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Qualcuno volò sul nido dell'upupa
Rassegna "Piccoloblu", 31 marzo / 21 giugno 2000.
Nel foyer del teatro Grassi le 20 immagini con cui Ugo Mulas illustrò "Ossi di seppia" di Montale. Fino al 14 maggio.

di
Mascia Nassivera

 
27/04/2000
 

Ugo Mulas è stato uno dei più importanti fotografi italiani del '900. Nacque in provincia di Brescia, a Pozzolengo, nel 1928. Verso la metà degli anni '50 frequentava gli ambienti artistici di Brera, partecipando alla stagione della "pop art". Nel 1954 realizzò i suoi primi servizi fotografici per la Biennale di Venezia. Tra il 1950 e il 1960 fu il fotografo del Piccolo Teatro. Da ricordare i suoi volumi "New York Arte e Persone", 1967; "Calder", 1971; "La fotografia", 1973. Si spense nel marzo del 1973 a Milano.

"Come hai fatto, come hai fatto!" esclamò stupito Eugenio Montale, quando vide le fotografie di Ugo Mulas che dovevano illustrare "Ossi di seppia", la sua raccolta di poesie. Le immagini, scattate tutte in un solo giorno, fermano agli anni '60 uno dei luoghi più cari al poeta, Monterosso. Sono fotografie preziose, quasi inedite. Per molto tempo se ne persero le tracce, ma alla fine ricomparvero in un deposito.

A tutte le fotografie, rigorose nel loro bianco e nero, sembra legato un aneddoto. Vediamo un primo piano di Montale, ritratto di profilo, mentre guarda negli occhi un'upupa. Apprendiamo che il poeta amava molto gli uccelli, e che un amico, scoperta la sua passione, gli regalò l'upupa imbalsamata. L'immagine è diventata famosa. Ma l'ispirazione più autentica coglie il fotografo mentre riprende i paesaggi marini. Una striscia di sabbia, la strana posizione di un bagnante, il mare che sembra precipitare dall'alto. Mulas, a proposito di questa fotografia, scrive: "Salito in cima ad una roccia a strapiombo sul mare, sotto di me vedevo una spiaggetta. Lì c'era un bagnante sdraiato, che, ad un certo punto, ha allargato gambe e braccia: sembrava una stella marina". E' l'immagine più suggestiva di tutta la mostra.

 

 

 


 
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