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Ugo
Mulas è stato uno dei più importanti fotografi
italiani del '900. Nacque in provincia di Brescia,
a Pozzolengo, nel 1928. Verso la metà degli
anni '50 frequentava gli ambienti artistici
di Brera, partecipando alla stagione della "pop
art". Nel 1954 realizzò i suoi primi servizi
fotografici per la Biennale di Venezia. Tra
il 1950 e il 1960 fu il fotografo del Piccolo
Teatro. Da ricordare i suoi volumi "New York
Arte e Persone", 1967; "Calder", 1971; "La fotografia",
1973. Si spense nel marzo del 1973 a Milano.
"Come
hai fatto, come hai fatto!" esclamò stupito Eugenio
Montale, quando vide le fotografie di Ugo
Mulas che dovevano illustrare "Ossi di seppia",
la sua raccolta di poesie. Le immagini, scattate
tutte in un solo giorno, fermano agli anni '60
uno dei luoghi più cari al poeta, Monterosso.
Sono fotografie preziose, quasi inedite. Per molto
tempo se ne persero le tracce, ma alla fine ricomparvero
in un deposito.
A
tutte le fotografie, rigorose nel loro bianco
e nero, sembra legato un aneddoto. Vediamo un
primo piano di Montale, ritratto di profilo, mentre
guarda negli occhi un'upupa. Apprendiamo che il
poeta amava molto gli uccelli, e che un amico,
scoperta la sua passione, gli regalò l'upupa imbalsamata.
L'immagine è diventata famosa. Ma l'ispirazione
più autentica coglie il fotografo mentre riprende
i paesaggi marini. Una striscia di sabbia, la
strana posizione di un bagnante, il mare che sembra
precipitare dall'alto. Mulas, a proposito di questa
fotografia, scrive: "Salito in cima ad una roccia
a strapiombo sul mare, sotto di me vedevo una
spiaggetta. Lì c'era un bagnante sdraiato, che,
ad un certo punto, ha allargato gambe e braccia:
sembrava una stella marina". E' l'immagine più
suggestiva di tutta la mostra.
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