenza di togliere dalla strada di tutti un flusso di
veicoli con carico spesso rischioso. A parte qualche ragionevole dubbio
sull'utilità di portare in fondo alla montagna carichi rischiosi, rimane
il fatto, noto a tutti, che l'autostrada così com'è è un modello
insuperato di sicurezza, con frequenti vie di fuga; e il traffico che la
percorre è modesto e presenta molti meno rischi del Gottardo, preso come
giustificazione dell'intervento immediato da Lunardi.
Sembra più plausibile
che Lunardi voglia scendere a vie di fatto, mostrare al boss tutto quello
che sa fare con la legge obiettivo e che l'esperimento del Gran Sasso -
proprio là dove gli esperimenti fervono - sia considerato un passaggio
necessario nella storia del governo peggiore di tutta la repubblica.
di Fabrizio Manzione
Una vera e propria bomba
ecologica si nasconde sotto i laboratori di fisica nucleare del Gran
Sasso, a contatto con la falda che fornisce acqua potabile a più di
ottocentomila persone. E’ quanto denunciato in una lettera che il WWF
regionale ha inviato a Ministeri, Prefetti, Regione e Autorità
competenti. Sotto il Gran Sasso sono attualmente depositate infatti trenta
tonnellate di cloruro di gallio (pari a circa un terzo della produzione
mondiale), mille e ottocento tonnellate di Iso-Alcani, seicento tonnellate
di Argon liquido, sedici chili di Germanio arricchito. Sono inoltre in
arrivo milleduecentocinquanta tonnellate di Trimethylbenzene, un potente
idrocarburo, irritante e con effetti devastanti sugli ambienti acquatici.
Ognuna delle sostanze elencate comporta gravi rischi per l’ambiente in
cui si trova e per la salute umana: l’argon liquido disperso nell’aria
forma nubi tossiche; il germanio arricchito, se entra nella catena
alimentare, provoca danni agli organi interni, in particolare ai reni;
mentre il trimethylbenzene, se assorbito dal corpo umano, induce effetti
deleteri sul sistema nervoso centrale.
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